Il ruolo del Mmg è decisivo per ridurre l’impatto dell’infezione da Covid-19 nei pazienti fragili

(da M.D.Digital)    Il medico di medicina generale (Mmg) che svolge un ruolo attivo nella gestione dei contatti con pazienti Covid è in grado di ridurre l’impatto dell’infezione sugli anziani e sui soggetti clinicamente più vulnerabili? Lo studio, pubblicato su ‘BMJ Open’: Strategy to reduce adverse health outcomes in subjects highly vulnerable to Covid-19: results from a population-based study in Northern Italy , con solidi dati statistici, risponde “sì” alla domanda.  Si tratta di uno studio di coorte retrospettivo sulla popolazione residente in provincia di Milano e Lodi (127.735 arruolati), di età superiore ai 70 anni, con condizioni croniche specifiche. Attraverso un algoritmo predittivo per rischio di mortalità globale, basato sulle caratteristiche demografiche e cliniche, gli arruolati sono stati stratificati in classi di livello di rischio di morte per infezione da Covid-19.

I pazienti con aumentato rischio di morte erano 127.735; i 495.669 pazienti non ad alto rischio non sono stati inclusi nell’intervento. Il gruppo ad alto rischio è stato assegnato al Mmg per il triage telefonico e la consultazione. La coorte ad alto rischio è stata divisa in due gruppi in base all’intervento: non contattati vs contattati. Tra i soggetti ad alto rischio, 79.110 sono stati inclusi, ma non contattati dai loro Mmg, mentre 48.625 sono stati inclusi e contattati dai medici di medicina generale. Le differenze tra il gruppo di intervento del Mmg attivo e il gruppo non trattato sono sorprendenti e hanno confermato un sistema informativo funzionante, particolarmente necessario nelle ondate epidemiche future. I pazienti ad alto rischio contattati dai Mmg infatti  hanno mostrato una riduzione del rischio del 50% di mortalità per Covid-19 e una riduzione del rischio del 70% di morbilità e ospedalizzazione per Covid-19 rispetto ai pazienti non contattati.  (https://www.md-digital.it/site/files/pdf/8509.pdf)