Le nuove malattie dell’infanzia: obesità, asma e bullismo

(da DottNet)   Obesità, asma, diabete, tumori, atti di bullismo e psicosi. Cambia il tipo di malattie con cui i pediatri si trovano a far fronte e aumentano quelle croniche che necessitano di cure particolari. Ma a fronte di un aumento della complessità dei loro compiti i medici dei bambini sono sempre di meno. Questa la fotografia che emerge dal Libro Bianco, che per la prima volta descrive lo stato dell’assistenza pediatrica in Italia. E, a puntare l’attenzione sulla salute dei più piccoli, è anche il ministro della salute Roberto Speranza, che ricorda come “in età che pediatrica esplodono disuguaglianze, che diventano poi insuperabili”.   Come testimoniano i bassissimi dati sulla mortalità neonatale e infantile, la pediatria italiana è tra le migliori al mondo, ma alle prese con problemi nuovi e carenza di personale. Di qui a quattro anni, a fronte dei 5.289 pediatri che andranno in pensione, arriveranno solo 2.900 nuovi specialisti, ovvero ne mancheranno all’appello ben 2.389. Già oggi, in alcune zone del Paese e soprattutto in alcune aree, come ortopedia e chirurgia, spiega il presidente della Federazione Italiana delle Associazioni e Società Scientifiche dell’Area Pediatrica (Fiarped), Renato Cutrera, “il bambino viene valutato in prima istanza dal medico dell’adulto, spesso non avvezzo alla specificità pediatrica” e “non mancano i ricoveri in reparti per adulti, non adatti ad accogliere il bimbo”.     A fronte di un’assistenza migliorata nelle cure ma costante nell’organizzazione, a cambiare negli ultimi 40 anni è stata invece l’epidemiologia. “Prima i bimbi morivano di malattie infettive, oggi le principali cause di morte sono i tumori e i traumi da incidente stradale. Inoltre – spiega Giovanni Corsello, past president Fiarped – facciamo i conti con nuove emergenze. Abbiamo malattie croniche come asma e diabete in crescita esponenziale”. Ci sono poi, prosegue, “malattie genetiche rare, come la fibrosi cistica, che prima non avevano cure, mentre oggi sono curabili, ma richiedono centri specialistici di altissimo livello, che devono coordinarsi con il territorio”. E, ancora, “grazie a cure neonatali migliori, riusciamo a far sopravvivere i nati prematuri, ma possono riportare danni permanenti”. Sono infatti un milione, nel nostro Paese, i bambini con bisogni assistenziali speciali, di cui 10.000 necessitano di dispositivi, come respiratore o nutrizione artificiale. A crescere sono però soprattutto disturbi dell’attenzione, dell’alimentazione e del comportamento.    “Mancano dati nazionali – sottolinea Antonella Costantino, presidente Società Italiana di Neuropsichiatria infantile – ma in Lombardia, in 2 anni, sono aumentati del 20% gli accessi al pronto soccorso per problemi psichiatrici” che si manifestano con atti di autolesionismo ed esplosioni di rabbia. “Ma solo un bambino o adolescente su due viene preso in carico dai servizi pubblici”. A fronte di questo quadro, dal ministro Speranza arriva “un impegno a rafforzare la tutela della salute nei primi anni di vita”, perché “sono gli anni in cui la persona è più fragile, quindi è ancor più necessario il sostegno delle Istituzioni”.