Per valutare l’obesità il BMI non è sufficiente

(da M.D.Digital)   Per decenni è stato utilizzato l’indice di massa corporea (Bmi) come indicatore della salute di una persona. Ma questa equazione considera solo l’altezza e il peso e potrebbe non catturare un quadro accurato del rischio di una persona di incorrere in malattie legate all’eccesso ponderale, come le malattie cardiache, il diabete e alcuni tipi di cancro.  Recentemente è stata pubblicata una serie di articoli su ‘International Journal of Environmental Research and Public Health e Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases‘ che includono una serie di equazioni: aggiungendo semplici misurazioni della circonferenza è possibile una più accurata previsione della distribuzione del grasso corporeo, tenendo in considerazione le differenze già note relative a etnia e sesso.
Se la localizzazione del grasso prevale a livello di cavità viscerale, il rischio metabolico è aumentato. Ma va tenuto conto che la distribuzione del grasso appare diversa tra le diverse popolazioni etniche e tra donne e uomini e ciò si deve riflettere sugli interventi scegliendo quelli che meglio si rivelano utili nei diversi gruppi.  Per generare le loro equazioni, il team di ricercatori ha esaminato i dati di 12.000 scansioni DXA di tutto il corpo registrate nel National Health Nutrition Examination Survey.
Una scoperta significativa è stata che gli individui ispanici corrono un rischio più elevato di avere una cattiva distribuzione del grasso con conseguente aumento del rischio di malattie associate.  Inoltre, hanno scoperto che gli uomini classificati come sottopeso o obesi in base al criterio del Bmi avevano una distribuzione del tessuto adiposo più “rischiosa” di quanto si credesse, mentre per le donne era vero il contrario.  Nelle donne con una elevata adiposità viscerale il rischio risulta minore rispetto al sesso maschile: le donne infatti, anche a livelli importanti di obesità, sembrano essere in grado di distribuire il grasso in modo più sano.  I ricercatori si dicono fiduciosi che queste equazioni possano servire come strumento per medici e ricercatori che possono inserire semplici misurazioni dell’altezza, del peso e della circonferenza della vita e dell’anca di un paziente per avere un’idea di come il grasso di quel paziente è distribuito in base al sesso e all’etnia.
Ciò aiuterà i medici a valutare il rischio di un paziente di condizioni correlate all’obesità in modo più accurato rispetto all’utilizzo del solo Bmi che potrebbe etichettare erroneamente le persone e raccomandare interventi sullo stile di vita inappropriati.  Ad esempio, un soggetto con peso elevato potrebbe essere classificato come obeso, ma il suo peso potrebbe essere dovuto alla massa muscolare e ossea e avere una distribuzione del grasso che è in realtà sana. Al contrario, soggetti definibili normopeso o sottopeso potrebbero avere una eccessiva adiposità viscerale e quindi raggiungere livelli elevati di rischio elevati. Il gruppo dei ricercatori sta anche lavorando con i dati ottenuti di recente dall’UConn Center on Aging e dal Pepper Center per studiare la distribuzione del grasso all’interno dei muscoli. Ma man mano che le persone invecchiano, il grasso presente all’interno dei muscoli diventa un elemento di preoccupazione.
I prossimi indirizzi delle ricerche saranno rivolti a esaminare le modalità per adattare le equazioni alle popolazioni con malattie croniche come il diabete e la Bpco che creano una distribuzione atipica del grasso.
(Furong Xu et al. The Sex and Race/Ethnicity-Specific Relationships of Abdominal Fat Distribution and Anthropometric Indices in US Adults. Int J Environ Res Public Health 2022; 19: 15521. doi: 10.3390/ijerph192315521. (2022). DOI: 10.3390/ijerph192315521
Furong Xu et al. Sex and race/ethnicity specific reference predictive equations for abdominal adiposity indices using anthropometry in US adults, Nutr Metab Cardiovasc Dis 2023. 
DOI: 10.1016/j.numecd.2023.03.001)