Centoventotto nuove droghe in giro per il paese, secondo l’ISS

(da Univadis)   La pandemia da Covid sembra aver favorito la creatività dei trafficanti di sostanze psicoattive: secondo il Sistema Nazionale di Allerta Precoce (SNAP), gestito dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, sono oggi in circolazione ben 128 nuove sostanze psicoattive in più rispetto al 2019. I dati sono stati diffusi il 26 giugno, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga istituita dall’ONU. Le nuove sostanze individuate in Italia e in altri paesi europei appartengono principalmente alla classe dei catinoni, degli oppioidi sintetici e dei cannabinoidi.

Minacce non controllate   La definizione di nuova droga si applica alle sostanze non sottoposte ai controlli ai sensi delle convenzioni delle Nazioni Unite sul controllo delle droghe, ma che possono comportare analoghe minacce per la salute, e sono spesso vendute come sostituti “legali” delle droghe illegali, sebbene alcune siano anche utilizzate da un numero limitato di persone che desiderano sperimentarle esplorando nuove esperienze ed effetti.   Le novità non hanno però scalzato dal mercato illegale le sostanze classiche, da tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD) a eroina, morfina, cocaina, amfetamina, MDMA e LSD. I sequestri di ketamina, un anestetico dissociativo, hanno registrato un notevole incremento. Nel primo semestre post lock down si è registrato raddoppio delle segnalazioni di nuove sostanze psicoattive (in sigla NPS), rispetto al periodo precedente.   Due sostanze hanno fatto la prima apparizione sul continente europeo proprio in Italia: un oppioide sintetico analogo del fentanil e una nuova sostanza appartenente alla classe dei cannabinoidi sintetici.

Segnalazioni dai medici   “La velocità di risposta sistema di allerta SNAP è un fattore determinante per mettere a punto una procedura che permetta di reagire subito alla comparsa e alla diffusione di nuove sostanze” ha spiegato Roberta Pacifici, che dirige il Centro Nazionale Dipendenze e Doping.   Un ruolo-chiave è svolto dai Servizi per le Dipendenze, delle strutture di emergenza, delle unità mobili, delle comunità terapeutiche e, più in generale, dalle organizzazioni del privato sociale: “Un lavoro indispensabile a tutela della salute, poiché individuare nuove sostanze psicoattive non presenti nell’elenco delle sostanze stupefacenti significa prendere misure di sicurezza per prevenire intossicazioni e decessi, causati direttamente dalle stesse o da prodotti che le contengono” ha commentato Simona Pichini responsabile dell’Unità di farmatossicologia dell’Istituto Superiore di Sanità.  Molte delle risposte sociosanitarie alle nuove sostanze costituiscono adattamenti dei programmi per le sostanze stupefacenti classiche: “Di norma – spiega il sito del Centro europeo di monitoraggio sulle droghe e la tossicodipendenza, “le iniziative in questo campo sono mirate a categorie specifiche di persone esposte al problema. La tipologia di tali categorie, che varia a seconda del paese, può includere i consumatori di stimolanti ricreativi, gli psiconauti, le persone che associano comportamenti sessuali a rischio all’abuso di sostanze, le persone che si rifiutano di sottoporsi ai test antidroga e i consumatori di stupefacenti ad alto rischio. Molti paesi hanno inoltre intensificato gli interventi normativi imponendo restrizioni sulla disponibilità di queste sostanze.”  Il monitoraggio sistematico è alla base dell’aggiornamento delle tabelle ministeriali delle sostanze stupefacenti e psicotrope, quando vengono modificate le liste delle sostanze classificatea livello internazionale come tali oppure quando una sostanza diventa oggetto di abuso, se qualche nuova droga viene immessa nel mercato clandestino o, infine, quando viene registrato un nuovo medicinale ad azione stupefacente o psicotropa.