L’importanza dell’informazione durante le epidemie

(da DottNet)   Informare correttamente durante un’epidemia può essere fondamentale per sensibilizzare le comunità. Ma c’è un sistema comunicativo che vale più degli altri: la comunicazione porta a porta. A dirlo è uno studio scientifico realizzato dal Massachusetts Institute of Technology che parte dall’esperienza avuta in Liberia che fu, tra il 2014 e il 2015, epicentro di un focolaio di ebola che causò più di 10mila morti in Africa occidentale. Secondo i ricercatori le vittime sarebbero state di più (e i risultati sarebbero stati peggiori) senza il programma di sensibilizzazione che venne avviato dal governo della Liberia alla fine del 2014. Il programma consisteva nella diffusione di informazioni da parte dei ricercatori con una tecnica diretta, porta a porta, appunto. I risultati dimostrano anche come i Paesi con risorse molto limitate possono in questo modo contrastare le epidemie e ottenere un maggior gradimento da parte della cittadinanza proprio in circostanze difficili e di crisi. Sull’Ebola, dice Lily Tsai, docente di scienze politiche al Mit, “la gente sapeva di più, aveva una comprensione più concreta dell’epidemia ed era più disposta a rispettare le misure di controllo del governo. E a valle, è più probabile che si fidino delle istituzioni governative”. In effetti, dopo aver parlato con i ricercatori, i residenti di Monrovia (la capitale della Liberia) sono risultati essere per il 15% in più a sostegno delle politiche di controllo delle malattie, il 10% in meno a favore della violazione del divieto di riunioni pubbliche per limitare la diffusione dell’Ebola, avevano il 9% in più di fiducia verso il ministero della Salute e il 10% in più di probabilità di usare un disinfettante per le mani.

NUOVE MODALITA’ DI ACCESSO DIRETTO AGLI UFFICI DELL’OMCEO FORLI’-CESENA

A TUTTI GLI ISCRITTI E AGLI UTENTI

In considerazione di quanto prescritto all’art. 1 co.6 del DPCM dell’11 marzo 2020, recante ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 sull’intero territorio nazionale, 

a decorrere dalla data odierna e fino al 3 aprile 2020

gli uffici dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Forlì-Cesena

sono chiusi al pubblico

Sarà permesso l’accesso solo per i casi ritenuti urgenti e improcrastinabili e

 comunque previo appuntamento da concordare telefonicamente. 

I servizi informativi sono integralmente assicurati attraverso il numero telefonico 054327157 Lunedì-Mercoledì-Venerdì dalle ore 9 alle ore 14

Martedì-Giovedì dalle ore 9 alle ore 14 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30

Sono altresì attivi i consueti canali di comunicazione telematici:

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Il Presidente, Dott. Michele Gaudio

SARS-CoV2: nessuna prova di una trasmissione aerea

(da Univadis)    Non esiste alcuna prova che il contagio di Covid-19 possa avvenire a 4,5 metri di distanza e che le particelle virali possano rimanere nell’aria per 30 minuti.  Lo studio aneddotico da cui è stata ripresa la notizia è stato ritirato senza spiegazioni subito dopo la pubblicazione.   Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, dal momento che la trasmissione di SARS-CoV2 avviene principalmente tramite goccioline di saliva, la distanza di sicurezza che è importante mantenere deve essere superiore a un metro.

Descrizione dello studio   Lo studio, pubblicato su una rivista peer-review, ma di secondo piano (Practical Preventive Medicine), è stato ripreso da agenzie e media italiani da un articolo del South China Morning Post.  Descrive il caso di paziente sintomatico che ha effettuato un viaggio di 4 ore in pullman, seduto nella penultima fila, senza mascherina, prima che in Cina venisse dichiarata l’emergenza nazionale per Covid-19. Il riscontro di altri 7 passeggeri positivi fino a 6 file avanti, più altri con cui il paziente ha viaggiato su un altro mezzo a 4,5 metri di distanza, ha indotto i ricercatori a pensare che il contagio sia potuto avvenire per via aerea, e non direttamente attraverso goccioline di saliva come indicano le evidenze finora raccolte. Lo studio è stato ritirato senza spiegazioni.

Limiti    Case study.   In una fase in cui il contagio già era diffuso nella popolazione, non è possibile escludere che gli altri pazienti si siano contagiati in altro modo.  Il passeggero seduto accanto a quello considerato responsabile dei contagi non è risultato positivo.

Perché è importante    Anche le riviste scientifiche più prestigiose in questo periodo ospitano studi preliminari per consentire la libera diffusione e il confronto dei dati raccolti da diversi gruppi di ricerca.  Tanto più è necessario adottare uno spirito critico quando si tratta di riviste meno prestigiose.

(Chen S. Coronavirus can travel for 4.5 metres. South China Morning Post, 9 marzo 2020.)

Coronavirus, Fnomceo: tutti i pazienti sono uguali

Tutti i pazienti «sono uguali e vanno curati senza discriminazioni». Così il presidente della federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, replica al documento della Società italiana di anestesia Siaarti che giudica possibili in caso di necessità limiti di età per l’ accesso alle terapie intensive a fronte della carenza di strutture nell’ attuale emergenza per il nuovo coronavirus. «La nostra guida, prima di qualunque documento che subordini l’etica a principi di razionamento, e che dovrebbe in ogni caso essere discusso collegialmente dalla Professione, resta il Codice di Deontologia medica. E il Codice parla chiaro: per noi tutti i pazienti sono uguali e vanno curati senza discriminazioni», afferma Anelli.

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