Visite fiscali, stretta su dipendenti pubblici e ok a polo unico Inps. Che cosa cambia per i medici

(da Doctor33)   Cambiano volto le visite fiscali. Per la prima volta, con un Testo Unico sulla materia, si dovrebbero promuovere il controllo del medico Inps anche sui dipendenti pubblici, varare regole uguali nel pubblico e nel privato sulle modalità dei controlli ai lavoratori assenti per malattia e sugli orari delle visite fiscali, mettere dei paletti sulle assenze dei dipendenti della Pubblica Amministrazione. I controlli ai lavoratori Pa erano fin qui appannaggio per lo più dei medici Asl; il testo, che prende le mosse dall’accordo del 30 novembre 2016 tra Sindacati Cgil-Cisl-Uil e Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, dovrebbe includere l’istituzione del Polo unico delle visite fiscali presso l’Inps per i controlli su tutti i lavoratori. L’elaborato passerà questa settimana per la conferenza stato-regioni e per un secondo vaglio dei sindacati prima di diventare decreto vigente.

Lo stesso testo dovrebbe rendere operative le sanzioni per situazioni che mettono il dipendente pubblico a rischio di licenziamento. E qui si parla di “imboscati”, più che di furbetti del cartellino. Per questi ultimi la rescissione del contratto è già ventilata nel decreto legislativo 30 giugno 2016 che prevede il licenziamento nel giro di 30 giorni sia per i dipendenti che timbrano in entrata e poi escono dall’ufficio sia per tutte le forme illecite accertate in flagranza, ad esempio con telecamere. Stando a indiscrezioni Ansa, ora si vira sull’assenteismo: si parla in dettaglio di procedura di licenziamento da avviare e concludere in 3-4 mesi per assenze di massa magari in presenza di grandi eventi (ad esempio per assenze a scuola quando scattano le iscrizioni, per assenze all’Agenzia delle Entrate quando è tempo di 730) o per assenze seriali il venerdì o il lunedì. La stessa procedura, con un ufficio unificato ad hoc cui farebbero capo più amministrazioni, si avvierebbe per gravi violazioni del codice di comportamento che si configurano quando il dipendente Pa accetta regali costosi, quando abusa dell’auto di rappresentanza, in caso di assenza senza giustificazione per più giorni o di presentazione di documenti mendaci per ottenere il posto.
Si profila il licenziamento anche per scarso rendimento (ripetuta valutazione negativa delle performance) e a seguito di rifiuto del trasferimento. La sanzione massima del licenziamento, nei casi più gravi, è prevista pure per il responsabile dell’ufficio che “chiude un occhio” ed è già presente nel dlgs 30 giugno 2016. Non è tutto: i contratti dei singoli comparti al loro rinnovo dovranno prevedere sia le regole per comminare sanzioni a seguito di infrazioni di minore gravità e per dare un’eventuale stretta alle attuali modalità di fruizione dei permessi della legge 104 del 1992, che andranno richiesti per tempo. È prevista l’apertura di un confronto con i sindacati anche sui permessi per le visite specialistiche: se oggi per assentarsi o si prende un giorno di malattia o di ferie o si usa il permesso orario (il dipendente pubblico ha 18 ore annuali), per il futuro l’assenza potrebbe essere conteggiata in ore e non più in giorni, escludendo sempre le assenze per terapie salvavita. Potrebbe far discutere il meccanismo dei premi e disincentivi per le amministrazioni a seconda del tasso di assenteismo: lo stato ammetterebbe più risorse se si raggiungono i target sulle presenze, meno se ci sono troppi lavoratori malati. Quanto al Polo Unico, è una conquista attesa da tempo dai 1300 medici fiscali Inps. Ma se per i questi ultimi si aprono prospettive, e poco o nulla trapela del destino dei loro colleghi Asl, dal punto di vista dei dipendenti pubblici e privati il Testo Unico apre invece a una equiparazione dei controlli e dei relativi orari che oggi sono diversi: 9-13 e 15-18 nel pubblico e 10-12 e 17-19 nel privato. Adesso si ventila un arco di 7 ore giornaliere per i controlli su entrambe le categorie. Sono in vista anche nuovi criteri per gli accertamenti sulle malattie. Tra le novità, la possibilità per il medico di tornare a controllare a casa del lavoratore assente, con verifiche ripetute.