Vaccino contro la malaria, annunciata ampia sperimentazione in Africa

(da Doctor33)  Partirà l’anno prossimo il primo test su larga scala di vaccino per la malaria attraverso un finanziamento win-win, tra pubblico e privato, di 50 milioni di dollari, che vedrà la partecipazione, oltre all’azienda produttrice (GSK – GlaxoSmithKline), anche dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e della Bill and Melinda Gates Foundation. Ne è stata data notizia nel corso della Settimana delle vaccinazioni, celebrata in tutto il mondo dal 24 al 30 aprile.  Il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito ricorda che «il vaccino antimalarico aveva già mostrato di fornire una protezione nei bambini fino ai cinque anni, la fascia d’età in cui si registra la maggiore mortalità per malaria, era già stato testato in Tanzania, ma ora la sperimentazione verrà estesa, in un ampio contesto reale, fino a comprendere 750mila bambini di Kenia, Ghana e Malawi». Ancora una volta il progetto pilota riguarderà bambini dai 17 mesi fino ai cinque anni, ma «l’idea – dice Ippolito – è di proteggere oltre ai bambini anche i giovani adulti ed è importante perché apre la prospettiva per un maggior uso del vaccino». La malaria uccide centinaia di migliaia di persone ogni anno e, come spiega il professore, non esiste al momento nessun vaccino registrato. Oltre a dimostrare di essere efficace nel provenire l’insorgenza della malattia e non avere effetti collaterali rilevanti, il vaccino deve presentare alcune caratteristiche non sempre agevoli da soddisfare. Una delle preoccupazioni è data dal costo; «il vaccino – conferma Ippolito – deve funzionare con poche dosi, avere costi molto contenuti per poter essere sostenibile in un Paese africano ed essere gestibile in luoghi dove la catena del freddo è limitata». Nel caso del vaccino in via di sperimentazione, la somministrazione dovrebbe avvenire quattro volte, una al mese per tre mesi e l’ultima dopo 18 mesi; quanto all’efficacia, è ben lontana dal 100%: nei test clinici ha finora permesso di prevenire solo quattro contagi su dieci. Le percentuali vanno però rapportate al gran numero di persone coinvolte, inoltre il professore rileva un altro aspetto interessante: in futuro si potrà aprire la possibilità dell’uso di vaccini combinati, che andranno ad aumentare la copertura complessiva.