Come cambiano i titoli degli articoli scientifici

(da Univadis)  Nei titoli delle riviste scientifiche negli ultimi 40 anni si è ridotta l’enfasi sui trattamenti e i processi delle malattie, separando sempre più i pazienti dalle loro condizioni. L’analisi ha inoltre mostrato uno spostamento di attenzione dall’individuo alle popolazioni e una sempre maggiore attenzione alla medicina basata sulle prove.

Descrizione dello studio     Con un’analisi qualitativa basata sui dati ricavati da 302.293 studi estratti da PubMed e pubblicati su JAMA, Lancet, Annals of Internal Medicine, BMJ e New England Journal of Medicine dal primo gennaio 1976 al 31 dicembre 2015 si sono cercate le tendenze prevalenti nel linguaggio medico.  In quelli pubblicati su JAMA è stata condotta un’analisi di frequenza generale, in tutte e 5 le riviste invece ci si è concentrati sull’uso di un linguaggio centrato sul paziente nei trial clinici del primo periodo (1976-1980) rispetto al più recente (2011-2015). Outcome: variazione nella frequenza e nella proporzione del numero di parole singole o in coppia centrate sui pazienti nei titoli delle riviste.

Risultati principali     Nell’analisi sulla frequenza dei termini nei 50.277 titoli di JAMA si è trovato un declino delle coppie di parole riferite a un linguaggio causale (da −2,42/100.000 a −2,03/100.000 parole; false discovery rate [FDR] <0,01), un aumento del numero di riferimenti ai pazienti al plurale piuttosto che al singolo (da 6,92/100.000 parole a 11,4/100.000 parole; FDR, <0,01).  Si è inoltre osservata una tendenza a separare i pazienti dalla loro malattia. Per esempio, si parla meno di “diabetici” e sempre più di “pazienti con diabete” (−2,21/100.000 parole; FDR, <0,01).   Nell’analisi sulla frequenza dei termini di tutte e 5 le riviste, sono stati individuati 3.125 titoli (range 193-932 per giornale).  Con l’eccezione del New England Journal of Medicine, le parole chiave di un approccio centrato sul paziente sono aumentate in maniera significativa (aumento assoluto 18,9-34,3%; P<0,001 per 3 riviste, P=0,01 per 1 rivista).

Perché è importante    Il cambiamento nel linguaggio anche a livello scientifico rispetta un approccio sempre più rispettoso del paziente come individuo e non solo come caso clinico.

(Chen G, Pather S et al. Trends in the Use of Common Words and Patient-Centric Language in the Titles of Medical Journals, 1976-2015. JAMA Network Open 2019; 2: e191083. doi:10.1001/jamanetworkopen.2019.1083

Una moderata forza fisica riduce il rischio di diabete di tipo 2 negli adulti

(da Doctor33)  Secondo uno studio pubblicato lo scorso 11 marzo sulla rivista 'Mayo Clinic Proceedings', la forza muscolare moderata è associata a una riduzione del rischio di diabete mellito di tipo 2, in maniera indipendente dai livelli di fitness cardiorespiratorio. Tenendo conto dei risultati della ricerca, gli autori vogliono incoraggiare le persone ad effettuare piccole sessioni di allenamento per migliorare la resistenza fisica, senza che sia necessariamente complicato. «È possibile ottenere un buon allenamento di resistenza con squat o affondi.

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Le donne ricevono diagnosi per la stessa malattia 4 anni anni più tardi degli uomini

(da Quotidiano Sanità e Reuters Health)   Secondo un ampio studio danese pubblicato da 'Nature Communications', per molte malattie la diagnosi arriva più tardi nelle donne che negli uomini. Søren Brunak e colleghi, dell’Università di Copenhagen, hanno preso in considerazione dati relativi alla salute di 6,9 milioni di danesi, scoprendo che le donne, in media, ricevono la diagnosi di una malattia quattro anni dopo rispetto all’età in cui viene formulata negli uomini.   Brunak e il suo team hanno considerato i tassi di incidenza delle malattie nelle 18 grandi categorie del sistema diagnostico ICD-10 gestito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In media, le donne ricevono diagnosi di cancro 2,5 anni dopo gli uomini e di malattie metaboliche, come il diabete ,4,5 anni dopo le controparti maschili. “Ciò ci ha veramente sorpreso”, commenta Brunak. “Generalmente gli uomini tendono a rivolgersi al medico più tardi”. I ricercatori, per il disegno dello studio, non sono riusciti a spiegare se le diagnosi tardive siano dovute alla genetica, all’ambiente, a possibili parzialità nel sistema sanitario o a una combinazione di motivi. Unica eccezione, l’osteoporosi: la diagnosi di questa patologia prima che si presenti con una frattura è più frequente nelle donne che negli uomini.

La CAO indica quale è l’informazione sanitaria corretta. A fine giugno le Linee Guida

(da Odontoiatria33)  Per le Linee guida sulla pubblicità sanitaria si dovrà attendere a fine giugno quando la CAO nazionale si riunirà in Assemblea per approvare il documento che nelle prossime settimane verrà inviato a tutti i presidenti CAO e potrà essere emendato prima della sua approvazione.   La roadmap è stata decisa durante l’ultima Assemblea CAO tenutasi a San Patrignano. In attesa delle Linee guida, il presidente CAO Raffaele Iandolo (nella foto), sul tema, ha inviato ai presidenti CAO provinciali una informativa con il fine di delineare “i meccanismi attuativi delle norme ad oggi vigenti”.   Precisando come non di deve più parlare di pubblicità ma di messaggio informativo, Iandolo ricorda che lo stesso, in qualsiasi modo venga diffuso, “può avere ad oggetto esclusivamente: 

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SIdP: alcuni farmaci possono causare gengiviti. Fondamentale motivare i pazienti ad informare il dentista su terapie in uso

(da Odontoiatria33)   Alcuni farmaci di uso comune possono avere come effetto indesiderato, un aumento del volume e del sanguinamento gengivale e portare all'insorgenza di gengiviti, pertanto bisogna informare il dentista sulle terapie in corso e, in caso di necessità rivolgersi a un parodontologo per una visita di controllo. 

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ll verde che salva il cuore

(da Cardiolink)   La vicinanza ad aree verdi può essere associata a un ridotto rischio di malattie cardiache: è quanto emerge da una recente pubblicazione su Journal of the American Heart Association. Lo studio ha esaminato la relazione tra misure oggettive di aree verdi per quartiere e 4 diagnosi di cardiopatia (infarto miocardico acuto, cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale) in un campione di assistiti Medicare.

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Migranti, convegno Ame: nessuna minaccia alla salute collettiva

(da Doctor33)   Si è tenuto giovedì 21 marzo a Palermo il convegno "Migranti e salute: tra prevenzione, cura e fake news". Al centro dell'incontro promosso dall'Associazione Medici Endocrinologi (Ame), il risvolto sanitario della questione migranti, affrontato tramite la presentazione di dati e rilevazioni scientifiche al fine di superare qualsiasi pregiudizio e fornire un quadro chiaro e completo sullo stato di salute, sui bisogni e sulla possibilità di accesso alle prestazioni sanitarie.   «Il numero dei migranti residenti a vario titolo sul territorio nazionale è pari a circa il 10% della popolazione generale - afferma Piernicola Garofalo, Unità operativa di Endocrinologia dell'Azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo e responsabile scientifico del convegno - i livelli e le modalità di assistenza alla salute nelle sue varie declinazioni sono estremamente difformi e poco tracciate ma sappiamo che l'integrazione degli immigrati passa anche attraverso l'accesso al sistema sanitario».

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Il parmigiano reggiano arricchisce il microbiota dell’uomo

(da AGI)  Il Parmigiano Reggiano svolge un importante ruolo di alimento funzionale nella dieta umana, in quanto vettore di ceppi microbici che arricchiscono il patrimonio batterico residente nel tratto gastrointestinale umano. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio dell'Università di Parma pubblicato sulla rivista 'Nature Communications'. Lo studio è il primo lavoro che, grazie all'impiego di tecniche metagenomiche, fornisce una immagine molto dettagliata della composizione delle comunità batteriche, definite nel loro complesso microbiota, che risiedono nel Parmigiano Reggiano, mostrando l'esistenza sia di specie batteriche ubiquitarie sia di differenze legate al sito di produzione.

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World Oral Health Day, scarsa igiene orale favorisce l’insorgere di diabete, alzheimer e problemi al cuore: ecco come prevenirli

(da Fimmg.org)   Trascurare la salute del cavo orale influisce negativamente sulla condizione psicofisica, portando alla manifestazione di patologie infettive quali lesioni aftose, herpes e disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare. Un quadro clinico preoccupante evidenziato da una ricerca americana della Nutrition and National Examination e pubblicata su Daily Mailsecondo cui il 40% della popolazione ha sofferto almeno una volta di tali problematiche legate alla scarsa igiene orale. Ma non è tutto, da un sondaggio dell’American Diabetes Association che in un campione di oltre 1000 intervistati ha esaminato una correlazione tra le problematiche dell’apparato orale e l’insorgere del diabete: il 73% degli intervistati ha ammesso infatti di avere problemi dentali come carie e parodontite. Per questo motivo il 20 marzo viene celebrata la Giornata Mondiale della Salute Orale (World Oral Health Day), iniziativa istituita dalla World Dental Federation per sensibilizzare sull’importanza della corretta igiene del cavo orale.

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L’uso degli antibiotici in Italia – Rapporto Nazionale anno 2017

(da http://www.aifa.gov.it)   L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato il rapporto nazionale “L’uso degli antibiotici in Italia 2017”, che fornisce dati di consumo e spesa degli antibiotici a livello nazionale e regionale.  Il rapporto consente di individuare aree di potenziale inappropriatezza e promuovere un confronto tra regioni finalizzato a migliorare le prescrizioni e l’uso di antibiotici.

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Reazioni avverse ai farmaci, nella maggioranza ci sono ingredienti inattivi a rischio

(da Doctor33)   La maggioranza dei farmaci orali conterrebbe ingredienti inattivi volti a migliorarne le qualità fisiche, che potrebbero essere causa di reazioni avverse. Questo è quanto affermano i ricercatori di uno studio sviluppato da Giovanni Traverso gastroenterologo presso il Brigham Women's Hospital, pubblicato su Science Translational Medicine e segnalato da Pharmaceutical Journal, in cui sono stati esaminati 42.052 farmaci orali normalmente prescritti negli Usa.  Di questi, più del 90% presentavano ingredienti non attivi in grado di generare reazioni avverse. Come riporta lo studio, una pastiglia presentava in media solo 164mg di principio attivo su 280mg di peso medio, dimostrando come di fatto il paziente sottoposto a 10 prescrizioni mediche differenti può arrivare ad assumere ben 2,8g di principi inattivi al giorno.

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Forti pressioni sul lavoro sembrano predisporre le donne ad aumentare di peso

(da Fimmg.org)    Stress lavorativi portano le donne ad aumentare di peso, come dimostra uno studio svedese su oltre 3.800 persone. "Abbiamo notato che le elevate richieste di lavoro hanno contribuito all'aumento di peso nelle donne, mentre per gli uomini non c'era alcuna associazione tra elevate esigenze lavorative e aumento di peso", dice Sofia Klingberg, ricercatrice della Sahlgrenska Academy, Göteborg University. La base dello studio era il Västerbotten Intervention Program, uno studio svedese di popolazione, comprendente 3.872 soggetti. Sono stati esaminati peso corporeo e attività lavorativa di uomini e donne dai 30 ai 50 anni e dai 40 ai 60, per tre volte in un periodo di 20 anni. 

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L’uso di PPI a lungo termine aumenta il rischio di mortalità

(da Univadis)   L’uso prolungato (per 5-6 anni) degli inibitori della pompa protonica (PPI) può essere associato a un significativo aumento della mortalità per tutte le cause. E' il risultato di una coorte prospettica del Department of Veterans Affairs che ha incluso dati di quasi 6,5 milioni di pazienti e ha osservato, dopo un follow-up mediano di 5,7 anni, un aumento significativo (nell’ordine di 15-25%) nel rischio relativo di mortalità per tutte le cause nei consumatori di PPI, a prescindere dal prodotto di confronto usato, tra H2 bloccanti o antiacidi. Questo studio osservazionale non conferma la causalità ma sarebbe prudente limitare la prescrizione di PPI e la loro durata in conformità con le indicazioni approvate.

(Risk of death among users of Proton Pump Inhibitors: a longitudinal observational cohort study of United States veterans  

https://bmjopen.bmj.com/content/7/6/e015735)

Cambiamenti climatici, Isde: principale problema sanitario globale

(da Doctor33)   Mentre un rapporto presentato dall'Onu a Nairobi attribuisce un quarto delle morti premature e delle malattie in tutto il mondo all'inquinamento e ai danni all'ambiente causati dall'uomo, per venerdì 15 marzo è stata indetta la giornata di protesta 'Global climate strike' per chiedere impegni concreti ai capi di stato e di governo contro i cambiamenti climatici. Alla giornata ha aderito anche Slow Medicine che, per l'occasione, ha ricordato le cinque raccomandazioni definite dall'associazione Medici per l'ambiente Isde nell'ambito della campagna "Fare di più non significa fare meglio - Choosing Wisely Italy" a tutela dell'ambiente e del clima.

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Reni a rischio per 17% dei giovani che fa ‘binge drinking’

(da AGI)  Bevono per divertirsi, sballare e ubriacarsi. Sono giovanissimi e giovani, sino a 24 anni, che ignorano quanto il 'binge drinking' possa mettere a rischio la loro salute, specialmente quella dei reni. E' l'allarme lanciato al Congresso Cardionefrologia 2019 che si apre a Roma il 12 marzo. "Tra i vari comportamenti, quello che preoccupa maggiormente la popolazione dei nefrologi sono i nuovi modelli del consumo di alcol diffusi tra i giovani, con in testa il cosiddetto 'binge drinking': le 'abbuffate' di alcol del fine settimana", racconta Luca di Lullo, responsabile scientifico dell'evento e tra i promotori dell'iniziativa. "Sei o piu' bicchieri assunti in una sola serata per cercare lo 'sballo' e la perdita di controllo ma trovando talora stati di intossicazione alcolica (più precisamente un consumo pari mediamente a 60 grammi di alcol, 5-6 Unità Alcoliche (UA) in cui una UA equivale a 12 grammi di alcol puro)", aggiunge. Il fenomeno come sottolinea il ministero della Salute nella relazione annuale al Parlamento, interessa circa 8,6 milioni di italiani che hanno una modalità di bere a rischio. Nel 2017 riguardava il 17 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni con una prevalenza del sesso maschile e 800mila minorenni (il 22,9 per cento dei maschi e il 17,9 per cento delle femmine) che non si limitano piu' a consumare vino o birra ma si sono spostati verso cocktail, liquori e distillati ad elevata gradazione alcolica.

Privacy: nuove indicazioni del Garante per medici e strutture sanitarie

(da fimmgroma.org) Il Garante Privacy con provvedimento n. 55 del 7 marzo 2019 (https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9091942)  ha fornito indicazioni per il trattamento dei dati sanitari dopo l'introduzione del regolamento Ue.  Non è necessario il DPO (responsabile della protezione dei dati) per il medico singolo e non serve il consenso per il per le finalità di cura in virtù del segreto professionale, indipendentemente dal fatto che operi in uno studio medico o in una struttura sanitaria pubblica o privata.  Servirà invece per tutte le attività telematiche refertazione online, fascicolo e dossier sanitario elettronico per le le app mediche; i trattamenti di dati delle farmacie per fidelizzare la clientela campagne promozionali e commerciali nei programmi di screening, fornitura di servizi amministrativi, alberghieri di degenza; trattamenti effettuati da professionisti sanitari per finalità commerciali o elettorali ovvero tutti quei trattamenti che non rientrano in senso lato nella diagnosi o cura. Toccherà ai medici, alle farmacie e alle aziende sanitarie la compilazione del registro dei trattamenti (GDPR). Il registro dovrà essere compilato dai singoli professionisti sanitari, i medici di medicina generale e i medici pediatri, gli ospedali privati, le case di cura, le Rsa, le aziende del servizio sanitario, le farmacie, le parafarmacie e le aziende ortopediche. Il registro non va trasmesso al garante, ma conservato per eventuali controlli.

Chirurgia, negli Usa si apre il dibattito sull’età giusta per smettere di operare

(da Doctor33)    Quando un chirurgo è troppo anziano per operare? È il titolo di un lungo articolo comparso sul New York Times, che propone molte voci e argomenti, a favore o contro una maggiore regolamentazione del periodo di fine carriera di un chirurgo.  Nel 2015, secondo la 'American Medical Association', quasi un quarto dei medici praticanti negli Stati Uniti aveva 65 anni o più, e nel 2017 più di 122mila medici in quella fascia di età erano impegnati in prima linea, nel trattamento dei pazienti. 

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NY, presto nelle scuole pubbliche i “lunedì senza carne”

(da AGI)  Dal prossimo autunno le scuole pubbliche newyorchesi inaugureranno i "Meatless Mondays", ovvero i lunedì senza carne. Dopo un programma pilota sperimentato in 15 istituti, il sistema scolastico della Grande Mela è pronto ad offrire a tutti gli studenti pasti privi di carne una volta a settimana. I genitori contrari al programma alimentare del lunedì potranno comunque scegliere di fornire ai loro figli un pranzo che contenga carne. A presentare l'iniziativa e' stato il sindaco Bill de Blasio che ha sottolineato come un ridotto consumo di carni migliori le condizioni di salute e al tempo stesso riduca le emissioni di gas serra. I benefici di una dieta povera di carne sono noti in quanto si riduce il rischio di obesità, ipertensione, problemi cardiaci, diabete e cancro. Ma non solo. Il comitato che ha lavorato alla proposta ha puntato anche alla ricaduta positiva che ha sull'ambiente la riduzione degli allevamenti e della produzione a base animale, responsabili del 78% delle emissioni prodotte in agricoltura.

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