Lo stato civile influenza l’incidenza e la prognosi delle malattie cardiovascolari

(da Cardiolink)    Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Wong CW dell’università di Keele, UK. Dal momento che non è noto come la vita coniugale influenzi l’incidenza delle malattie cardiovascolari (CVD) e la loro prognosi, i ricercatori hanno voluto eseguire una revisione sistematica della letteratura per determinare in che modo lo stato civile modifichi l’incidenza e la prognosi della CVD. E’ stata eseguita una ricerca su MEDLINE e Embase senza restrizioni linguistiche per identificare gli studi che hanno valutato l’associazione tra stato civile e rischio di CVD. Sono stati utilizzati termini di ricerca relativi allo stato civile e CVD e gli studi dovevano essere prospettici in fase di progettazione. I risultati di interesse erano CVD, malattia coronarica (CHD) o incidenza di ictus e mortalità. L’analisi ha incluso 34 studi con oltre due milioni di partecipanti. Rispetto ai partecipanti sposati, essere non sposati (mai sposati, divorziati o vedovi) è stato associato a maggiori probabilità di CVD (OR 1,42, IC 95% da 1,00 a 2,01), CHD (O 1,16,95% CI 1,04-1,28), morte per CHD ( O 1,43,95% CI 1,28-1,60) e morte per ictus (O 1,55,95% da 1,16 a 2,08). Essere divorziati era associato a maggiori probabilità di CHD (P <0,001) sia per gli uomini che per le donne, mentre i vedovi avevano maggiori probabilità di sviluppare un ictus (P <0,001). Uomini e donne single con infarto miocardico avevano una mortalità aumentata (OR 1,42, IC 95% 1,14-1,76) rispetto ai partecipanti sposati.

( Wong CW – Heart. 2018 pii: heartjnl-2018-313005.)