Lavorare in piedi fa bene alla salute e non solo…

(da M.D.Digital)   Le postazioni di lavoro che consentono di stare in piedi per lavorare a computer riducono il tempo giornaliero che si trascorre seduti e sembrano avere un impatto positivo sulla salute, oltre che migliorare le prestazioni lavorative. È risaputo che una sedentarietà eccessiva si correla a un aumentato rischio di malattie croniche (diabete di tipo 2, malattie cardiache e alcuni tipi di tumore) e di mortalità; ha dimostrato inoltre di esercitare effetti deleteri correlabili all’attività lavorativa, soprattutto in relazione al fenomeno del presenteismo. E la popolazione degli impiegati vince probabilmente la palma d’oro della sedentarietà, trascorrendo il 70-85% del tempo al lavoro seduti.  Un recente studio pubblicato sul ‘British Medical Journal’ ha coinvolto un gruppo di impiegati assegnati in modo casuale al gruppo di intervento o al gruppo di controllo, che sono quindi stati seguiti per un periodo di 12 mesi.  L’età media dei partecipanti era di 41 anni, il 78% era di etnia europea bianca e la maggioranza (80%) erano donne.
Al gruppo di intervento è stata assegnata una postazione di lavoro regolabile in altezza, un breve seminario con opuscolo di supporto e istruzioni di lavoro con obiettivi seduti e in piedi, mentre il gruppo di controllo ha continuato a lavorare come al solito.  Il tempo trascorso in posizione seduta è stato misurato utilizzando un dispositivo indossato sulla coscia all’inizio dello studio e a 3, 6 e 12 mesi. Sono stati registrati anche i livelli giornalieri di attività fisica e sono stati valutati aspetti relativi al lavoro (prestazione lavorativa, coinvolgimento) e alla salute (umore, qualità della vita).  All’inizio dello studio, il tempo complessivo trascorso in posizione seduta era di 9.7 ore al giorno e i risultati mostrano che questo si è poi ridotto 50.62 minuti al giorno a 3 mesi, di 64.40 minuti al giorno a 6 mesi e di 82.39 minuti al giorno a 12 mesi nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo. I risultati suggeriscono inoltre dei miglioramenti nelle prestazioni lavorative e nell’impegno lavorativo, una riduzione della stanchezza professionale, del presenteismo, dell’ansia quotidiana e una migliore qualità della vita, ma non sono stati riscontrati cambiamenti significativi in relazione alla soddisfazione lavorativa, alla funzione cognitiva e alle assenza per malattia.
(Edwardson CL, et al. Effectiveness of the Stand More AT (SMArT) Work intervention: cluster randomised controlled trial. BMJ 2018;363:k3870; http://dx.doi.org/10.1136/bmj.k3870)