Orario lavoro medici, la durata dei turni ha un impatto sugli errori commessi. Ecco come e quali interventi adottare

(da Doctor33)    Un nuovo studio, pubblicato su ‘BMJ Quality & Safety’, esamina l’impatto di una riduzione al numero massimo di ore consecutive di lavoro, in particolare per medici specializzandi o in formazione, sul numero di errori medici ed eventi avversi (infortuni, burnout e altro) sul personale sanitario.
In molti stati USA i cosiddetti “resident physicians”, ossia quei medici in formazione specialistica sotto diretta responsabilità di un superiore, possono svolgere turni consecutivi anche fino a 24 ore, con turni settimanali massimi fino a 60 ore settimanali ma che con gli straordinari potevano anche arrivare ad 80. Negli anni sono state proposte, e in molti casi anche applicate, norme che limitavano questa possibilità fino a non oltre 16 ore e con un massimo (compreso straordinari) di 60 ore settimanali. Nel 2011, l’Accreditation Council for Graduate Medical Education (ACGME) aveva limitato l’orario di lavoro di questi medici a non più di 16 ore consecutive dopo che gli studi hanno indicato che turni più lunghi possono aumentare il rischio di errori medici e altri esiti avversi.La decisione non è mai stata però definitiva ed è stata ribaltata da una sentenza nel 2017, consentendo ancora una volta di programmare fino a 24 ore di lavoro continuativo.
Ora, il nuovo studio, valuta proprio quanto la riduzione dell’orario di lavoro impatti sulla qualità della prestazione medica.
Gli autori hanno condotto un sondaggio su 21.862 medici statunitensi che hanno partecipato ad un programma di formazione specialistica. Dopo aver controllato per età, sesso, specialità e altre variabili, incluso il tempo trascorso nella cura del paziente, il team ha scoperto che con la diminuzione dell’orario di lavoro, si è verificata una riduzione del 32% delle segnalazioni di errori medici significativi, una riduzione del 34% delle segnalazioni prevenibili e una riduzione del 63% degli errori medici segnalati con conseguente morte del paziente.
Turni di 24 ore sono anche maggiormente legati a disturbi del sonno, stress ed incidenti stradale del personale medico.
Per i ricercatori questi dati supportano un nesso causale fra l’orario di lavoro e il numero di errori medici, suggerendo la necessità di attuare politiche a tutela della classe medica e una sorveglianza reale sull’orario di lavoro per migliorare la sicurezza dei pazienti e dei medici stessi.
(https://qualitysafety.bmj.com/content/early/2022/05/09/bmjqs-2021-014375)