Mancato reddito per lockdown, Enpam estende il bonus. Ecco le categorie coinvolte

(da Doctor33)   Arrivano mille euro al mese per tre mesi a tutti i liberi professionisti iscritti Enpam in ritardo con il versamento dei contributi (ma in fase di “ripiano”), o a chi nel 2018 ha sospeso l’attività causa gravidanza, malattia o infortunio. Una novità che la Fondazione, in attesa degli ok ministeriali su ulteriori agevolazioni agli iscritti, inaugura impiegando risorse proprie. Ribattezzato “Enpam +”, il bonus è riservato a giovani liberi professionisti iscritti in quota B dal 2019, pensionati ex contribuenti in quota B, e professionisti fin qui esclusi dalla prima versione del Bonus da mille euro stanziato per l’emergenza Covid-19.
Potranno farsi avanti gli iscritti che hanno registrato un calo del fatturato di oltre il 33% rispetto agli ultimi 3 mesi del 2019; chi ha ripreso l’attività nel 2019 e ha prodotto un reddito superiore al limite già coperto dalla quota A; chi nel 2018 ha prodotto un reddito inferiore al limite già coperto dalla Quota A (anche chi per via delle spese sostenute ha abbattuto il reddito imponibile); chi ha saltato la Quota B relativa al reddito 2018 a patto saldi prima della presentazione della domanda per il bonus Enpam; chi sta pagando le rate delle sanzioni, a patto sia in regola con le scadenze; chi non è in regola con i contributi per un’annualità, se ha chiesto all’Enpam di regolarizzare la sua situazione; chi sta regolarizzando la sua posizione e paga la prima rata. Saranno circa 31mila i nuovi titolati all’agevolazione: si aggiungono ai circa 60mila camici che hanno già ricevuto il Bonus Enpam da mille euro. Quest’ultimo, erogabile al massimo per 3 mesi e fino a 1000 euro mensili – da non confondere con il bonus statale da 600 euro per marzo aprile maggio 2020 ma con esso cumulabile – va a tutti i medici e odontoiatri in libera professione che tra il 21 febbraio e la data della domanda hanno registrato un calo di fatturato superiore al 33% rispetto a ottobre-novembre-dicembre 2019. Sia nel bonus “Enpam” sia nel bonus “Enpam+”, i mille euro arrivano a chi contribuisce ad aliquota intera (17,50%): chi versa meno deve aspettarsi indennizzi proporzionati. L’esborso della Fondazione per i bonus fin qui è stato pari a circa 140 milioni di euro. «Si tratta di uno sforzo straordinario – sottolinea il presidente Alberto Oliveti – che conferma una volta di più quanto la Fondazione voglia essere vicina e a supporto di medici e odontoiatri che stanno risentendo in maniera drammatica della crisi Covid-19». Le domande sono state aperte ieri 25 giugno e vanno inoltrate dall’area riservata del sito della Fondazione.
Accanto ai bonus “Enpam” ed “Enpam+”, la Fondazione eroga un sussidio di 82,78 euro al giorno (intorno ai 2500 euro mensili, importo analogo all’assegno erogato in caso di calamità) a medici e odontoiatri costretti a interrompere l’attività a causa di quarantena disposta dall’autorità sanitaria grazie al via libera ottenuto ad aprile dai ministeri vigilanti di Economia e Lavoro. Tale provvisione è incompatibile con il bonus Enpam da 1000 euro, con l’indennità per malattia o infortunio e con l’indennità per gravidanza a rischio. La Fondazione ha anche deciso, lo scorso marzo, il rinvio al 30 settembre, per sei mesi, dei versamenti delle Quote A e B e del contributo del 2% delle società accreditate con il Servizio sanitario nazionale. Sono state prorogate pure le rate di riscatti e ricongiunzioni, quelle dei mutui Enpam e i contributi dovuti per sanzioni o versamenti omessi. Si attende ora l’ok dei ministeri vigilanti per consentire ai soli liberi professionisti puri con calo del reddito importante causa Covid-19 di chiedere all’Enpam un anticipo della pensione maturata sulla Gestione “Quota B”. Su un altro fronte, per i professionisti convenzionati iscritti ai fondi speciali che hanno contratto il Covid vigono le indennità di norma fruite in caso di malattia. I decreti legge però equiparano il contagio a malattia professionale e l’ordinamento tende a far aprire in tali casi ai lavoratori una pratica con l’Inail, istituto al quale però fin qui i medici convenzionati non sono iscritti. E’ in atto un tavolo per dirimere la questione con Fnomceo e Inail stesso.