Reazioni avverse ai farmaci, nella maggioranza ci sono ingredienti inattivi a rischio
(da Doctor33) La maggioranza dei farmaci orali conterrebbe ingredienti inattivi volti a migliorarne le qualità fisiche, che potrebbero essere causa di reazioni avverse. Questo è quanto affermano i ricercatori di uno studio sviluppato da Giovanni Traverso gastroenterologo presso il Brigham Women’s Hospital, pubblicato su Science Translational Medicine e segnalato da Pharmaceutical Journal, in cui sono stati esaminati 42.052 farmaci orali normalmente prescritti negli Usa. Di questi, più del 90% presentavano ingredienti non attivi in grado di generare reazioni avverse. Come riporta lo studio, una pastiglia presentava in media solo 164mg di principio attivo su 280mg di peso medio, dimostrando come di fatto il paziente sottoposto a 10 prescrizioni mediche differenti può arrivare ad assumere ben 2,8g di principi inattivi al giorno.
La ricerca è proseguita nell’identificazione delle sostanze eccipienti, riuscendo a individuare 38 possibili allergeni. Nel 33% dei farmaci sarebbe stata riscontrata la presenza di coloranti alimentari, come la tartrazina. Il lattosio invece sarebbe stato utilizzato nel 45% dei farmaci orali analizzati (con picchi di 600mg per pillola). La totalità dei farmaci a base di progesterone e il 62% a base di acido valproico avrebbero presentato dosi di olio d’arachide, additivo che limita grandemente il bacino di possibili utilizzatori. Nel 55% dei medicinali sarebbe stato riscontrato almeno un Fodmap (Fermentabili Oligo-, Di- e Mono-saccaridi e Polioli, carboidrati di difficile assimilazione), nel 5% più di uno, con quantità talvolta superiori ai 500mg per pillola. In fine, sebbene il 18% dei produttori indichi la presenza di glutine, e il 69% dichiari i propri prodotti gluten-free, solo per il 17% dei farmaci interessati sarebbe stato possibile verificare l’esistenza di effettivi test di controllo. «Penso ci sia una preoccupante sottovalutazione del potenziale impatto degli ingredienti inattivi», spiega Traverso. Sebbene una persona possa non avere problemi ad assorbire una determinata quantità di eccipienti, potrebbero nascere problemi quando si trova ad assumere numerosi medicinali. «I problemi potrebbero presentarsi per qualcuno che prende più pillole o pastiglie. Alcuni pazienti prendono fino a 10 farmaci diversi. Quando sei un medico – conclude – l’ultima cosa che vorresti è prescrivere un farmaco che può causare una reazione avversa nel paziente… volevamo capire il problema e identificare i principi inattivi all’interno dei farmaci prescritti».
«Quello che colpisce maggiormente – spiega Daniel Reker, uno degli autori dello studio -è la complessità dei dati. Ci sono migliaia di versioni differenti dello stesso farmaco, che differiscono per la combinazione di eccipienti. Questo sottolinea quanto complicata la scelta dei possibili ingredienti, ma anche che oggi esiste un’opportunità inutilizzata per scegliere specificamente la versione più appropriata di un farmaco per il paziente».