Questionario per gli operatori sanitari “Violenza sugli operatori sanitari e burnout”
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FNOMCeO sta da tempo sollecitando le Istituzioni competenti ad intervenire, con gli strumenti a disposizione e individuando nuove soluzioni, per arginare il drammatico fenomeno della violenza sugli operatori sanitari, medici e odontoiatri che si sta concretizzando in una vera e propria emergenza di sanità pubblica. L’intento è quello di rafforzare quel patto che tradizionalmente lega il paziente al proprio medico; professionista della salute a cui ci si affida, in uno scambio improntato alla fiducia reciproca e all’alleanza terapeutica. La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha da tempo attivato un percorso di approfondimento interno del fenomeno proprio al fine di raccogliere tutti i dati possibili. A questo scopo è stato predisposto da parte del Gruppo di lavoro interno contro la violenza sugli operatori sanitari, che ringrazio per la disponibilità, un questionario rivolto agli iscritti di ogni singolo Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri. Il questionario, denominato “Violenza sugli operatori sanitari e burnout”, come illustrato nel Consiglio Nazionale del 6/7 luglio scorso dal Presidente di Palermo, Toti Amato, è assolutamente anonimo, dettagliato nella sua formulazione, proprio allo scopo di inquadrare quanto più possibile gli episodi di violenza e i contesti in cui questi si determinano, oltre che strutturato in modo da delineare la condizione personale, spesso a rischio burn out, in cui i professionisti medici e odontoiatri si trovano a esercitare. Il termine per la compilazione dei questionari è fissato al 31 ottobre p.v.Lo stato civile influenza l’incidenza e la prognosi delle malattie cardiovascolari
(da Cardiolink) Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Wong CW dell’università di Keele, UK. Dal momento che non è noto come la vita coniugale influenzi l'incidenza delle malattie cardiovascolari (CVD) e la loro prognosi, i ricercatori hanno voluto eseguire una revisione sistematica della letteratura per determinare in che modo lo stato civile modifichi l’incidenza e la prognosi della CVD. E’ stata eseguita una ricerca su MEDLINE e Embase senza restrizioni linguistiche per identificare gli studi che hanno valutato l'associazione tra stato civile e rischio di CVD. Sono stati utilizzati termini di ricerca relativi allo stato civile e CVD e gli studi dovevano essere prospettici in fase di progettazione. I risultati di interesse erano CVD, malattia coronarica (CHD) o incidenza di ictus e mortalità. L’analisi ha incluso 34 studi con oltre due milioni di partecipanti. Rispetto ai partecipanti sposati, essere non sposati (mai sposati, divorziati o vedovi) è stato associato a maggiori probabilità di CVD (OR 1,42, IC 95% da 1,00 a 2,01), CHD (O 1,16,95% CI 1,04-1,28), morte per CHD ( O 1,43,95% CI 1,28-1,60) e morte per ictus (O 1,55,95% da 1,16 a 2,08). Essere divorziati era associato a maggiori probabilità di CHD (P <0,001) sia per gli uomini che per le donne, mentre i vedovi avevano maggiori probabilità di sviluppare un ictus (P <0,001). Uomini e donne single con infarto miocardico avevano una mortalità aumentata (OR 1,42, IC 95% 1,14-1,76) rispetto ai partecipanti sposati.
( Wong CW - Heart. 2018 pii: heartjnl-2018-313005.)
Scotti (Omceo Napoli): su pubblicità diffamatoria servono regole
(da AdnKronos) «È fondamentale che il legislatore intervenga per regolamentare un settore ormai fuori controllo e porre freno a sgradevoli lotte di quartiere basate sulla logica del profitto». Così Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, commenta la polemica scoppiata per la diffusione di alcuni manifesti pubblicitari che ritraggono camici bianchi in manette. L'immagine è accostata alla descrizione dell'attività svolta dallo studio in questione, vale a dire tutela legale dei diritti del malato. «Al di là di quelle che sarebbero considerazioni personali e di stile - dice Scotti - ritengo che simili manifesti non facciano altro che aumentare la tensione sociale tra medici e pazienti, creando artatamente un presupposto secondo il quale i primi vogliano mettere in atto chissà quali comportamenti fraudolenti e criminosi». Il presidente dell'Ordine dei medici di Napoli evidenzia come, invece, una percentuale enorme dei contenziosi ai danni dei medici finisca con un'assoluzione con formula piena e comporti solo un esborso di denaro che viene sottratto al Servizio sanitario nazionale. «Premesso che chiunque subisca un danno alla propria salute per un comportamento colpevole di un medico ha diritto di rivalersi nelle sedi più opportune, ove invece le azioni siano temerarie si rischia solo di aggiungere alla tragedia la beffa. Ogni euro - osserva Scotti - che un'azienda sanitaria pubblica o un medico, anche se poi assolto, deve spendere per la propria difesa è un euro che viene sottratto al fondo sanitario e all'investimento formativo e strumentale professionale individuale del medico da cui si ricava solo beneficio dei cittadini nel loro momento di bisogno assistenziale». «Oltretutto un modello siffatto, alla luce della carenza di medici nelle aree mediche a maggior rischio contenzioso anche per crisi vocazionale, prima ancora che una difesa della categoria - conclude Scotti - rappresenta una difesa dei cittadini e del loro diritto alla salute, a meno che questi ultimi non pensino domani di trovare assistenza sanitaria per paradosso nelle aule dei tribunali».
Onda, dormire male porta diabete e obesità
Esercizio fisico e benessere psicologico. Un’associazione sempre più evidente
(da Quotidiano Sanità e Reuters Health) I ricercatori della Yale Univesity di New Haven, negli USA, coordinati da Adam Chekround, hanno raccolto i dati da oltre 1,2 milioni di adulti ai quali è stato chiesto con quale frequenza, nel mese precedente, avessero svolto qualche attività fisica, anche al lavoro. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti per quanti giorni il loro benessere mentale non fosse stato ‘buono’ a causa di stress, depressione e problemi emotivi. Complessivamente, le persone hanno dichiarato di aver avuto alterazioni del benessere psichico in media per 3-4 giorni al mese. Rispetto alle persone che non facevano esercizio fisico, però, coloro che svolgevano qualche attività al di fuori del lavoro avevano, in media, 1,5 giorni in meno di scarso benessere psichico. L’effetto è stato ancora più evidente tra le persone con una storia di depressione. In questo gruppo, gli atleti hanno vissuto, in media, 3,8 giorni in meno al mese di scarso benessere rispetto a coloro che non avevano mai fatto esercizio. Tutti i tipi di attività, inoltre, si sono mostrate benefiche per la salute mentale; le associazioni sono state registrate con gli sport di squadra e il ciclismo (22% di giorni in meno di scarso benessere mentale), seguiti dagli esercizi aerobici e dalla ginnastica (21%). Yoga e tai chi, invece, sono risultati legati a una riduzione del 23% in giorni di scarso benessere mentale rispetto all’inattività, mentre le faccende domestiche hanno portato a una riduzione di almeno il 9,7% di giorni “no”.
Medico sanzionato dal Garante: aveva fornito alla sostituta User e Id del pc
Classifica Bloomberg 2018: sanità italiana al 4° posto nel mondo per efficienza.
Appena pubblicata l’ultima classifica Bloomberg Health Care Efficiency che calcola in base ai dati di Banca Mondiale, Oms, Nazioni Unite e FMI quali sono i sistemi sanitari più efficienti al mondo analizzando il rapporto tra costi e aspettativa di vita. E il nostro Paese ci fa una bella figura guadagnando due posizioni rispetto all’anno precedente. Al top Hong Kong. In Europa ci supera solo la Spagna che è terza nel mondo. Francia al 13° posto. Male Regno Unito (35° posto) e Germania (45° posto). Usa a fondo classifica al 54°, subito prima della Bulgaria Leggi l'articolo completo al LINK
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=65817&fr=n
PROCEDURA OBBLIGATORIA PER LA PARTECIPAZIONE A “LE SERATE DELL’ORDINE”
Vaccini, dietro ‘fake news’ su Twitter troll russi e account finti
Le coliti croniche sono legate alla salute delle gengive
Appropriatezza prescrittiva, Corte dei Conti assolve 5 medici di famiglia dell’Asl di Avellino
I colleghi Giorgi e Casadei vincono il nostro Premio Letterario
Lotta a ‘fake news’, Enpam alleata della Fnomceo
Porto d’armi, novità per il rilascio dei certificati medici
(da DottNet) Arrivano importanti novità sul rilascio del porto d'armi dopo il via libera alla nuova norma. E riguardano soprattutto il rilascio del certificato per l’idoneità psico-fisica necessario ai fini dell’ottenimento del porto d’armi. Giova ricordare che secondo la precedente normativa solamente i medici legali delle Asl o anche i medici militari e della Polizia di Stato potevano rilasciare il certificato per il porto d’armi o per l’autorizzazione alla detenzione di armi in casa. Tuttavia nel caso dei medici militari e per quelli della Polizia di Stato il certificato poteva essere rilasciato esclusivamente all’interno delle loro rispettive strutture d’impiego; questo ha limitato la loro competenza al personale in servizio presso la stessa struttura o al massimo ai loro congiunti prossimi, recando invece dei disagi a coloro che hanno dovuto sostenere la visita presso la Asl dovendo rispettare dei lunghi tempi di attesa. Con l’approvazione del decreto legislativo 104/2018, però, questa situazione cambia notevolmente. La prima novità, ad esempio, riguarda una differenziazione tra il certificato rilasciato per l’autorizzazione alla detenzione di armi da quello necessario ai fini del rilascio o del rinnovo del porto d’armi. Nel dettaglio, i semplici detentori di armi possono adempiere all’obbligo di presentazione del certificato medico ogni 5 anni semplicemente presentando un certificato dal quale risulta che "non è affetto da “malattie mentali oppure da vizi che ne diminuiscono, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere”. Questo certificato potrà essere rilasciato da: - settore medico legale delle aziende sanitarie locali; - da un medico militare o della Polizia di Stato o del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. In questo caso, quindi, il certificato medico - così come avviene per il rinnovo della patente di guida - potrà essere rilasciato anche da medici in quiescenza o in congedo visto che nel decreto non vengono specificati particolari requisiti sullo stato di servizio. Differentemente per il rilascio del porto d’armi il certificato di idoneità psicofisica potrà essere rilasciato esclusivamente da: - uffici medico-legali; - distretti sanitari delle aziende sanitarie locali o dalle strutture sanitarie militari o della Polizia di Stato; - dai singoli medici della Polizia di Stato, dei vigili del fuoco o da medici militari purché siano in servizio permanente e in attività di servizio. A differenza di quanto accade oggi, quindi, dal 14 settembre prossimo i medici della Polizia di Stato e quelli militari potranno operare anche come professionisti individuali rilasciando il certificato medico per il porto d’armi anche esternamente dalla loro struttura di competenza; tuttavia in questo caso è comunque necessario che i medici siano in servizio attivo o in attività di servizio.
Oms indica un nuovo killer: è l’inattività fisica.
Per colpa sua crescono tutte le malattie non trasmissibili, i disturbi mentali e peggiora la qualità della vita. Donne, le meno attive. Lo studio, realizzato da quattro esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità, riporta dati che aggiornano le stime del 2008 sui livelli di attività e, per la prima volta, riporta analisi di tendenza che dimostrano che, nel complesso, il livello globale di inattività negli adulti rimane sostanzialmente invariato dal 2001. Le donne sono meno attive rispetto agli uomini, con una differenza di oltre l'8% a livello globale (32% uomini contro 23% donne). I paesi ad alto reddito sono più inattivi (37%) rispetto ai paesi a reddito medio (26%) e a basso reddito (16%). Leggi l'articolo completo al LINK
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