L’allarme dei cardiologi SIC: il 10% degli under 18 è iperteso

(da Doctor33)  Il 10% dei ragazzi con meno di 18 anni è iperteso. È stato questo uno dei temi principali del Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia tenutosi in Dicembre a Roma  «Come per ogni malattia cronica, è verosimile che l’ipertensione arteriosa sviluppi le sue premesse fisiopatologiche anni o decenni prima di manifestare segni e sintomi clinicamente inequivocabili» spiega Giuseppe Mercuro, Presidente Sic. «Una “impronta pressoria” – consistente nel riscontro di valori tensivi ai limiti superiori della norma per l’età, insieme a un’accresciuta massa corporea – che si renderebbe manifesta sin dalla prima età. Questa condizione fenotipica presupporrebbe una continuità nel tempo di valori pressori elevati o francamente ipertesi e una loro persistenza nell’età adulta, ed oltre».
Il presidente Sic si sofferma sull’intervento terapeutico che «deve essere volto alla correzione dei fattori di rischio modificabili, attraverso la riduzione del peso corporeo, la dieta povera di sale e l’esercizio fisico aerobico. La terapia farmacologica deve, viceversa, essere riservata ai casi più severi e refrattari a qualunque altra misura di carattere generale sullo stile di vita». Tra i temi del congresso spiccano le nuove opportunità di prevenzione delle malattie cardiovascolari ischemiche. «Nel 2017 sono stati conclusi importanti e innovativi studi di prevenzione cardiovascolare, prevalentemente rivolti a ridurre il rischio di eventi cardiaci ischemici nei pazienti che ne hanno già subiti nella loro storia clinica» dichiara Pasquale Perrone Filardi, Presidente Finsic. «Le evidenze riportate in studi recenti, presentati e discussi al congresso dai principali opinion leader nazionali e internazionali, sono destinate a cambiare nella pratica clinica la gestione terapeutica dei nostri pazienti, riducendo il rischio di morte, ictus ed infarto». Quest’anno, inoltre, ricorre il 40° anniversario dell’angioplastica. «L’introduzione della angioplastica coronarica nel 1977 ad opera di Andreas Gruntzig è stata una rivoluzione culturale e una pietra miliare nel trattamento della patologia coronarica aterosclerotica che è il substrato anatomopatologico che sottende tutte le manifestazioni cliniche della malattia coronarica, come angina, infarto, morte improvvisa coronarica», spiega Francesco Romeo Past President Sic. «In questi 40 anni questa tecnica si è evoluta dalla semplice angioplastica con palloncino, all’introduzione degli stent con ulteriori successive generazioni che oggi ci permettono di affrontare qualsiasi problema tecnico». Il numero delle angioplastiche in Italia è arrivato a oltre 150 mila su un totale di circa 300.000 coronarografie. Il numero delle angioplastiche primarie, cioè per il trattamento dell’infarto acuto ha superato i 35.000. Infine spazio al trattamento delle patologie cardiovascolari, in primis la stenosi aortica. «La novità di quest’anno – spiega Ciro Indolfi, presidente eletto della Sic – è rappresentata dalla possibilità di evitare un intervento chirurgico. Oggi è infatti possibile impiantare una valvola di maiale senza aprire il torace, completamente per via percutanea, attraverso un catetere inserito in un’arteria della gamba». Sono 44 in tutto le strutture italiane attrezzate per ricorrere a tale innovazione, ma la speranza è quella di uniformarsi agli standard europei.