Ricchi, istruiti e impegnati: ecco chi rischia meno la demenza senile
(da DottNet) Alcuni fattori socioeconomici come istruzione, occupazione e fascia reddituale possono influenzare le probabilità di sviluppare deterioramento cognitivo e demenza in età avanzata, nonché le possibilità di guarigione. È quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista 'Scientific Reports', condotto dagli scienziati dell'University College London. Il team, guidato da Dorina Cadar, ha seguito 8.442 adulti di età pari o superiore a 50 anni in Inghilterra per 10 anni, dal 2008-2009 al 2018-2019. Le informazioni sui fattori socioeconomici sono state raccolte tramite un questionario, mentre il deficit cognitivo è stato determinato utilizzando un mix di fonti, tra cui i resoconti dei partecipanti sulla diagnosi di un medico, i risultati dei test cognitivi e i loro report di sintomi e lamentele.
Oltre a questi aspetti, lo studio ha anche tenuto conto di fattori demografici, come età, genere sessuale e stato civile. Stimando il tempo trascorso in ogni stato cognitivo e la probabilità di transizioni a disturbi neurocognitivi, i ricercatori sono stati in grado di stabilire un nesso tra la progressione dei disturbi di un paziente e la durata di ogni stato cognitivo. Stando a quanto emerge dall'indagine, le persone provenienti da contesti socioeconomici più vantaggiosi, in particolare quelle con istruzione post-secondaria, erano associate a un rischio del 43% più basso di sviluppare deterioramento cognitivo rispetto a chi non aveva completato il percorso di studi. Il benessere economico riduceva invece del 26% le probabilità di sperimentare tali problemi, e tra gli individui benestanti è stato riscontrata una probabilità di migliorare le proprie condizioni cognitive del 56% più elevata rispetto a chi era in difficoltà economiche.
"Il nostro lavoro - osserva Cadar - evidenzia il ruolo fondamentale dei fattori socioeconomici nella possibilità di sviluppare il deterioramento cognitivo. Abbiamo scoperto, inoltre, che le persone con un reddito più elevato sembravano anche associate a una probabilità più elevata di guarire da un eventuale problema cognitivo". "La possibilità di recupero - aggiunge Cadar - è fondamentale per migliorare la qualità della vita negli anni successivi e ridurre l'onere a lungo termine del deterioramento cognitivo sui sistemi sanitari, sulle famiglie e sulla società nel suo complesso.
Non possiamo fornire spiegazioni esatte sulle motivazioni alla base della correlazione emersa nel nostro lavoro, ma ipotizziamo che potrebbero esistere varie spiegazioni". "È possibile - conclude Aswathikutty Gireesh, altra firma dell'articolo - che l'istruzione e i lavori intellettualmente impegnativi forniscano una maggiore stimolazione mentale e aiutino a costruire una riserva cerebrale più forte per aiutare a proteggere gli individui dal deterioramento cognitivo. Allo stesso tempo, le persone con un'istruzione superiore e maggiore disponibilità economica sono associate a un migliore accesso all'assistenza sanitaria e a risorse che promuovono la salute. Speriamo che il nostro studio possa rappresentare la base per approfondimenti futuri".
LA DIZIONE “SI CONSIGLIA” NON COMPLETA LA PRESCRIZIONE
Cari colleghi, in conseguenza di una segnalazione ufficiale pervenuta al nostro Ordine da parte del Presedente dell'Ordine dei Farmacisti della Provincia, siamo costretti a richiamare molti di voi ad una più regolare e formale prescrizione delle terapie farmacologiche
Il Presidente Malossi, nella sua segnalazione, lamenta la incresciosa situazione in cui, spesso in turni festivi e/o prefestivi, i farmacisti territoriali si trovano a dover rispondere a prescrizioni formalmente incomplete, perché precedute dalla dizione "Si Consiglia"
Tale dizione si può reperire nei referti in dimissione da strutture private, da esiti di visite libero professionali e da dimissioni ospedaliere, di Pronto Soccorso o CAU
Siamo costretti a ricordare che qualsiasi indicazione preceduta dalla dizione "Si Consiglia" non può essere considerata una prescrizione vera e propria, in quanto non comporta una completa assunzione di responsabilità del prescrittore.
Dato infatti che la ricetta medica è quel documento scritto, redatto da un medico chirurgo, che consente al paziente di ottenere dal farmacista la consegna dei medicinali che vi sono elencati, la forma vuole che se in un referto si trova scritto "Si Consiglia" questo non sia considerato una ricetta, e quindi sia poi necessario un altro medico chirurgo che "avvalla" la terapia, ri-prescrivendola in modo che il farmacista sia effettivamente abilitato alla consegna dei medicinali indicati
In conseguenza, la presenza su una dimissione o un referto di visita specialistica della formula "Si Consiglia" mette in seria difficoltà il paziente destinatario della prescrizione, il farmacista territoriale de dovrebbe dispensare la terapia, e anche il collega medico del territorio che sarebbe chiamato ad una inutile (e irregolare) ri-prescrizione di un trattamento farmacologico suggerito da un altro professionista, che ne sarebbe responsabile, ma che con quella formula non ha assunto la completa responsabilità della sua decisione professionale
Pertanto siamo costretti a richiamare tutti i colleghi a dei procedimenti prescrittivi più corretti, eliminando tutte le volte che sia possibile la dizione "Si Consiglia" dalle indicazioni terapeutiche, sostituendola, ad esempio, con la dizione "Terapia Indicata" o "Si Prescrive".. Questo al fine di abilitare la persona assistita a recarsi direttamente in farmacia per la dispensazione del farmaco, nel caso che questo non sia a carico del SSN.
Inoltre, nei casi che i farmaci siano a carico del SSN, ogni volta che sia possibile chiediamo a tutti i colleghi di prescrivere direttamente su ricettario convenzionato tutta la terapia indicata a seguito della visita, consulenza o ricovero, al fine di evitare transiti inutili dei pazienti dalle strutture ospedaliere, convenzionate o ambulatoriali, agli ambulatori del medico di famiglia di riferimento
Comunicazione ai Medici Fiscali
Comunico che è nata e sta già lavorando l'Associazione per la tutela dei medici fiscali Inps .
Associazione che serve a dare forza alla nostra voce e voce ai nostri problemi.
L'Associazione è costituita per lo svolgimento di attività senza scopo lucro nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati al fine di tutelare e fornire supporto ai Medici Fiscali Inps. In particolare, l'Associazione si propone di rappresentare e tutelare gli interessi economici e morali di categoria dei Medici Fiscali Inps; informare le istituzioni delle problematiche di categoria e promuovere il raggiungimento di soluzioni soddisfacenti per gli interessati; assistere gli associati nelle questioni riguardanti il loro interesse collettivo, stipulare convenzioni e/o accordi con aziende, enti pubblici e privati, persone fisiche e/o qualsiasi soggetto, al fine di far ottenere ai propri associati vantaggi e/o agevolazioni relativi alla loro attività; assistere e tutelare gli associati per il riconoscimento e la valorizzazione delle loro attività; offrire servizi di tutela legale e di conformità alla normativa applicabile. Per la realizzazione di tali scopi l'Associazione puo, tra l'altro: assumere ed incentivare iniziative di interesse comune; promuovere iniziative per la valorizzazione della categoria anche attraverso accordi con aziende ed enti pubblici e privati che possano valorizzare i beni ed i servizi degli associati; rappresentare la categoria, ogniqualvolta si renda necessario ed in qualsiasi contesto ove la presenza e l'apporto dell'Associazione sia utile, necessaria e/o conseguente per il raggiungimento degli scopi sopra evidenziati; promuovere e organizzare corsi di formazione e aggiornamento professionale; organizzare incontri per l'approfondimento di problematiche della categoria nell'intento di trovare delle soluzioni comuni e condivise; svolgere tutte le attività utili al raggiungimento dei fini istituzionali.
L'Associazione non discrimina in base al sesso, alla religione, alla razza, alle condizioni socio-economiche.
Inoltre, l'Associazione provvederà a promuovere le attività svolte da essa, collaborando se necessario con enti pubblici e privati per la realizzazione di iniziative e progettualità condivise, nonché a organizzare ogni altra attività coerente con le finalità istituzionali, compreso un eventuale rinnovo ACN.
Se volete saperne di più
tel 3888771167,
mail: Rossella.cascetta@libero.it.
L'iscrizione è gratuita.
Il modulo per l iscrizione verrà inviato a chi lo richiede via mail o whatsapp.
Vi ringrazio, dott RCascetta, presidente, MF Inps Perugia "
Specialità mediche, dalla virologia alla radioterapia ecco quelle a rischio estinzione
(da Doctor33) Nonostante l'epoca di emergenze infettive, i medici che vogliono diventare microbiologi o virologi sono sempre di meno. Quest’anno solo 13 borse di specializzazione sono state coperte, lasciandone ben 104 non sono state assegnate. Ma la virologia non è l’unica branca a rischio carenza. Secondo i dati forniti all'Adnkronos Salute dal sindacato dei medici ospedalieri Anaao, anche l'emergenza urgenza è a rischio. Sono 716 le borse non attribuite contro 304 andate a buon fine. “Non posso immaginare un futuro senza anatomo-patologi o radioterapisti. Per questo in Finanziaria ci sono aumenti per il trattamento economico delle borse di specializzazione oggi meno attrattive, fra cui Anatomia patologica, Anestesia e Rianimazione, Terapia intensiva e del dolore, Medicina e Cure Palliative, Radioterapia", ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo al XXVI Congresso nazionale dell'Associazione italiana oncologia medica.
In totale, sono 12 le specialità mediche per le quali i posti delle scuole di specializzazione programmati sono rimasti in maggioranza vuoti, con almeno il 50% delle borse non assegnate. Branche che andranno incontro a forti carenze al limite dell'estinzione. Nell'elenco a forte rischio carenza appaiono poi 'Patologia clinica e biochimica clinica' (46 assegnate contro 263 rimaste vuote); Farmacologia e tossicologia clinica (20 assegnate 99 no); Radioterapia (31 assegnate 139 no); Medicina di comunità e cure primarie (25 contro 94); Medicina e cure palliative (37 contro 133): Statistica sanitaria e biometria (13 conto 37); Medicina nucleare ( 25 contro 68); Anatomia patologica (89 contro 99); Chirurgia toracica (43 contro 46); Nefrologia (167 contro 189).
"Davanti a questi dati incontrovertibili - spiega all'Adnkronos Salute Giammaria Liuzzi, responsabile nazionale Anaao giovani - l'unica soluzione è riformare la formazione medica, archiviando l'impianto attuale con un contratto di formazione-lavoro, istituendo i learning hospital, con specializzandi che hanno i diritti e i doveri dei dirigenti medici in un contratto incardinato all'interno del contratto nazionale, con retribuzione e responsabilità crescenti e con l'abolizione delle incompatibilità. Una soluzione che 'stranamente' non comporta un aumento di spesa perché abolirebbe non il numero chiuso ma la figura dei gettonisti, costati all'erario pubblico ben 1,7 miliardi di euro dal 2019 al 2023", conclude Liuzzi.
Obesità: una malattia sempre più “giovane”, più 1,6 milioni di adulti in 20 anni in Italia
Secondo i dati Istat, nel 2023 il numero di persone con obesità ha registrato un incremento del 38 per cento rispetto al 2003, dove a pesare è soprattutto il notevole aumento registrato tra i giovani adulti. I dati dell’Istituto nazionale di statistica fotografano la situazione attuale del fenomeno sovrappeso e obesità nel nostro Paese e sono alla base del confronto che si è tenuto durante il sesto Italian Obesity Barometer Summit tra Istituzioni, esperti, società scientifiche e associazioni pazienti Leggi L'articolo completo al LINK
Alcol e aritmie cardiache: la sindrome da “holiday heart” nei giovani
(da M.D.Digital) Un'eccessiva assunzione acuta di alcol può causare la sindrome dell' "Holiday Heart", caratterizzata da aritmie cardiache tra cui la fibrillazione atriale. I dati a riguardo in letteratura sono scarsi, ma recentemente, uno studio ha indagato in modo prospettico il decorso temporale delle aritmie cardiache che si verificano dopo un binge di alcol nei giovani adulti. Sono stati arruolati in totale 202 volontari che pianificavano un consumo acuto di alcol con concentrazioni di alcol nel respiro (Bac) di picco previste di ?1.2 g/kg. Lo studio comprendeva un monitoraggio elettrocardiografico (Ecg) di 48 ore che comprendeva l'Ecg di base (ora 0), il "periodo di bevuta" (ore 1-5), il "periodo di recupero" (ore 6-19) e due periodi di controllo corrispondenti rispettivamente a 24 ore dopo il "periodo di bevuta" e il "periodo di recupero". L'assunzione acuta di alcol è stata monitorata tramite misurazioni del Bac durante il "periodo di bevuta". Gli Ecg sono stati analizzati per la frequenza cardiaca media, la tachicardia atriale, i complessi atriali prematuri (Pac), i complessi ventricolari prematuri (Pvc) e le misure di variabilità della frequenza cardiaca (Hrv). I dati hanno rivelato un aumento della frequenza cardiaca e un eccesso di tachicardie atriali con l'aumento dell'assunzione di alcol. L'analisi HRV ha indicato una modulazione autonoma con attivazione simpatica durante il consumo di alcol e il successivo "periodo di recupero", seguito da una predominanza parasimpatica in seguito. I Pac si sono verificati significativamente più frequentemente nei "periodi di controllo", mentre i Pvc erano più frequenti nel "periodo di consumo di alcol". Dieci partecipanti hanno sperimentato episodi aritmici notevoli, tra cui fibrillazione atriale e tachicardie ventricolari, principalmente durante il "periodo di recupero". Lo studio dimostra l'impatto del binge drinking sulle alterazioni della frequenza cardiaca e sull'aumento delle tachicardie atriali durante il "periodo di bevute" e l'insorgenza di aritmie clinicamente rilevanti durante il "periodo di recupero", sottolineando la sindrome "Holiday Heart" come un problema di salute.
(Brunner et al. https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehae695)
Rischio di depressione tra le persone esposte all’inquinamento dell’aria interna alle abitazioni
(da Univadis) Come indicato nel rapporto 2019 Global Burden of Disease, l'inquinamento atmosferico è uno dei principali fattori che contribuiscono all'onere globale delle malattie con 6,70 milioni di decessi, pari al 12% della mortalità totale, attribuibili all'inquinamento atmosferico esterno e interno. Una meta-analisi (12 studi; >61.000 partecipanti) ha mostrato un aumento significativo del 22% del rischio di depressione con l'esposizione all'inquinamento atmosferico indoor (rapporto di rischio [RR] 1,22 [1,13-1,31]; p<0,00001; I2=75%). Inoltre, lo studio ha riportato che l'esposizione a inquinanti atmosferici interni come i combustibili solidi era associata a un rischio significativamente maggiore del 20% di depressione (RR 1,20 [1,13-1,26]; I2=62%), mentre l'esposizione al fumo passivo non era significativamente associata alla depressione (RR 1,11 [0,87-1,41]; I2=80%).
(Zhang X, Ding L, Yang F, et al. Association between indoor air pollution and depression: a systematic review and meta-analysis of cohort studies. BMJ Open. 2024;14(5):e075105. doi:10.1136/bmjopen-2023-075105 )
Medici di famiglia e infermieri insufficienti da anni. Le principali criticità per Istat
(da Doctor33) "La dotazione e l'invecchiamento del personale medico rappresentano criticità per il comparto della sanità, anche alla luce del futuro aumento della domanda di cure dovuto alla dinamica della popolazione". In particolare, sono i medici di medicina generale e gli infermieri le categorie che destano "maggiori preoccupazioni per le prospettive future". È quanto si legge in un passaggio della relazione del presidente dell'Istat, Francesco Maria Chelli, sentito in audizione in Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla Manovra. Nel 2022, ultimo anno per cui i dati sono disponibili, la dotazione complessiva di medici (generici e specialisti) in Italia è stata pari a 4,2 camici bianchi per mille abitanti, 0,2 punti in più rispetto al 2019. I medici specialisti costituiscono l'81% circa dei medici totali: nel 2022 sono 3,3 ogni mille residenti, 0,3 punti in più rispetto al 2019. Mentre i medici di medicina generale (Mmg) sono solo 6,7 per 10 mila abitanti e rappresentano il 15,7% dei medici totali.
Le preoccupazioni relative a questa categoria, sono motivate dal fatto che i medici di medicina generale sono caratterizzati "da una struttura" che è spostata verso le "età prossime al pensionamento (sulla base dei dati Iqvia si stima che circa il 77% abbia 55 anni e più), da un trend decrescente (il numero è diminuito di oltre 6mila in 10 anni, da 45.437 nel 2012 a 39.366 nel 2022) e da un incremento significativo degli assistiti pro capite (da 1.156 nel 2012 a 1.301 nel 2022)", il che si traduce in un "forte aumento della percentuale di Mmg con più di 1.500 assistiti (in crescita dal 27,3% al 47,7% nell'arco di un decennio)". La dotazione è più bassa nelle regioni del Nord. Sulla quota di mmg con più di 1.500 assistiti, in particolare, si osserva una forbice amplissima, dal 71,0% in Lombardia al 22,4% in Sicilia.
Per quel che riguarda il personale infermieristico, "il numero è da molti anni ritenuto insufficiente rispetto ai bisogni di salute della popolazione", rileva l'Istat. La dotazione nel 2022 è pari a 6,8 per mille abitanti, 0,4 punti in più rispetto al 2019. Tra le regioni si osserva un ampio divario, con una dotazione particolarmente bassa pari a 5,7 infermieri e ostetriche per mille residenti in Lombardia, Campania e Calabria e a 6 in Sicilia, mentre tassi significativamente più elevati si registrano in Molise (8,8), nelle province autonome di Bolzano e Trento (8,3), in Liguria (8,1) e in Umbria (8,0).
INPS: AVVISO PUBBLICO DI REPERIMENTO DI 15 MEDICI CUI CONFERIRE INCARICHI INDIVIDUALI CON CONTRATTO DI LAVORO AUTONOMO PER LO SVOLGIMENTO DI PRESTAZIONI LIBERO PROFESSIONALI FINALIZZATE ALL’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ MEDICO – LEGALI PRESSO LE STRUTTURE DELLA DIREIONE REGIONALE EMILIA-ROMAGNA
Bando per il reclutamento medici INPS (extra concorso ed extra ACN) finalizzato all’avvio della sperimentazione SCADENZA 29/11/2024
AVVISO MEDICI ESTERNI EXTRA ACN - EMILIA ROMAGNA.firmato
Modello di domanda
Schema di contratto
Giornata della Trasparenza
Il giorno 19 novembre p.v.
presso la Sala Riunioni dell’Ordine, Viale Italia n.153, scala C, primo piano
si terrà la "Giornata della Trasparenza 2024", in occasione dell’Assemblea ordinaria.
Relatore: Dott.ssa Veronica Pasini,
Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.
La Tbc principale minaccia infettiva, 8,2 milioni di casi nel 2023
(da DottNet) Circa 8,2 milioni di persone hanno ricevuto una diagnosi di tubercolosi nel 2023, il numero più alto registrato dal 1995 a oggi. Il numero vede un notevole aumento rispetto ai 7,5 milioni segnalati nel 2022 e "pone nuovamente la Tbc come principale malattia infettiva potenzialmente mortale nel 2023, superando il Covid-19". Emerge dal 'Global Tuberculosis Report 2024' dell'Organizzazione mondiale della sanità, che evidenzia però anche la diminuzione dei decessi causati da questa malattia, passati da 1,32 milioni nel 2022 a 1,25 milioni nel 2023.
Cambiamenti climatici, dalla Dengue al caldo estremo in aumento le minacce per la salute
(da Doctor33) Le minacce per la salute causate dai cambiamenti climatici hanno raggiunto "livelli record". A lanciare l'allarme è la rivista 'The Lancet' sulla base dei risultati emersi dall'ottavo rapporto globale 'Lancet Countdown on Health and Climate Change'. Dati che spingono gli esperti a chiedere che i migliaia di miliardi di dollari spesi in combustibili fossili vengano reindirizzati alla protezione della salute, della vita e dei mezzi di sussistenza delle persone. Il rapporto rileva che in ogni Paese le persone affrontano minacce senza precedenti alla salute e alla sopravvivenza a causa del rapido cambiamento climatico. E 10 indicatori su 15 che monitorano questo fenomeno hanno raggiunto livelli preoccupanti.
Nel 2023, le persone sono state esposte, in media, a 50 giorni in più di temperature pericolose per la salute rispetto a quanto sarebbe accaduto senza cambiamenti climatici. La siccità estrema ha colpito il 48% della superficie terrestre globale, il secondo livello più alto mai registrato, e la maggiore frequenza di ondate di calore e siccità ha interessato 151 milioni di persone in più, che hanno sperimentato un'insicurezza alimentare moderata o grave rispetto a quanto avveniva annualmente tra il 1981 e il 2010. Gli autori del report evidenziano come i governi e le aziende continuino ad 'alimentare il fuoco' del climate change con investimenti persistenti nei combustibili fossili, emissioni di gas serra legate all'energia ai massimi storici e anni di ritardi nell'adattamento, che stanno riducendo le possibilità di sopravvivenza delle persone in tutto il mondo.
Quelli dell'ultimo report sono "i risultati più preoccupanti mai ottenuti nei nostri 8 anni di monitoraggio", avverte Marina Romanello, direttore esecutivo di The Lancet Countdown all'University College di Londra. "Ancora una volta, l'anno scorso sono stati battuti i record sui cambiamenti climatici, con ondate di calore estreme, eventi meteorologici mortali e incendi devastanti che hanno colpito persone in tutto il mondo. Nessuna persona o economia sul pianeta è immune dalle minacce per la salute derivanti dal cambiamento climatico".
Èaumentata anche l'idoneità climatica alla diffusione di malattie infettive mortali trasmesse dalle zanzare. Ad esempio, il rischio di trasmissione della Dengue da parte delle zanzare Aedes albopictus è aumentato del 46% e dell'Aedes aegypti dell'11% nell'ultimo decennio (2014-2023) rispetto al 1951-1960. Nel 2023 è stato segnalato un record storico di oltre 5 milioni di casi di dengue in oltre 80 paesi/territori.
Il rapporto sottolinea che le risorse finanziarie per raggiungere zero emissioni nette e garantire un futuro sano ci sarebbero. Eppure, governi e aziende li stanno spendendo in modi che stanno peggiorando il cambiamento climatico, denaro che potrebbe essere reindirizzato verso energia pulita e rinnovabile e attività che giovano alla salute, ai mezzi di sussistenza e al benessere delle persone. Gli autori sostengono che i risultati devono imporre una trasformazione globale dei sistemi finanziari incentrata sulla salute, spostando le risorse dall'economia basata sui combustibili fossili verso un futuro a zero emissioni, che porterà rapidi benefici economici e sanitari attraverso un migliore accesso all'energia e alla sicurezza, aria e acqua più pulite, diete e stili di vita più sani e opportunità di lavoro più sostenibili.
Il genere influisce sui gusti a tavola: uomini attratti da carni rosse e spuntini notturni
(da Nuitrienti e Supplementi - riproduzione parziale) Il genere detta le preferenze a tavola che, a loro volta, possono influenzare la salute sessuale maschile. Questo quanto ribadito di recente a Milano nel corso di un workshop su nutrizione e benessere maschile organizzato dalla Società italiana di andrologia (Sia).
“Sempre più numerose evidenze scientifiche mostrano che le preferenze alimentari sono fortemente influenzate dal genere”, spiega Alessandro Palmieri, presidente Sia “Gli uomini sono più propensi a consumare cibi ricchi di grassi, carni rosse o lavorate, come insaccati industriali o artigianali, probabilmente perché il testosterone attiva un sistema che è quello della dopamina, un neurotrasmettitore cerebrale che genera una maggiore sensazione di forza e aggressività. Tuttavia, cedere a queste inclinazioni, dettate in parte dalla biologia e in parte dalla cultura, può avere un impatto sulla salute maschile, esponendo gli uomini a un maggior rischio di sviluppare una serie di condizioni che possono minare la sfera intima. La dieta è infatti strettamente legata alla salute sessuale maschile”.
Su questo fronte, uno studio condotto dall’Università telematica San Raffaele Roma e dall’Irccs San Raffaele Roma, recentemente pubblicato sulla rivista 'Frontiers in Nutrition', ha dimostrato che gli uomini sono attratti dalla carne rossa e lavorata, e tendono a mangiare di più in orari sfasati, velocemente e fuori casa. Tutte inclinazioni che possono avere un impatto sulla salute maschile più in generale e, in particolare, su quella sessuale: cattive abitudini alimentari, oltre ad aumentare il rischio di sviluppare una serie di condizioni, come obesità e problemi cardiovascolari, possono infatti compromettere le relazioni intime.
Al contrario, secondo uno studio della New York University Grossman School of Medicine e della Harvard TH Chan School of Public Health, pubblicato sulla rivista 'Cancer', una dieta a base di vegetali riduce il rischio di disfunzione erettile, anche negli uomini più vulnerabili a causa di un tumore alla prostata. Lo studio, condotto su oltre 3.500 uomini con una diagnosi di tumore alla prostata, ha dimostrato che una dieta più ricca di frutta e verdura è legata a punteggi dall'8 all'11% più alti nelle misure di salute e funzione sessuale rispetto a quelli ottenuti dagli individui che seguono una dieta con maggior prevalenza di carni rosse e latticini. Allo stesso modo, i risultati dello studio hanno rivelato punteggi migliori fino al 13% relativi alla salute ormonale, che valuta sintomi come bassa energia e depressione.
Anche il momento della giornata in cui il cibo viene assunto può avere ripercussioni metaboliche negative. “Gli uomini tendono a essere late eaters, cioè mangiatori notturni, quando i livelli di cortisolo sono più bassi”, conferma Palmieri. “Ciò comporta orari sfasati con quello biologico e un rischio maggiore di sviluppare obesità. Proprio come per il più noto ciclo sonno-veglia, che viene gestito dall’orologio biologico situato nell’ipotalamo, anche gli altri ritmi, tra cui la fame, vengono stabiliti da un orologio interno scandito dai cambiamenti del metabolismo che intervengono nel corso della giornata. Ecco perché per mantenere un peso normale è importante sincronizzare il momento in cui assumiamo i pasti con il nostro timer interno, concentrando il consumo dei cibi nella prima parte della giornata quando i livelli di cortisolo sono più alti ed è maggiore la richiesta energetica quotidiana”, conclude il presidente Sia.