Farmacovigilanza, ecco la watchlist Fda. Numerosi antibiotici e antidepressivi nella lista

(da Doctor33)   Sono ben 11 gli antibiotici e 9 gli antidepressivi elencati nell'ultima lista di controllo (watchlist) trimestrale della Food and Drug Administration (Fda). Per questi farmaci l'ente regolatorio statunitense ha rilevato segni di potenziale rischio, rispettivamente, di coma ipoglicemico e reazione farmacologica con eosinofilia e sintomi sistemici (Dress). La watch list, aggiornata al 12 gennaio sul sito web della Fda, viene creata dal sistema di segnalazione di eventi avversi (Faers) dello stesso ente e, nel complesso, comprende 15 tra farmaci o classi di farmaci per i quali sono disponibili nuove informazioni relative a sicurezza o possibili segnali di rischio grave. Va precisato che il collocamento in questo elenco non significa che l'ente abbia riscontrato che un farmaco è associato al rischio segnalato ma soltanto che è stato identificato un potenziale problema di sicurezza. Se un'ulteriore revisione dovesse concludere che il farmaco è effettivamente associato al rischio o causa un problema, la Fda ha molte opzioni per ulteriori azioni, come richiedere modifiche all'etichettatura, limitare l'uso del farmaco o, in rari casi, ritirare un prodotto dal mercato. L'elenco attuale, che risale al terzo trimestre del 2017 (luglio-settembre), comprende due farmaci il cui rischio potenziale ha comportato modifiche alle etichette. Il primo è ibrutinib (indicato nel trattamento di leucemia linfatica cronica, linfoma mantellare e macroglobulinemia di Waldenström) inserito nella lista a causa di segnalazioni di potenziale rischio di aritmia ventricolare: la sezione "Avvertenze e precauzioni" del foglietto illustrativo è stata per l'appunto aggiornata per includere tale possibile evento avverso. Il secondo è selexipag (per il trattamento dell'ipertensione arteriosa polmonare), farmaco approvato dall'Ente europeo dei medicinali [Ema] e sottoposto di recente a una revisione di sicurezza, ma non ancora registrato dall'Agenzia italiana del farmaco [Aifa]); in questo caso la Fda ha aggiornato la sezione "Reazioni avverse: postmarketing" del foglietto illustrativo per includere l'ipotensione. Per tutti gli altri farmaci elencati, tranne uno - e precisamente rivaroxaban, anticoagulante orale ad azione diretta inibitoria sul fattore Xa, di cui si segnala il potenziale rischio di danno epatico ma per il quale l'ente ha stabilito che al momento non è necessario intervenire - la Fda sta valutando se sia necessaria un'azione normativa. Tra questi ultimi si trovano, come accennato, 11 specialità antibiotiche, ossia 5 principi attivi alcuni dei quali in diverse formulazioni (moxifloxacina ev, ciprofloxacina[sospensione orale, ev, compresse, compresse a rilascio prolungato], gemifloxacina compresse, levofloxacina [ev, soluzione per uso orale, compresse rivestite per uso orale], moxifloxacina ev) e 9 farmaci antidepressivi (amitriptilinabupropionecitalopramduloxetinaescitalopramfluoxetinaparoxetinasertralina e venlafaxina). Completano la lista i seguenti farmaci e classi di farmaci (tra parentesi, nell'ordine, l'indicazione e la segnalazione di potenziale evento avverso): tocilizumab ev e sc (anticorpo monoclonale diretto all'interleuchina 6, indicato nel trattamento dell'artrite reumatoide; pancreatite, epatotossicità); fenofibrato e acido fenofibrico, capsule e compresse (ipocolesterolemizzante; gravi reazioni cutanee); cetirizinalevocetirizinapseudoefedrina cloridrata (antistaminici indicati per rinite allergica e orticaria cronica i primi due, nel terzo caso amina simpaticomimetica indicata in presenza di raffreddore, riniti, sinusiti, allergie; prurito alla sospensione per effetto "rebound"); pseudoefedrina (azione stimolante, favorente lo stato di veglia; pustolosi esantematica acuta generalizzata); metotressato ev e soluzione orale (antagonista della sintesi di acido folico, indicato nel trattamento di alcune neoplasie e patologie auto-immuni; interazione farmacologica con ossido d'azoto, effetto potenziante sul metabolismo deli folati, con conseguente aumento della tossicità [grave mielosoppressione, stomatite e neurotossicità]); nafcillina (antibiotico beta-lattamico; insufficienza renale acuta); acido obeticolico (per la colangite biliare primitiva; danno epatico); metotressato compresse (per il trattamento dell'artrite reumatoide; errori nella frequenza del dosaggio: somministrazione una volta al giorno invece che una volta alla settimana); eculizumab ev (indicato nell'emoglobinuria parossistica notturna; infezioni delle meningi non raggruppabili e da Neisseria [tranne N. meningitidis]); cariprazina (antipsicotico per il trattamento della schizofrenia; sindrome di Stevens-Johnson). (Fda Watch list; July - September 2017. https://www.fda.gov/Drugs/GuidanceComplianceRegulatoryInformation/Surveillance/AdverseDrugEffects/ucm592379.htm)

Se il pronto soccorso è affollato, non è colpa del servizio di medicina di base

(da Doctor33)  L'aumento della frequentazione del pronto soccorso deriva principalmente dalle condizioni di salute a lungo termine dei pazienti e non è correlato a carenze nel servizio di medicina di base, secondo uno studio pubblicato sul British Journal of General Practice. «Le pressioni sui dipartimenti di emergenza, specialmente durante l'inverno, sono enormi: quando i reparti sono molto occupati, con lunghe attese e difficoltà a trovare posti letto per le persone che necessitano il ricovero, è facile cercare capri espiatori e suggerire che i servizi di medicina di base malfunzionanti siano la causa della crisi» esordisce Sally Hull, della Queen Mary University di Londra, prima autrice dello studio.  I ricercatori però, valutando oltre 800.000 pazienti residenti nella zona est di Londra, hanno dimostrato che non è così. Per la prima volta nel Regno Unito, lo studio ha analizzato i dati resi anonimi dai singoli pazienti collegando i registri del medico di base e del pronto soccorso per ottenere un quadro più preciso delle presenze su un periodo di due anni. Avere più patologie a lungo termine è stato il più forte predittore della frequentazione del pronto soccorso, aggravato da condizioni di svantaggio sociale. I ricercatori hanno riscontrato un aumento di sei volte dei tassi di frequentazione del pronto soccorso in pazienti con quattro o più patologie a lungo termine, rispetto a quelli senza tali condizioni. Le persone residenti nelle aree più svantaggiate con quattro o più patologie a lungo termine, e che erano anche fumatori, avevano quasi il triplo del tasso di frequentazione di pronto soccorso rispetto alla stessa tipologia di persona residente nelle aree meno svantaggiate. I risultati hanno inoltre mostrato che i pazienti che più spesso si recavano al pronto soccorso erano anche quelli che con maggiore frequenza si presentavano nell'ambulatorio del medico di base. Questo suggerisce che l'aumento di anno in anno delle presenze in pronto soccorso non può essere spiegato da un problematico accesso alle cure primarie, ma prevalentemente dalla presenza di patologie a lungo termine, sia mentali che fisiche, oltre che dall'invecchiamento della popolazione, con l'aggravante dello svantaggio socio-economico. Gli autori avvertono che, poiché lo studio è stato condotto nella zona est di Londra, non è rappresentativo del paese nel suo insieme, ma che i risultati possono essere rilevanti per altre aree urbane con livelli simili di deprivazione materiale e presenza di minoranze etniche. (British Journal of General Practice 2018. Doi: 10.3399/bjgp18X694397 http://bjgp.org/content/early/2018/01/15/bjgp18X694397 )

Corte di giustizia UE, gli stipendi degli specializzandi vanno adeguati

(da DottNet)  I medici specializzandi vanno adeguatamente remunerati e l’Italia non lo ha ancora fatto: lo afferma la Corte di Giustizia Ue, con le sentenze riunite sulle cause C-616/16 e C-617/16, come riporta il Sole24ore. La vicenda ha preso le mosse dalla direttiva n. 82/76/Cee, che aveva introdotto il principio per cui entro il 31 dicembre 1982 gli stati dovevano quantificare, con legge nazionale, l'entità della remunerazione.

L'Italia ha provveduto con quasi nove anni di ritardo all'attuazione della direttiva (Dlgs 257/91), con effetti a partire dall'anno accademico 1991/1992. Ma Tra il 2001 e il 2003 alcuni medici si sono rivolti al Tribunale di Palermo chiedendo la condanna dell'Università degli Studi di Palermo e dello Stato italiano al pagamento di una remunerazione appropriata per i corsi di specializzazione da loro seguiti tra il 1982 e il 1990 o quantomeno al risarcimento dei danni per la mancata trasposizione della direttiva.Dopo una sconfitta in primo grado e una vittoria in Corte d’appello, la vicenda era approdata in Cassazione, che si è rivolta, in via pregiudiziale, alla Corte di giustizia chiedendo di interpretare la direttiva.

In particolare, la Cassazione aveva chiesto:

1) se la direttiva sia applicabile ai corsi di specializzazione, a tempo pieno o a tempo ridotto, iniziati prima del 31 dicembre 1982 (come detto, termine fissato agli Stati membri per conformarsi alla direttiva) e completati dopo tale data, sino al 1990 (anno precedente l'attuazione in Italia della direttiva). In caso di risposta affermativa al suddetto quesito:

2) se l'obbligo di remunerazione adeguata per i medici specializzandi sorga immediatamente per effetto della direttiva oppure solo per effetto della trasposizione della stessa nell'ordinamento nazionale;

3) se l'obbligo di remunerazione adeguata valga, per i corsi di specializzazione svoltisi “a cavallo” del 31 dicembre 1982, anche per la parte di corso anteriore a tale data. Con la sentenza odierna, la Corte afferma, innanzitutto, che la direttiva si applica a tutti i corsi di formazione specialistica, a tempo pieno o a tempo ridotto, iniziati a partire dal 1982 (anno di emanazione della direttiva).

Tali formazioni specialistiche, quindi, devono essere adeguatamente remunerate (si vedrà oltre a partire da quando, nell'ambito di un singolo corso), a condizione che si tratti di una specialità comune a tutti gli Stati membri oppure comune a due o più Stati membri e menzionata dalla direttiva sul mutuo riconoscimento dei titoli di studio.

In secondo luogo, la Corte stabilisce che l’obbligo di remunerazione sorge immediatamentecon la direttiva, a prescindere dal suo recepimento nel diritto nazionale. In effetti, l'obbligo di remunerazione previsto dalla direttiva è, in quanto tale, incondizionato e sufficientemente preciso. Quindi, se, come è accaduto in Italia, mancano le norme interne di trasposizione, la quantificazione della remunerazione agli specializzandi va effettuata dal giudice mediante l'interpretazione di altre norme del diritto nazionale.

Se ciò non è possibile (e sarà il giudice nazionale a stabilirlo), si legge sul quotidiano economico, allora il mancato recepimento della direttiva deve essere considerato come un inadempimento dello Stato che comporta a suo carico l'obbligo di risarcire i singoli soggetti danneggiati. A tal riguardo, il risarcimento dovrebbe essere quantomeno pari alla remunerazione prevista dalla successiva normativa di trasposizione della direttiva, fatta salva la possibilità per i medici interessati di provare danni ulteriori per non avere potuto beneficiare della remunerazione nei giusti tempi. In terzo luogo, la Corte dichiara che, per i medici che abbiano seguìto, a tempo pieno o a tempo ridotto, dei corsi di specializzazione “a cavallo” del 31 dicembre 1982, il diritto alla retribuzione sorge solo a partire dal giorno successivo a tale data (quindi a partire dal 1° gennaio 1983). La stessa direttiva, infatti, ha previsto che, sino al 31 dicembre 1982, gli Stati membri avessero il tempo di adeguarvisi.

Studi di settore, ancora un anno poi gli Indicatori Sintetici di Affidabilità. Ecco cosa sono

(da Odontoiatria33)   L'annuncio era stato chiaro, dal 2018 via gli studi di settore ed avanti con gli Indicatori Sintetici di Affidabilità (ISA), ma la legge di Stabilità ha dato ancora un anno di vita ai tanto discussi Studi di settore, posticipando la riforma al 2019.  Per capire comunque come saranno, o potrebbe essere questo nuovo strumento che comunque ha sempre lo scopo di valutare la "fedeltà" fiscale tra redditi dichiarati e reddito presunto dei contribuenti italiani, abbiamo chiesto aiuto al dott. Umberto Terzuolo dello Studio Terzuolo & Brunero Associati di Torino -consulenti fiscali AIO- che ricorda come, comunque, "lo studio di settore risulti oggi uno strumento obsoleto che deve essere ripensato".

Dott. Terzuolo che cosa sono gli Indicatori Sintetici di Affidabilità?

Gli ISA nascono essenzialmente per favorire l'adempimento spontaneo dei contribuenti alle pretese del Fisco. Lo scopo è quindi cercare di far emergere in modo "volontario" redditi non dichiarati facendo leva di fatto sulla coscienza dei contribuenti. Questi indici verranno poi anche utilizzati dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza per definire le specifiche strategie di controllo basate su analisi del rischio di evasione, dove sicuramente verrà tenuto in considerazione il livello di affidabilità fiscale di ciascun contribuente. Tale livello sarà ottenuto dalla combinazione di indicatori (suddivisi in "indicatori elementari" e "indicatori di anomalia" creati sulla base di una metodologia statistica-economica a detta del Fisco innovativa) e di altre informazioni presenti nell'anagrafe tributaria. L'effetto degli ISA sarà quello di "scovare" i contribuenti giudicati meno virtuosi che saranno probabilmente più oggetto di attività di monitoraggio e controllo da parte del Fisco. Lo strumento comunque non dovrebbe avere quella valenza di meccanismo di accertamento automatico, come, pur erroneamente, è accaduto nel corso degli anni per gli studi di settore. Come detto gli ISA dovrebbero rappresentare una pagella fiscale del contribuente nell'ottica di migliorare il rapporto con l'Amministrazione finanziaria, introducendo anche vari livelli di regimi premiali.

Ma come funzioneranno?

Chiarendo che siamo ancora in una fase di work in progress, sembra che con i nuovi modelli non ci sarà più una stima di ricavi o compensi con riferimento ad un solo anno ma l'analisi sarà più completa, andando ad abbracciare un arco temporale di circa otto anni in modo da poter permettere all'Amministrazione finanziaria di valutare la performance del contribuente anche in virtù dell'andamento del ciclo economico del suo settore di appartenenza. Come detto, gli ISA risulteranno essere la combinazione di due tipologie di indici.

I primi, i cosiddetti "indici elementari", dovrebbero analizzare essenzialmente la struttura economica dell'attività dell'odontoiatra, ragionando, oltre che sui ricavi anche ad esempio sul valore aggiunto per addetto e sul suo reddito (ricavi meno costi), sulla coerenza della gestione professionale e sulla affidabilità dei dati dichiarati. Questa valutazione dovrebbe poi essere combinata con i risultati di eventuali verifiche fiscali e accessi brevi dell'Amministrazione finanziaria, con le informazioni presenti in anagrafe tributaria, presso le Agenzie fiscali, presso l'osservatorio del mercato immobiliare, presso l'Inps, presso il registro automobilistico, il tutto per ottenere quindi un "voto di condotta" il più completo possibile.

I secondi indici che comporranno la pagella, saranno i cosiddetti "indici elementari di anomalia" che andranno ad evidenziare situazioni di incongruenza o discordanza dal punto di vista contabile e gestionale, eventualmente rafforzati da informazioni presenti su banche dati dell'Amministrazione finanziaria.

La media di questi due indicatori determinerà il voto finale che andrà da 1 a 10. La valutazione, in un'ottica di trasparenza e scambio di informazioni tra il contribuente e Fisco, sarà resa disponibile per i contribuenti attraverso un report che, da quello che emerge, dovrebbe essere particolarmente articolato e dettagliato.

Ed una volta ottenuto il voto, cosa succede?

L'analisi che scaturirà dagli ISA è di fatto una fotografia della propria attività. I contribuenti con un voto alto dovrebbero poter godere di significative agevolazioni tributarie che verrebbero modulate in virtù della valutazione. Ad oggi però siamo in attesa dei provvedimenti legislativi che definiscano il perimetro di questi benefici. Ulteriore notizia positiva consiste nell'aggiornamento dei vari indicatori che dovrebbe avvenire ogni due anni dalla loro prima pubblicazione: lo strumento quindi dovrebbe (il condizionale è d'obbligo!) essere più aggiornato e fotografare meglio la situazione dei contribuenti in virtù delle mutate condizioni di mercato. Ci saranno poi tutta una serie di "esclusioni" per gli indicatori di compliance.

I contribuenti con punteggi non elevati potranno adeguarsi?

Dalle informazioni ad oggi pervenute sembrerebbe poi possibile procedere con l'adeguamento volontario, dichiarando, ai fini delle imposte, redditi maggiori rispetto a quelli determinati con le scritture contabili, con la finalità di prendere un "bel voto" e quindi, teoricamente, stare più tranquilli. L'adeguamento poi, esattamente come accade oggi con gli studi di settore, non dovrebbe comportare sanzioni né interessi.

I "primi della classe" potranno godere di benefici. Ovvero?

Il regime premiale dovrebbe essere ipoteticamente più ampio rispetto a quello degli studi di settore. Dalle prime simulazioni effettuate sembrerebbe infatti che per effetto della valutazione estesa anche sugli anni passati, la platea dei soggetti che dovrebbe fruire di questi incentivi dovrebbe essere maggiore anche se non tutti potrebbero avere gli stessi vantaggi, come accade oggi invece con gli studi di settore.

In relazione alle diverse votazioni, ottenute anche attraverso l'adeguamento spontaneo, dovrebbero essere riconosciuti i seguenti benefici:

  • Maggiore libertà e minori vincoli per la compensazione di crediti di imposta inferiori a 20.000 € annui (problema che riguarda raramente gli odontoiatri);
  • Esclusione dagli accertamenti basati su presunzioni semplici, anche detti accertamenti analitico-induttivi (non analitici per intenderci);
  • Riduzione di almeno un anno dei periodi in cui l'odontoiatra può essere oggetto di controlli fiscali;
  • Esclusione da controlli fiscali basati sul "redditometro", strumento che negli ultimi anni è stato poco utilizzato e che dovrebbe determinare il reddito da dichiarare in base al tenore di vita del contribuente, a condizione che il reddito dichiarato non sia inferiore per più di un terzo di quello determinato con il "redditometro".

E per i cattivi?

In caso di omessa compilazione degli indicatori di affidabilità fiscale o di comunicazioni inesatte o incomplete, si applicherà una sanzione amministrativa che dovrebbe oscillare tra i 250 € e i 2000€. In base all'attuale impostazione della norma sembrerebbe comunque necessaria, prima dell'irrogazione delle sanzioni, una comunicazione da parte dell'Agenzia delle entrate al contribuente invitandolo a eseguire la comunicazione dei dati o a correggere spontaneamente gli errori commessi. Nel caso in cui il contribuente continui con la sua condotta negativa, previo contraddittorio obbligatorio, l'Agenzia delle entrate potrà procedere con l'accertamento fiscale.

Consulta, la legge sull’obbligo dei vaccini è fondata

(da DottNet)  La decisione del governo di introdurre l'obbligo per dieci vaccini 'non è irragionevole', con buona pace di chi, come i movimenti no vax e la Regione Veneto si è scagliato contro il provvedimento. Anche le motivazioni della sentenza della Consulta che ha bocciato il ricorso veneto contro la legge danno ragione alla linea del ministro Lorenzin, anche se la stessa Corte Costituzionale ricorda che in determinate condizioni l'obbligo potrà essere tolto. Non è "irragionevole", nell'attuale contesto e allo stato "delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche", l'intervento del legislatore che "ha ritenuto di dover rafforzare la cogenza degli strumenti della profilassi vaccinale", scrive infatti la Consulta. Ma "nulla esclude che, mutate le condizioni, la scelta possa essere rivalutata e riconsiderata".   Secondo la Corte “la scelta del legislatore statale - si legge nella sentenza depositata oggi - non può essere censurata sul piano della ragionevolezza per aver indebitamente e sproporzionatamente sacrificato la libera autodeterminazione individuale in vista della tutela degli altri beni costituzionali coinvolti".    I giudici nel documento hanno sottolineato che nella "pratica medico-sanitaria la distanza tra raccomandazione e obbligo è assai minore di quella che separa i due concetti nei rapporti giuridici", perché "in ambito medico, raccomandare e prescrivere sono azioni percepite come egualmente doverose in vista di un determinato obiettivo". Inoltre viene apprezzato lo "spazio per un rapporto con i cittadini basato sull'informazione, sul confronto e sulla persuasione", visto che prima di arrivare alle sanzioni la legge prevede colloqui con i genitori.    Le motivazioni arrivano in un periodo 'caldo' per la legge, divenuta subito oggetto di scontro in campagna elettorale, con Lega e M5S pronti ad abrogarla. "Le motivazioni della Consulta - scrive Lorenzin su Facebook - rappresentano per questo una risposta chiara e concreta alle farneticanti affermazioni di alcuni schieramenti politici, come M5S e Lega, che oggi, per racimolare qualche in voto in più, giocano con la salute degli italiani".    Secondo i primi dati la legge sull’obbligo sta effettivamente facendo salire le coperture, anche se gli esperti segnalano situazioni difficili in molti centri vaccinali. A causarle soprattutto la scadenza del 10 marzo, oltre la quale i bambini non on regola non potranno essere ammessi a scuola.

Invio fatture 730 precompilato, si avvicina la scadenza per i medici. Ecco obblighi e sanzioni

(da  Doctor33)  Anche quest'anno entro il 31 gennaio i medici per la parte di libera professione svolta e i dentisti devono trasmettere al Sistema Tessera Sanitaria la comunicazione con i dati di tutte le prestazioni pagate dai pazienti, o rimborsate nel 2017, perché l'Agenzia delle Entrate li usi per la precompilazione dei modelli 730 online completi di spese detraibili. Lo ricorda l'Agenzia che nei giorni scorsi ha divulgato una nota informativa ricordando obblighi e scadenze. I liberi professionisti possono spedire i dati usando l'area riservata del STS o il servizio legato al proprio gestionale, i servizi di associazioni e sindacati, o rivolgendosi al commercialista. In caso di omessa, tardiva o errata trasmissione la sanzione è pari a euro 100 per ogni comunicazione, fino a euro 50 mila; in caso di errata comunicazione, niente sanzioni se si rimedia nei 5 giorni successivi alla scadenza, o nei 5 successivi ad eventuale segnalazione dell'Agenzia delle Entrate. Se la trasmissione corretta avviene entro 60 giorni dalla scadenza, la sanzione è ridotta a un terzo entro un massimo di euro 20 mila. Un seminario a Milano organizzato dalla Consulta formata da Associazione Giovani farmacisti - Agifar Giovani psicologi Giovani Commercialisti, Associazione Italiana giovani medici - Sigm ha fatto il punto sulle novità in tema di controlli fiscali su deduzioni e detrazioni al 19% dalla dichiarazione dei redditi. Le relazioni dei commercialisti Emanuele Serina e Stefania Serina del Foro milanese, hanno messo tra l'altro in luce tre elementi:

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Prescrizioni poco chiare, FNOMCeO: evitare abbreviazioni e scrivere al Pc

(da  Doctor33)  Evitare l'uso di abbreviazioni e le sigle che i cittadini possono non comprendere, scrivere sempre al computer e fare attenzione alla effettiva comprensione della prescrizione da parte del paziente. Sono queste le raccomandazioni che il vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli Odontoiatri (Fnomceo), Maurizio Scassola, rivolge ai medici per ovviare al diffuso problema delle ricette del medico ospedaliero spesso poco comprensibili. Un problema di comprensibilità che si riscontra, il più delle volte, anche nei referti di analisi strumentali, come documenta Adnkronos, mentre prescrizioni chiare e comprensibili sono «un diritto dei pazienti, ma anche una tutela per i medici Prescrittori».  
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Grazie alle radiografie della bocca si può accertare l’eventuale carenza di vitamina D

(da Dental Tribune International)  I denti umani contengono informazioni vitali riguardo alla carenza di vitamina D. Gli antropologi canadesi hanno scoperto che tale condizione, grave ma spesso celata, può essere rivelata da una semplice radiografia dentale. L’identificazione degli individui affetti può aiutare per capire in un futuro i fattori che compromisero la salute dei nostri antenati.  I ricercatori della McMaster University Megan Brickley, Lori D’Ortenzio e loro colleghi hanno scoperto in un primo momento che i denti umani trattengono tracce dettagliate e permanenti di grave carenza di vitamina D, grazie a malformazioni microscopiche della dentina, il che può rivelarsi estremamente utile per capire esattamente quando i progenitori, anche di secoli fa, furono esposti a scarsa luce solare, condizione necessaria per la produzione di vitamina D nell’organismo. 

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Farmaci in età pediatrica: evitare l’autoprescrizione e l’abuso di antibiotici

(da  Doctor33)  In età pediatrica, la fascia d'età compresa tra zero e due anni è quella in cui si registra il consumo maggiore di farmaci: 82,2 dosi giornaliere ogni mille bambini. È uno dei dati forniti dal recente rapporto OsMed dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), da cui emergono consumi progressivamente più bassi negli adolescenti tra 14 e 17 anni (75,8 dosi giornaliere ogni mille abitanti), nei bambini fra tre e cinque anni (71,1), nei preadolescenti dagli 11 ai 13 (60,9) e nei bambini che frequentano la scuola primaria 6-10 anni (54,2). «È un dato atteso e rientra nella fisiologia degli eventi - commenta il presidente della Società italiana di pediatria (Sip) Giovanni Corsello - perché è l'età in cui il bambino comincia la socializzazione, spesso con l'iscrizione al nido, e aumenta il contatto con agenti virali o batterici che possono provocare infezioni, quindi in qualche modo il consumo dei farmaci è anche legato alla necessità di ridurre la temperatura corporea, di lenire un po' il fastidio e il dolore e trattare le infezioni». A conferma dell'analisi del presidente Sip, i farmaci più utilizzati secondo il rapporto Osmed sono quelli per l'apparato respiratorio (35,6%) e gastrointestinale (25,5%). Secondo Corsello non si segnalano dunque particolari abusi tranne quello, peraltro grave e diffuso anche nella popolazione non pediatrica, di prescrizione inappropriata di antibiotici per infezioni che non sono batteriche ma virali, il che come è noto va a aggravare il fenomeno della antibioticoresistenza. Il pediatra porta inoltre l'attenzione sull'importanza di evitare l'autoprescrizione, particolarmente pericolosa per bambini molto piccoli: «l'uso dei farmaci deve essere sempre governato dal pediatra e frutto di un'interazione del pediatra con la famiglia, in modo da evitare inappropriatezze e anche effetti collaterali. C'è il rischio oltretutto che si usino per i bambini farmaci destinati agli adulti che si trovano nei cassetti di casa, evento che può causare un maggior numero di effetti avversi perché il bambino ha peculiarità fisiologiche che spesso non ci consentono di utilizzare farmaci per adulti semplicemente riducendone le dosi».

Visite fiscali e certificati, da sabato 13 nuove regole. Ecco le principali novità

(da Doctor33)   Sabato 13 gennaio partono i nuovi controlli dei medici fiscali sui lavoratori della pubblica amministrazione. Entra in vigore, infatti, il nuovo regolamento del ministero della Pubblica Amministrazione (decreto 2016/2017) che conferma le fasce orarie dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 di tutti i giorni, feriali e festivi, per le verifiche a domicilio sui dipendenti pubblici assenti per malattia. Non cambiano per ora le fasce orarie per i dipendenti privati, 10-12 e 17-19 dei giorni lavorativi: una modifica che invece era stata chiesta dal presidente Inps Tito Boeri per meglio razionalizzare i costi del Polo Unico delle visite fiscali, l'organismo composto dai 1200 medici Inps che d'ora in poi controllerà oltre ai 14 milioni di lavoratori del privato (4,4 milioni di assenze nel 2016) anche i 3,6 milioni del pubblico (1,8 milioni di assenze) fin qui di pertinenza in gran parte dei medici delle Asl.

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Nuovo accesso provvisiorio al Padiglione Vallisneri dell’Ospedale di Forlì

Da lunedì 15 gennaio, per un periodo di circa tre mesi, la nuova scala esterna del padiglione Vallisneri dell'ospedale di Forlì, attualmente già in uso come via d'esodo, sarà utilizzata per gli accessi a TUTTI  i reparti e servizi del Padiglione Vallisneri ad eccezione di Anatomia Patologica, Ufficio Relazioni con il Pubblico, Prevenzione Oncologica, Centro Prelievi e Day Hospital Oncologico IRST, per i quali restano invariate le modalità di accesso. Contestualmente, il vano scale interno (compresi gli ascensori) del Padiglione Vallisneri (lato Anatomia Patologica) sarà interdetto ed inutilizzabile per consentire la prosecuzione dei lavori di adeguamento alla normativa sismica e di prevenzione incendi. Al termine dei lavori saranno ripristinati i percorsi definitivi.

L’allarme dei cardiologi SIC: il 10% degli under 18 è iperteso

(da Doctor33)  Il 10% dei ragazzi con meno di 18 anni è iperteso. È stato questo uno dei temi principali del Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia tenutosi in Dicembre a Roma  «Come per ogni malattia cronica, è verosimile che l'ipertensione arteriosa sviluppi le sue premesse fisiopatologiche anni o decenni prima di manifestare segni e sintomi clinicamente inequivocabili» spiega Giuseppe Mercuro, Presidente Sic. «Una "impronta pressoria" - consistente nel riscontro di valori tensivi ai limiti superiori della norma per l'età, insieme a un'accresciuta massa corporea - che si renderebbe manifesta sin dalla prima età. Questa condizione fenotipica presupporrebbe una continuità nel tempo di valori pressori elevati o francamente ipertesi e una loro persistenza nell'età adulta, ed oltre».

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Endometriosi, fondazione Gimbe pubblica le linee guida Nice. Focus su diagnosi e trattamento

(da Doctor33)  Raccomandazioni cliniche sia per la diagnosi, sia per il trattamento dell'endometriosi: dai segni e sintomi che generano il sospetto di malattia ai criteri di appropriatezza di test diagnostici (ecografia, risonanza magnetica, laparoscopia), dalle consulenze specialistiche ai trattamenti (analgesici, terapia ormonale, chirurgia). A fornirle le linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (Nice) - disponibili in italiano grazie alla traduzione della Fondazione Gimbe e particolarmente importanti, perché, come sottolinea in una nota il presidente di Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, «troppe donne rimangono ancora senza diagnosi per molti anni, con peggioramento della qualità di vita, progressione della malattia e peregrinazioni tra consulti specialistici e indagini diagnostiche non sempre appropriate».

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Curare la parodontite riduce l’emoglobina glicata

(da M.D. Digital)   Negli ultimi anni l’associazione tra diabete e malattia parodontale è stata oggetto di approfondite ricerche, e diversi studi suggeriscono che il DM è un fattore di rischio per lo sviluppo di gengiviti e/o parodontite nel diabete tipo 1 e 2. I pazienti con DM presentano infatti un rischio da due a tre volte  maggiore,  rispetto a un soggetto non diabetico, di sviluppare disturbi cronici del cavo orale. Allo stesso tempo la malattia parodontale può essere un fattore di rischio per l’insorgenza del diabete, ed  esiste una relazione diretta fra gravità ed estensione della parodontite e peggioramento  del  controllo glicemico. Proprio per approfondire questa  complessa relazione, spesso sottovalutata, diabetologi provenienti da tutt’Italia si sono trovati a Genova, in occasione del convegno “Diabete e parodontopatia: una  relazione biunivoca”,  promosso dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD).

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Certificazioni di Malattia: Nuove condizioni di esclusione dalla visita fiscale per i dipendenti pubblici

Con la pubblicazione in G.U. del Decreto della funzione pubblica relativo al "Regolamento recante modalità per lo svolgimento delle visite fiscali e per l'accertamento delle assenze dal servizio per malattia, nonché l'individuazione delle fasce orarie di reperibilità, ai sensi dell'articolo 55-septies, comma 5-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165"  sono cambiati i criteri di esclusione dall'obbligo di reperibilità per le visite fiscali per il lavoratori pubblici Il decreto abroga il DPCM n. 206 del 18.12.2009. Ecco la comparazione tra il vecchio decreto e il nuovo:

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