Vaccini, Rapporto Aifa fa il punto su reazioni avverse. Nessun problema di sicurezza
(da Doctor33) Circa l’80% delle segnalazioni di sospette reazioni avverse da vaccini insorte nel 2017 sono state classificate come “non gravi” in linea con gli anni precedenti. È quanto emerge dal Rapporto Vaccini 2017 dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che descrive gli episodi inseriti nel 2017 nella Rete nazionale di farmacovigilanza (Rnf), comprese le reazioni insorte negli anni precedenti. Le segnalazioni per vaccini (6.696) rappresentano il 16% delle segnalazioni totali per farmaci e vaccini inserite nel 2017 e provengono principalmente da personale sanitario non medico (57%). Seguono le segnalazioni dei medici (21,4%) e dei cittadini/pazienti (13,2%). Le reazioni avverse più frequentemente descritte sono state: febbre, reazioni locali, reazioni cutanee generalizzate e iperpiressia. Meno comuni sono risultate le reazioni avverse agitazione/irritabilità, condizioni allergiche, vomito, dolore, pianto e cefalea, in genere riportate nel foglio illustrativo del prodotto. Le condizioni allergiche e le reazioni cutanee generalizzate sono state meno frequenti per i vaccini obbligatori. Le segnalazioni di sospette reazioni avverse considerate gravi sono state rare e nella maggior parte dei casi sono risultate a carattere transitorio, con risoluzione completa dell”evento segnalato e non correlabili alla vaccinazione. Va sottolineato che nella definizione di “reazione grave” rientrano anche il ricovero in ospedale, ogni evento clinico di rilievo e i casi di mancata efficacia. Rispetto al precedente anno si è registrato un modesto incremento nelle segnalazioni, passando da 7,9 per 100.000 di abitanti nel 2016 a 11,1 nel 2017, non necessariamente attribuibile a un aumento del numero di vaccinati e non correlato a un aumento dei rischi legati alle vaccinazioni. Due sono i fattori – ipotizza l”Aifa – che possono aver contribuito all”incremento del tasso delle segnalazioni di sospetta reazione avversa: l”attivazione di nuovi progetti di farmacovigilanza attiva rispetto all”anno precedente e l’accentuazione dell”attenzione mediatica e sociale sull”accettabilità delle vaccinazioni, con l’arrivo del decreto sull”obbligatorietà. «Con la pubblicazione del Rapporto 2017» afferma il direttore generale, Mario Melazzini- l’Aifa prosegue nell’operazione di trasparenza già avviata fornendo dati e analisi rigorose da cui emerge ancora una volta che i vaccini sono tra i medicinali più controllati e sicuri. Dalla valutazione delle segnalazioni non emergono infatti problematiche di sicurezza che possano modificare il rapporto beneficio rischio dei vaccini utilizzati. Operatori sanitari e cittadini sono più propensi a segnalare possibili reazioni avverse attraverso la Rete Nazionale di Farmacovigilanza diffusa sul territorio nazionale, grazie a una crescente sensibilizzazione su questi temi. Tuttavia le segnalazioni prese in esame riguardano, nella maggior parte dei casi, reazioni note, non gravi, e comunque incluse tra i possibili effetti indesiderati dei fogli illustrativi di ciascun prodotto». Intanto anche i dirigenti scolastici bocciano la circolare di semplificazione dei ministeri Salute e Istruzione per la frequenza del prossimo anno scolastico, in base alla quale basterà presentare un’autocertificazione delle vaccinazioni obbligatorie effettuate per entrare in classe a settembre. Emerge, sostiene infatti l’Associazione nazionale presidi (Anp), una dimostrazione di «disinteresse per chi lavora nelle scuole». «È di là da venire» spiega l’Anp motivando la ‘bocciatura «l’istituzione di una Anagrafe Nazionale dei vaccini. Molte Regioni sono ancora prive di una propria anagrafe vaccinale, non è prevista una data, neanche in termini previsionali, di unificazione delle Anagrafi regionali. Sui genitori graverà ancora una volta l’onere della documentazione da produrre. Sulle scuole graverà l’onere di verificare la veridicità delle dichiarazioni sostitutive. Non viene neanche ipotizzato un sistema informativo digitale di ‘colloquio’ tra le ASL e le Istituzioni scolastiche». Secondo i dirigenti scolastici, dunque, «la logica è la medesima delle precedenti indicazioni operative dello scorso 27 febbraio», e per questo parlano di «disinteresse dell’Amministrazione verso chi veramente lavora nelle scuole».