Pedagogia e Odontoiatria – sinergie all’avanguardia nel trattamento del paziente autistico in età evolutiva
(da Dental Tribune) I disturbi dello spettro autistico (DSA) sono un sottogruppo dei disturbi pervasivi dello sviluppo. In Italia, gli osservatori indicano una prevalenza minima di 4,5 casi per 10000, mentre per la fascia corrispondente alla scuola elementare il dato sale sopra il 7 su 10000. Inoltre le statistiche mostrano che i tassi di incidenza sono aumentati dal 10 al 17% ogni anno e sono caratterizzati in larga misura da deficit nelle abilità sociali e comunicative, quali l’imitazione, la pragmatica della comunicazione, la teoria della mente e l’empatia, così come dalla presenza di modalità di comportamento, interessi e attività ristrette, ripetitive e stereotipate.
Fornire cure orali a persone con disabilità intellettiva richiede un adattamento delle competenze di uso quotidiano, ma in realtà molte persone con lieve o moderata disabilità intellettiva possono essere trattati con successo nella pratica grazie ad una impostazione generale. Le persone con disabilità intellettiva imparano lentamente e spesso con difficoltà. Attività ordinarie della vita quotidiana, come lavarsi i denti e vestirsi e la comprensione del comportamento degli altri come pure i loro, può rappresentare una vera e propria sfida per se stessi e soprattutto per i loro parenti. Mentre la maggior parte delle persone con disabilità intellettiva non pongono problemi di comportamento significativi che complicano trattamenti odontoiatrici, l’ansia per il trattamento di questi soggetti si verifica spesso.
Chi non conosce uno studio dentistico le sue attrezzature e strumenti, potrebbe mostrare paura. Alcuni reagiscono con un comportamento non cooperativo, come il pianto, calci, linguaggio aggressivo, o qualsiasi cosa che li aiuta ad evitare i trattamenti, nei bambini con autismo è più difficile interpretare i segni di paura e quindi intercettarli prima di perdere la collaborazione. È possibile effettuare le cure orali in una migliore esperienza di comforting per i pazienti sapendo riconoscere la loro ansia. In generale, le persone con disabilità intellettuale presentano una scarsa salute orale ed igiene orale rispetto a quelli senza questa condizione. I dati indicano che hanno più carie non trattate e una maggiore prevalenza di malattie parodontali e gengiviti rispetto alla popolazione generale.
Il primo caso giunto all’osservazione nella U.O.C. di Odontoiatria Pediatrica del Policlinico Umberto I, nel 2008, è stato un paziente autistico di 12 anni, che presentava una lesione cariosa destruente del 3.6. Per lui il ricorso alla sala operatoria è stato inevitabile, in quanto la terapia canalare richiede tempi di esecuzione e di gestione alla poltrona troppo lunghi per un soggetto autistico. Il dato rilevante però è che l’utilizzo del metodo educativo sensoriale ha permesso di effettuare una prima medicazione e, dopo l’intervento in sala operatoria, il paziente ha mantenuto una buon livello di collaborazione durante le visite successive, fino ad oggi, ad 8 anni dopo il primo intervento.
Questo primo risultato positivo ha motivato l’équipe pedagogica-odontoiatrica a stendere un Protocollo di ricerca che non fosse un “diktat” metodologico, ma una linea guida nel rispetto della disabilità e delle sue diverse manifestazioni. Si è visto che nonostante una diagnosi di autismo, comune ad ogni singolo soggetto esaminato esistono molteplici sfaccettature nel modo di manifestarsi della patologia. Infatti non si parla più di autismo al singolare, ma di autismi o di casi che rientrano nello spettro autistico. Questo passaggio è fondamentale in quanto l’odontoiatra, realizzando che l’autismo non è che un’etichetta sotto cui si può uniformare una categoria di pazienti, deve adottare modalità di approccio diversificate, flessibili e adattabili ad ogni singolo caso.
Nel 2008, presso l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Pedodonzia del Policlinico Umberto I di Roma, si è costituita un’équipe pedagogica-odontoiatrica, composta da un educatore-pedagogista, due igienisti e tre odontoiatri, con l’obiettivo di realizzare un modello innovativo di approccio per migliorare le condizioni in poltrona dei pazienti autistici e in genere di tutti quelli che rientrano nella categoria dei “non collaboranti”. Pazienti in età dello sviluppo con deficit “seri” di tipo cognitivo-comportamentale, con modalità relazionali problematiche e difficoltà verbali.
Tale studio ha visto nell’educazione la possibilità di perfezionare il trattamento odontoiatrico, sia per limitare esperienze traumatiche nel paziente autistico e consentirgli una continuità nelle cure, sia per migliorare il suo livello di collaborazione, evitando così la sala operatoria e conseguente anestesia generale per piccoli interventi (lesioni cariose minimali, sigillature e ablazioni tartaro, oltre che per il follow-up). Il progetto di ricerca ha condotto l’équipe a realizzare in anni di intenso lavoro svolto nel reparto di Odontoiatria Pediatrica, un metodo educativo-sensoriale in grado di modificare e intercettare atteggiamenti particolari e singolari di ciascun paziente, che possono ostacolare le manovre odontoiatriche e non consentire la gestione e il mantenimento di una corretta igiene orale domiciliare, il tutto attraverso il prezioso apporto delle famiglie. Per condurre tale lavoro ci si è avvalsi dell’esperienza di gruppi di ricerca che in letteratura hanno prodotto linee guida di comportamento per la gestione del paziente autistico e delle sue problematiche in ambito sanitario.
Tale ricerca si è posta due obiettivi: 1. Dimostrare la possibilità, attraverso un intervento educativo, di poter eseguire trattamenti odontoiatrici di minimal intervention, quali ablazioni tartaro, lesioni cariose minimali e nonché visite di controllo e terapie preventive, senza ricorrere alla sala operatoria in anestesia generale. 2. Valutare l’efficacia di una collaborazione sinergica tra Pedagogia, Psichiatria e Odontoiatria, per perfezionare la terapia odontoiatrica sul piccolo paziente special-need.
U.O.C. Di Odontoiatria Pediatrica, Sapienza Università di Roma.