Fare attività fisica ai livelli raccomandati riduce il rischio di sette tipi di cancro
(da Doctor33) Secondo un'analisi di nove studi prospettici che hanno coinvolto più di 750.000 adulti, praticare la quantità di attività fisica raccomandata dagli esperti si associa a un rischio inferiore di sviluppare sette tumori, in alcuni casi con una relazione dose/risposta. «Anche se è noto da tempo che l'attività fisica sia associata a un rischio inferiore per diversi tumori, la forma della relazione è poco chiara e non si sa se la quantità raccomandata di attività fisica sia associata a un rischio inferiore» spiega Charles Matthews, del National Cancer Institute di Bethesda, Stati Uniti, primo autore dello studio pubblicato sul Journal of Clinical Oncology. «Le linee guida aggiornate per l'attività fisica affermano che le persone dovrebbero puntare a 2,5-5 ore alla settimana di attività di intensità moderata o 1,25-2,5 ore alla settimana di attività vigorosa» ricorda. I ricercatori hanno preso in considerazione come attività di intensità moderata quelle che sono abbastanza veloci o intense da bruciare da tre a sei volte più energia rispetto a stare seduti tranquilli (da 3 a 6 equivalenti metabolici dell'attività, o Met) e come attività ad alta intensità quelle che bruciano più di 6 Met, e hanno studiato i dati di nove coorti in cui i partecipanti, sottoposti a follow-up per l'incidenza di cancro, hanno riportato l'attività svolta nel tempo libero. Ebbene, l'analisi dei dati ha mostrato che impegnarsi nella quantità consigliata di attività (da 7,5 a 15 ore Met alla settimana) è stato associato a un rischio significativamente inferiore di sette dei 15 tipi di cancro valutati, con una riduzione crescente man mano che aumentano le ore di attività. In particolare, l'attività fisica è risultata associata a un minor rischio di cancro al colon negli uomini (8% per 7,5 Met ore alla settimana; 14% per 15 Met ore alla settimana), di carcinoma mammario (6% -10%) e di carcinoma endometriale (10% -18%) nelle donne, di carcinoma renale (11%-17%), di mieloma (14%-19%), di cancro al fegato (18%-27%) e di linfoma non-Hodgkin (11%-18% nelle donne). La risposta è stata di forma lineare per metà delle associazioni e non lineare per le altre. «Le linee guida sull'attività fisica sono state in gran parte basate sul loro impatto su malattie croniche come malattie cardiovascolari e diabete, ma i nostri dati forniscono un forte supporto al fatto che questi livelli raccomandati siano importanti anche per la prevenzione del cancro» conclude Alpa Patel, dell'American Cancer Society, co-autrice del lavoro. (J Clin Oncol. 2019. Doi: 10.1200/JCO.19.02407 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31877085)
Spese sanitarie detraibili 2020 e POS: un po’ di chiarimenti
110 mila medici e infermieri a scuola di autodifesa nel 2019…
(da Adnkronos Salute) - Medici e infermieri a scuola di autodifesa contro le aggressione. Nel 2019 sono stati in totale 110 mila i sanitari, medici e infermieri, che hanno seguito e superato il corso Care (Consapevolezza, ascolto, riconoscimento, empatia) promosso dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) e la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo). "A oggi - spiega la Fnopi all'Adnkronos Salute - hanno superato il corso 79.430 infermieri su 94.403 partecipanti a cui si aggiungono 18 mila medici, per un totale di oltre 110mila sanitari". "Chi ha avuto modo di applicare ciò che ha imparato ha registrato un riscontro positivo con una riduzione dell’aggressività nel 25-30% dei casi", prosegue la Fnopi. "L'aumento delle aggressioni verbali ci spaventa - racconta Claudia, infermiera di sala operatoria che lavora ad Arezzo e ha frequentato il corso - Io non sono stata vittima di violenze fisiche ma ho avuto colleghi che sono stati aggrediti. Il corso è stato molto interessante perché ti spiega come, attraverso specifiche tecniche verbali e di comportamento, è possibile evitare che situazioni incandescenti esplodano del tutto. Mi è capitato tempo fa - aggiunge - di metterle in atto nei confronti di un paziente che ha alzato la voce e ho subito notato che seguendo i consigli appresi al corso sono riuscita a farlo calmare senza che la situazione degenerasse. Mi auguro però - conclude - di non doversi trovare da sola a fronteggiare una possibile violenza fisica". Il corso è composto di 12 sezioni: per ognuna sono previste alcune attività obbligatorie; uno o più video relativi ad argomenti specifici; la consultazione dei testi dei video; un questionario di valutazione Ecm (la formazione obbligatoria per i medici e gli infermieri) con domande a risposta multipla che sondano le conoscenze acquisite. La filosofia del corso si basa sulla 'de-escalation', una serie di interventi basati sulla comunicazione verbale e non verbale, appunto, che hanno l’obiettivo di diminuire l’intensità della tensione e dell’aggressività nella relazione interpersonale. "La persona che assume un atteggiamento aggressivo è un soggetto che non si sente compreso e attraverso il suo comportamento violento vuole esprimere questo disagio: il compito di ogni operatore è riconoscere queste particolari esigenze per evitare episodi di rabbia incontrollata e comprendere il suo stato d’animo e le sue emozioni. Parliamo - prosegue la Fnopi - in questo caso dell’utilizzo del 'talk down', un meccanismo da prendere in considerazione anche in presenza di elementi che possano ferire i soggetti presenti (martelli, coltelli, oggetti contundenti), ma in tal caso si dovrà pensare ad attuare un intervento mediato dalle Forze dell’ordine e allontanarsi". "Contro le aggressioni occorre anche abbassare i toni della comunicazione in ambito sanitario e ricostruire un rapporto fiduciario tra professionista e paziente. Occorre far capire che quando si entra in un ospedale o si sale su un'ambulanza ci sono degli operatori qualificati e formati per prendersi cura delle persone. Se si accede al Pronto soccorso e viene assegnata una priorità lo si fa seguendo protocolli che hanno evidenze scientifiche", spiega Giovanni Grasso, presidente dell’Ordine degli infermieri di Arezzo che ha realizzato la campagna #RispettaChiTiAiuta con uno spot che è diventato virale.
In Italia un terzo dei parti è ancora col cesareo. In Europa la media è di 1 su 4. Gi ultimi dati Eurostat
I dati sono relativi al 2017 e vedono al primo posto Cipro con il 54,8% di cesarei sul totale dei nati vivi. Ultima la Finlandia con il 16,5 per cento. Italia sesta con il 33,1% a fronte di una incidenza media europa del 25%. Rispetto al 2016 l'Italia registra comunque un calo di 10 mila cesarei cui corrisponde però anche un calo complessivo delle nascite, quindi la riduzione effettiva dell'incidenza dei cesarei sui parti naturali alla fine è di solo 1,8 punti percentuali in meno Leggi l'articolo completo al LINK
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=79836&fr=n
Biotestamento. Dall’Omceo di Torino un modello per le Dat
Sul sito dell’Ordine dei medici una sezione dove approfondire le norme e scaricare il modello per la Dichiarazione anticipata di trattamento.“Scrivere una Dat è una scelta estremamente delicata. Abbiamo pensato di proporre una sorta di traccia”, spiega il presidente Omceo Guido Giustetto. Che evidenzia come nel processo siano “fondamentali il confronto con un medico di fiducia e l’acquisizione di tutti gli elementi utili sulle conseguenze delle proprie decisioni”. Leggi l'articolo completo al LINK
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=79984&fr=n
Crediti ECM: importanti precisazioni emerse dal nostro corso di aggiornamento di Dicembre
SaluteMia, la sanità integrativa di medici e dentisti
(da Odontoiatria 33) SaluteMia è la Società di Mutuo Soccorso dei Medici e degli Odontoiatri legata ad ENPAM e fornisce a medici e dentisti iscritti prestazioni sanitarie integrative complementari e sostitutive a quelle offerte dal SSN, in ottica di mutualità e senza scopo di lucro. In queste settimane è in corso la campagna di promozione al rinnovo ed all’iscrizione dei professionisti della salute. “Le attività del biennio 2018-19 sono state caratterizzate da una azione che ha consentito un forte consolidamento della nostra realtà mutualistica, soprattutto in termini quali/quantitativi, come espressi dalle prestazioni erogate”, scrive agli iscritti il presidente di SaluteMia Gianfranco Prada. Aderendo a SaluteMia si possono utilizzare i servizi previsti dal “piano base” con la copertura dai rischi che derivano da gravi eventi morbosi e che include i rimborsi per i grandi interventi chirurgici, anche per i neonati nei primi due anni di vita nel caso di correzione di malformazioni congenite, le prestazioni di alta diagnostica e l’assistenza alla maternità con ecografie, compresa la morfologica, le visite ostetrico ginecologiche e la visita successiva al parto. Per chi ha più di 34 anni sono inoltre incluse l’amniocentesi e la villocentesi. Tra le altre coperture le iniezioni intravitreali negli interventi ambulatoriali e la Long term care (Ltc) in caso di infortunio professionale (con l’erogazione una tantum di 50mila euro). Queste coperture possono essere integrate con degli ulteriori “piani integrativi” specifici per ricoveri, specialistica, specialistica plus (con integrazioni per maternità ed oncologia) ed odontoiatria, oppure sostituite dal piano Optima Salus. “Nostro compito fondamentale è prima di tutto quello di rendere un servizio in una cornice di stabilità economica e di qualità nella offerta di prestazioni, secondo le esigenze manifestate dai medici”, continua Prada. “Vogliamo gestire al meglio i contributi e le aspettative dei Soci, garantendo a SaluteMia un solido futuro, come fatto fino ad oggi, coprendo tutte le fasce di età e senza selezioni di accesso”.Ed i dati sembrano premiare l’attuale gestione vista la crescita degli iscritti ed il bilancio in salutenonostante aumenti il numero di prestazioni erogate. Tra le novità per coloro che decideranno di rinnovare l’adesione per il prossimo biennio o che aderiranno per la prima volta, la copertura Critical Illness, che garantisce un sostegno economico “una tantum” per nucleo familiare di € 4.000 al manifestarsi di eventi morbosi gravi; tale sostegno potrà anche essere notevolmente aumentato con un eventuale ulteriore contributo volontario, sostenuto direttamente dall’Iscritto. Per aderire ci si deve iscrivere entro il 30 giugno 2020 (info a http://www.salutemia.net/) il costo varia a seconda dell’età, gli under 29 pagano circa 300 euro all’anno gli over 66 meno di 800 euro Il costo della copertura sanitaria, fino a circa 1.300 euro, essendo versato ad una società di mutuo soccorso e non ad un’assicurazione privata, si può detrarre dalle tasse al 19 per cento.
Dai social media parte l’offensiva contro le fake news sulla salute
Le nuove malattie dell’infanzia: obesità, asma e bullismo
Ai medici e dentisti finanziamenti con garanzia Cdp ed Enpam
Speranza, i tetti della spesa farmaceutica vanno rivisti
(da DottNet) Occorre rivedere i tetti della spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale. Questa l'intenzione del ministro della Salute Roberto Speranza. Da anni, in base ai monitoraggi effettuati dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), la spesa farmaceutica ospedaliera, ovvero per i medicinali di fascia H acquistati da parte delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale, supera ampiamente il tetto previsto per legge. "La mia opinione - ha precisato il ministro - è che bisogna metterci mano, perché così non funziona. Penso che sia ragionevole lavorare al riequilibrio dei tetti della spesa farmaceutica". Quanto alle modalità, ovvero se inserire la modifica in manovra o nel nuovo Patto per la Salute, Speranza ha risposto: "sarebbe necessaria una norma specifica".
L’ECM verrà riformata. Concesso un altro anno per acquisire i crediti necessari nel triennio 2017-2019
(da Odontoiatria33) A pochi giorni dalla scadenza del triennio formativo e della annunciata stretta sugli iscritti all'Albo degli odontoiatri ed a quello dei medici che non hanno raccolto il numero di crediti previsti, la Commissione Nazionale ECM (della quale fanno parte come presidente il Ministro della Salute Roberto Speranza e come vicepresidente Filippo Anelli presidente FNOMCeO) ha deciso di riformare il sistema di Educazione Continua in Medicina e di prorogare di un anno la possibilità di acquisire i crediti necessari per il triennio 2017-2019. La nuova scadenza sarà il 31 dicembre 2020. A darne notizia è la stessa la FNOCMeO che informa di come nella riunione odierna della Commissione, tra i nove punti approvati all’Ordine del giorno, la decisione principale è stata quella dell’istituzione di un Gruppo di lavoro per “la revisione e la valorizzazione del sistema della formazione continua nel settore salute”. Per la FNOMCeO, faranno parte della squadra che riscriverà le regole dell’aggiornamento per i prossimi anni il Segretario, Roberto Monaco, il Coordinatore dell’Area Strategica Formazione, Roberto Stella e il Componente della Commissione nazionale Albo Odontoiatri, Alessandro Nisio. “La formazione continua dei professionisti della salute è una garanzia per la salute del cittadino e per la qualità del sistema di cure – spiega il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli-. Con l’istituzione di questo Gruppo di lavoro, la si vuol valorizzare, intercettando i fabbisogni di formazione di tutte le componenti delle professioni oggi esistenti: penso ai professori universitari e ai ricercatori, e delle nuove professioni. E adeguandola alle esigenze del Servizio sanitario nazionale, che deve fare i conti con i nuovi scenari legati, ad esempio, all’intelligenza artificiale, alle inedite frontiere della bioetica, alla cronicità e, non ultima, alla multidisciplinarietà e al lavoro in equipe”. “Il Gruppo di Lavoro nasce dal fatto che il sistema nazionale ECM è ormai datato, quindi bisogna revisionarlo – continua il Segretario della FNOMCeO, Roberto Monaco -. Questo comporta che la multiprofessionalità, che già utilizziamo nel lavoro quotidiano, venga portata a sistema, includendo anche i nuovi Ordini istituiti con la Legge 3/2018”. E proprio per dar tempo ai nuovi Ordini di entrare a pieno titolo nel sistema dell’ECM, spiegano da FNOMCeO, oltre che per dare pieno corso alla riforma del sistema, “finalizzata ad elevare la qualità degli eventi formativi per migliorare le competenze e le abilità cliniche, tecniche e manageriali degli operatori sanitari, con l’obiettivo di assicurare efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza all’assistenza prestata dal Servizio sanitario nazionale”, la Commissione ha deliberato di: mantenere l’obbligo formativo, pari a centocinquanta crediti, per il triennio 2020-2022; e consentire l’acquisizione dei crediti formativi relativi al triennio 2017/2019 sino al 31 dicembre 2020.
Boom disturbi neuropsichici in giovanissimi, fino a 20% colpiti
Inibitori pompa protonica, assunti con continuità aumentano il rischio di gastroenterite virale acuta
Campagna informativa sul corretto uso dell’alluminio in cucina
(da Univadis) L’alluminio trova largo impiego nel settore alimentare per la realizzazione di imballaggi e recipienti destinati a venire in contatto con gli alimenti, come pentole, film per avvolgere, vaschette monouso, caffettiere, ecc. La contaminazione del cibo per fenomeni di migrazione da utensili o imballaggi è una delle fonti di esposizione alimentare, ma è anche quella direttamente prevenibile attraverso semplici accorgimenti, considerato che il rilascio di alluminio dai materiali a contatto è condizionato dalle modalità di uso e da altri fattori combinati, quali il tempo di conservazione, la temperatura e la composizione dell’alimento. Nei soggetti sani il rischio tossicologico dell'alluminio è limitato per via dello scarso assorbimento e della rapida escrezione. I gruppi di popolazione più vulnerabili alla tossicità orale dell'alluminio sono quelli con diminuita capacità escretoria renale: anziani, bambini sotto i 3 anni, soggetti con malattie renali e donne in gravidanza. In Italia con il decreto ministeriale 18 Aprile 2007, n. 76 (Regolamento recante la disciplina igienica dei materiali e degli oggetti di alluminio e di leghe di alluminio destinati a venire a contatto con gli alimenti) sono state previste specifiche disposizioni, in particolare i contenitori in alluminio devono riportare in etichetta una o più delle seguenti istruzioni:
Spazzolino e dentifricio sono strategie di prevenzione cardiovascolare
(da M.D.Digital) Lavarsi spesso e con regolarità i denti è associato a un minor rischio di fibrillazione atriale e di insufficienza cardiaca: lo annunciano i risultati di uno studio pubblicato sull'European Journal of Preventive Cardiology. La correlazione non è del tutto nuova poiché già in precedenza era stato osservato che a una scarsa igiene orale fa seguito un aumento della presenza di batteri nel circo ematico con induzione di foci di infiammazione. A sua volta la flogosi aumenta il rischio di fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca. La connessione tra igiene orale e presenza di queste due condizioni è stata presa in esame in uno studio di coorte retrospettivo che ha arruolato 161.286 partecipanti di età compresa tra 40 e 79 anni senza storia di fibrillazione atriale o insufficienza cardiaca. I partecipanti sono stati sottoposti a una visita medica di routine tra il 2003 e il 2004 e sono state raccolte informazioni su altezza, peso, test di laboratorio, malattie, stile di vita, salute orale e comportamenti di igiene orale. Durante un follow-up mediano di 10.5 anni, 4.911 (3.0%) partecipanti hanno sviluppato fibrillazione atriale e 7.971 (4.9%) hanno sviluppato insufficienza cardiaca. Un uso dello spazzolino da denti di tre o più volte al giorno era associato a un rischio inferiore del 10% di fibrillazione atriale e a un rischio inferiore del 12% di insufficienza cardiaca. I risultati hanno dimostrato di essere indipendenti da una serie di fattori tra cui età, sesso, stato socioeconomico, esercizio fisico regolare, consumo di alcol, indice di massa corporea e comorbidità come l'ipertensione arteriosa. Anche se lo studio non ha approfondito i meccanismi che regolano l’associazione, è però possibile che l’uso frequente dello spazzolino da denti riduce i batteri nel biofilm subgengivale (batteri che vivono nella tasca tra i denti e le gengive), impedendone così la traslocazione nel flusso sanguigno. Uno degli autori della ricerca ha osservato che l'analisi era limitata a un solo paese e che, come studio osservazionale, non dimostra il nesso di causalità. Ma ha aggiunto che poiché è stato studiato un campione di grandi dimensioni per un lungo periodo, ciò aggiunge forza ai risultati ottenuti. Un editoriale di accompagnamento afferma che è certamente prematuro raccomandare lo spazzolino da denti per la prevenzione della fibrillazione atriale e dell'insufficienza cardiaca congestizia. Ma aggiunge anche che poiché il ruolo dell'infiammazione nel verificarsi di malattie cardiovascolari sta diventando sempre più evidente, sono necessari studi di intervento per definire strategie di importanza per la salute pubblica.
(Chang Y, et al. Improved oral hygiene care is associated with decreased risk of occurrence for atrial fibrillation and heart failure: A nationwide population-based cohort study. Eur J Prev Cardiol 2019; doi:10.1177/2047487319886018.
Meyre P, Conen D. Does tooth brushing protect from atrial fibrillation and heart failure? Eur J Prev Cardiol 2019; doi:10.1177/2047487319886413.)
Biotestamento. Speranza firma il decreto su banca dati Dat: “Ora legge è operativa”
L’annuncio su facebook del Ministro della Salute. “Con questo atto la legge sul biotestamento approvata dal Parlamento è pienamente operativa e ciascuno di noi ha una libertà di scelta in più”. Leggi l'articolo completo al LINK
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=79599&fr=n