Salire le scale allunga la vita

(da Quotidiano Sanità)   Per valutare il rapporto tra salute cardiovascolare e una semplice attività fisica, come salire le scale, un team di ricercatori coordinato da Sophie Paddock, dell’University of East Anglia, ha condotto una metanalisi su studi che hanno valutato l’attività di salire le scale, indipendentemente dal numero di rampe salite e dalla velocità di salita. Nell’analisi finale sono stati presi in considerazione 480.479 partecipanti, sia sani, sia con una precedente storia di infarto o patologia arteriosa periferica. L’età degli adulti considerati andava dai 35 agli 84 anni e per il 53% erano donne.

Dall’analisi è emerso che, rispetto a chi non sale le scale, chi si dedica a questa attività fisica presenta un rischio ridotto del 24% di morte per qualsiasi causa e una probabilità inferiore di morire per malattie cardiovascolari più bassa del 39% Inoltre, salire le scale riduce le probabilità di infarto, insufficienza cardiaca e ictus.  “Se si può scegliere tra prendere le scale o l’ascensore, è preferibile salire per le scale perché è un’attività che aiuta il cuore”, sottolinea Sophie Paddock, “Anche brevi periodi di attività fisica hanno effetti benefici sulla salute. Sulla base di questi risultati vogliamo incoraggiare le persone a scegliere di salite le scale come abitudine di vita”.

 

C’è un legame fra freddo e infezioni, con 5 gradi in meno le difese di dimezzano

(da DottNet – riproduzione parziale)    Un abbassamento di 5 gradi della temperatura dei tessuti interni del naso a causa del freddo è in grado di dimezzare l’efficacia della prima difesa del nostro organismo contro virus e batteri. È il dato che arriva da uno studio condotto da ricercatori Harvard Medical School e della Northeastern University pubblicato sul ‘Journal of Allergy and Clinical Immunology’.  “Le vie aeree si proteggono grazie al rilascio nel muco di miliardi di minuscole sacche piene di fluido, chiamate vescicole extracellulari che circondano e attaccano gli ‘intrusi’ prima che si addentrino nell’organismo. Tuttavia, è sufficiente una riduzione di 5 gradi della temperatura interna delle mucose nasali per mettere fuori gioco e dimezzare la prima linea delle difese immunitarie che vengono messe in atto nel naso”, afferma il past-presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs.  

“Le persone più esposte sono soprattutto quelle appartenenti alle fasce più anziane della popolazione, tra cui i livelli di copertura vaccinale sono rimasti lontani dai limiti minimi auspicabili, e coloro che non hanno seguito una convalescenza adeguata non dedicando il giusto tempo a recuperare le forze dopo il virus”, aggiunge il presidente Sigg Andrea Ungar ordinario di Geriatria all’Università di Firenze .