Il TSH normale è sempre sinonimo di eutiroidismo nei soggetti in terapia con levotiroxina?
(da fimmg.org) Circa il 15% dei 10-12 milioni di persone affette negli USA da ipotiroidismo, non si sentono soggettivamente bene, nonostante seguano le terapie raccomandate dall’American Thyroid Association. I medici, solitamente, prescrivono levotiroxina nei soggetti ipotiroidei, regolando la dose fino a quando i livelli ematici di (TSH) si normalizzano. Nonostante ciò, questi pazienti lamentano ancora i sintomi dell’ipotiroidismo. “I pazienti si sentono depressi, lenti e stanchi”, dice Antonio C. Bianco, MD, PhD, past president dell’American Thyroid Association, professore alla Rush University di Chicago.
“Essi –continua Bianco- hanno difficoltà a perdere peso e riferiscono una minore energia. Eppure i medici continuano a dire loro: “Ti sto dando la giusta quantità di farmaco e il TSH è normale. Dovresti sentirti bene!”. La ricerca condotta da Bianco e coll. della Rush University fornisce la prova che questi pazienti spesso si sentono trascurati o dimenticati, con sintomi reali e non immaginari e ha scoperto, inoltre, che i soggetti in terapia con levotiroxina, con normali livelli di TSH, assumevano una maggiore quantità di antidepressivi rispetto ai coetanei con normale funzione tiroidea, erano meno attivi fisicamente, a causa di livelli di energia fisica più bassi e pesavano 10kg più dei coetanei della stessa altezza, anche se introducevano meno calorie. La ricerca ha anche notato un maggiore trattamento con beta-bloccanti e statine rispetto ai normotiroidei. Lo studio documenta per la prima volta che i pazienti in terapia con levotiroxina si sentono peggio e sono molto meno attivi rispetto ai controlli e presentano anomalie cardiometaboliche oggettive pur con normali livelli di TSH. In generale, le donne hanno più probabilità di soffrire di ipotiroidismo, per lo più di origine autoimmune, o post tiroidectomia per cancro o noduli benigni multipli. L’obiettivo terapeutico è quello di fare in modo che i pazienti si sentano meglio, ma i sintomi soggettivi non sono utilizzati da soli per giudicare l’adeguatezza del trattamento. In altre parole, la dose di levotiroxina è regolata sulla base dei livelli di TSH e non se il paziente si sente meglio o peggio. Per capire in modo più approfondito il motivo per cui alcuni pazienti non si sentivano bene con il trattamento a base di levotiroxina, i ricercatori della Rush University hanno svolto un’ampia indagine, la National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), che valuta lo stato di salute e di nutrizione di adulti e bambini negli USA su più di 10.000 persone. Dal database NHANES, i ricercatori hanno identificato 469 adulti che stavano assumendo levotiroxina in monoterapia e li hanno confrontati con 469 individui non in terapia con il farmaco. I due gruppi sono stati confrontati per livelli di età, sesso, razza e TSH. È stato rilevato che chi assumeva levotiroxina pesava significativamente di più, esercitava meno movimento e assumeva, come sopra ricordato, una maggiore quantità di antidepressivi, statine e beta bloccanti rispetto a quelli del gruppo di controllo. La conclusione di Bianco è che occorrerebbero farmaci migliori per trattare l’ipotiroidismo. Fino a quel giorno, i medici dovrebbero cambiare il modo in cui si parla di trattamento dell’ipotiroidismo con i pazienti. “I medici –conclude Bianco- dovrebbero dire loro: “Ho intenzione di normalizzare il vostro TSH, ma può verificarsi un aumento di peso, una forma depressiva e una maggiore stanchezza fisica ed è anche più probabile che il vostro colesterolo salga”. Questo tipo di counselling sarebbe particolarmente importante per i pazienti che devono affrontare la rimozione chirurgica della ghiandola tiroidea.
(A. C. Bianco e coll. Journal of American Thyroid Association. 2016; jc.2016-2660.)