FNOMCeO, proposto per tutti gli iscritti il termine di “Dottore medico”

FNOMCeO, proposto per tutti gli iscritti il termine di “Dottore medico”

 

(da Doctor33)   Quale titolo utilizzare per gli iscritti alla Federazione degli ordini dei medici? La questione è stata dibattuta in occasione delle scorse riunioni del Comitato centrale e del Consiglio nazionale Fnomceo. Alla fine è stata approvata la proposta di utilizzare il titolo di “dottore medico (Dm)”, con l’obiettivo dichiarato di ottenere «da un lato, una più certa qualificazione della professione medica e, dall’altro, una maggiore tutela dei cittadini».   In Italia, l’ultima norma generale in merito è stata emessa con il Decreto ministeriale 270 del 2004 dall’allora ministro dell’Istruzione Letizia Moratti che stabilisce: «a coloro che hanno conseguito la laurea, la laurea magistrale o specialistica e il dottorato di ricerca, competono, rispettivamente, le qualifiche accademiche di dottore, dottore magistrale e dottore di ricerca». Tuttavia, come fa notare il segretario generale della Fnomceo Luigi Conte, «ormai i professionisti sanitari sono in massima parte dei laureati che si fregiano, giustamente, del titolo di dottore».

Quindi la decisione di ricorrere al termine di “dottore medico” è stata presa «al fine di garantire la massima visibilità e trasparenza nei confronti dei cittadini, che possano capire, soprattutto nel contesto della sanità pubblica, con chi si stanno rapportando: hanno a che fare con un dottore infermiere, un dottore fisioterapista o un dottore medico?» Insomma, non si tratta di un qualche tipo di rivendicazione, ma è semplicemente un’opportunità per fare chiarezza, anche perché, ricorda Conte, «una volta c’erano i camici ad aiutare e i medici venivano identificati con i cosiddetti camici bianchi; ormai, invece, esistono divise colorate che sono più indicative del servizio di cui si fa parte – la sala operatoria, la terapia intensiva e altri reparti – che non semplice professionalità». La Federazione provvederà, in tempi brevi, a inviare una nota al ministero della Salute che, in quanto Organo vigilante, deve necessariamente prendere atto dell’iniziativa, oltre a fornire eventuali osservazioni o proposte.