Farmaci senza fustella, il Mmg che li detiene rischia fino a tre anni di reclusione
(da Doctor33) «È indispensabile non abbiate tra i vostri farmaci confezioni prive delle fustelle ovvero già erogate dal Servizio sanitario». Il messaggio urgente e accorato ai medici di famiglia arriva dal segretario Fimmg veneto Domenico Crisarà, dopo che i Nas hanno denunciato 13 generalisti padovani per la detenzione di confezioni senza fustella. I farmaci, non scaduti, erano stati consegnati da familiari di assistiti deceduti per distribuirli a pazienti meno abbienti, o comunque ad altri assistiti, come accade per i campioni che il medico detiene: una consuetudine dettata dalla volontà di non sprecare un bene che può salvare vite ma che la legge italiana proibisce. «È necessario -continua l’appello di Crisarà ai colleghi- che i pazienti che vi danno l’opportunità di riutilizzare questi farmaci senza fustella siano invitati a contattare il Servizio farmaceutico dell’Ulss per farsi fornire indirizzo e orari di accettazione perché sono solo le farmacie ospedaliere a ritirare quelle confezioni». Già, per quei medicinali l’alternativa al contenitore dei rifiuti della farmacia non è nello studio del medico. Un decreto del 6 luglio 1999 (“linee direttrici in materia di distribuzione di medicinali per uso umano”) e ulteriori linee guida del 2013 sulla distribuzione – per la verità più attinenti al grossista – impongono norme severissime di tracciabilità.
I problemi sono in sostanza due: primo, com’è emerso nell’intervista rilasciata a Fimmg Lazio Tv dalla farmacista Domenica Tassielli vicepresidente del Comitato Etico Lazio 1, il medicinale senza fustella è stato acquistato in farmacia per il paziente deceduto, per quel paziente la farmacia è stata pagata dal SSN, non dovrebbe trovarsi in distribuzione dal medico; tanto più – secondo motivo, emerso a margine dell’inchiesta padovana – che l’articolo 443 del codice penale punisce con l’arresto e fino a 3 anni di reclusione chi detenga per il commercio o ponga in commercio o somministri medicinali guasti o imperfetti. Quest’ultimo risulta appunto il capo d’accusa per i tredici medici di famiglia veneti, seguiti dai legali dei sindacati di riferimento «almeno per quanto riguarda Fimmg», dice Crisarà. Il quale sottolinea parla di normativa “cieca”: «Rivolgersi allo studio del curante, il posto dove è più naturale siano riportati medicinali già pagati dal Ssn, viene considerato illegittimo e così anziché tutelare la sostenibilità del sistema gli si arrecano danni importanti. Non trovo altro aggettivo che importante o ingente per definire la cifra che la sanità risparmierebbe se tutti i 45 mila medici d’Italia procurassero ciascuno un risparmio medio di 30-40 euro l’anno».
La normativa, come puntualizza Tassielli, è peraltro chiara su ciò che i medici possono e non possono detenere in studio: sì ai campioni gratuiti rilasciati dai fornitori con tanto di bolla, formale accettazione del medico, indicazione del lotto e della data di scadenza, che il Mmg dovrà controllare al momento della consegna eventuale del medicinale; sì all’adrenalina e ai farmaci che il medico ritiene di dover utilizzare all’occorrenza (anche antipiretici ed antibiotici) se autoprescritti su ricetta bianca e regolarmente acquistati in farmacia dal medico a pagamento: potranno essere dedotti l’anno dopo come oneri dello studio. Mai invece farmaci senza fustella e non tracciati; al paziente che meritoriamente vorrebbe non sprecare la medicina, andrà al più indicata la strada della Onlus, che distribuisce quei medicinali a immigrati non iscritti alle liste Asl o con problemi di permesso, o della farmacia ospedaliera.