La fibromialgia aumenta il rischio di morte

(da Univadis)   La fibromialgia è una condizione poco caratterizzata, si potrebbe persino dire “incompresa”, che ha faticato a guadagnarsi il titolo di malattia. Uno studio appena pubblicato sulla rivista Rheumatic e Muscoloskeltal Diseases Open suggerisce però che i pazienti che ne sono affetti hanno diritto a una diagnosi e a un’assistenza medica costante e scrupolosa. Yulia Treister-Goltzman e Roni Peleg della Ben-Gurion Università del Negev (Israele) hanno infatti messo in luce che i pazienti con fibromialgia hanno un rischio di mortalità per ogni causa più alto rispetto al resto della popolazione. Tra le cause di morte incriminate vi sono le infezioni e il suicidio, perciò i medici curanti devono prestare attenzione sia alla salute fisica che alla salute mentale di questi pazienti.

La stima dei rischi      Grazie a una revisione sistematica della letteratura i ricercatori israeliani hanno identificato 557 studi che avevano esplorato la relazione tra fibromialgia e mortalità, 8 dei quali sono stati giudicati eleggibili per una metanalisi. In totale sono stati presi in esame 188.751 pazienti con fibromialgia.   La qualità degli studi inclusi nella metanalisi era buona, ma vi era molta eterogeneità a partire dai criteri diagnostici di fibromialgia. Anche se il tasso di mortalità standardizzato (SMR) non era più alto, per i pazienti con fibromialgia, l’hazard ratio di mortalità per ogni causa segnava un incremento del 27% (HR 1,27 [95%CI 1,04-1,51]). Vi era un aumento ai limiti della significatività per la mortalità derivante da incidenti (SMR 1,95 [95%CI 0,97-3,92]) e un aumento significativo della mortalità per infezioni (SMR 1,66 [1,15-2,38]) e suicidio (SMR 3,37 [1,52-7,50]). Al contrario, tra i pazienti con fibromialgia si registrava una riduzione nella mortalità per cancro (SMR 0,82 [0,69-0,97).

Focus sulla prevenzione     L’aumento nella mortalità per suicidio potrebbe trovare spiegazione nelle comorbidità caratteristiche dei pazienti con fibromialgia, specialmente in quelle psichiatriche, mentre l’aumentata mortalità per incidenti potrebbe essere conseguenza della fatigue, del sonno non riposante e delle difficoltà di concentrazione che accompagnano la fibromialgia e che fanno parte dei criteri diagnostici sin dal 2010. L’aumentata mortalità per infezioni potrebbe invece dipendere dal sempre più chiaro coinvolgimento del sistema immunitario e dell’infiammazione nella fisiopatologia della fibromialgia. Secondo gli autori dello studio la ridotta mortalità per cancro sarebbe da ascrivere all’intenso utilizzo dei servizi sanitari, inclusa la diagnostica per immagini, che potrebbe tradursi in diagnosi precoce nei pazienti con fibromialgia.  “Diversi studi hanno mostrato che lo staff medico è riluttante ad accettare la fibromialgia come una condizione medica e che i medici si trovano ad affrontare difficoltà emotive e psicologiche nell’interagire con questi pazienti e far fronte ai loro disturbi – hanno commentato gli autori dello studio – La fibromialgia è spesso detta una “condizione immaginaria”, con un dibattito ancora in corso sulla legittimità e utilità clinica di questa diagnosi. La nostra review fornisce una prova aggiuntiva del fatto che i pazienti con fibromialgia vanno presi seriamente, con un focus particolare sul monitoraggio delle intenzioni suicide, sulla prevenzione degli incidenti e su prevenzione e

(Treister-Goltzman Y, Pelag R. Fibromyalgia and mortality: a systematic review and meta-analysis. RMD Open 2023;9:e003005. doi:10.1136/rmdopen-2023-003005)