Dormire a bocca aperta aumenta il pH acido con rischio erosione smalto

(da Odontoiatria33)  Russare o respirare a bocca aperta può far venire la carie. A ricordarlo è l’AIC (Accademia Italiana Conservativa) ridorando recenti studi scientifici che affermano che chi russa per buona parte della notte o respira a bocca aperta porta a un calo del pH del cavo orale che mette a rischio lo smalto e facilita la comparsa delle lesioni cariose. Gli esperti di AIC sottolineano che il rischio è consistente soprattutto in chi soffre della cosiddetta sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS), e che trascorre gran parte della notte respirando in modo incostante. Inoltre, il pericolo aumenta ancora di più se si parla dei bambini: il 15% dei più piccoli, di notte, passa l’80% del tempo respirando a bocca aperta per colpa di frequenti raffreddori e allergie.  “Il nostro organismo è strutturato in modo che la respirazione avvenga dal naso, quando non succede nell’ambiente del cavo orale si crea uno squilibrio pericoloso – spiega all’agenzia ANSA il prof. Lorenzo Breschi (nella foto), Presidente AIC e Professore Ordinario di Odontoiatria Conservativa presso l’Università di Bologna – Infatti, il fisiologico pH del cavo orale cala in modo significativo portando ad un netto aumento dell’acidità della bocca: un ambiente più acido e un pH basso favoriscono l’erosione e l’indebolimento dello smalto, anticamera dello sviluppo della carie”. Numerosi studi su adulti e bambini hanno confermato i rischi associati ad una scorretta respirazione in quanto lo squilibrio del pH intra orale dovuto alla ridotta capacità di neutralizzare un ambiente acido porta alla distruzione dei tessuti dentali esistenti così come dei materiali utilizzati per il loro restauro.   “Il rischio di sviluppo della patologia cariosa è aumentato di oltre il 37% rispetto ai soggetti che non soffrono di disturbi respiratori – aggiunge Breschi – Respirare a bocca aperta infatti “asciuga” il cavo orale. Il continuo passaggio di aria all’interno della bocca secca le mucose facendo evaporare il sottile strato protettivo di saliva che, grazie a enzimi antibatterici, anticorpi e sali minerali in essa contenuti assicura con il suo flusso regolare una buona detersione delle superfici dentali, il bilanciamento del pH e, di conseguenza, la rimineralizzazione dello smalto. La saliva inoltre ha il compito di contrastare i batteri che producono gli acidi: la secchezza orale quindi contribuisce a far salire i livelli di acidità e parallelamente altera la flora batterica orale, favorendo oltre alle carie anche la comparsa di irritazioni, stomatiti, afte e infiammazioni gengivali”.  La maggiore prevalenza di lesioni cariose e di infiammazione gengivale è stata riportata da diverse ricerche condotte sui bambini che mostrano come respirare male di notte, per esempio per colpa di allergie e asma, aumenta notevolmente la percentuale di esperienza di carie sui denti decidui. “Per evitare conseguenze sulla salute orale è perciò molto importante risolvere i disturbi che compromettono una buona respirazione durante il sonno sia negli adulti che nei bambini – sottolinea Breschi – Spesso, purtroppo, il 75-80% dei casi di patologie del sonno non viene diagnosticato, sarebbe invece essenziale riconoscere il problema per risolvere non solo i disturbi della respirazione e ridurre i rischi cardiovascolari ad essi correlati , ma anche per ridurre i rischi per la salute dei denti”.

Influenza: vaccinare i bambini per proteggere anziani

(da AGI)  Una vaccinazione più completa si conferma un'arma troppo preziosa per essere sottovalutata, soprattutto dopo le nuove evidenze sull'efficacia del vaccino quadrivalente, in particolare nella popolazione pediatrica tra 6 e 35 mesi. Un'analisi di InfluNet evidenzia che i bambini da 0 a 5 anni, infatti, si ammalano d'influenza circa 10 volte di più rispetto all'anziano e circa 5 volte di più rispetto all'adulto. Una copertura vaccinale più ampia, con l'utilizzo di un vaccino quadrivalente, potrebbe proteggere in maniera efficace e sicura questa categoria così delicata, ma anche indurre un risparmio economico per il Ssn come emerge da una recente valutazione di Health Technology Assessment (HTA) dell'università degli Studi di Firenze dell'università degli Studi di Genova e dell'università Tor Vergata di Roma. "Il report di HTA sull'influenza nella fascia di eta' dai 6 mesi ai 6 anni, dichiara Paolo Bonanni, professore di Igiene presso l'università degli Studi di Firenze, nasce dall'evidenza che l'influenza è una malattia molto importante sia dal punto di vista diretto della salute del bambino, (infatti è una malattia grave che può generare ospedalizzazioni), sia perchè il bambino è il principale responsabile della trasmissione dell'infezione alla popolazione adulta e anziana. Quindi, prevenire l'influenza nel bambino significa ridurre anche l'incidenza negli adulti e negli anziani, fascia di età nella quale le coperture non sono ottimali. "La valutazione HTA, ha aggiunto Francesco Saverio Mennini, professore di Economia Sanitaria università Tor Vergata di Roma, della vaccinazione universale in età pediatrica 0-6 anni ha dimostrato i rilevanti benefici (sia sanitari che economici) legati all'uso del vaccino quadrivalente rispetto alla non vaccinazione e al vaccino trivalente. Nello studio si e' osservato che vaccinando il 40% di tutti i bambini italiani tra 0 e 6 anni con il quadrivalente, rispetto al trivalente, si preverrebbero 16mila casi di influenza addizionali all'anno." Nel report si conclude pertanto che l'immunizzazione universale dei bambini, con il vaccino quadrivalente, risulta la scelta migliore di sanita' pubblica per garantire la protezione diretta nei bambini e indiretta di tutta la popolazione

Mantenere i capelli del paziente è una cura

(da Oncologia33) I dispositivi per raffreddare il cuoio capelluto durante la somministrazione della chemioterapia hanno dimostrato di essere efficaci nel prevenire l'alopecia in una quota di pazienti e con alcuni farmaci chemioterapici. Il loro uso dovrebbe quindi diffondersi. E' questo il messaggio contenuto in una revisione  accompagnata da un editoriale di commento pubblicata sul 'Journal of Oncology Practice', nella quale si fa il punto sugli studi controllati condotti negli ultimi anni e, in particolare, su tre di essi, che hanno coinvolto un totale di circa 400, tra pazienti trattate e controlli. In tutti e tre lo schema è stato simile: il casco è stato applicato a donne con carcinoma mammario metastatico 90 minuti prima della terapia, tenuto durante la somministrazione del farmaco e poi successivamente per 90 - 120 minuti e alla fine l'effetto protettivo si è visto soprattutto nelle donne sottoposte a taxani.

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Nuovo cibo da alimenti di scarto. In Olanda supermercato avvia vendita

(da Quotidiano Sanità e Thomson Reuters Foundation)  Aprile 2018  Birra da pane raffermo, zuppe da verdure che nessuno comprerebbe, sidro di mele imperfette e saponi da bucce d'arancia pronte a essere buttate nella spazzatura. Sono alcuni dei prodotti realizzati nell'ambito del progetto 'Lo spreco è delizioso', che riutilizza gli scarti alimentari, realizzato in un supermercato olandese in collaborazione con l'Università di Wageningen. E le vendite registrate nella prima settimana sono state più alte del previsto. “Abbiamo venduto circa 700 articoli in una settimana, il doppio di quello che vendiamo con i prodotti biologici”, ha dichiarato George Verberne, che gestisce la filiale di Wageningen del supermercato Jumbo, una delle più grandi catene di supermarket olandesi. “Sono orgoglioso e molto felice di essere uno tra i primi a realizzare questo progetto”, afferma.  Dopo la corsia del supermercato senza plastica, l'Olanda trova così un'altra soluzione innovativa nella lotta contro sprechi e inquinamento. Con questo metodo di riutilizzo degli scarti alimentari, il governo olandese punta a dimezzare la quantità di cibo sprecato e diventare il primo paese europeo a raggiungere questo obiettivo entro il 2030. Secondo la FAO, l'organizzazione che si occupa di cibi e agricoltura per conto delle Nazioni Unite, infatti, nel mondo, un terzo di tutto il cibo prodotto, del valore di quasi un trilione di dollari, viene buttato ogni anno.  E secondo Chantal Engelen, co-fondatrice di Kromkommer, una delle 18 aziende che partecipano al progetto, circa il 30% delle carote viene rifiutato perché ha due gambe, è troppo grande o troppo storta. “Compriamo i prodotti di scarto direttamente dal coltivatore a un prezzo equo e li trasformiamo in cibo sano”, ha dichiarato l'esperta, aggiungendo che il loro scopo è cambiare il comportamento dei consumatori in modo che anche le carote di scarto vengano vendute nei negozi. Il progetto vorrebbe ora espandersi in altri tre supermercati nei prossimi mesi, mentre i ricercatori dell'università olandese controlleranno le vendite per sei mesi per capire come espandere meglio questo mercato.

Nuove linee guida per le emorroidi, un problema molto frequente e di non facile gestione

(da Doctor33)   L'American Society of Colon and Rectal Surgeons (ASCRS) ha pubblicato su Diseases of the Colon & Rectum le linee guida aggiornate sulla gestione delle emorroidi. Ogni anno, si indica nel documento, oltre 2,2 milioni di pazienti negli Stati Uniti si sottopongono a valutazioni per i sintomi di questo problema. «Di conseguenza, è importante identificare le emorroidi sintomatiche come la fonte alla base del sintomo anorettale e avere una chiara comprensione della valutazione e della gestione di questo processo patologico» dice Bradley Davis, del Carolinas Medical Center di Charlotte, USA, a capo del comitato che ha curato il documento. Le linee guida raccomandano la valutazione delle emorroidi sulla base di una storia specifica della malattia, che enfatizza il grado e la durata dei sintomi e identifica i fattori di rischio. Gli autori indicano i segni da ricercare per definire le emorroidi interne, ovvero sanguinamento indolore con i movimenti intestinali e protrusione intermittente, sottolineando anche che i pazienti devono essere valutati per incontinenza fecale. Inoltre, viene indicata la necessità di una completa valutazione endoscopica del colon per i pazienti che presentano emorroidi sintomatiche e sanguinamento rettale.   Il documento analizza nel dettaglio la gestione delle emorroidi, che può comprendere procedure mediche o interventi chirurgici. Secondo quanto indicato, la maggior parte dei pazienti con emorroidi di I e II grado e pazienti selezionati con malattia di III grado che non traggono beneficio dal trattamento medico può essere efficacemente trattata con procedure ambulatoriali, come bendaggio, scleroterapia e coagulazione a infrarossi, anche se questo trattamento è talvolta più lento e meno definitivo di quello chirurgico. Le opzioni chirurgiche descritte nelle raccomandazioni includono l'emorroidectomia, l'emorroidopessi e l'emorroidectomia guidata con Doppler. L'emorroidectomia è risultata il trattamento più efficace per i pazienti con emorroidi di III grado, anche se associata a maggiori livelli di dolore e complicanze. Questa terapia viene particolarmente raccomandata anche per il trattamento di pazienti con prolasso con emorroidi esterne o una combinazione di emorroidi interne ed esterne. (Dis Colon Rectum. 2018. doi: 10.1097/DCR.0000000000001030 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29420423)

L’esercizio fisico protegge cuore anche con rischio genetico

(da AGI)  L'esercizio fisico può essere il modo migliore per mantenere il cuore sano e funziona anche per le persone con una predisposizione genetica per le malattie cardiache. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni di uno studio pubblicato sulla rivista 'Circulation'. I ricercatori hanno analizzato i dati riguardanti circa mezzo milione di persone e hanno rilevato che una maggiore forza di presa, più attività fisica e una migliore idoneità cardiorespiratoria sono tutti associati a un ridotto rischio di infarti e ictus, anche tra le persone con una predisposizione genetica alle malattie cardiache. Per le persone con un rischio genetico intermedio per le malattie cardiovascolari, quelle con una forza di presa più forte sono risultate per il 36 per cento meno a rischio di sviluppare malattia coronarica e avevano una riduzione del 46 per cento del rischio di fibrillazione atriale rispetto a coloro con lo stesso rischio genetico ma con presa più debole. Tra gli individui ritenuti ad alto rischio genetico per le malattie cardiovascolari, alti livelli di fitness cardiorespiratorio sono stati associati a un rischio inferiore del 49 per cento di sviluppare una malattia coronarica e un rischio inferiore del 60 per cento per la fibrillazione atriale. "Il principale messaggio di questo studio è che essere fisicamente attivi e' associato a un minor rischio di malattie cardiache, anche se si ha un alto rischio genetico", ha detto Erik Ingelsson, autore principale dello studio e professore di medicina alla Stanford University School of Medicine in California.

Enpam: Bilancio 2017 approvato, + 1,16 miliardi di utile

(da enpam.it)   L’Enpam ha chiuso l’esercizio 2017 con un utile superiore a 1,16 miliardi di euro, che ha portato il patrimonio netto a 19,7 miliardi di euro con una crescita del 7,1 per cento rispetto all’anno precedente.  Il Bilancio consuntivo 2017 è stato approvato dall’Assemblea nazionale dell’Enpam con 162 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astenuti, nella seduta di sabato 28 aprile.

LA GESTIONE PREVIDENZIALE

Nel 2017 la Fondazione ha registrato entrate contributive pari a 2,648 miliardi di euro, erogando nello stesso periodo prestazioni previdenziali e assistenziali per oltre 1,622 miliardi. A incidere sul fronte delle uscite è stato l’aumento dei pensionati che, come previsto dalla cosiddetta ‘gobba previdenziale’ presente e già scontata nei bilanci attuariali dell’Ente, saranno in crescita ancora per diversi anni.

Il bilancio consuntivo evidenzia nel 2017 un importante incremento del numero dei nuovi titolari di pensioni ordinarie rispetto al 2016. La gestione che registra la variazione minore è la Quota B del Fondo Generale (+ 1,36%), mentre la specialistica ambulatoriale presenta l’aumento maggiore (+35,96%). Di rilievo è anche l’incremento dei nuovi pensionati della medicina generale (+ 21,13%), mentre specialistica esterna e la Quota A del Fondo Generale presentano incrementi meno rilevanti pari rispettivamente a 7,22% e 2,46%.

I dati sui pensionamenti della medicina generale mostrano un costante aumento dell’età media al momento del pensionamento. Il dato, che aveva raggiunto nel 2012 un minimo di 65 anni, ha registrato una crescita continua fino ai 67,6 anni del 2017.  Il dato complessivo evidenzia che i medici di famiglia andati in pensione lo scorso anno sono stati 1.720, con un +21 per cento rispetto all’anno precedente (quando erano stati 1.420) e +92 per cento rispetto alle 898 unità del 2014.

PATRIMONIO DIVERSIFICATO

Nel 2017 il patrimonio della Fondazione ha visto salire a poco più di 5 miliardi di euro la quota investita in attività immobiliari. La percentuale del mattone sul totale tuttavia mostra un calo dal 27 al 26 per cento, a causa del netto aumento degli investimenti finanziari che si attestano poco oltre i 14 miliardi di euro, con un balzo di circa 1 miliardo.  In totale gli investimenti nell’ultimo anno hanno portato 420 milioni di euro lordi nel bilancio civilistico dell’Ente. Da questa cifra vanno sottratti 16 milioni di euro di commissioni e soprattutto 110 milioni di euro in tasse.  Calcolato a valori di mercato il patrimonio dell’Enpam ha superato i 20, 9 miliardi di euro e nel 2017 ha avuto una redditività complessiva del 4,1% al netto di costi di gestione e di tasse.

Una lettera indimenticabile

Un mese fa è mancato un collega, molto conosciuto e stimato. E quando i nostri uffici hanno chiesto sue notizie per motivi amministrativi, il figlio ha risposto mandandoci questa lettera. Un testo pieno di affetto e riconoscenza, che pubblichiamo integralmente, per il suo altissimo valore umano e sentimentale. La nostra comunità, la nostra famiglia di medici, si deve sentire onorata leggendo queste righe 
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Fnomceo annuncia campagna anti bufale. Anelli: ricostruire rapporto di fiducia medico-paziente (e anche il nostro Ordine parteciperà)

(da Doctor33)   Trentuno città tappezzate con 4 diversi manifesti 6 metri per 3, con immagini che, dai creativi che le hanno proposte, vengono preannunciate come «shock, ma temperate da una buona dose di ironia». Si presenta così la prima campagna di comunicazione ''di massa'' proposta dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) che replica, su scala nazionale, l''esperienza messa in atto su diverse tematiche da alcuni Ordini quali quelli di Bari, Napoli, Taranto e Roma, e che consiste nell''applicare alla comunicazione della salute le tecniche e gli strumenti della comunicazione pubblicitaria. La campagna sarà presentata alla stampa giovedì 10 maggio, a Roma.  Al centro dell''iniziativa ci saranno questa volta le fake news, le «bufale» che, «quando riguardano la medicina, possono mettere a serio rischio la salute dei cittadini», si legge in una nota della Fnomceo. «Abbiamo scelto una campagna shock» spiega il presidente Filippo Anelli «perché vogliamo far comprendere i pericoli spesso sottovalutati cui il cittadino va incontro nel momento in cui si affida a fonti non autorevoli per decidere della propria salute. Gli Ordini dei medici sono garanti della salute pubblica come bene per tutta la società e hanno quindi il dovere di intervenire per informare e sensibilizzare i cittadini rispetto ad atteggiamenti che ne minano il benessere». «Il medico deve tornare al centro della relazione che il paziente ha con la propria salute - sottolinea Anelli - Occorre ricostruire quel rapporto di fiducia medico-paziente che è stato fortemente indebolito dall''aziendalizzazione della sanità».

Integrazione ‘home made’ per l’attività fisica ricreativa

(da Nutrizione33)  Non è corretto parlare di dieta e dei suoi effetti senza ricordare che non c'è schema alimentare efficace, che non consideri il cibo in associazione al movimento, tanto per il mantenimento o la perdita di peso così come per la prevenzione. Lo riconosce anche l'OMS: almeno un'ora di esercizio fisico al giorno insieme a una dieta equilibrata sono gli unici strumenti nella riduzione del rischio di malattie croniche e degenerative (e secondo le Raccomandazioni globali sull'attività fisica per il mantenimento della salute agli adulti fra 18 e 64 anni sono suggeriti almeno 150 minuti di attività moderata o 75 di attività vigorosa in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari almeno 2 volte alla settimana).  L'attività fisica e uno stile di vita non sedentario oltretutto portano indubbi benefici sia a livello psicologico sia di comportamento e di relazione. Concetti che, anche se ben lontani dall'essere universalmente applicati, sono ormai accettati. Si sono però sviluppati parallelamente estremismi dalle conseguenze preoccupanti, per quanto riguarda sia l'attività fisica, sia gli aspetti nutrizionali ad essa associati, "soprattutto quando tali fenomeni nascono e si sviluppano in contesti privi di guida esperta e qualificata" ricorda Erminia Ebner, dietista docente presso la Scuola dello Sport del C.O.N.I.
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Nuovi anticoagulanti orali: linee guida pratiche con attenzione a pazienti con necessità particolari

(da Doctor33)   Una nuova versione della guida pratica della European Heart Rhythm Association (EHRA) sulla gestione degli anticoagulanti orali non antagonisti della vitamina K (NOAC) in pazienti con fibrillazione atriale (AF), pubblicata sull'European Heart Journal, si propone come aiuto per i medici nella gestione di questo complesso contesto clinico in continua evoluzione.  «Mano a mano che i fornitori di servizi sanitari prendono confidenza con i NOAC, diventa più comune il trattamento di pazienti complessi. Abbiamo quindi pensato che non fosse opportuno un semplice aggiornamento del documento, ma che servisse una versione completamente rivista» afferma Jan Steffel, dello University Heart Center di Zurigo, Svizzera, a capo della commissione di lavoro.  
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Contenzioso: il paziente deve provare il danno, il dentista che l’insuccesso è dipeso da fattori esterni

(da Odontoiatria33)   Il paziente deve provare il rapporto con il sanitario e l’insuccesso dell’intervento mentre il sanitario, per evitare la condanna, risarcitoria deve provare che l’insuccesso dell’intervento è stato causato da fattori indipendenti dalla propria volontà. A sostenerlo è il Tribunale Civile di Genova chiamato ad esprimersi sulla richiesta di una paziente che ha citato per danni una dentista.  Secondo quanto riportato nella sentenza, la paziente riferiva che nel 2011 si era rivolta allo studio della dottoressa “per cure odontoiatriche tra cui la cura di alcune carie con ablazione del tartaro e l'impianto di due ponti al II e IV quadrante”. Sempre secondo la paziente “le cure si erano dimostrate subito disastrose e brutali ed eseguite persino senza anestesia, che nell'aprile 2012, aveva deciso di interrompere il trattamento rivolgendosi ad altro specialista, dopo aver versato degli acconti”.  La versione della dentista è differente visto che riferisce che la paziente si era “presentata presso il proprio ambulatorio dentistico, in seguito a precedenti cure dentarie cui si era sottoposta con scarsi risultati presso altri e diversi studi dentistici, poiché era risultata affetta da una forma di grave parodontopatia pregressa e diffusa, patologia aggravata da abitudini di scarsa igiene orale”.

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Certificazioni, delle reiterate assenze risponde anche il medico che li ha rilasciati

(da Doctor33)     Del danno erariale causato da un dipendente pubblico per l'indebita percezione del salario ricevuto in carenza di controprestazione lavorativa, per assenze giustificate mediante presentazione di certificati medici falsamente rappresentanti un perdurante stato morboso, risponde anche il medico di famiglia che li ha rilasciati. ( avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

Farmaci senza fustella, il Mmg che li detiene rischia fino a tre anni di reclusione

(da Doctor33)     «È indispensabile non abbiate tra i vostri farmaci confezioni prive delle fustelle ovvero già erogate dal Servizio sanitario». Il messaggio urgente e accorato ai medici di famiglia arriva dal segretario Fimmg veneto Domenico Crisarà, dopo che i Nas hanno denunciato 13 generalisti padovani per la detenzione di confezioni senza fustella. I farmaci, non scaduti, erano stati consegnati da familiari di assistiti deceduti per distribuirli a pazienti meno abbienti, o comunque ad altri assistiti, come accade per i campioni che il medico detiene: una consuetudine dettata dalla volontà di non sprecare un bene che può salvare vite ma che la legge italiana proibisce. «È necessario -continua l'appello di Crisarà ai colleghi- che i pazienti che vi danno l'opportunità di riutilizzare questi farmaci senza fustella siano invitati a contattare il Servizio farmaceutico dell'Ulss per farsi fornire indirizzo e orari di accettazione perché sono solo le farmacie ospedaliere a ritirare quelle confezioni». Già, per quei medicinali l'alternativa al contenitore dei rifiuti della farmacia non è nello studio del medico. Un decreto del 6 luglio 1999 ("linee direttrici in materia di distribuzione di medicinali per uso umano") e ulteriori linee guida del 2013 sulla distribuzione - per la verità più attinenti al grossista - impongono norme severissime di tracciabilità.

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Le persone “gufo” muoiono prima di quelle “allodole”

(da AGI)  Coloro che tendono ad andare a letto tardi la sera e a svegliarsi tardi la mattina, i cosiddetti "gufi", hanno un rischio maggiore di morire prima delle "allodole", cioè delle persone che hanno una naturale preferenza ad andare dormire presto e alzarsi prima. Lo ha scoperto un nuovo studio della Northwestern Medicine e dell'Università del Surrey nel Regno Unito (Regno Unito), pubblicato sulla rivista 'Chronobiology International'. Lo studio, che ha preso in esame i dati di quasi mezzo milione di britannici, ha rilevato che i gufi hanno il 10 per cento di rischio in più di morire rispetto alle allodole. In pratica, 50mila persone del campione analizzato avevano più probabilità di morire in un periodo di tempo analizzato dagli studiosi, di circa 6 anni e mezzo. "I nottambuli che cercano di vivere in un mondo di allodole possono avere conseguenze sulla salute del loro corpo", ha detto Kristen Knutson, professore associato di Neurologia alla Northwestern University Feinberg School of Medicine e una delle autrici dello studio. Precedenti studi su questo argomento si sono concentrati sui piu' alti tassi di disfunzione metabolica e malattie cardiovascolari tra i gufi, ma questo è il primo a considerare il rischio di mortalità. "Questo e' un problema di salute pubblica che non puo' piu' essere ignorato", ha detto Malcolm von Schantz, professore di cronobiologia all'Università del Surrey. "Dovremmo discutere di consentire ai tipi serali di iniziare e finire di lavorare più tardi, se possibile, e abbiamo bisogno di più ricerche su come possiamo aiutare i tipi serali a far fronte allo sforzo maggiore di mantenere il loro orologio biologico in sincronia con il tempo solare", ha aggiunto.

Le prescrizioni di statine non rispettano la parità di genere

(da M.D.Digital)   Meno della metà delle donne che hanno avuto un attacco cardiaco ricevono la prescrizione di una statina ad alta intensità, a testimoniare che il sesso femminile ha molte meno probabilità di ricevere un'adeguata prevenzione secondaria con farmaci che, a piena ragione, possono definirsi dei veri e propri salvavita. Il divario persistente nel trattamento delle malattie cardiache tra donne e uomini continua nonostante la dimostrata efficacia di questo tipo di prevenzione e i recenti sforzi per ridurre le differenze di trattamento fra i sessi.  
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Sanità senza medici? Anche i giudici dicono ‘no’ Fnomceo: “Saremo curati da medici centenari”

La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) esprime “amara soddisfazione” per le sentenze del Tar di Bari  (566, 569, 571, 572 del 2018, Seconda Sezione, presidente Adamo) che hanno bocciato le dotazioni organiche delle Asl approvate dalla giunta Vendola tra 2011 e 2012, e nei fatti tuttora vigenti, perché non garantiscono la presenza del numero minimo di medici necessari a coprire i Livelli essenziali di assistenza. In particolare, condivide il principio della sentenza secondo cui il vincolo finanziario «resta un mezzo, non certo il fine delle scelte politico-amministrative della Regione in materia sanitaria». Ancora durante l’ultimo Consiglio nazionale, la Federazione ha ribadito che la tutela del diritto alla salute dei cittadini si garantisce se il sistema sanitario persegue obiettivi di salute e non obiettivi di bilancio, come purtroppo è accaduto negli ultimi anni a causa di un modello aziendalista di gestione della Sanità. Con i risultati che tutti conosciamo: sempre meno medici, sempre più anziani, sempre più ‘sfruttati’. Sino ad arrivare, a breve, al collasso del sistema, che non sarà più in grado di garantire ai cittadini un’assistenza di qualità.
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Troppo alcol accorcia la vita anche di 4-5 anni. Gli esperti: non bere più di un litro di vino o tre litri di birra a settimana

(da Quotidiano Sanità)   Sarebbero tutte da rivedere al ribasso le attuali soglie di sicurezza per il consumo di bevande alcoliche, stando ai risultati di una ricerca appena pubblicata su 'Lancet'   E forse andrebbero anche uniformati visto che gli attuali limiti raccomandati per il consumo di alcol sono molto diversi tra una nazione e l’altra.  Angela Wood (Dipartimento di Salute Pubblica, Università di Cambridge) e colleghi, allo scopo di definire meglio le soglie di sicurezza per il consumo di bevande alcoliche, cioè quelle associate al minor rischio di mortalità per tutte le cause e di malattie cardiovascolari, hanno analizzato i dati relativi a circa 600 mila bevitori attivi residenti in 19 nazioni ad alto reddito e senza pregresse patologie cardiovascolari.  
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Le fake news sull’attività fisica. L’Iss smentisce dieci bufale

(da DottNet)  La sauna non scioglie i grassi, fare addominali non basta a ridurre la pancetta e chi ha l'artrosi dovrebbe fare, e non evitare, l'attività fisica. Le fake news corrono veloci sul web, per questo l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) dedica a "Falsi miti e bufale" un'intera sezione sul nuovo portale di informazione online IsSalute.it. Tra vecchie e nuove credenze prive di prove scientifiche, queste sono le più frequenti in tema di attività fisica:
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Metformina, le dosi sicure in pazienti con DMT2 e insufficienza renale cronica in stadio 3 e 4

(da Doctor33)   Sono stati appena pubblicati i risultati di uno studio in aperto, condotto presso un singolo centro, disegnato per testare la sicurezza della metformina nei pazienti con diabete mellito tipo 2 (DMT2) e insufficienza renale cronica (IRC). «Dopo oltre 60 anni, almeno in Europa, dall'ingresso nell'armamentario terapeutico del diabetologo, la metformina ancora oggi continua a essere a pieno titolo la terapia di prima scelta tra i farmaci per il trattamento del DMT2, quando ben tollerata e non controindicata» osserva Vincenzo Novizio della Commissione Farmaci AME(Associazione Medici Endocrinologi). «Malgrado anni di studio che non mostravano alcun aumento del rischio di acidosi lattica quando il farmaco veniva utilizzato in pazienti con IRC lieve-moderata, le linee guida ne vietavano l'uso una volta che la creatinina sierica raggiungeva 1.5 mg/dL negli uomini e 1.4 mg/dL nelle donne, in tal modo privando un notevole numero di pazienti di questo farmaco sicuro ed efficace». Dal 2016 la FDA è diventata più permissiva, prosegue Novizio, dando indicazioni sull'utilizzo del farmaco nei pazienti con DMT2 e IRC in relazione ai valori di velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR): 1) > 60 mL/min: utilizzo libero; 2) 30-59 mL/min: riduzione del dosaggio; 3) < 30 mL/min: divieto.   Nello studio citato in apertura sono state condotte tre differenti analisi, ognuna con uno specifico obiettivo, spiega l'esperto. Primo: identificare la dose ottimale di metformina, dosandone le concentrazioni ematiche per una settimana dopo ciascun incremento di dose, nei pazienti con IRC di stadio 1-5. La dose ottimale di metformina per i pazienti con IRC è risultata: a) stadio 3A (eGFR 45-59): 1500 mg (500 mg la mattina e 1000 mg la sera); b) stadio 3B (eGFR 30-44): 1000 mg (500 mg la mattina e 500 mg la sera); c) stadio 4 (eGFR 15-29): 500 mg/die. Secondo: valutare se, monitorando mensilmente le concentrazioni ematiche di metformina, acido lattico e HbA1c, tali dosi di metformina permanessero ottimali a distanza di 4 mesi di terapia. Le concentrazioni di metformina sono rimaste stabili senza superare il limite di sicurezza di 5.0 mg/L e l'iperlattatemia (> 5 mmol/L) era assente (tranne che in un paziente con infarto del miocardio) e non ci sono state modificazioni dei livelli di HbA1c. Terzo: valutare i parametri farmacocinetici dopo la somministrazione di una singola dose di metformina in ciascuno dei tre stadi di IRC, 3A, 3B e 4. Gli autori dello studio non hanno osservato differenze significative nei parametri farmacocinetici tra i diversi stadi di malattia.  «Inoltre» riprende Novizio «gli autori sottolineano che nei pazienti con IRC in stadio 3 bisogna valutare l'eGRF ogni 6 mesi e bisogna sospendere la metformina nei pazienti con danno renale acuto. Infine, poiché le elevate concentrazioni plasmatiche del farmaco possono associarsi a iperlattatemia, nei pazienti fragili bisogna valutare il lattato» ovvero - riporta il diabetologo - se le concentrazioni sono > 5 mmol/L, bisogna sospendere la somministrazione di metformina mentre nei pazienti con livelli > 2.5 mmol/L, la misurazione deve essere ripetuta dopo poco tempo e la somministrazione di metformina deve essere interrotta dopo due misurazioni consecutive > 2.5 mmol/L. «Nel complesso» conclude Novizio «tali risultati supportano quanto indicato nelle recenti linee guida sull'utilizzo della metformina nei pazienti con DMT2 e IRC».

(Diabetes Care, 2018; 41: 547-53. doi: 10.2337/dc17-2231. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29305402)

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