Restare seduti a lungo aumenta il rischio di malattie cardiovascolari nelle donne anziane

da Doctor33)  Secondo uno studio pubblicato sulla rivista ‘Circulation’, stare seduti o stesi per lunghi periodi di tempo aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari nelle donne anziane. I dati mostrano che, quando il periodo sedentario totale si riduce anche solo di un’ora al giorno, il rischio diminuisce del 12%. Inoltre, quando il periodo sedentario è lungo e ininterrotto, rispetto a uno composto da sessioni brevi e regolarmente interrotte anche se solo da un’attività fisica moderata, il rischio è più alto del 52%. «Questa è la prima volta che un periodo di comportamento sedentario, e non solo la media nel corso dell’intera giornata, è associato al rischio» osserva Joseph Hill, della University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas, sottolineando cosi l’importanza della scoperta per la comunità cardiologica.
La ricerca ha coinvolto 5.638 donne tra i 63 e i 97 anni, metà delle quali con più di 80 anni e nessuna con episodi passati di infarto miocardico o di ictus, arruolate tra il 2012 e il 2014 nello studio OPACH, una sub-coorte della Women’s Health Initiative. Mentre studi precedenti si basavano sul self-report, qui, per la prima volta, l’attività fisica è stata misurata usando degli accelerometri portati sull’anca destra 24 ore al giorno per 7 giorni consecutivi. Le partecipanti sono poi state seguite per i successivi 5 anni, per monitorare eventi di malattie cardiovascolari. «È importante sottolineare che l’associazione diretta tra quantità e durata del tempo trascorso in modo sedentario e le malattie cardiovascolari si è manifestata indipendentemente dalla salute generale della donna, dalla sua funzione fisica e da altri fattori di rischio cardiovascolare» spiega l’autore principale John Bellettiere, della University of California di San Diego. Questi risultati aprono una nuova area di indagine sui rischi di malattie cardiovascolari e sono già in corso ulteriori studi con lo scopo di comprendere l’entità dei benefici dell’interruzione di un periodo di comportamento sedentario.
(Circulation 2019. Doi 10.1161/CIRCULATIONAHA.118.035312

https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/CIRCULATIONAHA.118.035312