Boom disturbi neuropsichici in giovanissimi, fino a 20% colpiti
(da AdnKronos Salute) – Crescono i disturbi psichici e neuropsichici nell’età pediatrica. Problemi che coinvolgono fino al 20% della popolazione tra 0 e 17 anni. E aumentano i ragazzi con questi problemi in fase acuta nei pronto soccorso italiani. Il dato emerge dal ‘Libro Bianco’ realizzato dalla Fiarped, Federazione italiana delle associazioni e società scientifiche dell’area pediatrica, presentato oggi al ministero della Salute, frutto del contributo di 34 società scientifiche e associazioni che operano nel mondo del bambino e della sua salute. Il risultato è un documento dettagliato per ciascuna area specialistica, dal quale emergono alcuni problemi comuni a tutte le aree. “Le patologie neuropsichiatriche in adolescenza sono in crescita – spiega Antonella Costantino, presidente della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia) – Ma aumenta soprattutto la richiesta di aiuto da parte dei ragazzi nei pronto soccorso: in Lombardia, per esempio, si registra una crescita del 20%. Questo anche perché è cambiata la sintomatologia. Si registrano più tentativi di suicidio, tagli, azioni autolesioniste o uso di sostanze che rappresentano anche un tentativo di autocura, ma che in realtà peggiorano il problema nel tempo. Oppure rabbia o violenza. L’aumento non riguarda solo gli adolescenti, ma tutte le fasce d’età pediatrica. Sono cambiati i sintomi, le caratteristiche dei disturbi, sono cambiate anche le famiglie, la loro capacità di controllo. E la società. Ma a fronte della crescita dei casi, la disponibilità dei servizi per questo tipo di disturbi è molto bassa: riesce a entrare solo un bambino su due”. Sempre in tema di servizi, sottolineano gli specialisti, “l’Italia ha ottimi modelli e buone normative, però non sempre applicate, e vi sono ampie disuguaglianze intra e inter-regionali. In alcune regioni mancano i reparti per i ricoveri e le strutture semiresidenziali e residenziali terapeutiche, nonché a volte anche gli stessi servizi territoriali o il personale, o non sono comunque previste tutte le figure multidisciplinari necessarie per i percorsi terapeutici”. Per le attività riabilitative, in alcune regioni la scarsità di risorse fa sì che molti utenti e famiglie restino in lista d’attesa per mesi o addirittura anni, in particolare per quanto riguarda i percorsi terapeutici e riabilitativi, le situazioni di minore complessità e gravità e i percorsi psicoterapeutici e psicoeducativi, e che solo un utente su due riesca ad accedere ai servizi territoriali di Npia per il percorso diagnostico e uno su tre riesca a ricevere un intervento terapeutico-riabilitativo adeguato. Tra le criticità emergenti, al compimento della maggiore età i pazienti in carico ai servizi di neuropsichiatria infantile dovrebbero venire indirizzati ad analoghi servizi sanitari per l’adulto. In realtà, in circa due terzi dei casi non sono previsti servizi per l’adulto che garantiscano adeguate risposte sanitarie: è il caso delle persone con disturbi specifici di apprendimento, e ancor più delle persone con disabilità o con autismo. Assai difficoltoso è anche il passaggio verso i servizi di psichiatria dell’adulto per gli adolescenti con disturbi psichici gravi: mancano procedure standardizzate e la transizione riesce ad avvenire solo per pochi utenti, con il rischio di un vero e proprio abbandono dell’utente e della sua famiglia.