Crescono gli eventi avversi legati ai trattamenti medici

(da Univadis)   A livello globale, l’incidenza degli eventi avversi legati a trattamenti medici (AEMT) è aumentata di circa il 60% negli ultimi 30 anni, soprattutto tra le persone più anziane. Lo scrive Liangquan Lin, della Chinese Academy of Medical Sciences & Peking Union Medical College di Pechino, che ha pubblicato sulla rivista BMJ Quality & Safety un’analisi dei dati relativi agli AEMT nel periodo 1990-2019.

“Le attuali stime dell’incidenza degli AEMT si basano su revisioni limitate dei registri e su sistemi di sorveglianza con segnalazioni insufficienti” spiega Lin, che nella sua analisi ha utilizzando i dati del Global Burden of Disease (GBD). “Lo studio GBD è la fonte più completa di informazioni comparabili sui livelli e sulle tendenze della perdita di salute dovuta a tutte le malattie nel mondo” ricorda, dopo aver precisato che per AEMT si intendono i danni derivanti da una procedura, un trattamento medico o un altro contatto con il sistema sanitario e non dalla patologia che interessa il paziente.

Questione di età e di indice sociodemografico     L’analisi dei dati dello studio GBD 2019 hanno mostrato che, nonostante siano state implementate politiche volte a dare priorità alla sicurezza dei pazienti, nel trentennio 1990-2019 il numero degli AEMT è aumentato del 59,3%, superando la crescita della popolazione mondiale, che invece si è attestata al 44,6% nello stesso periodo.   In particolare, gli incrementi più marcati sono stati registrati nella popolazione anziana e nei Paesi ad alto indice sociodemografico (SDI), un indicatore che tiene conto dell’anzianità della popolazione e del livello di ricchezza ed educazione.   Per quanto riguarda le differenze legate all’età, Lin sottolinea l’importanza dei cambiamenti nella struttura anagrafica della società: “la generazione dei baby boomer è entrata nell’età adulta, attualmente tra i 57 e i 75 anni, portando a una rapida crescita della popolazione adulta anziana” scrive. “I Paesi con un SDI più elevato dovrebbero prestare maggiore attenzione all’impatto significativo dell’AEMT sugli adulti anziani con condizioni croniche multiple e sindromi geriatriche associate” aggiunge, spiegando che la suscettibilità di questa popolazione è legata ai cambiamenti fisiologici dell’invecchiamento, alla multimorbilità, alla politerapia e al declino dello stato cognitivo e funzionale che può ridurre l’aderenza alle terapie.

Lin indica anche alcune ragioni che potrebbero essere alla base dei tassi di AEMT più elevati nei Paesi ad alto SDI, prima tra tutte la quantità di servizi sanitari forniti. Come si legge nello studio, i Paesi con un minore utilizzo dell’assistenza sanitaria tendono ad avere un’incidenza minore di AEMT e, proprio a causa di queste differenze nell’offerta sanitaria, i semplici confronti tra Paesi (soprattutto tra paesi con SDI diversi) sono inappropriati. “Dobbiamo riconoscere l’eterogeneità a livello mondiale nell’accesso all’assistenza sanitaria e nel volume dei ricoveri o delle cure fornite alle popolazioni dei diversi Paesi” sostiene. E poi conclude: “Questo studio fornisce informazioni per la definizione delle priorità nell’allocazione delle risorse e per l’implementazione di strategie preventive mirate per l’AEMT e sottolinea l’importanza di migliorare la gestione medica geriatrica per ridurre i danni iatrogeni”.