Pensioni, approvato schema su cumulo gratuito. Start a domande imminente
(da Doctor33) Settemila nel 2017, poi una crescita fino ad arrivare a svariate decine di migliaia dal 2019; tante saranno le richieste di cumulo gratuito alle quali il Ministero del Lavoro da questo mese apre definitivamente la porta. C’era già la possibilità di cumulare spezzoni lavorativi gratuitamente solo in ambito Inps, ma ora arriva la chance prevista dalla Finanziaria 2017 di cumulare i periodi lavorati da iscritti presso tutte le casse previdenziali, incluse le privatizzate come l’Enpam. Con dieci mesi di ritardo, il Ministero del Lavoro ha dato l’ok allo schema di circolare Inps che risolve il problema dei costi causato alle Casse dall’estensione della possibilità per il pensionando di chiedere l’assegno pensionistico all’ultima cassa privatizzata ove s’è iscritto. Per i contribuenti misti, le Casse rischiavano di versare più di quanto preventivato ed esaurire prima la pensione accumulata presso di loro, dovendo poi incidere sul monte pensioni per l’adempimento ed aggravare i propri bilanci, in contrasto con la necessità imposta dalla Legge Fornero di garantirne la sostenibilità a 30 anni. Al Ministero guidato da Giuliano Poletti si è deciso che l’importo della pensione sarà corrisposto in due fasi, con una staffetta. L’Inps pagherà per primo l’assegno pensionistico secondo i requisiti maturati dal lavoratore presso la sua gestione (una sorta di anticipo di pensione dunque privo di integrazioni o maggiorazioni sociali); quando il lavoratore avrà raggiunto i requisiti richiesti dalla sua Cassa professionale, scatterà l’assegno di quest’ultima. La copertura economica arriverà nella prossima Finanziaria. Il presidente Enpam Alberto Oliveti sul sito dell’associazione delle casse privatizzate Adepp (della quale è pure presidente), afferma che con il cumulo si raggiunge un obiettivo di civiltà ma, mentre per i lavoratori iscritti all’Inps il costo è sostenuto dallo Stato, nel caso dei professionisti non c’è una rete di salvataggio, «a pagare una quota del costo del cumulo potrebbero essere colleghi che non ne beneficiano». E l’asimmetria «potrà ricadere sui più giovani».Inoltre vi sono perplessità sul fatto che l’Inps diventi ente erogatore di prestazioni proprie delle Casse. Non è tutto semplice neppure per i lavoratori che optano per il cumulo, cui la normativa spesso ritarda l’accesso all’assegno. Se si va in pensione di vecchiaia, per fare domanda valgono i requisiti dell’ente dove si va via più tardi. Solo se si va via per anzianità prevalgono i requisiti della legge 214/11 secondo cui oggi si va via a 42 anni e 10 mesi per gli uomini, e un anno prima le donne. Ad esempio, chi approda dall’Inps all’Enpam va via a 68 anni, anziché a 66 anni e 6 mesi. Per contro, il cumulo gratuito è spesso più conveniente degli istituti preesistenti per i lavoratori con più spezzoni da ricongiungere. La totalizzazione impone il calcolo contributivo puro al lavoratore, senza prendere una lira in più di quanto hanno maturato i contributi da lui versati. La ricongiunzione è sempre onerosa. La legge di Stabilità 2017 (commi 197 e 198), prevede che per la maggior convenienza del cumulo il lavoratore possa rinunciare sia a una precedente domanda di totalizzazione, a patto che il procedimento amministrativo non si sia ancora concluso, sia a una domanda di ricongiunzione, entro il primo gennaio 2018, a patto che non sia stato già perfezionato il pagamento integrale dell’importo dovuto. Il recesso dalla ricongiunzione si può manifestare sia esplicitamente con apposita istanza all’ente pensionistico, sia interrompendo i pagamenti delle rate. In ciascuno dei due casi va esplicitata richiesta di rimborso delle eventuali quote versate.