Tassi in calo per i mutui accessibili Enpam 2024

(da Enpam.it)   L’Enpam dopo aver inaugurato i nuovi prestiti d’onore, ha aperto anche il nuovo bando per tornare ad assegnare mutui ipotecari per l’acquisto della prima casa o dello studio professionale. La novità di quest’anno sono i tassi d’interesse in diminuzione rispetto al 2023, non solo per le mutate condizioni finanziarie globali, ma soprattutto per un taglio sostanzioso dello spread applicato dall’Enpam. ACCESSIBILITÁ    Il nuovo bando mutui 2024 è rivolto a tutta la platea di iscritti alla Fondazione. Medici, dentisti e persino studenti universitari, possono chiederne uno per acquistare o ristrutturare una prima casa o il proprio studio professionale, oppure sostituire un mutuo già esistente. Si tratta di una grande opportunità soprattutto per i giovani che, per condizioni patrimoniali o di reddito, non potrebbero accedere ai normali mutui bancari non avendo garanzie sufficienti da presentare.  “La casa non è solo il primo luogo di cura, come da medici diciamo per i pazienti, ma è anche il primo luogo di cittadinanza – commenta il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti –. Credo quindi che dare ai professionisti la possibilità di comprare la prima casa in Italia significhi ancorarli al Paese in cui vivono”. REQUISITI    I requisiti principali per fare richiesta di un mutuo Enpam consistono nell’avere almeno un anno di anzianità d’iscrizione, essere in regola con i contributi e non avere altri finanziamenti in corso con la Fondazione. Dal punto di vista economico viene valutato il reddito medio degli ultimi tre anni dell’intero nucleo familiare, con condizioni di particolare favore per gli iscritti ai corsi di formazione in medicina generale e alle scuole di specializzazione. PROCEDURA    Si può fare richiesta tramite l'area riservata del sito Enpam.it dalle ore 12 di oggi 28 giugno fino alle ore 12 del 30 settembre 2024. Le domande ritenute idonee saranno istruite e processate secondo l’ordine cronologico di presentazione, cioè senza aspettare la chiusura del bando, fino all’esaurimento degli stanziamenti. L’esito della domanda viene comunicato entro 60 giorni lavorativi dalla data della sua presentazione. Tutti i dettagli sui mutui per prima casa e studio professionale sono consultabili su   https://www.enpam.it/comefareper/accedere-al-credito-agevolato/mutui/

Prestiti d’onore fino a 120mila euro per camici bianchi under 35

(da Enpam.it)  L’Enpam ha dato il via libera al bando che per la prima volta introduce il prestito d’onore a favore dei propri iscritti under 35.  Il bando mette a disposizione di giovani medici e odontoiatri fino a 120mila euro per impiantare il primo studio professionale. Invece i laureati in odontoiatria o in medicina che intendono perfezionare la propria formazione potranno richiedere fino a 25mila euro. Infine, gli studenti del quinto e sesto anno dei corsi di laurea in medicina e di odontoiatria con meno di 30 anni, potranno ottenere un piccolo prestito d’onore, tra 5 e 10mila euro, funzionale al completamento del proprio percorso accademico.  Per tutti i richiedenti, l’Enpam si farà carico degli interessi passivi dei finanziamenti e delle spese d’istruttoria. I professionisti potranno inoltre beneficiare della garanzia del fondo Pmi, sottosezione Enpam-Cdp. “Con questa iniziativa intendiamo fornire un supporto concreto a tutti quei giovani medici e odontoiatri che, per ragioni strettamente economiche, legate a situazioni familiari non propriamente agiate, avrebbero difficoltà ad avviare il proprio percorso da liberi professionisti – sottolinea Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam -. Il nostro prestito d’onore, che presenta condizioni particolarmente agevolate, permetterà in sostanza a tutti i futuri camici bianchi di partire economicamente alla pari nella costruzione del proprio futuro professionale” conclude Oliveti. I prestiti verranno concretamente concessi da Banco Bpm o dalla Banca Popolare di Sondrio, i due istituti di credito che si sono aggiudicati il bando per l’affidamento dei servizi bancari per l’Enpam. I giovani camici bianchi che richiederanno fino a 120mila euro potranno restituirli in 60 mesi, dopo un periodo di preammortamento di 12 mesi. Per le altre due categorie di soggetti interessati, cioè studenti e laureati in formazione, il piano di rientro è fissato invece in 48 mesi, dopo 30 mesi di preammortamento. L’Enpam si accollerà gli interessi fino a un tetto massimo, ma una delle due banche ha già fatto sapere che non eccederà questo limite, consentendo quindi agli iscritti di non pagare nulla nella fase di preammortamento. Tra i requisiti fondamentali per accedere al prestito d’onore c’è quello di essere in regola con i contributi previdenziali. Le domande potranno essere presentate tramite l'area riservata del sito Enpam.it dalle ore 12 del 28 giugno fino alle 12 del 15 ottobre. Le risposte arriveranno entro i 60 giorni successivi alla scadenza. Tutti i dettagli sul bando relativo ai prestiti d’onore sono consultabili su  https://www.enpam.it/comefareper/accedere-al-credito-agevolato/prestito-donore/.

Salute pubblica, 1, 8 miliardi di persone a rischio per scarsa attività fisica. L’allerta Oms

(da Doctor33)   I dati di un nuovo studio, condotto da un team di ricercatori coordinati dall’OMS e pubblicato sulla rivista 'The Lancet Global Health', hanno rivelato che quasi un terzo (31%) degli adulti nel mondo, circa 1,8 miliardi di persone, non ha raggiunto i livelli raccomandati di attività fisica nel 2022. Questi risultati indicano una preoccupante tendenza all'inattività fisica tra gli adulti, con un incremento di circa 5 punti percentuali dal 2010 al 2022. Le percentuali più elevate di inattività fisica sono state osservate nella regione dell'Asia Pacifica ad alto reddito (48%) e nell'Asia meridionale (45%), con livelli di inattività nelle altre regioni che variano dal 28% nei paesi occidentali ad alto reddito, con l’Italia che si pone fra i Paesi con il più alto tasso di inattività fisica in Euroa, al 14% in Oceania. Preoccupante è anche il divario tra genere ed età. L'inattività fisica è ancora più comune tra le donne rispetto agli uomini a livello globale, con tassi di inattività del 34% rispetto al 29%. In alcuni paesi, questa differenza può arrivare fino a 20 punti percentuali. Inoltre, le persone oltre i 60 anni sono meno attive rispetto ad altri adulti, sottolineando l'importanza di promuovere l'attività fisica tra gli anziani. Se questa tendenza dovesse continuare, i livelli di inattività potrebbero ulteriormente salire al 35% entro il 2030, mettendo seriamente a rischio l’obbiettivo, fissato dalla stessa OMS, di riduzione della sedentarietà. L'Organizzazione Mondiale raccomanda, infatti, agli adulti di praticare almeno 150 minuti di attività fisica moderata o 75 minuti di attività vigorosa, o equivalenti, ogni settimana. L'inattività fisica aumenta il rischio di malattie cardiovascolari come infarti e ictus, diabete di tipo 2, demenza e tumori come quelli al seno e al colon. Sforzi collettivi basati su partenariati tra governo e attori non governativi e maggiori investimenti in approcci innovativi saranno necessari per raggiungere le persone meno attive e ridurre le disuguaglianze nell'accesso a misure che promuovano e migliorino l'attività fisica. Nonostante i preoccupanti risultati globali, ci sono alcuni segnali di miglioramento in alcuni Paesi. Lo studio ha mostrato che quasi la metà degli Stati del mondo ha registrato miglioramenti negli ultimi dieci anni e 22 sono stati identificati come sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo globale di ridurre l'inattività del 15% entro il 2030. "L'inattività fisica è una minaccia silenziosa per la salute globale, contribuendo in modo significativo al carico delle malattie croniche," ha affermato il Dr. Rüdiger Krech, Direttore del dipartimento per la Promozione della Salute OMS. "Dobbiamo trovare modi innovativi per motivare le persone a essere più attive, considerando fattori come l'età, l'ambiente e il contesto culturale. Rendendo l'attività fisica accessibile, conveniente e piacevole per tutti, possiamo ridurre significativamente il rischio di malattie non trasmissibili e creare una popolazione più sana e produttiva." "Questi nuovi dati evidenziano un'opportunità persa per ridurre il cancro, le malattie cardiache e migliorare il benessere mentale attraverso l'aumento dell'attività fisica", ha dichiarato il Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell'OMS. "Dobbiamo rinnovare il nostro impegno per aumentare i livelli di attività fisica e dare priorità ad azioni audaci, incluse politiche rafforzate e maggiori finanziamenti, per invertire questa preoccupante tendenza." Alla luce di questi risultati, l'OMS sta esortando i paesi a rafforzare l'implementazione delle politiche per promuovere e facilitare l'attività fisica attraverso sport di base, ricreazione attiva e trasporti (camminare, andare in bicicletta e usare i trasporti pubblici), tra le altre misure. "Promuovere l'attività fisica va oltre la promozione della scelta dello stile di vita individuale richiederà un approccio che coinvolga tutta la società e la creazione di ambienti che rendano più facile e sicuro per tutti essere più attivi in modi che trovano piacevoli per trarre i numerosi benefici per la salute dell'attività fisica regolare," ha concluso la Dr.ssa Fiona Bull, Capo dell'Unità per l'Attività Fisica dell'OMS. (https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(24)00150-5/fulltext)  

Scegli online quanto investire (o quanto ricevere) – il riscatto di allineamento

(da Enpam.it)    I medici e gli odontoiatri che svolgono libera professione possono acquistare in tempo reale un aumento di pensione o decidere di investire una somma a scelta nella propria previdenza.   La nuova funzione è disponibile nell'area riservata del sito www.enpam.it ed è collegata al riscatto di allineamento.  Rispetto alle possibilità offerte in passato, il nuovo sistema permette al professionista di specificare la somma a disposizione per l’investimento, vedere subito che vantaggio avrebbe sulla pensione futura, e – in caso di gradimento – poter fare il pagamento anche in tempo reale per far scattare immediatamente la deducibilità fiscale.

È previsto anche il percorso inverso, e cioè la possibilità di specificare l’incremento pensionistico desiderato e di vederne il costo.  Per poter fare domanda è necessario rispettare alcuni requisiti, primo fra tutti l’avere già accumulato 5 anni di contributi Enpam di Quota B. Il riscatto di allineamento comporta benefici pensionistici ma non aggiunge anzianità contributiva. Anche per questo possono chiederlo non solo i medici e i dentisti in attività ma anche i pensionati, purché di età inferiore a 70 anni.

L’adesione alla proposta comporta la scelta di passare alla contribuzione di Quota B con aliquota intera. La deducibilità fiscale del costo di questo riscatto è totale per tutti, salvo per i professionisti con il regime forfettario.  Ulteriori dettagli sono disponibili a https://www.enpam.it/comefareper/aumentare-la-pensione/allineamento-dei-contributi/allineamento-dei-contributi-di-quota-b/

Agevolazioni 104: dal 30 giugno basta il certificato del medico di famiglia

(da DottNet - riproduzione modificata)  Agevolazioni legge 104/92, è in arrivo una rivoluzione: dal 30 giugno basterà il certificato del medico di famiglia. Come si evince dall’articolo 7 del decreto legislativo numero 62 del 3 maggio 2024. "Le persone affette dalle patologie determinanti gravi compromissioni funzionali previste dal decreto di cui all’articolo 12, attestate da certificazione rilasciata da una struttura sanitaria o sociosanitaria pubblica o privata accreditata, accedono, su richiesta dei soggetti di cui all’articolo 6, comma 1, alle prestazioni sociali, sociosanitarie e socioassistenziali individuate ai sensi del comma 2 anche prima della conclusione del procedimento valutativo di base, fatta salva la ripetizione delle prestazioni e dei sostegni in caso di conclusione di tale procedimento con esito negativo o con accertamento indicante una necessità di sostegni di minore intensità rispetto a quanto erogato”.   Questo vuol dire che coloro affetti da patologie gravi e validanti potranno beneficiare delle prestazioni di sostegno senza dover attendere l’esito della valutazione sulla propria condizione da parte della commissione Inps. Per beneficiare delle agevolazioni 104, pertanto, basterà presentare il certificato del medico di famiglia. Ovviamente nel caso in cui il responso della commissione dovesse essere negativo, il soggetto che ha beneficiato indebitamente di una prestazione dovrà provvedere alla relativa restituzione.

Procedimento valutativo di base e accomodamento ragionevole

Al fine di assicurare l’omogeneità delle procedure, il riconoscimento dello stato di disabilità verrà gestito in modo unificato dall’istituto di previdenza. Per avviare il procedimento di valutazione di base è necessario che il soggetto interessato presenti apposita richiesta dopo che il medico di famiglia avrà trasmesso telematicamente un certificato medico.   La valutazione viene svolta da una commissione composta da medici e professionisti sanitari, oltre ad un rappresentante delle associazioni di disabili. Il nuovo decreto, inoltre, ha inoltre introdotto il concetto di accomodamento ragionevole. Ovvero, come spiegato all’articolo 17 del decreto legislativo prima citato: Nei casi in cui l’applicazione delle disposizioni di legge non garantisca alle persone con disabilità il godimento e l’effettivo e tempestivo esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà’ fondamentali, l’accomodamento ragionevole, ai sensi dell’articolo 2 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York il 13 dicembre 2006, individua le misure e gli adattamenti necessari, pertinenti, appropriati e adeguati, che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo al soggetto obbligato“.

Parodontiti. Identificato meccanismo protettivo

(da Quotidiano Sanità)  Un team della Tokyo Medical and Dental University, guidato da Tomoki Nakashima, ha evidenziato che la via interleuchina IL-33/ST2 offre un ruolo protettivo contro la distruzione ossea infiammatoria associata a parodontiti. I risultati dello studio – condotto su modello animale – sono stati pubblicati da 'Nature Communications'.   Le parodontiti sono la principale causa di perdita dei denti e colpiscono quasi un adulto su cinque nel mondo. Nella maggior parte dei casi, questa patologia è dovuta a un’infezione batterica del tessuto attorno ai denti.

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La dipendenza da Internet altera la chimica del cervello nei più giovani

(da DottNet)   I giovani con dipendenza da Internet sperimentano cambiamenti del cervello che potrebbero portare a comportamenti di maggiore dipendenza. Lo suggerisce uno studio pubblicato su 'Plos Mental Health' che ha esaminato 12 ricerche precedenti: hanno coinvolto 237 giovani tra i 10 e i 19 anni, nell'arco di 10 anni, a cui è stata diagnosticata la dipendenza da internet.  

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Possibile associazione tra tatuaggi e linfoma

(da AGI)  La nostra conoscenza sugli effetti a lungo termine dei tatuaggi sulla salute è attualmente scarsa e non c''è molta ricerca in questo settore. Ora un gruppo di ricerca dell''Università di Lund (Svezia) ha studiato l''associazione tra tatuaggi e linfoma. La ricerca è pubblicata su 'EClinical Medicine'. "Abbiamo identificato le persone con diagnosi di linfoma tramite i registri della popolazione. Questi individui sono stati poi abbinati a un gruppo di controllo dello stesso sesso ed età, ma senza linfoma. I partecipanti allo studio hanno risposto a un questionario sui fattori legati allo stile di vita per determinare se erano tatuati o meno", afferma Christel Nielsen, la ricercatrice dell''Università di Lund che ha condotto lo studio. In totale, l''intero studio ha coinvolto 11.905 persone. Di queste, 2.938 persone avevano il linfoma quando avevano tra i 20 ei 60 anni. Tra questi, hanno risposto al questionario 1.398 persone, mentre il numero dei partecipanti al gruppo di controllo è stato di 4.193. Nel gruppo con linfoma, il 21% era tatuato (289 individui), mentre il 18% era tatuato nel gruppo di controllo senza diagnosi di linfoma (735 individui). "Dopo aver preso in considerazione altri fattori rilevanti, come il fumo e l''età, abbiamo scoperto che il rischio di sviluppare linfoma era più alto del 21% tra coloro che si erano tatuati. È importante ricordare che il linfoma è una malattia rara e che i nostri risultati si applicano a livello di gruppo. I risultati devono ora essere verificati e approfonditi in altri studi e tale ricerca è in corso", afferma Christel Nielsen.

Case di comunità, ecco standard operativi e carichi di lavoro per i medici

(da Doctor33)   L’attività chiesta alle case di comunità si rivela. In un documento co-firmato con i sindacati della medicina generale e gli ordini di medici, farmacisti, infermieri, Agenas indica compiti, strumenti e personale delle case “hub”. Tutto, partendo da una stratificazione della popolazione. Alle “case hub” afferiranno 34,3 milioni di italiani “apparentemente sani” (57% dei residenti) e 23,5 milioni di cronici non complessi (39%), che in qualche caso potranno fruire di assistenza domiciliare di 1° livello o in ospedale di comunità; invece, per 2,5 milioni di cronici complessi si profilano modelli a più alta intensità di cure (hospice, Adi 1° e 2° livello). Il testo lascia perdere ospedali di comunità, centrali operative territoriali ed altri istituti previsti nel DM 77 di riforma dell’assistenza territoriale da cui origina, e si sofferma su Case “hub”, Adi e telemedicina. La Casa hub - La proporzione è di una ogni 50 mila abitanti, due per distretto Asl. Ogni casa hub dovrà avere punto unico di accesso (PUA), medici di famiglia, infermieri, specialisti, punto prelievi, diagnostica di base, Cup, telemedicina. Nel PUA, aperto dalle 8 alle 18 per 6 giorni su 7, il cittadino trova accoglienza, orientamento e una prima valutazione dei suoi bisogni sociosanitari grazie al “medico del ruolo unico di assistenza primaria”, all’infermiere di famiglia/comunità (Ifoc), all’assistente sociale. Trova poi servizi specialistici ambulatoriali di 1° e 2° livello per patologie ad elevata prevalenza, tra cui cardiologia, pneumologia, neurologia, diabetologia, oncologia, geriatria, internistica. Ci sarà sempre un punto prelievi: i campioni potranno essere analizzati da un laboratorio collegato alla CdC hub o ci si potrà appoggiare ad un Point of Care Testing (PoCT) esterno, qualitativamente controllato. Alle prestazioni della CdC hub accederanno con priorità i pazienti cronici ed i cittadini del distretto Asl di riferimento. In ogni CdC hub sarà attivo un sistema di prenotazione collegato al CUP dell’Asl. Sarà creato un contatto con le associazioni di pazienti e di aiuto ai fragili. Il personale – Secondo il DM 77, nella casa di comunità “grande” orbitano 30-35 tra medici di famiglia e pediatri e da 7 ad 11 infermieri garantendo presenza 7 giorni su 7 nelle 24 ore inclusa la continuità assistenziale. Nella casa “spoke” formata dai mmg delle aggregazioni funzionali territoriali invece l’apertura è prevista 6 giorni su 7, da lunedì a sabato, minimo 12 ore al giorno. Nel nuovo testo, si confermano i contingenti e in particolare la presenza di medici “del ruolo unico di assistenza primaria” con operatività H24. La casa “hub” può anche ospitare forme associative o studi singoli di medici di famiglia. I medici di assistenza primaria afferenti alle CdC, appartenenti alle aggregazioni funzionali territoriali di riferimento, saranno collegati tra loro e con la CdC hub, condividendo sistemi applicativi informatici così da scambiare informazioni di diagnosi e cura. Sarà la programmazione regionale ad indicare le ore svolte dai mmg. Nella “casa” ci saranno poi gli infermieri di famiglia-comunità divisi in 3 tipologie: impegnati nelle attività ambulatoriali per i cronici afferenti alla CdC; operativi in attività di triage e di valutazione dei bisogni di salute (inclusi PUA ed unità di valutazione multidimensionali); dedicati all’assistenza a domicilio, in tandem con i medici. Sono previsti poi un assistente sociale del Servizio sanitario, da 5 a 8 unità di supporto (Oss ed amministrativi), e specialisti ambulatoriali “interni e dipendenti in base ai bisogni di salute del territorio”. Altre figure – psicologo e biologo ambulatoriali interni e dipendenti, fisioterapisti – possono essere ricomprese a seconda dei bisogni di paziente e popolazione di riferimento. Assistenza domiciliare - In media, ogni CdC hub assicura assistenza a 48 mila utenti di cui circa 12 mila over 65. Di essi almeno il 10% (1.200 assistiti) sarà assistito a domicilio. I diversi livelli di intensità, complessità e tempestività dei servizi sono individuati dalla Valutazione Multidimensionale che, effettuata dall’Unità di Valutazione-UVM, esita in un Progetto di Assistenza Individuale (PAI) inclusivo, ove necessario, di Piano di Riabilitazione Individuale (PRI). Condiviso da mmg o pediatra, il PAI include la rivalutazione periodica e detta criteri di chiusura della presa in carico. Il personale va commisurato al tipo di attività erogata. Il servizio di cure domiciliari garantisce la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 telemedicina inclusa. Diagnostica e Telemedicina - Con la casa hub sono in rete i medici di famiglia – single e delle case “spoke”, nonché: Cup Asl, reparti specialistici di ospedali pubblici e privati convenzionati, hospice, Rsa, reti di cure palliative, servizi Asl quali consultori, Sert, salute mentale, igiene e prevenzione. Possono svolgersi in remoto “visite, assistenza, consulti, monitoraggi e persino riabilitazione con sistemi operativi omogenei per ridurre le distanze tra sanitari e paziente”. Come gli ospedali, le CdC dovranno interfacciarsi con le app della Pubblica Amministrazione (da Pago Pa al resto), con il sistema tessera sanitaria, con il fascicolo sanitario, con il portale Sac e quelli regionali, con i software specialistici. In nessuna struttura possono mancare sfigmomanometro digitale, saturimetro, glucometro, bilancia con altimetro per il calcolo del BMI e dotata di impedenzometria, metro sartoriale per la misurazione di BMI e delle anche per la sindrome metabolica, martelletto per riflessi neurologici. I sanitari operanti nelle CdC potranno poi utilizzare elettrocardiografo minimo 12 derivazioni e monitor-defibrillatore. Ma soprattutto, per gestire le patologie a maggior prevalenza, nella casa “hub” sono tassativi: ecografo; elettrocardiografo; event recorder; holter pressorio PA; holter cardiaco; retinoscopio; dermatoscopio; PoCT; OCT; pulsossimetro; spirometro. Il monitoraggio dello stato di implementazione degli standard per lo sviluppo dei servizi citati è assicurato dal Ministero della Salute per il tramite di Agenas. Consulta il documento completo al LINK  

Guardare alberi e giardini in città riduce ansia e stress

(da Quotidiano Sanità)    Una ricerca, condotta utilizzando il tracciamento oculare, ha evidenziato che il semplice osservare gli elementi naturali (ad es. giardini e aree verdi) durante le passeggiate in città offre notevoli benefici alla salute mentale, alleviando l’ansia e aumentando la sensazione di recupero dallo stress. Lo studio, condotto da un team della Bangalor University guidato da Whitney Fleming e da un gruppo del Technion-Israel Institute of Technology, è stato pubblicato da 'People and Nature'.  Nell’indagine sono stati coinvolti 117 residenti in città, che sono stati invitati a fare una passeggiata di 45 minuti indossando occhiali per il tracciamento oculare. Durante la passeggiata, a queste persone è stato chiesto di concentrare lo sguardo su alberi, piante, prati e fiori, sulle strutture create dall’uomo o su entrambi i “paesaggi”. Dai risultati è emerso che l’attenzione sulla natura si associava a miglioramenti di vari parametri di salute mentale, inclusi i livelli di ansia. Lo studio evidenzia, dunque, un forte legame tra l’osservazione degli elementi verdi, in particolare gli alberi, e un aumento della capacità di recupero percepita, suggerendo che anche brevi interazioni con la natura possono fornire benefici per la salute mentale.  “Abbiamo scoperto che gli individui che sono invitati a dirigere lo sguardo più frequentemente verso gli elementi verdi hanno una significativa riduzione dell’ansia, con la vista gli alberi che gioca un particolare ruolo positivo ”, conclude Fleming.

Il fascicolo sanitario 2.0 entro l’anno online con quattro funzionalità

(da IlSole24Ore)    Da strumento meramente amministrativo a contenitore "vivo" di dati clinici, pienamente accessibili, consultabili e scaricabili da cittadini, aziende, medici ed enti di ricerca, nel rispetto della privacy. Il fascicolo sanitario 2.0, che insieme alla telemedicina è la grande scommessa della sanità digitale tracciata nel Pnrr - da cui incassa 1,3 miliardi - entro l'anno dovrebbe mandare a regime i primi quattro servizi base: consultazione di documenti, prenotazione di visite ed esami, scelta e revoca del medico di famiglia, pagamento di ticket attraverso la piattaforma Pago PA o la App IO. E già si pensa a un upgrading, come ha annunciato ieri a Roma il ministro della Salute Orazio Schillaci nella prima delle tre giornate di presentazione del Fse, organizzate dal governo anche a Cernobbio e a Bari. «Entro il 2026 tutte le Regioni dovranno usarlo ed entro il 2030 tutti i cittadini dovranno poter accedere ai propri dati - ha spiegato il ministro-. Intanto è in lavorazione il decreto per il Fse 2.1, arricchito di servizi come i piani terapeutici, la dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti, i certificati di idoneità allo sport». Sulla versione attuale però, dopo i quasi due decenni di quiescenza del fascicolo c'è ancora molto da fare. L'adeguamento tecnologico ha riguardato già oltre mille strutture in Italia (tra ospedali e centri privati) ma su altre migliaia si sta ancora lavorando . Quanto alle Regioni, «le abbiamo prese per mano per accompagnarle nella transizione, anche se molte erano ben avviate e oggi 17 sono a buon punto», ha spiegato il sottosegretario per l'Innovazione Alessio Butti presentando il nuovo logo del Fse 2.0 insieme al collega Marcello Gemmato (Salute). Se a giugno 2023 solo il 23% delle installazioni era stato aggiornato, oggi il dato è al 50% ed entro il mese di luglio tutte le Regioni dovrebbero raggiungere l'adeguamento fissato dal primo step del Pnrr. Tra i prossimi obiettivi macro, dopo il decreto-chiave del 7 settembre 2023 che ha disegnato la fisionomia del Fse 2.0, è in fase di definizione l'ecosistema dei dati sanitari necessario per gestire dati standardizzati a livello nazionale.

“Nel 2030 il primo farmaco che fa ricrescere i denti”, da settembre test sull’uomo

"Nel 2030 il primo farmaco che fa ricrescere i denti", da settembre test sull'uomo (da ADNKronos)  Un'iniezione per restituire i denti a chi li ha persi o non li ha mai avuti. È la promessa dell'azienda giapponese Toregem Biopharma, start-up dell'università di Kyoto, nata 4 anni fa. Sta sviluppando un farmaco anticorpale descritto come «il primo al mondo per la ricrescita dei denti» e da settembre comincerà a testarlo sull'uomo, dopo i risultati positivi ottenuti sugli animali senza effetti collaterali di rilievo. L'obiettivo dei ricercatori è arrivare sul mercato nel 2030, riporta la testata nipponica 'The Mainichì. Toregem conta di offrire il trattamento a 1,5 milioni di yen (quasi 9mila euro) e di ottenere la copertura assicurativa, riferisce 'Nikkei Asia'. La prima fase della sperimentazione clinica durerà da settembre 2024 ad agosto 2025. La terapia funziona disattivando una proteina chiamata Usag-1, che inibisce la crescita dei denti, e nella fase 1 dei test sull'uomo verrà somministrata endovena a 30 adulti sani di età compresa fra 30 ai 64 anni. Il requisito per l'arruolamento è la mancanza di almeno un dente posteriore. Una volta confermata la sicurezza del farmaco, si passerà alla fase successiva con la somministrazione a bambini dai 2 ai 7 anni ai quali mancano almeno 4 denti dalla nascita. Si stima che la carenza congenita dei denti riguardi circa l'1% della popolazione, mentre circa lo 0,1% soffre di una condizione nota come oligodontia, che consiste nell'assenza di 6 o più denti. La speranza dei ricercatori è riuscire in futuro a «far crescere i denti non solo nelle persone con patologie congenite, ma anche in chi li ha persi a causa di carie o lesioni». Il medicinale è frutto degli studi di Katsu Takahashi presso il Dipartimento di Chirurgia orale e maxillo-facciale della Kyoto University. Co-fondatore di Toregem e direttore del Dipartimento di Odontoiatria e Chirurgia orale del Kitano Hospital di Osaka, lo scienziato dichiara: «Vogliamo fare qualcosa per aiutare coloro che soffrono di perdita o assenza di denti. Sebbene finora non sia disponibile una cura permanente, crediamo che le aspettative delle persone» in questo sento «siano elevate». L'intenzione è di soddisfarle.

Mediobanca: l’Italia spende per la sanità pubblica meno dei big europei

(da fimmg.org)   L'Italia spende meno degli altri grandi Paesi europei per la sua sanità pubblica in rapporto al suo prodotto interno lordo. Nel 2022, evidenzia l'Area studi Mediobanca, il nostro Paese ha speso il 6,8% del Pil, alle spalle di Spagna (7,3%), Regno Unito (9,3%), Francia (10,3%) e Germania (10,9%). Nel 2023, prosegue l'analisi, l'Italia si è attestata al 6,3% con la previsione di portarsi al 6,4% nel 2024. In valore assoluto la spesa si è attestata a 131,7 miliardi di euro nel 2022 e, secondo i dati previsionali, scenderà a 131,1 miliardi nel 2023. Nel 2022 il 79% circa del valore complessivo è originato dalle strutture pubbliche e il 21% da quelle accreditate, che nel ventennio 2002-2022 hanno mostrato una crescita superiore a quella dei presidi pubblici (+3,1% contro il 2,5%). «Lo scenario che si prospetta è l'appiattimento dell'incidenza sul Pil della spesa sanitaria pubblica, a fronte di una crescente richiesta di prestazioni per effetto delle dinamiche demografiche» evidenzia Mediobanca, che ricorda come nell'area Ocse l'incidenza degli over 65 sia salita dal 7,6% del 1950 al 18% del 2022, con la previsione di raggiungere il 26,4% nel 2060, e che l'Italia, con il 23,9% di over 65 nel 2022 e una previsione del 33,4% al 2060, sia già sopra la media, alle spalle solo del Giappone (29%).

Divertiamoci anche quest’anno con i medici attori di Cesena

Dopo il successo dell'anno scorso all'Arena Plautina di Sarsina, i colleghi della compagnia 'Dica 33' composta tutta da medici e professionisti sanitari, si esibiranno la sera di Mercoledì 26 Giugno al Chiostro di San Francesco di Cesena. Anche nel 2024 la compagnia porta in scena 'La Locandiera' di Carlo Goldoni, e il ricavato della serata andrà a favore dell’Associazione Romagnola Ricerca Tumori a sostegno dei suoi progetti di prevenzione oncologica. Per le prenotazioni è possibile rivolgersi ad ARRT contattando il 0547 29125, dal lunedì al venerdì, dalle ore 08:30 alle ore 18:30.    Leggi L'articolo completo al LINK https://www.corriereromagna.it/cesena/cesena-la-locandiera-di-goldoni-va-in-scena-per-l-arrt-CG796747

Specializzandi italiani: sfruttati con un super lavoro, utilizzati come tappabuchi e con scarsa formazione

(da DottNet)    L'ultima protesta risale allo scorso settembre, quando gli specializzandi scesero in piazza perché sfruttati, sottopagati e con una formazione carente. Un quadro che appare tuttora invariato, secondo il sondaggio Anaao Assomed, presentato agli Stati Generali della Formazione Specialistica: in servizio prestano fino a 50 ore a settimana, si sentono "tappabuchi" e il 97% chiede una riforma del sistema formativo. Il nuovo sondaggio è stato condotto nel mese di aprile scorso. Il 50% degli specializzandi denuncia di subire orari di lavoro non rispettati, con frequenti superamenti delle 38 ore settimanali previste dal contratto. I turni notturni sono la norma per il 60% degli intervistati, spesso senza adeguati periodi di riposo. Nonostante il lavoro extra, solo il 26% degli specializzandi dichiara di lavorare 38 ore settimanali, mentre per circa il 30% la settimana lavorativa supera le 50 ore. Ma quello che preoccupa ancora di più è lo stato della formazione.     Soltanto il 10% degli specializzandi afferma di svolgere tutte le attività previste dal programma formativo. La qualità della formazione è spesso inadeguata, con il 20% degli intervistati che dichiara di non seguire un programma formativo definito. Gli specializzandi pagano poi tasse universitarie annuali tra i 1.500 e i 2.500 euro, cifre che superano addirittura i 3.000 euro in un caso su 10. Nel corso della manifestazione romana i giovani medici chiesero di aprire una fase riformatrice che archivi l'attuale inquadramento del medico specializzando, fermo al 1999 e lontano anni luce da tutti i suoi colleghi europei,  di inquadrare il medico specializzando come un professionista che si forma anche e soprattutto nei cosiddetti Learning Hospital (Ospedali d'insegnamento non universitari e non solo ammassati in pochi reparti universitari con rapporto giovani medici posti letto 10:1), con la certificazione delle loro competenze come avviene per i dirigenti medici e non attraverso un esame di passaggio annuo che molte volte viene utilizzato come "Spada di Damocle". E ancora di pubblicare in relazione all'attuale concorso di specializzazione, i questionari anonimi di valutazione suddivisi per singola specialità. Ma evidentemente non è cambiato molto.  
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