Aumentare l’attività fisica diminuisce il rischio di Parkinson negli uomini
(da Doctor33) L’aumento dell’attività fisica è associato a un rischio ridotto di sviluppare la malattia di Parkinson, secondo una metanalisi pubblicata su JAMA Network Open. «L’associazione tra attività fisica e rischio di malattia di Parkinson viene sempre più riconosciuta. Tuttavia, per quanto noto, non era mai stata eseguita una valutazione completa dell’associazione quantitativa dose-risposta tra attività fisica e rischio di malattia di Parkinson» dice Xuexian Fang, della Zhejiang University School of Medicine di Hangzhou, Cina, primo nome dello studio. I ricercatori hanno esaminato otto studi per un totale di oltre 500.000 pazienti, inclusi 2.200 con malattia di Parkinson, che esaminavano l’effetto dell’attività fisica sull’incidenza del morbo di Parkinson. Durante un follow-up medio di 12 anni, i partecipanti che rientravano nella più alta categoria di attività fisica al basale avevano un rischio inferiore di sviluppare la malattia rispetto a quelli della categoria più bassa (rischio relativo: 0,79). L’associazione era significativa solo per attività da moderata a intensa e per gli uomini, anche se solo metà degli studi includeva donne. In particolare, l’analisi ha mostrato che un aumento totale di 10 equivalenti metabolici di ore di esercizio per settimana o un’attività da moderata a vigorosa diminuiva il rischio degli uomini di una percentuale rispettivamente del 10% e del 17%. «L’attività fisica può essere un importante fattore protettivo per prevenire lo sviluppo del morbo di Parkinson tra gli uomini a rischio e pertanto devono essere eseguiti ampi studi prospettici per esaminare questa associazione e per comprendere i fattori che sono alla base della differenza di sesso osservata» dicono gli autori. «Sembra chiaro che la protezione contro la malattia di Parkinson possa essere aggiunta alla lista dei probabili benefici dell’attività fisica. È prematuro escludere la possibilità di un’associazione inversa e di un possibile effetto protettivo dell’attività fisica moderata o vigorosa nelle donne e per questo dovrebbero essere ricercate ulteriori opportunità di condurre indagini prospettiche che includano donne» scrive in un editoriale correlato Lorene Nelson, della Stanford University School of Medicine in California.
(JAMA Network Open. 2018. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2018.2421https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2703134
JAMA Network Open. 2018. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2018.2633https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2703129 )