Troppi test inutili, le linee guida Gimbe per la gestione del mal di schiena

(da Doctor33)   Tornano spesso dal medico di famiglia, costituiscono il 7% dei pazienti in sala d’attesa, molti non migliorano mai, a un anno almeno uno su cinque non ha risolto il suo problema. Parliamo dei pazienti con lombalgia, sciatalgia o entrambe le patologie. Per ri-orientare i comportamenti professionali, riorganizzare i percorsi assistenziali e informare i pazienti la Fondazione Gimbe ha tradotto le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (Nice) britannico e ha presentato in questi giorni la traduzione accompagnata da un comunicato che riassume come l’assistenza fin qui erogata risenta troppo delle indicazioni del paziente e di scelte spesso non evidence based del medico. Risultato: “alcune prestazioni sanitarie risultano sovra-utilizzate, altre sotto-utilizzate”. Sono impropriamente prescritti test come Tac e risonanze magnetiche che allungano le liste d’attesa generali a questi esami. Sono invece sottoutlizzati esercizio fisico, terapia manuale e psicoterapia. «In assenza dei cosiddetti “segni di allarme” – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe- e prima di 4-6 settimane dall’insorgenza del dolore, tutte le linee guida internazionali concordano nel giudicare inappropriate Tac e Rm: non modificano le scelte terapeutiche, e anzi il frequente riscontro di anomalie non correlate con il mal di schiena attiva una cascata di prestazioni inutili (consulti specialistici, esami e trattamenti invasivi) che aumentano i rischi per i pazienti e consumano preziose risorse». Le linee guida NICE offrono raccomandazioni cliniche sia per la valutazione diagnostica sia per la terapia conservativa (esercizio fisico, terapia manuale, psicoterapia cognitivo-comportamentale, farmaci), sia per la chirurgia. «Si raccomanda innanzi tutto adeguata valutazione clinica -sottolinea Cartabellotta – e, in assenza di sospetto di gravi patologie (neoplasie, infezioni, traumi, malattie infiammatorie come spondiloartriti), si raccomanda di non richiedere Tac e risonanze magnetiche, informando sempre il paziente sul fatto che questi test, oltre a non essere necessari, presentano rischi conseguenti all’identificazione di lesioni anatomiche asintomatiche non correlate con i sintomi della lombalgia e/o sciatalgia».   La lombo-sciatalgia ogni anno determina la perdita di 4,1 milioni di giornate lavorative, è la principale causa di disabilità a lungo termine e si presenta nella vita almeno una volta nel 58-84% dei casi. L’11% degli uomini ed il 16% delle donne è affetto da forme croniche. Il gruppo di sviluppo delle linee guida di NICE propone di utilizzare esami di imaging solo in setting specialistici e solo ove il loro risultato possa influenzare il trattamento: in particolare, ove si debbano considerare diagnosi alternative, specie in caso di modifica dei sintomi o di insorgenza di nuovi, per escludere altre patologie. In terapia, è sufficiente «rassicurare i pazienti che potrebbero migliorare rapidamente, consigliare loro di mantenersi in attività e fornire indicazioni per il self management» Per i pazienti «a rischio più elevato di esito sfavorevole è raccomandato un supporto complesso ed intensivo (es. programmi di esercizio e/o terapia manuale o approccio psicologico)». Per la terapia analgesica sono da considerare i Fans per via orale e gli oppiacei deboli (con o senza paracetamolo) ove i primi fossero controindicati, non tollerati o inefficaci. La cura va rivalutata periodicamente, mantenendo solo i farmaci efficaci, minimizzando tossicità gastrointestinale, cardiaca e renale nei FANS e confusione/dipendenza negli oppiacei. Le “Linee guida sono disponibili a: www.evidence.it/lombalgia