Le donne trascurano il loro cuore
(da DottNet) Le donne trascurano il loro cuore, che pure puo' tradirle. Le malattie cardiovascolari sono infatti ancora la prima causa di morte. ''Ma le donne temono più' i tumori e tendono ad ignorare il rischio cardiologico. Si allarmano meno degli uomini e arrivano con più ritardo in ospedale anche in caso di infarto''. A ricordarlo Savina Nodari, cardiologa degli Spedali Civili di Brescia, intervenendo alla presentazione, a Matera, della campagna per la gestione dell' infarto, 'Ogni minuto conta', realizzata da 'Il cuore siamo noi - Fondazione Italiana cuore'' con il patrocinio della Società Italiana di cardiologia. ''La consapevolezza femminile di potere essere vittime di infarto o cardiopatia ischemica - ricorda la cardiologa - resta ancora molto scarsa. E ancora le donne considerano l' infarto un problema più' maschile. Purtroppo spesso anche i medici di famiglia e i ginecologi non hanno sufficiente attenzione al rischio cardiaco. In particolare nelle donne giovani con menopausa precoce'', dice Nodari. A tutto questo si aggiunge che spesso i sintomi nelle donne possono essere diversi. ''In ogni caso, pero', non bisogna mai trascurare un senso di oppressione, e disagio che puo' essere accompagnato anche da aritmie''. E in generale ''e' fondamentale la prevenzione, che significa anche calcolo del rischio cardiologico, non trascurando la storia familiare. E uno stile di vita sano. Sempre. Ma in particolare nella peri menopausa: controllare il peso, evitare il fumo, fare movimento regolare'', conclude la cardiologa.
Come controllare la propria situazione crediti ECM sul sito COGEAPS
(da Odontoiatria33) Stando alle comunicazioni ufficiali della FNOMCeO il tempo di verifica sui crediti ECM raccolti da parte degli iscritti dovrebbe partire dal gennaio 2020. In una recente nota inviata dal presidente FNOMCeO Filippo Anelli a OMCeo e CAO si invitano gli Ordini ed incentivare che gli iscritti raccolgano il numero di crediti ECM necessari entro la fine del triennio, dicembre 2018. Ma come fare per conoscere la propria situazione? L’iscritto può verificare la propria posizione ECM, collegandosi alla area riservata COGEAPS e registrandosi, qualora non lo avessero già fatto a questo link. http://application.cogeaps.it/cogeaps/login.ot FNOMCeO che ricorda che nell’area riservata è consentito inserire l’eventuale documentazione mancante che sia in possesso del professionista, entrando su “Partecipazione ECM” e successivamente su “Crediti mancanti”, dalla cui schermata si potranno inserire i singoli eventi formativi, allegando l’autocertificazione accompagnata alla scansione del documento di riconoscimento e l’attestato in possesso. Sito COGEAPS che non sarebbe facilmente consultabile. Per questo motivo, in seguito a numerose segnalazioni di iscritti circa la difficoltà di contattare il COGEAPS per avere informazioni riguardo alla propria posizione ECM, il Presidente OMCeO MI ha scritto al Consorzio per conoscere quali azioni saranno intraprese per far fronte a questa delicata situazione. “Il Consorzio risponde limitandosi a sottolineare le criticità organizzative, senza segnalare soluzioni”, sottolinea una nota dell’OMCeO Milano. Altra soluzione è rivolgersi direttamente al proprio Ordine provinciale.
Il mancato consenso informato è un danno autonomo rispetto al danno al paziente: la Cassazione stabilisce un doppio risarcimento
Inibitori di pompa protonica e cancro gastrico
(da Univadis) Recenti studi epidemiologici hanno riportato un'associazione significativa tra l'assunzione di IPP a lungo termine e il rischio di cancro gastrico, anche dopo l’eradicazione di Helicobacter pylori. Tuttavia, gli effetti dei IPP sullo sviluppo di condizioni pre-maligne come la gastrite atrofica o la metaplasia intestinale non sono completamente noti, suggerendo la necessità di studi completi e confermativi in futuro. Nel frattempo, diversi studi sperimentali hanno dimostrato gli effetti degli IPP nel ridurre la chemioresistenza nelle cellule di cancro gastrico modulando il microambiente in acuto, la concentrazione extracellulare di cationi (che ha un effetto diretto sull’efficacia) e la proteina STAT3 (trasduttore del segnale e l'attivazione della via di trascrizione 3). Gli effetti inibitori degli IPP sull'attività del gene STAT3 possono superare la resistenza ai farmaci e migliorare l'efficacia degli agenti chemioterapici convenzionali o mirati. Nel loro insieme, gli IPP possono giocare un duplice ruolo, sia positivo sia negativo, nella carcinogenesi gastrica e nel trattamento del cancro gastrico (1). Necessari ulteriori studi Vista la profonda soppressione della produzione di acidi gastrici indotta dagli IPP, vi sono preoccupazioni su un possibile ruolo cancerogeno nel cancro gastrico, a causa di ipergastrinemia indotta, atrofia gastrica e proliferazione batterica nello stomaco. Mentre mancano studi clinici randomizzati per stabilire in modo univoco il nesso di causalità tra uso di IPP a lungo termine e cancro gastrico risultati degli studi osservazionali suggeriscono che gli IPP siano effettivamente associati a un aumentato rischio di cancro gastrico. Tuttavia, le opinioni sul nesso di causalità sono divergenti, perché esistono potenziali fattori confondenti non misurati (o misurabili) nei vari studi (2). Anche dopo l'eradicazione di H. pylori , l'uso a lungo termine di IPP è associato a un rischio di cancro gastrico aumentato di oltre due volte. In conclusione, gli IPP a lungo termine dovrebbero essere usati con giudizio, dopo aver considerato il profilo di rischio individuale, specialmente tra soggetti con una storia d’infezione da H. pylori . Ulteriori studi prospettici ben disegnati sono necessari per confermare il potenziale ruolo degli IPP nel cancro gastrico a seconda dell'istologia gastrica di base e della sua interazione con altri agenti chemiopreventivi come l'aspirina, le statine e la metformina (3).
Joo MK. Proton pump inhibitor: The dual role in gastric cancer. World J Gastroenterol. 2019 May 7;25(17):2058-2070
Wan QY Long-term proton pump inhibitors use and risk of gastric cancer: a meta-analysis of 926 386 participants. Gut. 2019 Apr;68:762-764
Cheung KS et al Long-term use of proton-pump inhibitors and risk of gastric cancer: a review of the current evidence. Therap Adv Gastroenterol. 2019 Mar 11;12:1756284819834511
Ictus, più tempo a disposizione per il trattamento
(da Doctor33) Più tempo a disposizione per il trattamento dell'ictus. Una novità scientifica di cui si è discusso al congresso dell'European Stroke Organisation (ESO) di Milano (22-24 maggio). In alcuni casi infatti la terapia trombolitica può essere somministrata fino a 9 ore dopo la comparsa dei sintomi dell'ictus, mentre oggi si interviene entro 4,5 ore con farmaco trombolitico o entro 6 con trombectomia meccanica al fine di aumentare le possibilità di recupero e limitare le conseguenze disabilitanti causate dall'ictus cerebrale. «L'efficacia della terapia dipende dal tempo. È stato dimostrato che la mortalità, il rischio di emorragie intracraniche e le disabilità permanenti diminuiscono in maniera significativa ogni 15 minuti giocati in anticipo sull'ictus» conferma Danilo Toni, del Policlinico Umberto I di Roma. Nel corso del congresso si è posta l'attenzione sui 7 campi inseriti nel Piano di Azione per l'Ictus in Europa 2018-2030: prevenzione primaria, organizzazione dei servizi, gestione dell'ictus acuto, prevenzione secondaria con follow-up organizzato, riabilitazione, valutazione degli esiti e della qualità dei servizi, la vita dopo l'ictus. Si stima che nell'Unione Europea ci sarà un aumento del 34% del numero totale di eventi cerebrovascolari acuti entro il 2035. In Italia, l'ictus colpisce circa 150.000 persone e le donne sono le più colpite, soprattutto in caso di diabete o di presenza di fattori di rischio, come il fumo. Si calcola che una donna su 5 avrà un ictus nel corso della vita, mentre per gli uomini la proporzione è di uno su sei. Disuguaglianza di genere che si conferma per quanto riguarda l'accesso alle cure, la dimensione organizzativa nel post-ictus, ma anche nell'ambito lavorativo, peggiorando in caso di carriera accademica. Quest'ultimo è un argomento molto sentito dall'Osservatorio Ictus Italia, ma anche dall'ESO che nel 2014 ha eletto la prima Presidente donna della sua storia, Valeria Caso dell'Ospedale Misericordia di Perugia, la quale ha fatto sì che la percentuale di donne aderenti alla società aumentasse dal 31% nel 2014 al 40% nel 2017. Alla luce di tutto questo, è fondamentale fare in modo che ci siano informazioni sull'ictus specifiche per le donne in merito a prevenzione, fattori di rischio modificabili e cure, ma anche che si portino avanti tutte le azioni volte a sensibilizzare la popolazione.
Vaccini: Unicef contro i no vax: “Sfruttano i social per creare pericolosa disinformazione”
(da Quotidiano Sanità) “La disinformazione sui vaccini è pericolosa come una malattia che si diffonde rapidamente e rappresenta una minaccia imminente per la salute pubblica”. È quanto ha dichiarato il direttore esecutivo dell'Unicef Henrietta Fore che ha lanciato in un evento Onu sui vaccini una forte accusa contro i gruppi no vax. “Negli ultimi trent’anni – rileva l’Unicef -, il mondo ha visto miglioramenti significativi nella salute e nel benessere dei bambini, con le vaccinazioni che hanno contribuito a una drastica diminuzione dei decessi sotto i cinque anni. E ora, sull'orlo dell'eradicazione di malattie mortali che colpiscono milioni di bambini, stanno emergendo serie sfide”. L’Unicef rileva come “nonostante le chiare prove del potere dei vaccini per salvare vite e controllare le malattie, milioni di bambini in tutto il mondo continuano a non essere coperti, mettendo a rischio le comunità di essere vittime epidemie mortali. L'accesso alla qualità dell'assistenza sanitaria di base, compresa l'immunizzazione, è fortemente minata da deboli sistemi sanitari, povertà e conflitti”. L'Unicef afferma senza mezzi termini che "i gruppi anti-vaccino hanno sfruttato efficacemente i social media, creando confusione e alimentando paure tra i genitori, potenzialmente minando i progressi nel raggiungere la copertura vaccinale di tutti i bambini". "Le vaccinazioni fanno risparmiare fino a tre milioni di vite ogni anno, ovvero più di cinque vite salvate ogni minuto", ha affermato il capo dell'Unicef Tuttavia, ha osservato che occorre fare di più perché "mancano ancora 20 milioni di bambini".
Salute mentale, presentato rapporto Ministero. In aumento le persone con disturbi psichiatrici
(da Doctor33) Le persone con disturbi psichiatrici assistite dai servizi specialistici nel 2017 sono state poco più di 851.000, in lieve aumento rispetto agli 805.000 del 2016 (quando però mancavano all'appello i pazienti della Val d'Aosta): si tratta nel 53% dei casi di donne e la loro età riflette l'invecchiamento della popolazione generale, con un'ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (67%). E' quanto emerge dal Rapporto sulla Salute Mentale 2017, presentato al Ministro della Salute. Rispetto alla popolazione generale si tratta di 169 persone in cura per 10.000 abitanti in Italia, ma con grandi differenze regionali: si va infatti dal 80 per 10.000 abitanti adulti in Sardegna fino a 230 nella regione Puglia. Nel 2017 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l'anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono stati 335.794. Quanto alle patologie, i disturbi schizofrenici, di personalità, da abuso di sostanze e il ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l'opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare, per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (29 per 10.000 abitanti nei maschi e 48 per 10.000 abitanti nelle femmine). Le prestazioni erogate nel 2017 dai servizi territoriali, secondo il Rapporto del Ministero, sono state quasi 11,5 milioni con una media di 15 prestazioni per utente. Ma complessivamente il 78% degli interventi è effettuato in sede, mentre solo il 7,9% a domicilio.
Diete per vivere 120 anni? ‘Nessuna prova’ per medici anti-bufale
(da AdnKronos Salute) Esistono diete che permettono di vivere fino a 120 anni? Sui giornali e soprattutto in alcune trasmissioni televisive si è parlato molto di una dieta ormai popolare che si inserisce nell’ampio filone delle diete a basso consumo di carboidrati, identificati come causa di molte malattie. "La proposta raccomanda di eliminare i carboidrati e di assumere costosi integratori a base di spezie commercializzati tramite la società Life-120". Ebbene, "nessuna evidenza scientifica assicura di vivere fino a 120 anni seguendo lo stile di vita proposto da questi regimi alimentari". A fare chiarezza è il sito anti-fake news 'dottoremaeveroche' della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), che dedica un articolo al tema. "Va detto che la riconsiderazione del ruolo dei carboidrati nella dieta e la riduzione del loro consumo è una prospettiva interessante su cui, soprattutto negli Stati Uniti, si discute da tempo anche in ambienti scientificamente qualificati. Le perplessità nascono però quando queste indicazioni giungono da persone che non hanno alcuna specifica competenza in materia e, soprattutto, possono avere un interesse personale nel commercializzare i prodotti suggeriti", spiegano i dottori anti-bufale.
Sangue. Sistema autosufficiente ma in sofferenza, mancano medici e i donatori sono sempre più vecchi
Le trasfusioni effettuate durante l’anno sono state quasi 3 milioni e nonostante il calo di donatori in aferesi sono stati raccolti 840mila chilogrammi di plasma, 4mila in più rispetto al 2017. Questi in sintesi i dati del Centro Nazionale Sangue, resi noti oggi al ministero della Salute, in occasione del World Blood Donor Day che si è celebrato il 14 giugno. Presentato il nuovo portale realizzato in collaborazione da ministero e Cns. Leggi l'articolo completo al LINK
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=74894&fr=n
Informazione sanitaria: i presidenti CAO hanno definito le Raccomandazioni, presto la loro divulgazione
(da Odontoiatria33) Non Linee guida come precedentemente ipotizzato ma Raccomandazioni per guidare le CAO provinciali nel valutare la correttezza dei messaggi informativi. Raccomandazioni che saranno raccolte in un documento che la CAO Nazionale elaborerà e presenterà a breve (probabilmente già la prossima settimana), sulla base delle indicazioni ad un documento di base ricevute dai presidenti CAO riuniti in Assemblea lo scorso fine settimana a L’Aquila. “La necessità di elaborare le Raccomandazioni è espressione della funzione di coordinamento attribuita alla CAO Nazionale al fine di assicurare, ove possibile, la corretta e uniforme interpretazione, da parte delle CAO territoriali della disciplina normativa in materia”, spiega il presidente della CAO nazionale, Raffaele Iandolo.
Fnomceo, con aumento posti a Medicina 21 mila laureati fermi tra 5 anni
(da AdnKronos Salute) "Mancano gli specialisti e non i medici. C’è qualcuno nel Governo in grado di spiegare al ministro dell’istruzione Bussetti che gli ospedali chiudono, le liste di attesa si allungano, per la carenza di specialisti? Tra 5 anni ci saranno 21 mila laureati fermi nell'imbuto formativo". Ad affermarlo è Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), che commenta il decreto del Miur, firmato dal ministro Marco Bussetti, che aumenta i posti per l'accesso a Medicina e Odontoiatria. "Soprattutto, chi spiegherà ai 10 mila medici fermi nel limbo prodotto dall’ignavia della politica e in attesa dell’aumento delle borse di specializzazione che i loro sogni, le loro speranze sono state infrante da un ministro della Repubblica che non ha capito che cosa bisognava fare? - aggiunge Anelli - L’aumento del numero di posti per Medicina aumenterà di conseguenza il numero dei medici laureati che rimarranno fermi in quel limbo frutto dell’incapacità politica di trovare soluzioni e renderà vano il meritorio tentativo di aumentare il numero delle borse, così come preannunciato dal ministro Grillo, perché parimenti un altro ministro, il professor Bussetti, sta aumentando il numero dei laureati". "Chiediamo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di intervenire per salvare il nostro servizio sanitario nazionale - conclude - Si utilizzino quelle risorse individuate per aumentare il numero dei posti a medicina per finanziare le borse di specializzazione e della Medicina generale, e si ponga fine a una politica che, inseguendo il consenso effimero, non risolve i reali problemi del Paese".
Due ore nella natura
Come ottenere 6 mesi di assicurazione sanitaria
‘Salutemia’ lancia un prodotto con scadenza 31 dicembre 2019 che, rispetto al piano sanitario integrativo annuale, garantisce una copertura a tariffe quasi dimezzate e massimali invariati. Ai piani sanitari della Società di mutuo soccorso dei medici e degli odontoiatri si può aderire tutto l’anno, ma chi lo fa nel secondo semestre beneficia di una riduzione del 60 per cento del contributo. In questo caso le coperture saranno operative per il periodo che decorre dal 1° del mese successivo a quello di pagamento del contributo, fino al 31 dicembre di quest’anno. Restano confermate la detraibilità dei contributi associativi, la fascia tariffaria per i giovanissimi e la possibilità di godere di prestazioni a tariffe agevolate in strutture convenzionate con UniSalute. Per aderire è necessario compilare il modulo disponibile sul sito www.salutemia.net. Leggi l'articolo completo al LINK
Life120, Anelli (Fnomceo): non si può strumentalizzare scienza per sostenere false speranze
Fascicolo sanitario elettronico e privacy
Miele di Manuka: una risposta all’antibiotico-resistenza?
ono osservazioni preliminari quelle scaturite da una ricerca della Swansea University che, se confermate da un trial clinico attualmente in corso, potrebbero rappresentare una svolta nel trattamento delle infezioni respiratorie da batteri antibiotico-resistenti. Le proprietà antibatteriche del miele di Manuka sono note da tempo, ma questo studio dimostra che, in sinergia con gli antibiotici, è in grado di debellare il 90% dei germi resistenti, obiettivo raggiunto per il 39% dal solo miele e per il 29% dai soli antibiotici Leggi l'articolo completo al LINK
Medicina di genere, cosa cambia con il nuovo Piano nazionale
(da Univadis) Il 13 giugno 2019 è stato firmato dal ministro della Salute Giulia Grillo il decreto con cui viene adottato il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, previsto dall’articolo 3 della Legge 3/2018, approvato in Conferenza Stato-Regioni lo scorso 30 maggio. Si tratta di una data molto importante che pone l’Italia all’avanguardia in Europa nel campo della Medicina di Genere. L’esigenza di questo nuovo punto di vista, da includere in tutte le specialità mediche, nasce dalla crescente consapevolezza delle differenze associate al genere, con il fine ultimo di garantire ad ogni persona, sia uomo che donna, la migliore cura, rafforzando ulteriormente il concetto di “centralità del paziente” e di “personalizzazione delle terapie”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il “genere” come il risultato di criteri costruiti su parametri sociali circa il comportamento, le azioni e i ruoli attribuiti ad un sesso e come elemento portante per la promozione della salute. Pertanto, in base a tali indicazioni, si definisce "medicina di genere" lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Con l’approvazione di tale Piano per la prima volta in Italia viene inserito il concetto di “genere” nella medicina, al fine di garantire in modo omogeneo sul territorio nazionale la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale. Nell’era della medicina personalizzata risulta quanto mai importante, anzi direi indispensabile, tenere conto delle numerose differenze osservate tra uomini e donne. Il Piano è nato dall’impegno congiunto del Ministero della Salute e del Centro di riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità con la collaborazione di un Tavolo tecnico-scientifico di esperti regionali in Medicina di Genere e dei referenti per la Medicina di Genere della rete degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) nonché di AIFA e AGENAS. Oltre alla descrizione dello stato dell’arte della Medicina di Genere a livello nazionale e internazionale, il Piano indica gli obiettivi strategici, gli attori coinvolti e le azioni previste per una reale applicazione di un approccio di genere in sanità nelle quattro aree d’intervento previste dalla legge:
Percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione Ricerca e innovazione Formazione Comunicazione.
Allo scopo di assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano verrà costituito, presso l’Istituto Superiore di Sanità, un Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere al fine di fornire al ministro della Salute i dati da presentare annualmente alle Camere. (vedi il documento completo in formato PDF)