Violenze su medici, docufilm racconta ‘angeli’ in prima linea
(da AdnKronos Salute) Andare al lavoro sapendo di poter rischiare la vita. Lo hanno vissuto i medici che hanno subito un’aggressione verbale o fisica mentre lavoravano in pronto soccorso o alla guardia medica. Le loro storie sono al centro del docufilm ‘Notturno’ diretto da Carolina Boco, prodotto da Corrado Azzollini per Draka Production, in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), presentato alla Camera e che sarà distribuito su Amazon Prime e girerà l’Italia con proiezioni speciali. ‘Notturno’ vede la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta: “I medici che lavorano in prima linea sono angeli che vanno protetti – ha affermato l’attrice – Le guardie mediche mettono spesso a rischio la propria vita”.
“Notturno è un film-denuncia sulla violenza contro i medici, ma soprattutto sulla solitudine, su un’organizzazione che lascia i professionisti da soli – ha spiegato Anelli, che ha presentato il docufilm con la Cucinotta – Lo abbiamo fortemente voluto e promosso. L’obiettivo è far riflettere tutti sullo stato in cui versa la professione, soprattutto in alcuni ambiti come la continuità assistenziale e i pronto soccorso, e vuole stimolare i decisori a invertire la rotta e avviare una riforma soprattutto delle aree più critiche della professione”. Nel docufilm – l’anteprima nazionale oggi all’Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera, con la presenza del ministro della Salute Roberto Speranza – anche le interviste ai giornalisti Massimo Giletti e Gerardo D’Amico, che con le loro inchieste hanno tante volte raccontato le aggressioni e analizzato le cause di questo fenomeno. Al centro del progetto, le voci di camici bianchi che hanno subito direttamente violenza durante un turno di lavoro: Giovanni Bergantin, medico di medicina generale, preso a calci e pugni da un paziente; Ombretta Silecchia, minacciata con una pistola durante l’attività di guardia medica; Vito Calabrese, marito di Paola Labriola, psichiatra uccisa da un suo paziente.
“Il cinema è una forma d’arte, ma anche un potente mezzo di comunicazione – ha osservato il produttore della Draka, Corrado Azzollini – e per questo abbiamo creduto fosse giusto sposare un tema divenuto così urgente nella cronaca di tutto il Paese. Un problema di enorme rilevanza sociale, culturale e politica. Non siamo abituati ad ascoltare i medici che parlano delle loro paure, delle loro difficoltà. Forse inconsciamente crediamo che siano invincibili, eppure sono persone che meritano di lavorare in sicurezza”.