Incubi, sono un fattore di rischio cardiovascolare indipendente?

(da M.D.Digital)   Secondo una nuova ricerca gli incubi frequenti sarebbero collegati in modo indipendente a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.  I risultati di un ampio studio su veterani militari relativamente giovani hanno mostrato che coloro che avevano incubi due o più volte alla settimana avevano un rischio significativamente aumentato di ipertensione, infarto miocardico o altri problemi cardiaci. Una diagnosi di disturbo da stress post-traumatico (PTSD) include, tra i sintomi, il disturbo del sonno come sintomo. Ma i ricercatori sono rimasti sorpresi nello scoprire che gli incubi continuavano ad essere associati a malattia cardiovascolare anche dopo aver controllato non solo il disturbo da stress post-traumatico e i fattori demografici, ma anche la poresenza di abitudine al fumo e di depressione. Lo studio, i cui risultati sono stati presentati al Virtual SLEEP 2020, il 34 ° meeting annuale delle Associated Professional Sleep Societies, ha incluso 3468 veterani (77% maschi) con un’età media di 38 anni che avevano svolto uno o due turni di servizio dall’11 settembre 2001. Quasi un terzo (31%) ha soddisfatto i criteri per il disturbo da stress post-traumatico e il 33% ha riferito di avere almeno una condizione cardiovascolare, come problemi cardiaci, ipertensione arteriosa, ictus, infarto del miocardi.  La frequenza e la gravità degli incubi sono state valutate utilizzando la Davidson Trauma Scale. Gli incubi erano considerati frequenti se si verificavano due o più volte alla settimana e da moderati a gravi se erano almeno moderatamente angoscianti.  Circa il 31% dei veterani ha riferito di aver avuto incubi frequenti e il 35% ha riferito di incubi moderatamente angoscianti nell’ultima settimana.  Dopo aggiustamento per età, razza e sesso, gli incubi frequenti erano associati a ipertensione (OR 1.51), problemi cardiaci (OR 1.50) e infarto miocardico (OR 2.32). Le associazioni tra incubi frequenti e ipertensione (OR 1.43 ) e problemi cardiaci (OR 1.43) sono rimaste significative dopo ulteriori aggiustamenti per fumo, depressione e PTSD.   Questi risultati, hanno commentato gli autori, hanno posto le basi per la ricerca futura che esamina la possibilità che gli incubi possano conferire rischi di malattie cardiovascolari oltre a quelli conferiti dalla sola diagnosi di PTSD.  La correlazione tra la presenza di incubi e le malattie cardiache risulta essere un argomento di grande interesse nella situazione che il mondo sta vivendo a causa della pandemia, dove le paure e le preoccupazioni per la malattia possono portare molte persone a soffrire di incubi. Se un paziente menziona di soffrirne potrebbe essere importante non solo valutarne frequenza e livello di angoscia ad essi associati, ma anche discuterne gli aspetti e documentare gli episodi nella cartella clinica, specialmente nei pazienti con malattie cardiovascolari, fibrillazione atriale, diabete e ipertensione arteriosa.

(Ulmer CS. 0812 Nightmares: An Independent Risk Factor For Cardiovascular Disease. Sleep 2020; 43: A309. https://doi.org/10.1093/sleep/zsaa056.808)