Screening dell’abuso sessuale e domestico

(da Univadis)    La US Preventive Services Task Force (USPSTF) ha valutato gli studi sullo screening per violenza sessuale e maltrattamenti nelle donne in età riproduttiva, stabilendo l’appropriatezza dell’intervento e dell’invio dei soggetti risultati positivi a servizi di assistenza specializzati (raccomandazione di grado B). Viceversa, lo screening dell’abuso domestico negli anziani e nelle persone fragili non appare supportato dalla letteratura disponibile, in gran parte per la mancanza di strumenti e studi adeguati.

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Il sole: una terapia contro l’infarto

La luce del sole è vivificante, è un potente anti-depressivo, protegge le nostre ossa, fa crescere le piante. Nessuno però aveva mai sostenuto che l’esposizione ad una luce intensa potesse avere un effetto anti-infarto. Eppure è quanto suggeriscono i risultati di un singolare studio pubblicato su Cell Reports. La luce intensa aumenta l’espressione del gene PER2 e le concentrazioni di adenosina cardiaca, due condizioni che aumentano la cardio-protezione.  Leggi l'articolo completo al LINK

http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=76441&fr=n

Donazione organi, Grillo firma regolamento per silenzio-assenso

(da AdnKronos Salute)    Via libera al regolamento per l'attuazione delle norme sul silenzio-assenso per la donazione degli organi. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha firmato il decreto ministeriale sul Sistema informativo trapianti (Sit), "previsto dalla legge n. 91 del 1 aprile 1999, che regola il principio del silenzio-assenso sulla donazione di organi", si legge in una nota del dicastero.   "Abbiamo finalmente sbloccato dopo vent'anni - dichiara Grillo - un passaggio fondamentale per l'applicazione del silenzio-assenso previsto dalla legge sulla donazione degli organi approvata nel 1999, ma rimasto lettera morta. Due decenni sono troppi per attuare una legge di civiltà di cui il Paese ha bisogno. Potranno così essere salvate molte più vite, ma per farlo i cittadini devono essere adeguatamente informati e consapevoli e per questo lanceremo una nuova campagna informativa".    Il Sit, spiega il ministero, "regolamenta la tracciabilità e la trasparenza dell'intero processo di donazione-prelievo-trapianto di organi. Il decreto ministeriale contiene anche disposizioni relative al Registro nazionale dei donatori di cellule per la procreazione medicalmente assistita eterologa, prevista dalla legge 190 del 2014. Nei prossimi mesi inoltre saranno attuate le altre prescrizione della legge 91/1999, cioè l'adeguamento dell'Anagrafe nazionale degli assistiti (Ana) in tutte le aziende sanitarie".

Responsabilità medici, decreti attuativi in arrivo. Rischio rivalsa verso chi non è in regola con fabbisogno Ecm

(da Doctor33)   Sono in arrivo i decreti attuativi della legge sulla sicurezza delle cure che rivede la responsabilità del medico e del sanitario dipendente e convenzionato - da contrattuale ad extracontrattuale - nonché l'onere della prova ponendolo a carico dell'accusa, e il periodo di prescrizione, da 10 a 5 anni. Sembra in particolare in dirittura il primo e più corposo dei quattro, che individua sia i requisiti minimi delle polizze, sia le regole per le strutture che si auto-assicurano, per le compagnie che subentrano nell'assicurare strutture o sanitari, e per la messa a bilancio dei fondi di rischio e di riserva per i risarcimenti. Altri tre decreti si attendono rispettivamente su: vigilanza dell'Ivass sulle compagnie assicuratrici; dati delle polizze, da conferire all'Osservatorio nazionale buone pratiche e sicurezza in sanità; fondo di solidarietà per ristorare i pazienti che non possono ottenere il risarcimento cui hanno diritto (per massimali non sufficienti o fallimento della compagnia) e coprire i liberi professionisti con problemi ad assicurarsi. Due anni dopo la scadenza prefissata, il Ministero dello Sviluppo ha recepito molte delle istanze di un tavolo tecnico di cui fanno parte assicuratori ANIA, broker, Fiaso e Federsanità per le aziende sanitarie pubbliche, Aris ed Aiop per l'ospedalità privata.

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Sensibilità al glutine in assenza di celiachia

(da Univadis)  Uno studio randomizzato, controllato, di crossover, in doppio cieco ha rilevato che nei soggetti che lamentano sintomi correlati al consumo di glutine e nei quali la celiachia sia stata formalmente esclusa, i punteggi relativi alla sindrome dell’intestino irritabile (irritable bowel syndrome, IBS) non sono significativamente alterati, durante la reintroduzione temporanea e consecutiva di glutine, fruttani e placebo. Tuttavia, il peggioramento dei punteggi gastrointestinali, così come quello dell’energia, era più marcato dopo la reintroduzione dei fruttani rispetto a quello del glutine.

(Fructan, Rather Than Gluten, Induces Symptoms in Patients With Self-Reported Non-Celiac Gluten Sensitivity https://www.gastrojournal.org/article/S0016-5085(17)36302-3/fulltext )

Gli alberi ad alto fusto aiutano a migliorare la salute mentale e fisica nelle città

(da Doctor33)     Conservare e aumentare la quantità di alberi ad alto fusto e altri interventi che portino più verde nelle città potrebbero promuovere la salute mentale nelle comunità. Questo è quanto afferma uno studio pubblicato su JAMA Network Open, portato avanti a Sydney, Wollongong e Newcastle, in Australia. «Studi recenti indicano che vivere vicino a spazi verdi può favorire la salute mentale e la salute in generale, e può anche prevenire la depressione. Tuttavia, la maggior parte degli studi sull'argomento è trasversale e pochi hanno valutato se alcuni tipi di spazi verdi contano più di altri per la salute mentale» affermano Thomas Astell-Burt e Xiaoqi Feng, della University of Wollongong, New South Wales, Australia, autori dello studio. Per valutare se gli spazi verdi in generale e nello specifico alberi ad alto fusto, prati o vegetazione bassa siano effettivamente associati a una migliore salute mentale, gli esperti hanno studiato un campione di 46.786 partecipanti, misurando tre variabili al basale e sei anni dopo, ovvero il rischio di stress psicologico, la depressione e l'ansia diagnosticate da un medico e lo stato di salute generale auto-valutato, da discreto a scarso. L'analisi dei dati - aggiustata per età, sesso, reddito, stato economico, stato di coppia e livello di istruzione - ha indicato che le esposizioni del 30% o più al verde in generale, e ad alberi nello specifico, sono state associate a una minore incidenza di stress psicologico. Un'esposizione agli alberi del 30% o più, rispetto a esposizioni dello 0%-9%, è stata associata anche a una minore incidenza di condizioni generali di salute da discrete a cattive. Un'esposizione all'erba del 30% o più, rispetto a un'esposizione dello 0%-4%, è stata associata invece a maggiori probabilità di salute generale da sufficiente a cattiva e disagio psicologico prevalente. L'esposizione a vegetazione bassa non è stata invece correlata in maniera costante a nessun risultato. Limitazioni dello studio includono il fatto che gli stati di salute sono stati riferiti dalle persone stesse e che la disponibilità di spazi verdi possono essere diminuite nel tempo in alcune zone, il che può significare che i risultati sottostimano le associazioni. Sjerp de Vries, della Wageningen University & Research, nei Paesi Bassi, sostiene in un commento che questi risultati sembrano essere argomento interessante per ulteriori indagini. (JAMA Netw Open. 2019. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2019.8209 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31348510 JAMA Netw Open. 2019. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2019.8215 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31348502)

Almeno 30 patologie si associano a un alto indice di massa corporea

(da Univadis)    Messaggi chiave    Almeno 30 patologie potrebbero essere influenzate dalla presenza di un indice di massa corporea (IMC) elevato.   Sono incluse tra queste patologie anche malattie circolatorie, endocrine, metaboliche digestive e neurologiche.   I dati sottolineano ancora una volta l’importanza della prevenzione dell’obesità e della gestione delle comorbilità ad essa associate.

Descrizione dello studio     È stato condotto uno studio di associazione phenome-wide (PheWAS). Utilizzando i dati genomici (genome-wide) presenti nalla UK Biobank è stato costruito un punteggio di rischio genetico su 76 varianti legate all’IMC.  Gli esiti patologici dei partecipanti allo studio sono stati mappati con un codice fenotipico (phecode) e i soggetti con il codice di interesse sono stati classificati come casi.

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Farmaci da evitare alla guida, l’Fda fa il punto sui rischi

(da Doctor33)   Alcuni medicinali, come oppioidi o antidepressivi, possono compromettere, e rendere quindi poco sicura, la capacità di stare alla guida che sia di un'auto, un autobus, un treno, un aeroplano o una nave. A fare il punto, sul suo sito, è la Food and Drug Administration (Fda), l'agenzia Usa che regola i farmaci.In particolare, può essere pericoloso guidare se si prendono oppioidi antidolorifici, farmaci per l'ansia (come le benzodiazepine), antiepilettici, antipsicotici, alcuni antidepressivi, prodotti che contengono la codeina e alcuni per raffreddori e allergie come gli antistaminici, sonniferi, rilassanti muscolari, farmaci per la terapia o controllo della diarrea, malattie del movimento, pillole dietetiche e stimolanti (come caffeina, efedrina, pseudoefedrina). Un medicinale che può ridurre l'attenzione è lo zolpidem, usato in diverse formulazioni contro l'insonnia. Diversi i possibili effetti collaterali e reazioni, che possono rendere poco sicura la guida, come sonnolenza, vista appannata, capogiri, movimenti rallentati, svenimenti, incapacità di porre attenzione o mettere a fuoco, nausea, eccitabilità. Alcuni farmaci, spiega l'Fda, possono influire sulla guida per un tempo breve dopo averli assunti, mentre per altri gli effetti possono durare diverse ore, e in alcuni casi fino al giorno seguente. In alcuni casi viene posto l'avviso di non adoperare macchinari pesanti e non guidare. È bene, raccomanda l'Fda, evitare di mescolare farmaci e alcol alla guida, e consultarsi col proprio medico se si prendono sonniferi, per farsi dare la dose efficace più bassa.

Giovani con sindrome di Down: dislipidemia e prediabete prevalenti

(da Quotidiano Sanità e Reuters Health)  “È fondamentale che i pediatri sottopongano i bambini obesi con sindrome di Down ad un’analisi del profilo lipidico e a uno screening per il diabete”, dice Sheela Magge, direttrice della divisione di Endocrinologia pediatrica della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, che ha condotto uno studio al riguardo.  “Grazie ai progressi della medicina, le persone con sindrome di Down vivono più a lungo, è quindi molto importante che i medici sappiano come prendersi cura di loro durante l’infanzia e l’età adulta. Sappiamo che gli individui con sindrome di Down presentano un rischio maggiore di obesità, non è certo però che la malattia sia anche associata ad un maggior rischio di diabete e malattie cardiovascolari, che di solito accompagnano l’obesità”. Lo studio   I ricercatori hanno coinvolto nello studio 150 giovani con Sindrome di Down e 103 giovani non affetti dalla patologia, comparabili in termini di età (tra i 10 e i 20 anni), sesso, etnia e percentuale del BMI. I partecipanti si sono sottoposti a diversi esami: assorbimetria raggi x a doppia energia total body, esame del glucosio a digiuno, dell’insulina, dei lipidi, test del numero di lipoproteine a bassa densità, analisi dei fattori infiammatori e, quando il percentile di BMI era pari o superiore a 85, un test orale di tolleranza al glucosio.   Due terzi dei giovani con Sindrome di Down avevano un BMI pari o superiore a 85. Tra questi giovani non c’erano differenza in termini di glucosio, insulina o resistenza all’insulina rispetto ai giovani non affetti dalla patologia. La prevalenza di prediabete invece è risultata maggiore nei partecipanti con Sindrome di Down: 26% contro 10%. I partecipanti con Sindrome di Down avevano livelli significativamente più alti di colesterolo LDL, trigliceridi, colesterolo non HDL e trigliceridi / HDL-C e livelli più bassi di HDL-C. Questi giovani presentavano anche livelli più elevati di proteina C-reattiva ad alta sensibilità, interleuchina-6, particelle LDL piccole e particelle LDL totali, ma le dimensioni di particelle LDL erano simili. Avevano inoltre meno grasso viscerale (VFAT), meno massa grassa e massa magra per il punteggio Z del BMI e, in caso di massa grassa più alta, avevano più grasso viscerale. Questi risultati “mostrano un profilo lipidico e lipoproteico più aterogenico” nei giovani con Sindrome di Down, scrivono gli autori dell’articolo. I pediatri che hanno in cura questi pazienti dovrebbero dunque prendere in considerazione questi dati nel momento in cui raccomandano degli screening. Ulteriori studi longitudinali permetteranno di capire se l’aumento della dislipidemia nei giovani con Sindrome di Down si traduce in un aumento delle malattie cardiovascolari nell’età adulta e in un futuro rischio di sviluppare la Malattia di Alzheimer.   Sulla base di questi primi risultati sarà anche importante condurre studi sulla secrezione d’insulina. “È necessario condurre continue ricerche per fornire linee guida evidence-based per l’assistenza clinica di giovani e adulti con Sindrome di Down”.)

Bioetica, parere Cnb: suicidio assistito diverso da eutanasia

(da Doctor33)   Il suicidio assistito è diverso dall'eutanasia. A sottolinearlo è il parere pubblicato sul sito del Comitato nazionale per la bioetica "Riflessioni bioetiche sul suicidio medicalmente assistito", approvato nel corso della Plenaria del 18 luglio. Il documento - che riporta le diverse posizioni dei componenti e non è stato approvato all'unanimità - nasce anche in seguito all'ordinanza della Corte Costituzionale, intervenuta sulla questione sollevata dalla Corte di Assise di Milano in merito al caso di Marco Cappato e Dj Fabo. Il Comitato affronta il tema dell'aiuto al suicidio e alla sospetta illegittimità costituzionale dell'art. 580 del codice penale. Il parere, pur intervenendo sull'ordinanza in modo specifico e inquadrandola nel contesto normativo dell'ordinamento italiano, affronta il tema del suicidio assistito sul piano generale. Alcuni membri del Cnb sono "contrari alla legittimazione, sia etica che giuridica, del suicidio medicalmente assistito", e "convergono nel ritenere che la difesa della vita umana debba essere affermata come un principio essenziale in bioetica, quale che sia la fondazione filosofica e/o religiosa di tale valore, che il compito inderogabile del medico sia l'assoluto rispetto della vita dei pazienti e che l'agevolare la morte segni una trasformazione inaccettabile del paradigma del curare e prendersi cura", si legge nella nota diffusa dal Comitato. Malgrado queste posizioni divergenti, il Comitato è arrivato alla formulazione di sei raccomandazioni condivise, auspicando innanzi tutto che in qualunque sede avvenga - ivi compresa quella parlamentare - il dibattito sull'aiuto medicalizzato al suicidio "si sviluppi nel pieno rispetto di tutte le opinioni al riguardo, ma anche con la dovuta attenzione alle problematiche morali, deontologiche e giuridiche costituzionali che esso solleva e col dovuto approfondimento che una tematica così lacerante per la coscienza umana esige", si legge nel testo. Il Comitato raccomanda, inoltre, "l'impegno di fornire cure adeguate ai malati inguaribili in condizione di sofferenza"; chiede che sia documentata all'interno del rapporto di cura un'adeguata informazione data al paziente in merito alle possibilità di cure e palliazione; ritiene indispensabile che sia fatto ogni sforzo per "implementare l'informazione ai cittadini e ai professionisti della sanità delle disposizioni normative riguardanti l'accesso alle cure palliative"; auspica che venga promossa un'ampia partecipazione dei cittadini alla discussione etica e giuridica sul tema e che vengano promosse la ricerca scientifica biomedica e psicosociale e la formazione bioetica degli operatori sanitari in questo campo. Sono state redatte tre postille, pubblicate contestualmente al parere. La prima è di Francesco D'Agostino per spiegare le ragioni del voto negativo dato al parere; le altre di Assunta Morresi e Maurizio Mori, che pur avendo approvato il documento, hanno voluto precisare le proprie motivazioni di dissenso su alcuni temi trattati.

Riscatto laurea, INPS elimina il vincolo anagrafico

(da DottNet)   Novità per il riscatto della laurea con ulteriori indicazioni per l'applicazione della disciplina del nuovo istituto del riscatto di periodi non coperti da contribuzione e del diverso criterio di calcolo dell'onere di riscatto dei periodi di studio universitari da valutare nel sistema contributivo. La nota arriva dall'Inps con la circolare n. 106 del 25 luglio 2019 (https://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2FCircolari%2FCircolare%20numero%20106%20del%2025-07-2019.htm  )    Il documento illustra inoltre la facoltà per i fondi di solidarietà di provvedere al versamento della contribuzione correlata a periodi utili per il diritto a pensione, riscattabili o ricongiungibili e precedenti all'accesso ai fondi di solidarietà.

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Il tempo di vestizione del personale sanitario va sempre retribuito. Ecco la sentenza

(da Doctor33)    Per un sanitario indossare e togliersi camice, mascherina etc fa parte dell'orario di lavoro e come tale va retribuito. Lo dice la sentenza 17635 della Cassazione che fa chiarezza a livello nazionale rispetto ad una serie di sentenze a livello locale. L'ultima di queste nelle Marche: qui, supportati da Cisl-Fp, 300 tra infermieri ed altri sanitari hanno ottenuto dal giudice del lavoro di Macerata una sentenza secondo cui il tempo che impiegano a vestirsi va conteggiato nell'orario di lavoro, 10 minuti in entrata e 10 in uscita per ogni turno svolto. La norma vale per gli infermieri che hanno un tempo di vestizione più lungo e se la ritrovano nel contratto del comparto, ma si pone per tutti i sanitari del comparto in tanto in quanto sono "in divisa". E i medici? Probabilmente non sono esclusi, ma dedurlo non è "spontaneo", perché il tema non è centrale né nel contratto della dirigenza né fin qui lo era nelle sentenze.

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Anelli (Fnomceo): “Prendersi cura della Terra per preservare la nostra salute. I medici non possono restare indifferenti”

Il 30 luglio è stato l’Earth Overshoot Day 2019, giorno in cui abbiamo finito tutte le risorse annuali della Terra e consumiamo più di quello che rigeneriamo. La terra lavora in perdita, dunque. Noi medici, nel riconoscere l’ambiente di vita e di lavoro quale determinante fondamentale della salute, individuale e collettiva, non possiamo rimanere indifferenti: prendersi cura della Terra significa preservare la nostra salute”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, è intervienuto in occasione dell’Earth Overshoot Day che, quest’anno, arriva con qualche giorno di anticipo rispetto al 2018: un trend che purtroppo si conferma negli ultimi anni e che vede l’Italia in testa alla classifica dei paesi ‘inadempienti’, con la data anticipata al 15 maggio scorso.  “L’Articolo 5 del nostro Codice di Deontologia Medica – continua Anelli – impegna il medico a favorire un utilizzo appropriato delle risorse naturali, per un ecosistema equilibrato e vivibile anche dalle future generazioni”  “Per questo rinnoviamo l’appello ai Governi perché investano su politiche di sostenibilità ambientale e riducano le emissioni di anidride carbonica e, in generale, di gas serra – conclude-. Come Fnomceo, abbiamo fatto un piccolo grande passo: gli uffici della Federazione sono sempre più plastic-free, per limitare gli effetti inquinanti dovuti smaltimento della plastica”.

Cambia il Pronto soccorso: nuovi codici e infermieri per urgenze minori

(da DottNet)   Codici numerici, da 1 a 5, ai quali le regioni potranno abbinare codici colore, e tempi 'certi' con un'attesa massima prevista di 8 ore. Cambiano le regole al Pronto soccorso (documento completo al LINK https://www.dottnet.it/file/96595/pronto-soccorso/), con tre obiettivi prioritari: evitare i ricoveri inappropriati, ridurre i tempi di attesa e aumentare la sicurezza delle dimissioni. Sono le principali novità contenute nelle 'Linee di indirizzo nazionali sul Triage Intraospedaliero, sull'Osservazione Breve Intensiva e lo sviluppo del Piano di gestione del sovraffollamento', messe a punto al ministero della Salute, che hanno ottenuto il via libera della Conferenza Stato-Regioni.  Nel nuovo sistema dunque, che dovrebbe entrare a regime entro 18 mesi, la selezione per gravità dei casi si baserà su cinque numeri e colori: 1 rosso, per l'Emergenza, intervento immediato; 2 arancione, per Urgenza, entro 15 minuti; 3 azzurro, per Urgenza differibile, intervento entro 60 minuti; 4 verde, per Urgenza minore, intervento entro 120 minuti; 5 bianco, per Non urgenza, con intervento entro 240 minuti. Altra novità è la creazione di un'area cosiddetta "see and treat": qui infermieri in possesso di una "formazione specifica" applicheranno protocolli standard per curare le urgenze minori, con l'obiettivo di ridurre ulteriormente il sovraffollamento nei Pronto soccorso. Prevista pure un'Area di osservazione breve e intensiva (Obi), per terapie a breve termine e la possibilità di approfondimenti diagnostici. In questo caso, l'obiettivo è ridurre i ricoveri inappropriati e aumentare la sicurezza delle dimissioni dal Pronto soccorso.   "Oggi sono molto contenta perché abbiamo portato a casa una serie di provvedimenti importantissimi. Dalle classificazioni d'urgenza nei pronto soccorso a tutta una serie di elementi per ridurre il sovraffollamento, come tempi certi di visita. Abbiamo portato a casa anche la ripartizione del fondo dei 400 milioni di euro per la riduzione dei tempi delle lista d'attesa e la digitalizzazione delle prenotazioni", ha commentato il ministro della Salute, Giulia Grillo, al termine della conferenza Stato-Regioni. Anche per Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con l'accordo di oggi "si realizza un cambiamento importante. Qualcuno ha parlato di 'rivoluzione', ma credo si tratti semplicemente di una evoluzione basata su positive esperienze che si sono concretizzate in alcune Regioni".   Il nuovo sistema, inoltre, "allinea l'Italia agli standard della maggior parte degli altri Paesi", rileva Sergio Venturi, coordinatore vicario della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni.  Ma il nuovo sistema è accolto con non poche perplessità da Francesco Rocco Pugliese, presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu): "Non credo che ci sarà una riduzione dei tempi di attesa - afferma all'ANSA - perchè il vero problema è che nei Pronto soccorso italiani mancano all'appello 2.000 medici ed è il medico che deve visitare i pazienti. Con un numero così esiguo di medici è impossibile rispettare i tempi massimi di attesa previsti per l'accesso ai Pronto soccorso".  Ed ancora: "tecnicamente, il codice colore non penso possa essere comunque abbandonato, perche è più immediato sia per il cittadino sia per il medico". Altro problema centrale, evidenzia, "è che nei reparti ospedalieri mancano i posti letto, a causa dei tagli degli ultimi anni: è quindi impossibile che i pazienti, come prevedono le nuove regole, vengano smistati ai reparti per il ricovero, quando questo è necessario, entro un tempo massimo di 6-8 ore". Critico anche il Codacons, per cui "i nuovi codici sono una presa in giro per gli utenti e di sicuro non risolveranno i problemi".  Ci sono infatti situazioni, "specie nei nosocomi del sud Italia, dove il livello di assistenza è da terzo mondo - afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi - con i cittadini abbandonati nei corridoi e nelle corsie perché la carenza di personale medico non consente di far fronte alle richieste. Le criticità dei Pronto soccorso italiani non si risolvono certo ricorrendo a nuovi codici per il triage, ma aumentando il numero di medici e infermieri"

OMS boccia le sigarette elettroniche, “indubbiamente dannose”

(da Fimmg.org e Ansa.it)    Le sigarette elettroniche con nicotina, le cosiddette e-cig, sono «indubbiamente dannose» e per questo vanno regolamentate. È la posizione espressa dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, nel Rapporto 'Epidemia globale di tabacco 2019' appena pubblicato, mette in guardia dai rischi di tali prodotti «sebbene - precisa - lo specifico livello di rischio associato alle sigarette elettroniche non sia stato ancora stimato in modo conclusivo». Nel rapporto, nel quale si prendono in considerazione le sigarette elettroniche con rilascio di nicotina e non quelle senza nicotina, l'Oms afferma che «gli Stati membri che non hanno vietato le Ends (Electronic nicotine delivery systems)», ovvero le e-cig con nicotina, «dovrebbero considerare una loro regolamentazione come 'prodotti dannosì». Perplessità, tuttavia, sono espresse anche rispetto alle e-cig senza nicotina poiché, si legge nel Rapporto, «sottoposte a test, molte soluzioni di e-cig a 'nicotina zerò sono risultate invece contenere nicotina». L'Oms rileva inoltre come l'uso delle e-cig sia cresciuto notevolmente tra i giovani, tanto che in Usa il tasso di utilizzo in questa fascia d'età è passato dall'1,5% del 2011 al 20,8% del 2018. I giovani che utilizzano e-cig, avverte l'Oms, «sono esposti alla nicotina, che può avere effetti a lungo termine sul cervello in sviluppo, e c'è un rischio di dipendenza dalla nicotina stessa». Secondo l'organizzazione, inoltre, «ad oggi, il potenziale delle e-cig di giocare un ruolo in qualità di intervento per far cessare il consumo di tabacco nella popolazione, non è chiaro». Al contrario, rileva il Rapporto, le e-cig «hanno il potenziale di minare gli sforzi per il controllo del consumo di tabacco». La nicotina infatti «crea dipendenza e l'uso delle e-cig potrebbe spingere le persone, in particolare i giovani, ad intraprendere forme più dannose di consumo». I Paesi, afferma ancora l'Oms, dovrebbero quindi «vietare la pubblicità» delle e-cig e «l'aggiunta di aromi a tali prodotti per scoraggiarne l'uso tra i giovani». Ed ancora: «I Paesi dovrebbero considerare l'introduzione di misure per obbligare le aziende manifatturiere a rendere i prodotti non attrattivi per i giovani al fine di scoraggiarne l'utilizzo, come ad esempio confezioni bianche». E sempre per prevenire l'utilizzo delle e-cig tra i giovani, «tasse dovrebbero essere applicate a questi prodotti, in linea con gli standard nazionali». Netta la posizione nei confronti delle industrie del settore: «Utilizzando aromi e strategie di branding che si rivolgono ai giovani, le aziende coinvolte nella manifattura e nel marketing di e-cig stanno utilizzando tattiche per espandere la base dei loro consumatori con il pretesto di contribuire al lavoro di sanità pubblica». In generale, nonostante le misure messe in atto in vari Paesi contro il fumo da tabacco, avverte l'Oms, il numero dei fumatori scende a un ritmo decisamente basso e insufficiente a raggiungere tutti gli obiettivi. Per questo, è il monito, «sono necessarie più azioni contro questi prodotti mortali». Nel mondo, nel 2017, c'erano ancora 1,1 miliardi di utilizzatori del tabacco sopra i 15 anni, un numero, conclude l'Organizzazione mondiale della sanità, «caparbiamente alto».

Canone RAI nello studio ed in azienda

(da Odontoiatria33)    Come capita oramai da qualche anno, alcuni studi odontoiatrici ed aziende del settore hanno ricevuto in questi giorni una lettera della RAI che li invita al pagamento del “canone speciale alla televisione”.  Ma in quali casi di deve pagare?

Devono pagare il canone RAI Speciale (costo 407,35) "coloro che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell'ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto".Obbligo che se per i dentisti con la televisione in sala d'attesa è certo, sembrerebbe anche esteso al laboratorio odontotecnico in cui è presente un televisore, anche se in laboratorio non è un locale aperto al pubblico.

Niente canone, invece, per studi e laboratori che utilizzano un computer collegato ad un monitor anche per vedere programmi televisivi utilizzando internet. E' invece dovuto se il computer è dotato di un sintonizzatore Tv oppure se si utilizza come monitor un televisore.

Secondo quanto precisato in una nota dal Ministero Sviluppo Economico (febbraio 2012) "solo apparecchi atti od adattabili a ricevere il segnale audio/video attraverso la piattaforma terrestre e/o satellitare sono assoggettabili a canone TV. Ne consegue che di per sé i computer, se consentono l'ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale digitale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone".

questo LINK l’elenco degli apparecchi il cui uso è soggetto al pagamento del canone e quelli che invece non lo richiedono

Cassazione Civile Ord. n. 18883/19 – Medici ospedalieri – Licenziamento disciplinare

(da Univadis e Marcello Fontana - Ufficio Legislativo FNOMCeO)   Cassazione Civile Ord. n. 18883/19 –

La Corte di Cassazione ha affermato che è legittimo il licenziamento del medico che, essendo inserito nel turno di c.d. reperibilità, avrebbe dovuto recarsi senza ritardo in reparto e visitare il malato, proprio per accertare, personalmente e in ragione delle proprie competenze lo stato della situazione rappresentatagli e adottare tempestivamente le misure ritenute del caso. Considerando, quindi, la posizione del lavoratore nell’Azienda, il grado di affidamento delle mansioni affidategli anche in relazione alla specifica vicenda (capo equipe e dirigente dell’Unità Operativa di Urologia) e dunque facendo applicazione anche del principio di proporzionalità in relazione alla clausola generale della giusta causa, la Corte d’Appello, applicando correttamente i principi enunciati da questa Corte in materia, ha valutato la legittimità e congruità della sanzione inflitta prevista dalla contrattazione, tenendo conto di ogni aspetto concreto della vicenda, con accertamento dei fatti e successivo giudizio in ordine alla gravità e proporzione della sanzione espulsiva che, in quanto sorretta da adeguata e logica motivazione, si sottrae a censura. Il giudice di appello ha, quindi, affermato che costituisce violazione di tali specifici obblighi, e con essi dei più generali doveri di diligenza e buona fede, il comportamento di un medico che, dopo avere eseguito un delicato intervento chirurgico, ed in servizio di reperibilità (sia pure seconda reperibilità), avendo avuto contezza sin dalla h. 22,30 dell’esistenza di una gravissima sintomatologia che indicava l’esistenza di problemi post-operatori e, segnatamente, dell’esistenza di una consistente emorragia in corso (forte ipotensione, fuoriuscita di sangue dal drenaggio, continue trasfusioni e sinanche arresto respiratorio ed intubazione del paziente) ritardi di ben tre ore il proprio arrivo in ospedale. La Corte d’Appello assume la autonomia tra il procedimento penale concluso con l’assoluzione in relazione all’imputazione di omicidio colposo, e il procedimento disciplinare la cui contestazione non consisteva nell’aver cagionato la morte del paziente.

Sì delle Regioni al decreto della Salute con le regole per registrare le DAT nella banca dati nazionale

Parere favorevole delle Regioni al decreto del ministero della Salute in cui si indica che i dati contenuti nella banca dati nazionale sono utilizzati dal ministero della salute esclusivamente per le funzioni e i compiti amministrativi previsti dalla legge 219/2017 e che i soggetti legittimati trasmettono alla banca dati nazionale le informazioni sulle DAT attenendosi alle modalità individuate nel disciplinare tecnico allegato al decreto stesso  Leggi l'articolo completo al LINK

Bronchiolite: sebbene non servano, in molti Paesi ad alto reddito si continuano a usare farmaci

(da Univadis)   Messaggi chiave   Il 20% dei bambini ricoverati in pronto soccorso per bronchiolite nel 2013 in 8 diversi Paesi ad alto reddito è stato dimesso con la prescrizione di un farmaco, nonostante le linee guida lo sconsiglino per mancanza di prove di efficacia.  Nel Regno Unito e Irlanda si prescrivono meno farmaci in queste situazioni; in Spagna e Portogallo si fa quasi 10 volte più spesso.    In questi ultimi due Paesi non si usano steroidi, in genere poco utilizzati anche altrove; il salbutamolo, invece, arrivava a essere prescritto negli Stati Uniti in un caso su 3.  La prescrizione di farmaci non è risultata associata in maniera significativa al numero di successivi accessi o ricoveri.

Descrizione dello studio   Analisi secondaria dello studio di coorte retrospettivo multinazionale noto come Pediatric Emergency Research Networks.  Sono stati inclusi i bambini di età inferiore a 12 mesi dimessi con bronchiolite tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2013 da 38 pronto soccorsi in Australia e Nuova Zelanda, Canada, Spagna e Portogallo, Regno Unito e Irlanda, e Stati Uniti. L'outcome primario era la prescrizione di una qualche farmacoterapia alla dimissione. Gli esiti secondari erano successivi accessi al pronto soccorso o ricoveri per bronchiolite entro 21 giorni dalla dimissione.

Risultati principali   Su 1.566 bambini dimessi dal pronto soccorso nei diversi Paesi nel periodo considerato, a 317 (20%) sono stati prescritti farmaci per la bronchiolite.  Le prescrizioni di corticosteroidi erano rare, e variavano dallo 0% (0 su 68 bambini) in Spagna e Portogallo, al 6% (25 su 452) negli Stati Uniti.  Le prescrizioni di salbutamolo variavano dal 5% (22 su 432) nel Regno Unito e Irlanda, al 32% (146 su 452) negli Stati Uniti.  Rispetto a Regno Unito e Irlanda, la probabilità di prescrivere farmaci era più alta in Spagna e Portogallo (OR 9,22, IC95% 1,70–49,96), negli Stati Uniti (8,20, 2,79–24,11), Canada (5,17, 1,61–16,67) e Australia e Nuova Zelanda (1,21, 0,36–4,10).  Dopo aggiustamento, la prescrizione alla dimissione è stata associata a una maggiore età del bambino (per ogni mese in più OR 1,23, IC95% 1,16–1,30; P<0,0001), alla bassa saturazione di ossigeno (per ogni 1% di calo dal 100% OR 1,09, IC95% 1,01–1,18 P<0,031), alla presenza di retrazioni toraciche (OR 1,88, 1,26–2,79 P=0,0020), al network di ricerca pediatrica che ha raccolto i dati (P=0,00050) e al singolo Paese (P=0,00050).

Durante il follow-up, 303 (19%) bambini sono tornati al pronto soccorso, e di questi 129 (43%) sono stati ricoverati, ma l’aver ricevuto una farmacoterapia non è stata associata né ai successivi accessi (P= 0,55) né ai successivi ricoveri (P= 0,50).

Perché è importante   La bronchiolite è una delle principali cause di ospedalizzazione dei lattanti nei paesi ad alto reddito. Evitare la prescrizione di farmaci inutili limita costi e potenziali eventi avversi correlati, senza alimentare false aspettative nei genitori.

(Jamal A, Finkelstein Y, et al. Pharmacotherapy in bronchiolitis at discharge from emergency departments within the Pediatric Emergency Research Networks: a retrospective analysis. Lancet Child & Adolesc Health 2019; 3: 539-547. doi: 10.1016/S2352-4642(19)30193-2.)

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