Ancora troppi italiani fumatori, il dentista deve essere un motivatore per convincere a smettere. Paglia (ISI): gli argomenti non ci mancano

(da Odontoiatria33)   Gli italiani continuano ad amare le “bionde”, intese come sigarette. Secondo i dati anticipati dall’Istituto Superiore di Sanità, in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco 2019 organizzata dall’OMS che si celebra domani 31 maggio, sono 11,6 milioni i nostri connazionali fumatori, ovvero un italiano su cinque: 7,1 milioni e le donne 4,5 milioni.  Secondo l’indagine dell’ISS un fumatore maschio su 4 è un forte fumatore, fuma cioè più di un pacchetto al giorno. Quasi la metà delle donne fuma tra le 10 e le 20 sigarette al giorno. A questi fumatori si aggiungono inoltre i consumatori di nuovi prodotti. L’1,7% consuma e-cig e l’1,1% fa utilizzo di tabacco riscaldato. I nuovi prodotti tuttavia non cambiano la prevalenza dei fumatori di sigarette che diventano nella maggior parte dei casi consumatori duali, utilizzano cioè sia le sigarette tradizionali che i nuovi prodotti.   “Non cambiano negli ultimi anni le abitudini al fumo degli italiani – afferma Roberta Pacifici Direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping – segno che serve incentivare campagne informative soprattutto per i giovani che rappresentano un serbatoio che alimenta l’epidemia tabagica e per le donne, per le quali è in aumento la mortalità per tumore al polmone. E’ importante intervenire prima possibile – aggiunge – e spiegare, come dimostra la nostra carta del rischio polmonare che più precocemente si diventa ex fumatore tanto prima ci si avvicina ad avere lo stesso rischio di ammalarsi di chi non ha mai fumato.”   Il cancro al polmone è il “rischio” più conosciuto che colpisce i fumatori, ma nonostante sia il quarto tumore in termini di incidenza, ma la prima causa di morte per neoplasia, non sembra essere un deterrente abbastanza convincente per smettere di fumare.  Fumo che non va d’accordo neppure con bocca e denti, e non solo per gli inestetismi provocati dalla nicotina sullo smalto.
“Il fumo rappresenta uno dei principali fattori di rischio per i carcinomi del cavo orale”, dice Luigi Paglia Presidente di Fondazione ISI e Presidente SIOI.  Ma non solo cancro orale tra i rischi odontoaitrici, il fumo produce effetti negativi su molte terapie a cominciare dall’implantologia. “Recenti studi indicano la percentuale di fallimento dell’impianto su pazienti fumatori del circa 11,3%, contro il 4,8 dei non fumatori”, continua il dott. Paglia ricordando la correlazione tra fumo e malattia paradontale.  “Noi dentisti –continua- abbiamo un ruolo importante nel motivare il paziente a smettere di fumare. Dobbiamo riuscire a fargli capire che è contraddittorio intervenire per rimuovere la placca se poi non smette di fumare” e questa è stata la forte raccomandazione che insieme a Fondazione Veronesi abbiamo portato avanti in questi anni sul target odontoiatrico.  Ed i motivi a nostra disposizione per tentare di convincerli non sono pochi, se non lo spaventa la possibilità di perdere denti ed impianti per l’insorgere della malattia paradontale o peggio ancora del rischio di contrarre un tumore del cavo orale, si può tentare di far leva sull’estetica e sulla decolorazione dello smalto provocato dal fumo, argomento che vede le donne sempre molto attente, o sul rischio alitosi. Nello studio dentistico i danni causati dal fumo sono facilmente dimostrabili, e mettere il paziente fumatore di fronte alle conseguenze tangibili delle proprie abitudini di vita può costituire uno stimolo efficace a modificarle”.  L’invito di Paglia ai colleghi odontoiatri è quello di dedicare tempo ai pazienti fumatori cercando di convincerli a smettere di fumare.   “Lo studio dentistico –conclude- può a ragion veduta diventare un punto di riferimento nella lotta contro il fumo, promuovendo così stili di vita positivi”, cominciando a dare il buon esempio e non farsi trovare sul balcone a fumare una sigaretta tra un paziente e l’altro perché, dice, “il fumo può uccidere anche un medico o un dentista”.