Coronavirus e anamnesi del paziente: le limitazioni per la privacy
(da Odontoiatria33) L’emergenza COVI-19 e le tutele di salute pubblica si devono raccordare anche con quelle della tutela della privacy, almeno secondo quanto indicato dal Garante che attraverso una comunicazione (https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9282117) pubblicata il 3 marzo 2020, si esprime sulle attività di raccolta di dati in merito alla presenza di sintomi da nuovo Coronavirus e degli ultimi spostamenti dei lavoratori. L’Autorità sottolinea che “i datori di lavoro devono astenersi dal raccogliere, anche attraverso specifiche richieste al singolo lavoratore o indagini non consentite, informazioni sulla presenza di eventuali sintomi influenzali del lavoratore e dei suoi contatti più stretti o comunque rientranti nella sfera extra lavorativa. La finalità di prevenzione dalla diffusione del Coronavirus deve infatti essere svolta da soggetti che istituzionalmente esercitano queste funzioni in modo qualificato”.
E per i pazienti che si recano nello studio odontoiatrico?
“Premetto che mi trovo solo parzialmente d’accordo con la posizione assunta dal Garante, essendo questa una situazione eccezionale in cui, a parer mio, la salvaguardia della tutela dei terzi e gli obblighi del 2087 cc giustificano modalità di trattamento dei dati diversi rispetto all’ordinario”, ci dice l’avvocato Silvia Stefanelli che ha curato parte dei contenuti della sezione dedicata al nuovo regolamento europeo sulla privacy a disposizione degli abbonati ad Odontoiatria33 a questo link. http://www.odontoiatria33.it/news/ Se da una parte il Garante sottolinea l’obbligo, da parte dei dipendenti, di segnalare al datore di lavoro qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, come ci si deve comportare con i pazienti che si rivolgono allo studio odontoiatrico?
“Consiglio di apporre in sala d’attesa una informativa in cui viene chiesto al paziente di informare il personale o l’odontoiatra se si sono recati di recente in zone in cui sono presenti focolai del virus o se hanno i sintomi, elencandoli, magari motivando il cartello con il fatto che questi pazienti potranno richiedere al personale una mascherina di protezione”, consiglia l’avvocato Stefanelli che ricorda.
“Già per tutte quelle patologie o situazioni cliniche, come ad esempio l’Aids, il dentista non può richiedere al paziente di indicare se ne è affetto o meno, quindi anche per il Coronavirus ci si dovrà comportare allo stesso modo. D’altronde lo studio odontoiatrico già mette in atto, per tutti i pazienti, tutte quelle procedure previste per evitare la diffusione di infezioni ben più gravi”.
Nella comunicazione il Garante invita a rispettare le misure di prevenzione generale alle quali ciascun titolare della protezione dei dati personali dovrà attenersi per assicurare l’accesso dei visitatori a tutti i locali aperti al pubblico nel rispetto delle disposizioni d’urgenza indicate dal Ministero della Salute.
Garante che invita tutti i titolari del trattamento dei dati personali “ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della salute e dalle istituzioni competenti per la prevenzione della diffusione del Coronavirus, senza effettuare iniziative autonome che prevedano la raccolta di dati anche sulla salute di utenti e lavoratori che non siano normativamente previste o disposte dagli organi competenti”.