Il movimento aiuta davvero a vivere più a lungo

(da Univadis)   Nella popolazione statunitense adulta, il rispetto delle raccomandazioni pubblicate nel 2018 sui livelli di attività fisica si traduce in una riduzione della mortalità per tutte le cause e per cause specifiche.   I benefici sono presenti e comparabili con almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica da lieve a moderata e con almeno 75 minuti di attività intensa.  Andare oltre le soglie indicate dalle linee guida può portare benefici aggiuntivi.

Descrizione dello studio    Nello studio di popolazione sono stati inclusi dati relativi a 479.856 adulti dal National Health Interview Survey (NHIS,1997-2014) e sono stati valutati i dati del National Death Index fino al 31 dicembre 2015.  Gli stessi partecipanti avevano fornito informazioni sul proprio livello settimanale di attività fisica aerobica e di rafforzamento muscolare.  In base a tali livelli sono stati definiti 4 gruppi rispetto alle raccomandazioni delle linee guida USA 2018: attività insufficiente, solo attività aerobica, solo attività di forza, entrambe le tipologie di attività.   Le principali misure di esito erano la mortalità per tutte le cause e quella per cause specifiche (malattia cardiovascolare, cancro, malattie croniche delle basse vie respiratorie, incidenti, malattia di Alzheimer, diabete, influenza e polmonite, nefrite, sindrome nefrotica o nefrosi) riportate nel National Death Index.

Risultati principali   Nel corso di un follow-up mediano di 8,7 anni si sono verificati poco meno di 60.000 decessi per tutte le cause, con 14.375 decessi per cancro e 13.509 per malattie cardiovascolari.  Rispetto a chi non raggiungeva i livelli raccomandati di attività fisica, chi ha riportato aderenza alle raccomandazioni in termini di attività di forza o aerobica ha mostrato un rischio ridotto di mortalità per tutte le cause (hazard ratio [HR] 0,89 e 0,71, rispettivamente).   La riduzione è risultata anche maggiore in caso di coinvolgimento in attività sia di forza sia aerobiche (HR 0,60).  Pattern di riduzione simili sono stati osservati anche per mortalità specifica per malattie cardiovascolari, cancro e malattie croniche del tratto respiratorio inferiore.

Limiti dello studio   I livelli di attività fisica sono stati riferiti dai partecipanti e le informazioni sono state raccolte una sola volta.  Per gli esercizi di forza non è stata valutata la durata degli allenamenti, mentre per l’attività aerobica non sono state prese in considerazione attività al di fuori di quelle svolte nel tempo libero.  Non erano disponibili informazioni sulla gravità delle malattie croniche presenti.  I risultati potrebbero non essere generalizzabili a popolazioni diverse da quella dello studio.

Perché è importante     L’inattività fisica rappresenta un importante problema di salute pubblica anche dal punto di vista della spesa sanitaria.  I pochi studi che hanno valutato l’associazione tra aderenza alle raccomandazioni sull’attività fisica e mortalità per tutte le cause hanno portato a risultati discordanti.  Non ci sono studi sull’associazione con la mortalità specifica per altre patologie come malattia di Alzheimer o diabete.

(Zhao M, Veeranki SP, et al. Recommended physical activity and all cause and cause specific mortality in US adults: prospective cohort study. BMJ 2020. Doi: 10.1136/bmj.m2031)