Coronavirus: esperti,una bocca sana migliora difese contro virus

(da  AGI)   Mantenere la bocca sana fa bene alla salute e in particolare a quella del cuore. Lo ricorda la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) in occasione della Giornata Mondiale del Cuore del 29 settembre, sottolineando come prevenire la parodontite, infiammazione gengivale grave che colpisce circa 8 milioni di italiani, riduca significativamente il pericolo per cuore e vasi. Lavare i denti almeno due volte al giorno abbassa la probabilità di aritmie e insufficienza cardiaca del 10% mentre la terapia non chirurgica della parodontite, riducendo la quantità di batteri presenti, diminuisce anche del 30% i principali fattori di rischio cardiovascolare per almeno 6 mesi. Prevenire l’infiammazione gengivale con un’adeguata igiene orale, inoltre, può essere importante anche per proteggersi da COVID-19: i batteri orali responsabili della parodontite possono infatti aggravare infezioni polmonari o facilitare la colonizzazione delle vie aeree da parte di agenti infettivi come il Coronavirus.
“Questi dati confermano che la salute della bocca si riverbera sullo stato di salute in generale e in particolare su quello cardiovascolare, con forti legami tra malattie del cavo orale e patologie sistemiche che vanno dal diabete all’artrite reumatoide e dall’ipertensione arteriosa fino all’Alzheimer. Per questo è importante evitare fattori di rischio, adottando stili di vita sani e una buona igiene orale, con visite periodiche dal dentista”  – osserva Luca Landi, presidente SIdP – Lavare i denti almeno due volte al giorno, meglio se tre, riduce il rischio di aritmie, infarto miocardico ed episodi cardiaci acuti; chi avendo la parodontite si sottopone a terapia non chirurgica per ridurre la quantità di batteri patogeni presenti nelle tasche parodontali riduce anche il numero di batteri virulenti nel sangue che contribuirebbero alla formazione degli ateromi e quindi al restringimento delle arterie. La terapia parodontale porta anche a una riduzione della proteina C reattiva, del fibrinogeno e di colesterolo LDL ossidato, ulteriori elementi coinvolti in un incremento dell’infiammazione dei vasi sanguigni e della probabilità di comparsa di aterosclerosi.