Da Taormina la Carta dei diritti e doveri dell’odontoiatria
(da AdnKronos Salute) Una Carta dei diritti e dei doveri dell’odontoiatra, che per la prima volta mette nero su bianco “i principi fondanti della professione, rilevandone le specificità e le peculiarità che non possono non avere un riflesso nell’etica e nella deontologia”. Il documento sarà varato alla conclusione dei lavori di una tre giorni di riflessione e di confronto che – da domani fino al 5 dicembre a Taormina – vedrà coinvolti più di quattrocento professionisti, oltre a rappresentanti delle istituzioni e della politica, chiamati a raccolta dal presidente della Cao (Commissione albo odontoiatri) nazionale della Fnomceo, Giuseppe Renzo e che ha come motto “Fuori i mercanti dalla professione!” “La parola chiave è responsabilità – dice Renzo – A Taormina riaffermeremo a chiare lettere proprio quest’etica della responsabilità, che ha come fine ultimo la tutela del diritto alla salute ed è declinata su diversi livelli: comunicazione, prevenzione, qualità delle cure, formazione e aggiornamento”. E, su ognuno di questi fronti, la Cao ha nel cassetto proposte concrete, che saranno presentate nell’ambito della kermesse siciliana. Oltre alla carta dei diritti e dei doveri si parlerà, infatti, del progetto di odontoiatria sociale che, con uno sforzo volontaristico da parte dei professionisti coinvolti, si ripromette di garantire a tutti le cure primarie attraverso una rete libero professionale a supporto e in sostituzione delle carenze dei servizi sanitari nazionale e regionali. E, ancora, i progetti di prevenzione come quello sul carcinoma del cavo orale, con il potenziamento della rete dei dentisti sentinella, e quello sull’osteonecrosi mandibolare da farmaci. Previsto, inoltre, il premio ‘Good Writing’, su giornalismo e odontoiatria che sarà presentato venerdì 4 dicembre al Palacongressi di Taormina. “L’odontoiatra, pur nella sua indiscussa utilità sociale, oggi è – dice Renzo – accerchiata: abusivismo, crisi economica, bizantinismi burocratici, percorsi di formazione dubbi per aggirare la programmazione la mettono ogni giorno in discussione”. “La soluzione – prosegue Renzo – non può che essere una: rafforzare l’alleanza terapeutica con i pazienti ed estenderla a tutta la società, rinsaldando il rapporto di fiducia con i cittadini. Ma bisogna agire subito e su diversi fronti. Quello della buona comunicazione, innanzitutto, perché il cittadino deve essere non solo informato ma messo in condizione di comprendere – al di là di promesse illusorie o di falsi bisogni indotti da una pubblicità scorretta – come meglio preservare la sua salute. E poi, nello specifico, quello della prevenzione, del carcinoma orale ma anche di malattie iatrogene come l’osteonecrosi mandibolare causata da alcuni farmaci per l’osteoporosi, i bisfosfonati”. E ancora, prosegue il presidente degli odontoiatri, “quello della qualità delle cure, che non può ridursi a una questione economica: chi più ha, meglio si cura, gli altri sono esclusi. Un vulnus sociale, oltre che professionale, che non possiamo permettere né permetterci. Ma la qualità delle cure non può prescindere da una formazione di qualità: per questo, insieme all’università e alla politica, parleremo di formazione, di accesso alla professione, di aggiornamento”. “Troppi sono stati i casi – denuncia Renzo – in cui la formazione è diventata terreno di speculazione sulla pelle dei giovani: università portoghesi, albanesi, rumene, bulgare fanno tentativi – in genere, tempestivamente bloccati dalla legge, come nel caso della Pessoa o dell’Università a Enna – di aprire succursali in Italia dove si può entrare pagando cifre elevate e aggirando i test di ingresso. L’etica è la nostra infallibile arma contro la deriva economicistica della nostra professione, a tutti i suoi livelli”, conclude Renzo.