Lo studio su ‘Lancet’: un italiano di 75 anni ne dimostra biologicamente non più di 65

(da Quotidiano Sanità)   A 65 anni ci si può sentire come un cinquantenne o come un ottuagenario. Il ‘fenomeno’ è sotto gli occhi di tutti e dipende sicuramente dai geni, ma anche dal contesto ambientale. La differenza tra età anagrafica ed età biologica è stata oggetto di uno studio scientifico condotto in varie nazioni del mondo e pubblicato su 'Lancet Public Health'.L’analisi ha rivelato un gap di trent’anni tra le nazioni che si portano meglio gli anni e quelle che se li portano peggio: un 76enne giapponese presenta lo stesso livello di problemi di salute ‘tipici’ di un 65enne; ‘traguardo’ raggiunto ad appena 46 anni da un abitante di Papua Nuova Guinea. 

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Giornata Mondiale del Sonno. Anche l’odontoiatra in prima linea per prevenire e migliorare la qualità di vita dei pazienti

(da Odontoiatria33)   La Giornata Mondiale del Sonno, giunta alla dodicesima edizione, è un evento che ogni anno (il venerdì prima dell’equinozio di primavera, 15 marzo) World Association of Sleep Medicine organizza per sensibilizzare popolazione ed istituzioni sui problemi legati alla gestione dei disturbi del sonno, e tra questi c’è l’OSAS. I ricercatori stimano che il 45% della popolazione mondiale sarà interessata a un qualche disturbo del sonno, che nella maggior parte dei casi si chiama insonnia (circa il 30% dei problemi) ma anche OSAS.  La SIMSO, la Società Italiana Medicina del Sonno Odontoiatrica ha messo a disposizione, sul proprio sito, un iter diagnostico per i pazienti affetti da OSAS.   “Il percorso diagnostico odontoiatrico parte dalla valutazione del quadro clinico del paziente per essere seguito poi da successivi esami strumentali, se necessari”, ricordano da SIMSO indicando come il “clinico deve valutare la presenza di fattori predisponenti o di comorbilità”. 

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Legame tra vaccino MPR e autismo: la smentita definitiva

(da Univadis) Un grande studio di popolazione condotto in Danimarca non ha trovato un maggior rischio di autismo nei bambini vaccinati contro morbillo, parotite e rosolia (MPR) rispetto ai non vaccinati. Non è stata trovata alcuna correlazione nemmeno restringendo l’analisi ai bambini con fratelli autistici o con altri fattori di rischio, considerando altre vaccinazioni o restringendo il campo a periodi specifici successivi alla vaccinazione.

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Reazioni avverse da farmaci nello studio odontoiatrico. I consigli della specialista in allergologia

(da Odontoiatria33)  Le reazioni avverse ai farmaci sono in aumento, e spesso l’Odontoiatra si trova ad eseguire interventi e somministrare o prescrivere farmaci a pazienti allergici senza preoccuparsene o senza che venga informato. Conoscere le reazioni ai farmaci e saper intervenire adeguatamente in tali circostanze diventa quindi fondamentale. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Alice Vignoli, contrattista presso Azienda Ospedaliero- Universitaria Sant’Orsola – Bologna per attività di Medico Specialista in Allergologia che recentemente ha affrontato l’argomento in un corso organizzato alla CAO di Reggio Emilia.  

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Restare seduti a lungo aumenta il rischio di malattie cardiovascolari nelle donne anziane

da Doctor33)  Secondo uno studio pubblicato sulla rivista 'Circulation', stare seduti o stesi per lunghi periodi di tempo aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari nelle donne anziane. I dati mostrano che, quando il periodo sedentario totale si riduce anche solo di un'ora al giorno, il rischio diminuisce del 12%. Inoltre, quando il periodo sedentario è lungo e ininterrotto, rispetto a uno composto da sessioni brevi e regolarmente interrotte anche se solo da un'attività fisica moderata, il rischio è più alto del 52%. «Questa è la prima volta che un periodo di comportamento sedentario, e non solo la media nel corso dell'intera giornata, è associato al rischio» osserva Joseph Hill, della University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas, sottolineando cosi l'importanza della scoperta per la comunità cardiologica.

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Trapianti da vivente, la generosità è donna

(da Univadis)   In Italia le donne che donano i propri organi per un trapianto da vivente sono il doppio degli uomini: è il dato emerso da una rilevazione del Centro nazionale trapianti sulle differenze di genere nelle donazioni in vita.  Dal 2001 al 2017 sono state 3487 le persone che hanno scelto di donare un rene o una porzione del fegato: 2322 donne (il 66,6%) e 1165 uomini (33,4%). Un divario ancora più accentuato per quanto riguarda il solo trapianto di rene: in questo caso la percentuale di donatrici sale al 68,9% (2151 donne contro 973 uomini).

ITALIANE PRIME IN EUROPA

Il dato italiano rappresenta un primato anche a livello europeo. Secondo EDQM, che prende in analisi l’attività trapiantologica dei paesi membri del Consiglio d’Europa, nel 2017 le donazioni di rene da vivente effettuate da donne sono state in media il 58% del totale, mentre in Italia rappresentano il 70%: una percentuale superiore a quella di tutti gli stati con un volume di trapianti comparabile al nostro come Spagna (65%), Gran Bretagna, Turchia (55%) e Francia (48%).

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I tratti della personalità possono incidere sul diabete 2

(da DottNet)  I tratti positivi della personalità, come l'ottimismo, possono aiutare a ridurre il rischio di sviluppare il diabete 2. Fattori come obesità, una storia familiare di malattia, inattività fisica possono avere un ruolo nello sviluppo della patologia, ma non sono gli unici determinanti. Anche cinismo e depressione sono associati a un aumentato rischio di diabete. Lo rileva una ricerca Usa, di diverse realtà tra le quali l'Indiana University Bloomington e la Harvard Medical School, pubblicata sulla rivista 'Menopause'. L'obiettivo dello studio era esaminare se i tratti della personalità, tra cui l'ottimismo, la negatività e l'ostilità, fossero associati al rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 nelle donne in menopausa. La ricerca ha proseguito interrogandosi sul fatto se l'associazione potesse essere mediata da percorsi comportamentali, come dieta, attività fisica, fumo o forte consumo di alcol.  Lo studio ha seguito 139.924 donne in menopausa della Women's Health Initiative, una ricerca sulla salute femminile, che all'inizio del monitoraggio non avevano il diabete. Durante i 14 anni nei quali sono state seguite, sono stati identificati invece 19.240 casi della malattia. Rispetto alle donne collocate nel gruppo con minori livelli di ottimismo quelle che invece che erano nel gruppo con livelli più elevati avevano un rischio di incidenza del diabete il 12% inferiore. Le partecipanti allo studio che si collocavano invece al livello più alto per l'espressività emotiva negativa o l'ostilità, avevano un rischio di sviluppare la malattia del 9% e del 17% più alto.L'associazione di ostilità con il rischio di diabete era più forte nelle donne che non erano obese.  Dai risultati dello studio è possibile secondo i ricercatori concludere che il basso ottimismo, l'alta negatività e l'ostilità sono associati a un aumento del rischio di diabete nelle donne in menopausa.

Facebook lancia offensiva contro disinformazione sui vaccini

(da AGI/AFP)  Facebook lancia un'offensiva per bloccare l'onda di disinformazione sul tema dei vaccini. L'annuncio arriva dopo che il social network nelle scorse settimane aveva ricevuto molte pressioni dopo l'esplosione di nuovi casi di morbillo negli Usa attribuita al fatto che un numero sempre crescente di genitori rifiutano di far vaccinare i loro figli. Monika Bickert, vicepresidente di Facebook, ha affermato che la compagnia prendera' misure per ridurre la diffusione di "dati falsi" cercando di fornire agli utenti informazioni sui vaccini verificate scientificamente. "Ridurremo il ranking di gruppi e pagine che diffondono disinformazioni sui vaccini nei newsfeed e nei motori di ricerca", ha detto Bickert. L'Organizzazione mondiale della sanita' e i Centri per la prevenzione delle malattie negli Usa hanno identificato "dei falsi sui vaccini", e se questi "apparriranno su Facebook noi prenderemo delle misure". L'Oms il mese scorso ha identificato la resistenza a ricorrere ai vaccino come una delle dieci maggiori minacce alla salute nel 2019.

Deprescrizione e riconciliazione terapeutica, al via il primo ambulatorio a Torino

(da M.D.Digital)   Dopo i primi esperimenti in Emilia-Romagna e Toscana sbarca anche in Piemonte la “deprescrizione”, ossia la revisione critica dei trattamenti farmacologici seguiti da anziani e cronici per sfoltire la lista dei medicinali assunti. Il merito va all’Asl 3 di Torino, che nella Casa della salute di Torre Pellice ha aperto il primo ambulatorio per la Deprescrizione e riconciliazione terapeutica (Dert). Inaugurato di recente sulla base di un progetto-pilota proposto dai medici di famiglia che operano nella struttura, il Dert accoglie i pazienti inviati dai loro curanti per rivalutare le terapie in corso e migliorare l’aderenza terapeutica.

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Medici con dolore muscolo-scheletrico

(da Univadis)  In base a una recente metanalisi pubblicata su JAMA, quasi il 60% di 5828 medici con un’età media di 46 anni  hanno segnalato dolore muscolo-scheletrico e il 12% ha fatto ricorso a giorni di assenza dal lavoro, limitazioni sul lavoro o pensionamento anticipato a causa del dolore. Queste percentuali inseriscono i professionisti sanitari nella stessa categoria degli operai edili e altri lavoratori ad alto rischio in termini di disturbi muscolo-scheletrici associati al lavoro.

(Epstein S, et al. JAMA Surg. 27 dic 2017 [Pubblicazione online prima della stampa]. doi:

10.1001/jamasurg.2017.4947.  https://jamanetwork.com/journals/jamasurgery/article-abstract/2666200 )

Salute: boom di disturbi all’udito, la metà si possono prevenire

(da AGI)  In parte è colpa degli stili di vita, come l'abitudine ad ascoltare la musica ad alto volume nelle cuffie. In parte è perché si ha la tendenza a trascurare i primi campanelli d'allarme. Fatto sta che le persone con problemi all'udito sono sempre più numerose nel mondo, e l'Italia non fa eccezione. Con conseguenze pesanti per qualità della vita. Per questo il 3 marzo si è celebrata  la Giornata mondiale dell'udito, promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità. Lo slogan di quest'anno è "Controlla il tuo udito", un messaggio che intende richiamare l'attenzione sull'importanza di identificare precocemente un'eventuale perdita dell'udito e intervenire in tempi brevi. Molte sono infatti le persone che vivono con un abbassamento dell'udito non identificato mentre controllarsi è il primo passo per affrontare il problema. Secondo l'Oms oltre il 5 per cento della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, ha una riduzione dell'udito che incide sulla qualità della vita. Le stime indicano che entro il 2050 oltre 900 milioni di persone (ovvero 1 su 10) avrà una perdita uditiva disabilitante. Nel nostro Paese, in particolare, si stima che una persona su 10 abbia problemi d'udito. Il 37 per cento dei soggetti con problemi ha più di 74 anni d'età. Ma sono aumentati i casi di ipoacusia nei giovani fra i 15 e i 24 anni: si è passati dal 3 per cento del 2012 al 4,2 per cento del 2015. Si stima che ben 5 milioni di italiani con ipoacusia non utilizzino un apparecchio acustico, condizione che puo' far aumentare del 28 per cento il rischio di non riuscire a svolgere le attività quotidiane più semplici oltre che esporre al rischio di perdita di autonomia e indipendenza. Inoltre, il mancato uso di protesi acustiche come soluzione all'ipoacusia accresce la probabilità di demenza (+21 per cento) e, negli uomini, di depressione (+43 per cento). La buona notizia è che, secondo l'Oms, la metà di tutti i casi di ipoacusia può essere prevenuta, attraverso misure di sanità pubblica. In primis, si sottolinea l'importanza di controllare di tanto in tanto l'udito, specialmente le persone più a rischio, come gli adulti sopra i 50 anni, quelli che lavorano in luoghi rumorosi, quelli che ascoltano musica ad alto volume per lunghi periodi di tempo e quelli che hanno già problemi all'orecchio. Inoltre, l'Oms raccomanda che i servizi per l'identificazione e l'intervento precoce su patologie all'orecchio vengano essere resi disponibili attraverso il sistema sanitario.

I batteri che popolano l’intestino possono influenzare la salute mentale

(da Doctor33)   Secondo uno studio pubblicato su Nature Microbiology, esiste un legame tra i batteri che popolano l'intestino e la salute mentale. «L'idea che i metaboliti microbici possano interagire con il nostro cervello e, quindi, con il comportamento e le sensazioni, è intrigante, ma la comunicazione tra microbiota intestinale e cervello è stata per lo più esplorata in modelli animali» spiega Jeroen Raes, della University of Leuven e del VIB Center for Microbiology, in Belgio, autore senior dello studio. «Nel nostro studio però abbiamo identificato diversi gruppi di batteri che si differenziavano in base alla depressione e alla qualità della vita a livello di popolazione» prosegue.   I ricercatori hanno analizzato i dati di 1.054 individui arruolati nel Flemish Gut Flora Project (FGFP), e hanno rilevato che due gruppi di batteri, coprococcus e dialister, erano scarsi in persone con diagnosi di depressione, a prescindere dal trattamento antidepressivo. Hanno quindi convalidato i loro risultati esaminando una coorte indipendente di 1.063 individui dello studio Dutch LifeLines DEEP e in un gruppo di pazienti con disturbo depressivo maggiore resistente al trattamento. Gli esperti hanno notato anche che batteri delle famiglie faecalibacterium e coprococcus sono risultati costantemente associati a indicatori di una maggiore qualità della vita. Entrambi i batteri producono butirrato, un acido grasso a catena corta che rinforza la barriera epiteliale e riduce l'infiammazione intestinale, e di entrambi è stata notata una certa scarsità in concomitanza con malattie infiammatorie intestinali e depressione. I ricercatori hanno quindi creato il primo catalogo dei batteri intestinali umani che hanno potenziale neuroattivo. «Questo è un primo tentativo di collegare la composizione della flora batterica dell'intestino con la depressione in un ampio studio di popolazione. I dati mostrano che nelle persone depresse potrebbe esserci una riduzione di specifici batteri che producono determinate sostanze chimiche» conclude John Cryan, dello University College Cork, autore senior dello studio. (Nat Microbiol. 2019. doi: 10.1038/s41564-018-0337-x  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30718848  )

 

Tumori: al via nuovo studio su agopuntura per controllare dolore

(da AGI)  L'Istituto Europeo di Oncologia ha avviato un nuovo studio clinico sui benefici dell'agopuntura nel controllo del dolore, dell'ansia e degli altri effetti avversi che, in varia misura, insorgono dopo ogni intervento chirurgico. La ricerca e' stata presentata e accolta con grande interesse al congresso internazionale "Dolore e Agopuntura", che si e' concluso ieri a Milano, organizzato dalla Societa' italiana di Agopuntura e dalla Scuola di agopuntura So Wen. Lo studio confronta l'efficacia nel controllo del dolore tra l'agopuntura e la terapia antidolorifica standard post-operatoria nelle pazienti con tumore del seno di piccole dimensioni, sottoposte a intervento chirurgico conservativo in regime di day surgery. Parteciperanno in totale 124 pazienti, di cui 62 riceveranno la terapia antidolorifica standard e 62 la sola agopuntura. I risultati preliminari su un gruppo di 15 pazienti hanno dimostrato che l'agopuntura da sola ottiene un ottimo controllo del dolore, dell'ansia e degli altri disturbi correlati all'intervento. "Ogni anno in IEO circa 1.300 pazienti vengono operate presso l'unita' di Day Surgery Senologico, dove ricevono una terapia completa, senza una sola notte di ricovero in ospedale", dichiara Mattia Intra, Direttore Day Surgery Senologia IEO. "Il nostro obiettivo e', ove possibile, ridurre l'impatto dell'intervento oncologico al seno sulla vita delle pazienti. Quasi tutte, il 99 per cento, riceve - continua - un trattamento chirurgico conservativo, e tutte sono sottoposte a terapia del dolore post-intervento, in dosi standard. Il 30 per cento pero' richiede una dose aggiuntiva di antidolorifici nelle ore successive alla prima somministrazione. Dunque possiamo fare di piu' per ridurre l'invasivita' globale della chirurgia. Il nostro obiettivo e' la riduzione massima possibile delle dosi di farmaci, da un lato, e del dolore e gli effetti collaterali dall'altro. Per questo abbiamo pensato all'agopuntura, uno strumento utilizzato quotidianamente da molti Cancer Center americani, per esempio il Memorial Sloan Kettering, ed europei, come il Gustave Roussy, per contrastare il dolore gli altri effetti avversi delle terapie oncologiche".

I test di sperimentazione statunitensi confermano: l’erbicida Roundup ha causato il cancro

(da fimmg.org e Reuters)  La società Bayer AG, nuova proprietaria della molecola Glifosato dopo la acquisinzione di Monsanto, ha dovuto sostenere un a seconda causa negli USA dopo la dimostrazione sperimentale che il prodotto Roundup, basato sul diserbante glifosato, causa il cancro, sei mesi dopo che il valore della compagnia era stato scosso dalla sentenza di un Tribunale californiano che la obbligava a pagare 289 milioni di dollari   Leggi la notizia completa al LINK

Il Manifesto delle professioni sanitarie e sociali per il futuro del Ssn

(da M.D.Digital)    I rappresentanti di dieci Ordini delle professioni sanitarie hanno messo a punto un Manifesto unitario in cui sottolineano al Governo e alle Regioni i loro timori e fanno richieste precise su cui indirizzare il futuro del Ssn. Inoltre precisano che l’evoluzione del sistema sanitario deve essere fatto a nome e “per tutti i cittadini in modo assolutamente universalistico e uguale per tutti”. E non potrà prescindere dal contributo dei professionisti che vi lavorano. Il Manifesto che le professioni sanitarie e sociali mettono sul tavolo di Governo, Parlamento e Regioni contiene sei precise richieste: 1. intensificare la collaborazione con le professioni sanitarie e sociali e i loro enti esponenziali perché il Ssn garantisca effettivamente e uniformemente i diritti costituzionalmente tutelati dei cittadini; 2. rispettare i principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà, universalismo ed equità alla base del Servizio sanitario e ne confermarne il carattere nazionale; 3. elaborare un’analisi rischi/benefici delle proposte di autonomia differenziata presentate dalle Regioni per misurarne l’impatto sulla finanza pubblica e sulla tenuta di tutti i servizi sanitari regionali; 4. adottare iniziative per parametrare il fabbisogno regionale standard anche in base alle carenze infrastrutturali, alle condizioni geomorfologiche e demografiche e alle condizioni di deprivazione e di povertà sociale; 5. garantire il superamento delle differenze tra i diversi sistemi sanitari regionali anche mediante la definizione e implementazione di un Piano Nazionale di Azione per il contrasto alle diseguaglianze; 6. scongiurare il rischio che sia pregiudicato il carattere nazionale del nostro Servizio sanitario. “Il Governo deve porre al centro dell’agenda politica il tema della tutela e unitarietà del Servizio sanitario nazionale – hanno affermato unanimi i presidenti delle 10 Federazione (30 professioni) presenti - e sollecitare le Regioni al rispetto dell’art. 2 della Costituzione che ricorda alle Istituzioni i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale su cui deve fondarsi la vita del Paese, dell’art. 3 (eguaglianza dei cittadini) e dell’art. 32 della Costituzione (tutela della salute)”. Le professioni della salute chiedono alcuni impegni precisi a Governo e Regioni: l’attivazione di un tavolo di lavoro permanente dove potersi regolarmente confrontare sulle politiche sanitarie, anche con la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini;  la sottoscrizione con tutte le professioni sanitarie e sociali e l’attivazione in tutte le Regioni e secondo schemi omogenei condivisi dei recenti protocolli voluti dalle Regioni per instaurare un rapporto diretto con i professionisti e garantire un servizio sanitario universalistico e omogeneo; che i cittadini si facciano parte attiva ponendo con iniziative per garantire tutti gli aspetti sottolineati nel manifesto

Concorso Letterario 2019

Nella seduta del 18 dicembre u.s. il Consiglio Direttivo del nostro Ordine ha deliberato di bandire per il 2019 la quarta edizione del Concorso Letterario tra tutti gli iscritti. Anche quest'anno si potrà concorrere per due categorie, prosa (racconti brevi) e poesia (una sola poesia a tema libero). Ogni nostro iscritto potrà presentare lavori sia per la prosa che per la poesia. Gli elaborati dei concorrenti devono essere consegnati alla nostra segreteria entro il 14 Giugno 2019.   Modulo di partecipazione Regolamento

La Spagna scalza l’Italia e diventa il Paese più sano al mondo.

Ecco il nuovo Healthiest Country Index 2019 di Bloomberg. La classifica è basata su una serie di indicatori di salute come l'aspettativa di vita, coperture vaccinali, mortalità neonatale, fattori di rischio come fumo e obesità ma anche fattori ambientali come l’acqua pulita e i servizi igienico-sanitari. Rispetto all'edizione 2017 il nostro Paese perde il primato a favore degli iberici e scende al secondo posto. In ogni caso la dieta mediterranea rimane il ‘segreto’ per una nazione sana.  Leggi la notizia completa e la graduatoria al LINK

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=71299&fr=n

Depressione e ansia. I medici ne soffrono più degli altri

(da Quotidiano Sanità e Reuters Health)   Interventi mirati sui medici sono moderatamente efficaci per ridurre i sintomi di depressione, ansia e suicidio. È quanto emerge da una revisione sistematica e una meta-analisi pubblicate online su 'The Lancet Psychiatry'. Rispetto alla popolazione generale e ad altri gruppi professionali, i medici hanno una maggiore prevalenza di depressione, ansia e pensieri suicidi.

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