Coronavirus: via ai test sierologici per 150mila

(da DottNet)   Capire quante persone in Italia hanno sviluppato gli anticorpi al Coronavirus, anche in assenza di sintomi, stimare dimensioni e estensione dell'infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali sesso, età, regione di appartenenza, attività economica. Questo al fine di indirizzare politiche a livello nazionale o regionale e per modulare le misure di contenimento del contagio.   Parte lunedì 25 maggio la vasta indagine epidemiologica su scala nazionale attraverso test sierologici su un campione di 150mila persone distribuite in duemila comuni italiani. L'indagine è firmata ministero della Salute e Istat, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana che con i suoi volontari arriverà alle persone scelte per la campionatura. 
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Aggressioni ai medici, la Camera approva la proposta di legge quasi all’unanimità. Pene aggravate

(da Doctor33)    La Camera ha approvato quasi all'unanimità la proposta di legge che mira a contrastare le aggressioni a medici e a personale sanitario, con una serie di strumenti preventivi e repressivi, compreso l'innalzamento delle pene e la procedibilità d'ufficio. Il testo torna al Senato dopo le modifiche introdotte dalla Camera. A favore hanno votato 427 deputati e tre si sono astenuti. Sul tema delle violenze contro medici e personale sanitario erano state depositate proposte di legge da parte di tutti i gruppi che sono state unificate a quella presentata dal ministro del precedente Governo, Giulia Grillo. Il testo licenziato dalla Camera aggrava le pene a carico di chi commette violenze contro i medici e il personale sanitario, portandole nei casi di lesioni gravi da 4 a 10 anni, e nel caso di lesioni gravissime da 8 a 16 anni. La Pdl punisce anche con sanzioni amministrative da 500 a 5.000 euro chi tenga "condotte violente, ingiuriose, offensive, ovvero moleste" a carico del personale sanitario. Vengono anche messi in campo una serie di strumenti preventivi, tra i quali, un Osservatorio chiamato a monitorare questo tipo di episodi e ad avanzare proposte in merito.

Idrossiclorochina in prevenzione? Al via uno nuovo studio

(da M.D. Digital)    L'Henry Ford Health System di Detroit ha recentemente annunciato che sta conducendo lo studio WHIP COVID-19, che valuterà se l'idrossiclorochina è in grado di prevenire il Covid-19 negli operatori sanitari e nei primi soccorritori. I ricercatori mirano a arruolare 3000 volontari per questo studio randomizzato, in doppio cieco, e i risultati preliminari potrebbero essere pronti entro 4 mesi, secondo quanto annunciato dall'istituzione. 

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ENPAM: Risultato votazioni del 17 Maggio 2020 – Consulte Nazionali.

Si comunica che, a seguito delle elezioni dei rappresentanti nazionali in seno ai Comitati consultivi della Gestione previdenziale della libera professione Quota "B" del Fondo di previdenza generale e della Gestione previdenziale a favore dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e addetti ai servizi di continuità assistenziale ed emergenza territoriale e transitati alla dipendenza, l'ufficio elettorale centrale ha attribuito ai candidati i voti riportati a fianco di ciascuno e proclamato eletti coloro che hanno riportato il maggior numero di voti:

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Ricette online, invio in farmacia è reato. Ecco cosa si rischia. I chiarimenti dopo il parere del Garante privacy

(da Doctor33)    Il medico di famiglia non può inviare direttamente in farmacia la ricetta dematerializzata di un suo assistito: non lo stabilisce fin qui nessun Decreto vigente, né può avere valore normativo una risposta FAQ del Garante della Privacy. Il rischio comparaggio è sempre dietro l'angolo. Sono diverse le prese di posizione di medici e farmacisti dopo che il Garante della Privacy ha pubblicato sul suo sito un parere espresso al Ministero dell'Economia su uno schema di decreto da trasmessogli "con nota del 1° aprile 2020 (prot. n.45020)».
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Fase 2: Coldiretti, siepe anti contagio per salvare ristoranti

(da AGI)  Arriva la siepe anti contagio per ottimizzare gli spazi e salvare bar, ristoranti, spiagge e locali pubblici con barriere verdi in grado di separare fisicamente ambienti e persone, bloccando il droplet aereo portatore del virus. Lo rende noto la Coldiretti in occasione della ripartenza delle attività commerciali di domani. "Il rispetto delle distanze all’interno dei locali commerciali rappresenta – sottolinea la Coldiretti - il vincolo  più gravoso da rispettare con le limitazioni degli spazi che in molti casi comportano addirittura la mancanza di convenienza alla riapertura. Le siepi verdi - viene spiegato in una nota - possono essere realizzate con diverse varietà di piante e fiori differenziati per altezza, dimensioni e condizioni da collocare in ambienti interni o all’aperto, per mantenere le misure di sicurezza anti-Covid19. Si tratta di un’alternativa green per risolvere il problema del distanziamento sociale fra le persone, separare tavoli o delimitare confini che peraltro - precisa la Coldiretti – profuma, purifica l’aria in modo naturale e rappresenta certamente un’alternativa esteticamente piu’ valida durante l’estate rispetto all’algido plexiglas".

Pandemia: cosa ci insegna e cosa dovremmo fare

(da M.D. Digital)   “Come la storia di tutte le epidemie ci ha insegnato, per combattere il Covid-19, è indispensabile tenere insieme la tutela della salute e quella dell’ambiente”. È questo l’incipit del documento\appello  (https://www.md-digital.it/site/files/pdf/7426.pdf)  promosso dall’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente-Isde Italia insieme a FNOMCeO con l’adesione, a oggi, di Slow Medicine, Wwf, Cipomo, FederBio, Fondazione Allineare Sanità e Salute, Organismo Toscano per il governo clinico, Gufi, Navdanya International, Aida, Rete Humus e Terra Nuova Edizioni.   

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Sinistri da Covid e responsabilità medica, scudo legale non serve. Il punto sulle tutele

(da Doctor33)   È arrivato prima il Coronavirus dei decreti attuativi della legge Gelli. Significa che medici ed infermieri non hanno ancora una tutela assicurativa adeguata. Ma potrebbe montare la marea di ricorsi. Ad esempio, dalle famiglie che hanno perso un caro in una residenza sanitaria assistenziale, per un contagio fatto risalire non all'alea dell'emergenza ma a presunti, precisi errori. E allora che si fa? Un convegno online con insigni giuristi e risk manager dell'Università Cattolica di Roma e del Tribunale di Roma, della Cassazione, del Consiglio nazionale Forense, oltre a medici del Policlinico Gemelli, evoca precisi scenari in tema di responsabilità sia quando il medico è subordinato sia quando fosse datore di lavoro. In particolare, per il sanitario dipendente di struttura che ha avuto a che fare con il Covid-19 difficilmente si potrebbero verificare situazioni molto sfavorevoli, e non si giustificherebbe giuridicamente l'esigenza di uno scudo legale "per legge" com'è stato proposto da importanti emendamenti al decreto Cura-Italia, poi ritirati.

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Fase 2: ricerca, in smart working il 48% lavora di più

(da AGI) Il 46% degli italiani afferma di sentirsi più ansioso e stressato per il proprio lavoro rispetto a prima, ma anche di lavorare di più, con il 48% degli intervistati che ammette di lavorare almeno un'ora in più al giorno - il che equivale ad almeno 20 ore (quasi 3 giorni) in più al mese. A questo si aggiunge il desiderio di dimostrare ai propri capi che si merita il proprio lavoro, il 16% si sente preoccupato che il datore di lavoro lo licenzi, mentre il 19% si sente ansioso e si chiede se la propria azienda sopravviverà. Sono i dati emersi dalla ricerca commissionata da LinkedIn, che ha coinvolto oltre 2.000 lavoratori italiani che al momento stanno lavorando da casa a causa del Coronavirus, per capire come il lockdown stia impattando la salute mentale dei lavoratori.   Questo periodo di lavoro a distanza obbligatorio ha iniziato a offuscare i confini tra il tempo del lavoro e il tempo libero, rendendo difficile staccare la spina. La ricerca ha rivelato che il 22% dei lavoratori si è sentito spinto a rispondere più rapidamente e ad essere disponibile online più a lungo del normale. Il 22% dei lavoratori ha cominciato a iniziare le giornate in anticipo, lavorando dalle 8 alle 20.30, mentre il 24% è ora solito terminare la giornata lavorativa anche dopo le canoniche 8 ore.   Attualmente i lavoratori si sentono pressati dal dover essere costantemente disponibili, ciò ha portato il 21% di loro ad ammettere che faticano a staccare la spina a fine giornata, mentre il 36% ammette che queste nuove aspettative consolidate li hanno portati a "fingere” ogni tanto di essere occupati mentre lavorano da casa.

Ricetta digitale dei farmaci per la terapia del dolore. La circolare del Ministero Salute con tutti i dettagli

La Circolare chiarisce che sono prescrivibili con ricetta dematerializzata i medicinali a base di sostanze stupefacenti e psicotrope incluse nelle sezioni B, C, D, E della tabella dei medicinali  e i medicinali con forte attività analgesica, previsti dall'allegato III-bis, per il trattamento di pazienti affetti da dolore severo, contrassegnati nella sezione A della tabella dei medicinali con (**). Restano escluse le ricette per la prescizione di farmaci compresi nella sezione A con indicazioni diverse dalla terapia del dolore. Leggi l'articolo completo al LINK http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=85286

COVID-19: aspetti della risposta anticorpale a SARS-CoV2

(da Univadis)   I test sierologici possono dare un contributo essenziale per comprendere il peso della malattia, in particolare il tasso di infezioni asintomatiche, e per migliorare la diagnosi in pazienti sospetti con risultati RT-PCR negativi.  Uno studio pubblicato su Nature(1) riporta le risposte anticorpali acute a SARS-CoV-2 in 285 pazienti COVID-19. I dati documentano che:

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Dallo psichiatra Massimo Picozzi un corso contro il Burnout per i professionisti sanitari

Si chiamerà ABCDE e ha avuto il patrocinio delle Federazioni degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici sanitari di radiologia medica e professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione Picozzi: “Un vero e proprio DPI psicologico” Burnout e stress psico-fisico: durante COVID-19 colpiscono tra il 30 e il 50% degli operatori sanitari e a fine pandemia possono lasciare tracce indelebili. Provocano irritabilità, difficoltà ad addormentarsi la notte, tensioni muscolari, stress lavorativo con minore resa sul lavoro, affaticamento fisico e mentale, cattiva salute. Secondo il Centro di Ricerca EngageMinds HUB dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha da poco condotto uno studio sul fenomeno, il 45% del campione studiato ha avvertito frequentemente nell’ultimo mese almeno un sintomo di stress psico-fisico: il 70% si è sentito più irritabile del normale, il 65% ha avuto maggiori difficoltà ad addormentarsi, poco meno del 50% ha sofferto di incubi notturni, il 45% ha avuto crisi di pianto e il 35% palpitazioni. Inoltre, un operatore su tre mostra segni di alto esaurimento emotivo (la sensazione di essere emotivamente svuotato, logorato ed esausto) e uno su quattro moderati livelli di depersonalizzazione (ovvero, la tendenza a essere cinico, trattare gli altri in maniera impersonale o come “oggetti”, sentirsi indifferente rispetto ai pazienti e ai loro familiari). Dati analoghi a quelli riscontrati in uno studio simile cinese che ha mostrato percentuali importanti di depressione (50%), ansia (44,6%), insonnia (34%) e stress psicologico (71,5%). I sintomi più severi sono stati riscontrati proprio negli operatori di prima linea, lavoratori della città epicentro della pandemia in Cina È per questo che è stato ideato da Massimo Picozzi, psichiatra, criminologo, saggista e Faculty Fellow Sda Bocconi, già noto per aver realizzato – con successo di partecipazione e di risultati - il corso per medici e infermieri per prevenire la violenza sugli operatori sul posto di lavoro, il nuovo progetto  A.B.C.D.E. (Attenzione, Burnout, Compassion fatigue, Disturbo post traumatico da stress …E oltre) che sarà offerto gratuitamente ai professionisti della sanità in prima linea nella guerra contro COVID-19 in Italia. Vista l’importanza degli argomenti trattati e apprezzato il valore dei contenuti, hanno dato il loro patrocinio all’iniziativa FNOMCeO, medici e odontoiatri, FNOPI, infermieri, FNOPO, ostetriche e TSRM PSTRP tecnici sanitari di radiologia medica e professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Il corso – che ha come provider e segreteria organizzativa Format (info@formatsas.com - www.formatsas.com) - sarà accessibile dal 15 maggio dai siti istituzionali delle quattro Federazioni, per gli operatori iscritti, perché questi possano evitare danni successivi a se stessi e ai pazienti e rappresenta, come lo ha definito il suo ideatore, un vero e proprio “DPI (dispositivo di protezione individuale) psicologico” per qualunque sanitario lavori in area critica. “I professionisti sanitari - spiega Picozzi - sono esposti a grandi pressioni su più fronti: da un lato l’etica e la deontologia professionale, l’impegno verso i propri pazienti e la frustrazione di non riuscire a curarli, di non riuscire a lenire le loro sofferenze; dall’altro, forte preoccupazione per la propria salute e per quella dei propri cari. Parallelamente, si assiste a una rivalutazione del ruolo dei professionisti della salute: se prima della pandemia da Covid-19 erano trattati con poco rispetto e considerazione, oggi vengono chiamati “eroi”, grazie a un processo di idealizzazione tanto comprensibile quanto superficiale”. Gli obiettivi del corso - articolato su cinque lezioni che danno 10 crediti ECM (educazione medica continua) – sono quelli di individuare strategie finalizzate a prevenire, riconoscere e gestire le varie forme di disagio psicologico che possono manifestarsi nei contesti sanitari e sociosanitari che si trovano a gestire l'emergenza Covid-19. Ma anche definire il burnout, riconoscendone i sintomi, acquisire conoscenze rispetto alla sindrome Compassion Fatigue e i sintomi attraverso i quali si manifesta e individuare i fattori che concorrono allo sviluppo del disturbo post traumatico da stress (PTSD) ed i relativi sintomi. LA PRESENTAZIONE DEL CORSO È VISIBILE A QUESTO LINK IL CORSO SARA’ ACCESSIBILE DAL 15 MAGGIO A QUESTO LINK ? https://bit.ly/2WqiPRr   FNOMCEO - Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Ufficio Stampa: informazione@fnomceo.it; 0636203238; +39 347 2359608   FNOPI Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche Ufficio Stampa: comunicazione@fnopi.it; 0646200101; +39 393 4167298    FNOPO – Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica Ufficio Stampa: ufficiostampa@fnopo.it; +39 347 0618661   FNO TSRM PSTRP - Federazione Nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica; delle professioni sanitarie tecniche; della riabilitazione e della prevenzione Presidenza: presidenza@tsrm.org Ufficio Stampa: 335 7450264

Precari e vecchi: l’identikit degli occupati nel Ssn

(da M.D.Digital)    Al 31 dicembre 2018, sono occupati nella sanità pubblica circa 650 mila dipendenti a tempo indeterminato, un quinto del personale stabilmente assunto nella pubblica amministrazione. A partire dal 2009 gli occupati a tempo indeterminato si sono progressivamente ridotti. Nel 2018, se ne contano circa 44 mila in meno (da 694 mila a 650 mila). La contrazione del personale stabile è stata del 5,4% tra i medici (inclusi odontoiatri e veterinari). Solo un quarto delle cessazioni è stato compensato dalla crescita del lavoro flessibile (+26%).

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Un 10% di alberi in più in città abbatterebbe la mortalità

(da AGI)    Piantare più alberi e rendere gli ambienti urbani più “green” del 10%, specialmente nei quartieri con redditi più bassi, potrebbe contribuire a prevenire centinaia di decessi ogni anno. È quanto sostengono gli scienziati del Barcelona Institute for Global Health in un articolo pubblicato sulla rivista 'The Lancet Planetary Health', in cui gli autori riportano i risultati delle loro analisi, basate sullo studio degli effetti ipotizzati per la città di Philadelphia.  “Rendere le città più verdi può impedire tantissime morti premature, ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici, sostenere la biodiversità e rilanciare significativamente l’economia. I nostri dati si basano anche sull’analisi dell’Organizzazione mondiale della sanità che ha riguardato oltre otto milioni di persone in tutto il mondo”, dichiara Mark Nieuwenhuijsen, coordinatore dello studio, aggiungendo che i risultati ottenuti dalle indagini svolte a Philadelphia possono essere applicati a qualsiasi città.

Coronavirus. Studio UK: virus già diffuso nel mondo a fine 2019

(da Quotidiano Sanità e Reuters Health)  Un’analisi genetica di campioni di oltre 7.500 persone infette da Covid-19 suggerisce che il nuovo coronavirus si è diffuso rapidamente in tutto il mondo alla fine dell’anno scorso e si sta adattando ai suoi ospiti umani. E’ quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori del Genetics Institute dell’University College di Londra (Ucl), che ha rilevato quasi 200 mutazioni genetiche ricorrenti del nuovo coronavirus – SARS-CoV-2.   Secondo Francois Balloux, uno degli autori principali dello studio, i risultati mettono in evidenza come in tutti i Paesi più colpiti il virus abbia mostrato una grande diversità genetica. Un aspetto che avalla l’ipotesi che il virus fosse già stato ampiamente presente in tutto il mondo sin dall’inizio dell’epidemia.  I risultati del team dell’Ucl, pubblicati dalla rivista 'Infection, Genetics and Evolution', confermano che il virus è emerso alla fine del 2019, per poi diffondersi rapidamente in tutto il mondo. Lo studio non è stato in grado di individuare il focolaio originario. Balloux ha inoltre affermato che i 198 piccoli cambiamenti genetici, o mutazioni, che lo studio ha identificato, sembrano aver avuto luogo in modo indipendente più di una volta. Questi cambiamenti possono fornire indizi su come il virus si sta adattando e, conseguentemente, aiutare a indirizzare gli sforzi per sviluppare farmaci e vaccini.

Il vaccino MPR potrebbe migliorare la protezione contro COVID-19

(da DottNet)   Un possibile meccanismo di protezione eterologa offerta dai vaccini comunemente in uso è la somiglianza di alcune componenti del SARS-CoV-2 con quelle di alcuni vaccini virali vivi attenuati, come l’MPR, vaccino contro morbillo, parotite e rosolia.   Sono state identificate sequenze omologhe nelle proteine di fusione del SARS-CoV-2 ed i virus del morbillo e della parotite. Inoltre è stata identificata una sequenza aminoacidica sovrapponibile al 29% tra un macro-dominio (ADP-ribose-1’’-phosphatase) del SARS-CoV-2 e quello del virus della rosolia, compreso il ceppo attenuato contenuto nell’MPR. Per cui è stato ipotizzato un possibile meccanismo protettivo del vaccino MPR nei confronti di COVID-19. Da quanto sinora apparso in diverse pubblicazioni, i meccanismi di protezione aspecifica indotta che i vaccini utilizzati nelle normali pratiche di immunizzazione potrebbero avere sarebbero almeno tre: – a) somiglianza delle proteine di fusione di vaccini virali vivi con quelle del SARS-CoV-2, come qui descritto – b) ‘bystander effect’, T dipendente, esercitato da booster effettuati con alcuni antigeni proteici, come il dTaP (difterite, tetano, pertosse acellulare) – c) stimolazione dell’immunità innata, T indipendente, indotta dal BCG. La vaccinazione con MPR dei soggetti a rischio di COVID-19 merita perciò di essere considerata per studi clinici.

(Young A, Neumann B, Mendez R et al - Homologous protein domains in SARS-CoV-2 and measles, mumps and rubella viruses: preliminary evidence that MMR vaccine might provide protection against COVID-19 - Preprints from medRxiv and bioRxiv - April 10, 2020

DOI: https://doi.org/10.1101/2020.04.10.20053207)

 

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