Giovani medici e ricercatori, il 70% è precario, sottopagato e motivato ad andar via.
(da Doctor33) Il 70% dei medici italiani e stranieri è sottopagato e retribuito con 7 euro all’ora in cliniche private con 12 ore di guardia medica; il 90% dei medici stranieri giovani cerca di inserirsi nel Ssn ma non riesce per mancanza di cittadinanza o di specializzazioni e il 95% dei ricercatori italiani sono precari e prendono circa 1500 euro al mese, senza alcuna garanzia per il futuro. Questi solo alcuni dei principali risultati emersi dallo studio svolto dai dipartimenti giovani e seconda generazione dell’associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), dell’Unione medica euro mediterranea (Umem) e del Movimento internazionale transculturale interprofessionale “Uniti per Unire”(UxU) sul fenomeno dei giovani, sottopagati, pagamenti in ritardo, carenza dei medici e fuga all’estero. «Sono dati che ci preoccupano visto che di continuo riceviamo da una parte richieste di medici giovani di andare all’estero e dall’altra parte da tutte le regioni offerte di lavoro, il nostro impegno è di far incontrare le offerte con le richieste risolvendo le criticità sollevate dai medici e ricercatori intervistati», dichiara Foad Aodi, fondatore Amsi e Umem e membro del Registro esperti Fnomceo che lancia il suo appello al Governo italiano. «A nome dei nostri movimenti e dipartimenti #FermatelaFugadeiCervelli, l’Italia ha un Ssn tra i migliori e l’ha dimostrato in tantissime occasioni e per primi in Europa hanno isolato il Coronavirus grazie alla ricerca e eccellenza italiana e ad una ricercatrice precaria augurando che sia un esempio per tutti e un invito a stimolare i ricercatori italiani di far ritorno in Italia per servire il paese non da precari», conclude Aodi.
La ricerca è stata effettuata su un campione di 5 mila medici e ricercatori italiani e di origine straniera che si è rivolto allo “Sportello Amsi Online”. I temi delle domande sono stati: lavoro, pagamento, specializzazione, meritocrazia e motivo di lasciare l’Italia. Gli intervistati erano 2500 medici italiani, 1500 medici stranieri e 1000 ricercatori. Tra gli altri dati emersi, si parla del 50% di medici italiani e stranieri che viene pagato in ritardo in base al pagamento delle assicurazioni; il 95% dei medici specialisti italiani e stranieri in area chirurgica cerca di fuggire all’estero sono bloccati dal primo operatore; il 60% dei medici di origine straniera sono figli di seconda generazione con cittadinanza italiana. Il 100% degli intervistati ha chiesto più borse di specializzazioni, più stabilità e garanzie per tutti e no alle promesse non praticabili; così come, il 100% degli ha chiesto se ci fossero serie volontà politiche si potrebbero risolvere in pochi anni la carenza dei medici specialisti, la fuga all’estero, lo sfruttamento lavorativo, la medicina difensiva, e l’inserimento dei medici stranieri nelle strutture pubbliche.
«I giovani professionisti della sanità italiani e di origine straniera del movimento di Uniti per Unire, Amsi e Umem si sentono motivati e sempre disponibili a dare il loro contributo in Italia, un paese pieno di eccellenze ma richiedono anche la giusta attenzione da parte della politica negli anni a seguire e la fine di tante incertezze e mancati riconoscimenti per il loro prezioso contributo per una sanità pubblica migliore e per un futuro migliore sempre in Italia». Cosi dichiarano Artes Memelli, dottoressa di origine albanese coordinatrice Dipartimento giovani di Amsi, Nadir Aodi, laureando in podologia coordinatore Dipartimento gioventù e seconda generazione di Uniti per Unire e Eleonora Grimaldi, medico di medicina generale coordinatrice Dipartimento giovani di Umem e coordinatrice Osservatorio giovani medici Lazio.