COVID-19: aspetti della risposta anticorpale a SARS-CoV2

(da Univadis)   I test sierologici possono dare un contributo essenziale per comprendere il peso della malattia, in particolare il tasso di infezioni asintomatiche, e per migliorare la diagnosi in pazienti sospetti con risultati RT-PCR negativi.  Uno studio pubblicato su Nature(1) riporta le risposte anticorpali acute a SARS-CoV-2 in 285 pazienti COVID-19. I dati documentano che:

– entro 19 giorni dall’esordio dei sintomi il 100% dei pazienti è positivo all’immunoglobulina G (IgG) antivirale.

– la sieroconversione per IgG e IgM avviene contemporaneamente o in sequenza.

– i titoli di IgG e IgM raggiungono il plateau entro 6 giorni dalla sieroconversione.

Titoli anticorpali IgG e IgM     I risultati riportati sono relativi a un totale di 285 pazienti con COVID-19, di cui 70 con campioni sequenziali. La percentuale di pazienti con IgG specifiche positive del virus ha raggiunto il 100% circa 17-19 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, contro il 94,1% dei pazienti con IgM positive che ha raggiunto il picco circa 20–22 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi. L’aumento dei titoli anticorpali IgG e IgM specifici per COVID-19 si è verificato dopo 3 settimane dall’insorgenza dei sintomi.  Valutando i dati  rispetto al tempo  dall’insorgenza di sintomi è stata evidenziata una leggera diminuzione delle IgM nel gruppo > 3 settimane rispetto al gruppo ≤ 3 settimane . I titoli di IgG e IgM nel gruppo con malattia grave erano più elevati di quelli nel gruppo non grave, ma la differenza era significativa solo per le IgG nel gruppo stratificato per insorgenza dei sintomi entro le 2 settimane (P = 0,001).

Tempi e modalità di sieroconversione      In 63 pazienti COVID-19 sono stati analizzati campioni seriali con un intervallo di 3 giorni fino alla dimissione. Nel periodo di follow-up si è raggiunto un tasso complessivo di sieroconversione nel 96,8% dei casi (61/63). In 2 pazienti (madre e figlia) le IgG e IgM sono rimaste negative durante il ricovero. Dei 26 pazienti inizialmente sieronegativi in tutti è stata raggiunta la sieroconversione di IgG o IgM entro 20 giorni dall’esordio dei sintomi, con un tempo mediano di sieroconversione di 13 giorni.

Lo studio ha documentato tre tipi di sieroconversione:

– sincrona di IgG e IgM

– IgG successiva a quella per IgM

– IgG prima di quella per IgM

I livelli di IgG e IgM, dopo 6 giorni dalla prima rilevazione positiva, hanno mostrato un incremento con profili dinamici di cambiamento. L’ampia variabilità dei livelli di IgG al plateau (> 20 volte) non correlava con le caratteristiche cliniche dei pazienti.

Anticorpi e diagnosi        L’adeguatezza degli anticorpi IgG per la diagnosi di COVID-19è stata testata con l’analisi dei dati di campioni accoppiati in 41 casi di sieroconversione o di aumento quadruplo dei titoli anticorpali IgG. In un cluster di pazienti con IgG inizialmente sieronegative (prima settimana di malattia) (21/41) è stata confermata la sieroconversione nel 51,2% dei casi. Dei 18 pazienti sieropositivi già nella prima settimana di malattia, otto hanno avuto un incremento quadruplo del titolo di IgG rispetto al basale. I dati complessivi consentono di affermare che il 70,7% (29/41) dei pazienti  (41) con COVID-19 ha soddisfatto i criteri di sieroconversione.

Anticorpi e contatti stretti con casi positivi        I risultati sui test sierologici di sorveglianza in un gruppo di 164 contatti ravvicinati di pazienti con COVID-19 noto hanno individuato 16  individui infetti da SARS-CoV-2 mediante RT-PCR, con tre casi asintomatici. Gli altri 148 individui erano RT-PCR negativi e tutti asintomatici. In questo ultimo cluster di soggetti RT-PCR negativi e asintomatici 7 presentavano IgG e/o IgM specifiche per COVID-19, evidenziando un tasso di falsi positivi per RT-PCR del 4,3% di tutti i contatti stretti.

Messaggi per la pratica clinica

– RT-PCR è un test sensibile e può confermare efficacemente l’infezione SARS-CoV2 precoce.

– Il test per anticorpi specifici per COVID-19 è importante a complemento del test dell’acido nucleico per la diagnosi di casi sospetti con risultati RT-PCR negativi e nel rilevamento di infezione asintomatica in contatti stretti .

– La conferma dei casi sospetti di COVID-19 con l’aiuto di test sierologici potrebbe ridurre il rischio di esposizione durante il campionamento ripetuto e risparmiare test RT-PCR.

– I casi con RT-PCR negativa, asintomatici e con IgG e/o IgM positive sottolineano l’importanza dei test sierologici per ottenere stime più accurate dell’entità della pandemia di COVID-19

(Long, Q. et al. Antibody responses to SARS-CoV-2 in patients with COVID-19Nat Med 2020 https://doi.org/10.1038/s41591-020-0897-1 )