Vitamina D per rallentare il diabete di tipo 2

(da DottNet)    Aumentare l’ assunzione di vitamina D può rallentare la progressione del diabete di tipo 2 nei pazienti che hanno per la prima volta una diagnosi e in quelli con un forma di prediabete. Lo ha stabilito uno studio dell’ Université Laval in Quebec, pubblicato sull”European Journal of Endocrinology’. I risultati della ricerca suggeriscono che l’ integrazione con alte dosi (circa 5-10 volte la dose raccomandata) di vitamina D può migliorare il metabolismo del glucosio e aiutare a prevenire lo sviluppo e la progressione del diabete, malattia sempre più diffusa, che può portare ai gravi problemi di salute tra cui danni al sistema nervoso, cecità e insufficienza renale. “Non è chiara la ragione per cui abbiamo riscontrato un miglioramento del metabolismo del glucosio a seguito dell’ aumento di vitamina D in soggetti ad alto rischio di diabete o con diabete di nuova diagnosi – spiega Claudia Gagnon, tra gli autori della ricerca – altri studi infatti non erano riusciti a dimostrare un effetto nelle persone con diabete di tipo 2 di lunga data. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i miglioramenti nella funzione metabolica sono più difficili da rilevare in quei soggetti con malattia a lungo termine, o al fatto che è necessario un tempo di trattamento più lungo per vedere i benefici”.

Consumo di bevande alcoliche: rischio di demenza a lungo termine

(da Univadis)  Secondo lo studio ‘Whitehall II’ britannico, il rischio relativo (RR) di demenza a lungo termine nei soggetti di mezza età (35-55 anni) con un consumo tipicamente moderato di alcol (1-14 unità/settimana) è inferiore rispetto al rischio nei soggetti che non bevono alcool o che ne consumano molto.  Lo studio ha arruolato 9.000 partecipanti dal 1985 al 1988 e ha osservato che, dopo un follow-up mediano di 23 anni, il rischio di demenza è maggiore nei casi di consumo di alcol >14 U/settimana (aumento RR lineare del 17% per ogni 7 U/settimana in più) e nei casi di astinenza totale (RR = 1,47), rispetto al consumo moderato. Tuttavia, il rischio accresciuto per i soggetti astemi era parzialmente spiegato dalla presenza simultanea di malattie cardiometaboliche.

(https://www.bmj.com/content/362/bmj.k2927)

OMS boccia le sigarette elettroniche, “indubbiamente dannose”

(da Fimmg.org e Ansa.it)    Le sigarette elettroniche con nicotina, le cosiddette e-cig, sono «indubbiamente dannose» e per questo vanno regolamentate. È la posizione espressa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, nel Rapporto ‘Epidemia globale di tabacco 2019’ appena pubblicato, mette in guardia dai rischi di tali prodotti «sebbene – precisa – lo specifico livello di rischio associato alle sigarette elettroniche non sia stato ancora stimato in modo conclusivo». Nel rapporto, nel quale si prendono in considerazione le sigarette elettroniche con rilascio di nicotina e non quelle senza nicotina, l’Oms afferma che «gli Stati membri che non hanno vietato le Ends (Electronic nicotine delivery systems)», ovvero le e-cig con nicotina, «dovrebbero considerare una loro regolamentazione come ‘prodotti dannosì». Perplessità, tuttavia, sono espresse anche rispetto alle e-cig senza nicotina poiché, si legge nel Rapporto, «sottoposte a test, molte soluzioni di e-cig a ‘nicotina zerò sono risultate invece contenere nicotina». L’Oms rileva inoltre come l’uso delle e-cig sia cresciuto notevolmente tra i giovani, tanto che in Usa il tasso di utilizzo in questa fascia d’età è passato dall’1,5% del 2011 al 20,8% del 2018. I giovani che utilizzano e-cig, avverte l’Oms, «sono esposti alla nicotina, che può avere effetti a lungo termine sul cervello in sviluppo, e c’è un rischio di dipendenza dalla nicotina stessa». Secondo l’organizzazione, inoltre, «ad oggi, il potenziale delle e-cig di giocare un ruolo in qualità di intervento per far cessare il consumo di tabacco nella popolazione, non è chiaro». Al contrario, rileva il Rapporto, le e-cig «hanno il potenziale di minare gli sforzi per il controllo del consumo di tabacco». La nicotina infatti «crea dipendenza e l’uso delle e-cig potrebbe spingere le persone, in particolare i giovani, ad intraprendere forme più dannose di consumo». I Paesi, afferma ancora l’Oms, dovrebbero quindi «vietare la pubblicità» delle e-cig e «l’aggiunta di aromi a tali prodotti per scoraggiarne l’uso tra i giovani». Ed ancora: «I Paesi dovrebbero considerare l’introduzione di misure per obbligare le aziende manifatturiere a rendere i prodotti non attrattivi per i giovani al fine di scoraggiarne l’utilizzo, come ad esempio confezioni bianche». E sempre per prevenire l’utilizzo delle e-cig tra i giovani, «tasse dovrebbero essere applicate a questi prodotti, in linea con gli standard nazionali». Netta la posizione nei confronti delle industrie del settore: «Utilizzando aromi e strategie di branding che si rivolgono ai giovani, le aziende coinvolte nella manifattura e nel marketing di e-cig stanno utilizzando tattiche per espandere la base dei loro consumatori con il pretesto di contribuire al lavoro di sanità pubblica». In generale, nonostante le misure messe in atto in vari Paesi contro il fumo da tabacco, avverte l’Oms, il numero dei fumatori scende a un ritmo decisamente basso e insufficiente a raggiungere tutti gli obiettivi. Per questo, è il monito, «sono necessarie più azioni contro questi prodotti mortali». Nel mondo, nel 2017, c’erano ancora 1,1 miliardi di utilizzatori del tabacco sopra i 15 anni, un numero, conclude l’Organizzazione mondiale della sanità, «caparbiamente alto».

Canone RAI nello studio ed in azienda

(da Odontoiatria33)    Come capita oramai da qualche anno, alcuni studi odontoiatrici ed aziende del settore hanno ricevuto in questi giorni una lettera della RAI che li invita al pagamento del “canone speciale alla televisione”.  Ma in quali casi di deve pagare?

Devono pagare il canone RAI Speciale (costo 407,35) “coloro che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto”.Obbligo che se per i dentisti con la televisione in sala d’attesa è certo, sembrerebbe anche esteso al laboratorio odontotecnico in cui è presente un televisore, anche se in laboratorio non è un locale aperto al pubblico.

Niente canone, invece, per studi e laboratori che utilizzano un computer collegato ad un monitor anche per vedere programmi televisivi utilizzando internet.
E’ invece dovuto se il computer è dotato di un sintonizzatore Tv oppure se si utilizza come monitor un televisore.

Secondo quanto precisato in una nota dal Ministero Sviluppo Economico (febbraio 2012) “solo apparecchi atti od adattabili a ricevere il segnale audio/video attraverso la piattaforma terrestre e/o satellitare sono assoggettabili a canone TV. Ne consegue che di per sé i computer, se consentono l’ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale digitale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone”.

questo LINK l’elenco degli apparecchi il cui uso è soggetto al pagamento del canone e quelli che invece non lo richiedono

Cassazione Civile Ord. n. 18883/19 – Medici ospedalieri – Licenziamento disciplinare

(da Univadis e Marcello Fontana – Ufficio Legislativo FNOMCeO)   Cassazione Civile Ord. n. 18883/19 –

La Corte di Cassazione ha affermato che è legittimo il licenziamento del medico che, essendo inserito nel turno di c.d. reperibilità, avrebbe dovuto recarsi senza ritardo in reparto e visitare il malato, proprio per accertare, personalmente e in ragione delle proprie competenze lo stato della situazione rappresentatagli e adottare tempestivamente le misure ritenute del caso. Considerando, quindi, la posizione del lavoratore nell’Azienda, il grado di affidamento delle mansioni affidategli anche in relazione alla specifica vicenda (capo equipe e dirigente dell’Unità Operativa di Urologia) e dunque facendo applicazione anche del principio di proporzionalità in relazione alla clausola generale della giusta causa, la Corte d’Appello, applicando correttamente i principi enunciati da questa Corte in materia, ha valutato la legittimità e congruità della sanzione inflitta prevista dalla contrattazione, tenendo conto di ogni aspetto concreto della vicenda, con accertamento dei fatti e successivo giudizio in ordine alla gravità e proporzione della sanzione espulsiva che, in quanto sorretta da adeguata e logica motivazione, si sottrae a censura. Il giudice di appello ha, quindi, affermato che costituisce violazione di tali specifici obblighi, e con essi dei più generali doveri di diligenza e buona fede, il comportamento di un medico che, dopo avere eseguito un delicato intervento chirurgico, ed in servizio di reperibilità (sia pure seconda reperibilità), avendo avuto contezza sin dalla h. 22,30 dell’esistenza di una gravissima sintomatologia che indicava l’esistenza di problemi post-operatori e, segnatamente, dell’esistenza di una consistente emorragia in corso (forte ipotensione, fuoriuscita di sangue dal drenaggio, continue trasfusioni e sinanche arresto respiratorio ed intubazione del paziente) ritardi di ben tre ore il proprio arrivo in ospedale. La Corte d’Appello assume la autonomia tra il procedimento penale concluso con l’assoluzione in relazione all’imputazione di omicidio colposo, e il procedimento disciplinare la cui contestazione non consisteva nell’aver cagionato la morte del paziente.

Sì delle Regioni al decreto della Salute con le regole per registrare le DAT nella banca dati nazionale

Parere favorevole delle Regioni al decreto del ministero della Salute in cui si indica che i dati contenuti nella banca dati nazionale sono utilizzati dal ministero della salute esclusivamente per le funzioni e i compiti amministrativi previsti dalla legge 219/2017 e che i soggetti legittimati trasmettono alla banca dati nazionale le informazioni sulle DAT attenendosi alle modalità individuate nel disciplinare tecnico allegato al decreto stesso  Leggi l’articolo completo al LINK

Bronchiolite: sebbene non servano, in molti Paesi ad alto reddito si continuano a usare farmaci

(da Univadis)   Messaggi chiave   Il 20% dei bambini ricoverati in pronto soccorso per bronchiolite nel 2013 in 8 diversi Paesi ad alto reddito è stato dimesso con la prescrizione di un farmaco, nonostante le linee guida lo sconsiglino per mancanza di prove di efficacia.  Nel Regno Unito e Irlanda si prescrivono meno farmaci in queste situazioni; in Spagna e Portogallo si fa quasi 10 volte più spesso.    In questi ultimi due Paesi non si usano steroidi, in genere poco utilizzati anche altrove; il salbutamolo, invece, arrivava a essere prescritto negli Stati Uniti in un caso su 3.  La prescrizione di farmaci non è risultata associata in maniera significativa al numero di successivi accessi o ricoveri.

Descrizione dello studio   Analisi secondaria dello studio di coorte retrospettivo multinazionale noto come Pediatric Emergency Research Networks.  Sono stati inclusi i bambini di età inferiore a 12 mesi dimessi con bronchiolite tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2013 da 38 pronto soccorsi in Australia e Nuova Zelanda, Canada, Spagna e Portogallo, Regno Unito e Irlanda, e Stati Uniti. L’outcome primario era la prescrizione di una qualche farmacoterapia alla dimissione. Gli esiti secondari erano successivi accessi al pronto soccorso o ricoveri per bronchiolite entro 21 giorni dalla dimissione.

Risultati principali   Su 1.566 bambini dimessi dal pronto soccorso nei diversi Paesi nel periodo considerato, a 317 (20%) sono stati prescritti farmaci per la bronchiolite.  Le prescrizioni di corticosteroidi erano rare, e variavano dallo 0% (0 su 68 bambini) in Spagna e Portogallo, al 6% (25 su 452) negli Stati Uniti.  Le prescrizioni di salbutamolo variavano dal 5% (22 su 432) nel Regno Unito e Irlanda, al 32% (146 su 452) negli Stati Uniti.  Rispetto a Regno Unito e Irlanda, la probabilità di prescrivere farmaci era più alta in Spagna e Portogallo (OR 9,22, IC95% 1,70–49,96), negli Stati Uniti (8,20, 2,79–24,11), Canada (5,17, 1,61–16,67) e Australia e Nuova Zelanda (1,21, 0,36–4,10).  Dopo aggiustamento, la prescrizione alla dimissione è stata associata a una maggiore età del bambino (per ogni mese in più OR 1,23, IC95% 1,16–1,30; P<0,0001), alla bassa saturazione di ossigeno (per ogni 1% di calo dal 100% OR 1,09, IC95% 1,01–1,18 P<0,031), alla presenza di retrazioni toraciche (OR 1,88, 1,26–2,79 P=0,0020), al network di ricerca pediatrica che ha raccolto i dati (P=0,00050) e al singolo Paese (P=0,00050).

Durante il follow-up, 303 (19%) bambini sono tornati al pronto soccorso, e di questi 129 (43%) sono stati ricoverati, ma l’aver ricevuto una farmacoterapia non è stata associata né ai successivi accessi (P= 0,55) né ai successivi ricoveri (P= 0,50).

Perché è importante   La bronchiolite è una delle principali cause di ospedalizzazione dei lattanti nei paesi ad alto reddito. Evitare la prescrizione di farmaci inutili limita costi e potenziali eventi avversi correlati, senza alimentare false aspettative nei genitori.

(Jamal A, Finkelstein Y, et al. Pharmacotherapy in bronchiolitis at discharge from emergency departments within the Pediatric Emergency Research Networks: a retrospective analysis. Lancet Child & Adolesc Health 2019; 3: 539-547. doi: 10.1016/S2352-4642(19)30193-2.)

Questa sera Consiglio Direttivo ‘estivo’ per iscrivere i nuovi colleghi

La scorsa settimana l’OMCeO di Roma ha pubblicato una notizia in cui faceva presente che teneva una seduta consiliare il 30 luglio, ‘ad hoc’ per iscrivere oltre 400 neo medici, che nel periodo estivo possono e sono disponibili a fare le sostituzioni dei colleghi già inseriti nelle varie realtà lavorative e in ferie. “Compito di un Ordine è tutelare tutti i propri iscritti, giovani e meno giovani”, ha dichiarato il presidente di Roma Antonio Magi. E’ desidero del nostro Consiglio Direttivo rendere noto a tutti gli iscritti che questo tipo di attenzione per le esigenze dei giovani colleghi viene esercitata dall’OMCeO di Forlì-Cesena da circa venti anni. E sempre da vent’anni viene convocato un Consiglio a fine luglio proprio per loro. Non a caso, questa sera, 30 Luglio, si tiene una seduta consiliare ‘ad hoc’ durante la quale verranno iscritti tutti i giovani colleghi che hanno superato da pochi giorni l’esame di abilitazione, e che da domani potranno iniziare la loro attività lavorativa.

Tutte le novità del contratto punto per punto

(da DottNet)  Ci sono voluti dieci anni, ma alla fine i medici dipendenti si sono visti rinnovare il contratto.  Carlo Palermo, segretario dell’Anaao, commenta con entusiasmo: “Chiudere il contratto 2016-2018 era assolutamente necessario, quanto ottenuto è accettabile, buono se rapportato al contesto. Il futuro richiede un grande impegno e coesione di tutte le componenti sindacali e categoriali responsabili. Certo non tutte le aspettative degli iscritti trovano immediata soddisfazione. Ma la contrattazione aziendale, cui tocca esercitare un ruolo da protagonista, e non da spettatore passivo, nelle scelte attuative, potrà completare il lavoro avviato, intervenendo a livello economico e normativo. I contratti peggiori sono quelli non applicati. Perciò l’Anaao Assomed è impegnata ad evitare un tale destino a quello appena nato, al riparo da interpretazioni fantasiose ed interessate, per rendere attuali le molte novità di un contratto di ri-partenza”.

Ecco punto per punto tutte le novità e i vantaggi per i medici, dal sistema delle carriere alla monetizzazione del disagio, dal consolidamento alla valorizzazione economica delle parti fisse (tabellare e posizione) per conseguire benefici aggiuntivi sulla pensione e sulla liquidazione.
È RIPARTITO L’OROLOGIO
Un contratto dopo 10 anni di blocchi e di tagli è una ripartenza e un ritorno alla normalità. Era necessario.
NESSUNO HA PRESO DI PIÙ
L’aumento economico, medio a regime di 217 euro lordi per 13 mensilità, è certo modesto, ma deriva dalla stessa percentuale di aumento destinata a tutto il pubblico impiego, sia della Dirigenza che del comparto. In linea anche con gli aumenti della medicina convenzionata.
QUALCOSA DI PIÙ SU DISAGIO
Parte dal 1 gennaio 2019 un aumento per il lavoro disagiato di 30 milioni di euro, incrementale negli anni successivi, solo per la dirigenza medica e sanitaria, che ha contribuito a portare l’indennità di guardia a 100 euro per turno (120 per il pronto soccorso). Dopo la pronta reperibilità notturna sarà obbligatorio avere il turno pomeridiano e rispettare la normativa sui riposi. Del resto trattandosi del contratto 2016-2018 le risorse sono state stabilite dalle leggi di bilancio a suo tempo emanate, impossibile cambiarle ora per allora. Attendere oltre sarebbe stato vano, velleitario controproducente e del tutto irresponsabile, considerato il quadro politico ed economico del Paese.
RIPARTE LA CARRIERA PER TUTTI
Tutti avranno una progressione economica dopo 5, 15 ed ANCHE dopo 20 anni di servizio. Viene strutturata una nuova carriera professionale, con la previsione di 9.000 nuovi incarichi professionali non legati a compiti gestionali e valori economici di posizione fissa che si intrecciano con quelli di direzione di struttura. Bloccata la fusione del fondo di posizione e del fondo di risultato (fondo unico non pensionabile). Da sottolineare il significato dell’obbligo di utilizzare i residui dei fondi di posizione per incrementare il numero e il valore degli incarichi e del possibile travaso tra salario di risultato e quello di posizione, invertendo il percorso preferito dalle Aziende. Ribadito “l’obbligo dell’integrale destinazione delle risorse nell’anno di riferimento” norma non esplicitamente sancita nei contratti e fonte di impropri e opportunistici differimenti.
RECUPERATA L’ANZIANITÀ PERDUTA
Tutti i periodi lavorati anche discontinui e a tempo determinato sono utili per il raggiungimento delle soglie di anzianità e il relativo trattamento economico sia per la retribuzione di posizione fissa (a 5, 15 e 20 anni) che per l’indennità di esclusività di rapporto (a 5 e 15 anni). Fino ad ora non era così (interruzioni anche di un giorno azzeravano l’anzianità sia per la posizione che per l’esclusività, il tempo determinato non era utile per il raggiungimento dell’anzianità di 5 anni per gli incarichi e la retribuzione di posizione). Per moltissimi si tratta di una vera e propria ricostruzione di carriera con un anticipo dei traguardi professionali ed economici senza dover attendere il rinnovo dei contratti nazionali.
IL CONTRATTO INVESTE SUI GIOVANI NEOASSUNTI E CON MENO DI CINQUE ANNI
Finalmente tutti i Dirigenti medici e sanitari anche neoassunti e con meno di cinque anni hanno diritto non solo ad un incarico, ma ad una retribuzione di posizione fissa di 1.500 euro, un vero piede di partenza salariale, cui andrà aggiunta l’eventuale retribuzione di posizione variabile aziendale. Questo, insieme con il recupero dell’anzianità e la valorizzazione economica delle guardie costituisce un doveroso incentivo per il reclutamento dei giovani nella sanità pubblica. Fino ad oggi non era così: in tutti i contratti dei medici degli ultimi 25 anni i giovani sotto i 5 anni (peraltro calcolati senza i periodi discontinui e a tempo determinato) erano con una retribuzione di posizione fissa e garantita pari a zero. Sanata una grave ingiustizia che deprimeva il ruolo dirigenziale dei giovani.
IL CONTRATTO INVESTE ANCHE SUI MENO GIOVANI CON PIÙ VOCI FISSE IN STIPENDIO E MAGGIORI BENEFICI SULLA PENSIONE E SULLA LIQUIDAZIONE
Il contratto ha trasferito parti variabili soggette a negoziazione preventiva, valutazioni e non raramente a differimenti, anche con ribaltamenti su anni successivi in voci mensili fisse, garantite, ricorrenti, prontamente esigibili. Mediamente la posizione fissa dei medici è aumentata di 2.075 euro annui lordi e quella dei dirigenti non medici di 1900 euro. Questi incrementi si sommano all’incremento del tabellare (1.950 euro comprensivo dell’indennità di vacanza contrattuale) del 4,5%. Significa ridurre la discrezionalità aziendale in termini di risorse e sveltirne l’erogazione, ma anche conseguire evidenti benefici previdenziali. L’aumento delle voci fisse pensionabili e utili per la liquidazione determinano evidenti benefici previdenziali. In particolare la soppressione del differenziale sui minimi (non utile per il TFS), integralmente confluito nella posizione fissa (utile per il TFS), comporta un notevole incremento delle liquidazioni a partire dal 1 gennaio 2019. Parimenti lo spostamento di Firmato il Ccnl 2016-2018: le principali novità parte dalla retribuzione di posizione variabile aziendale (non utile per il TFS) in posizione fissa incrementa ulteriormente il trattamento di fine rapporto.
NUOVE TUTELE
Salario intero, compreso il trattamento accessorio, per il congedo di maternità e di paternità. Monte ore annue di 18 ore per assenze per visite, terapie e prestazioni specialistiche senza decurtazioni stipendiali. Ulteriore monte ore di 18 ore annue per assenze per particolari motivi personali e familiari retribuite. Ferie estive garantite (15 giorni) nel periodo 15 giugno–15 settembre per i dipendenti con figli nella scuola dell’obbligo.
RIPRESA DELLA CONTRATTAZIONE DECENTRATA
Pur con i limiti della legge Brunetta che è stata emanata dopo l’ultimo contatto normativo (sottoscritto per il quadriennio 2006-2009) e solo marginalmente corretta, qualche possibilità di confronto con le amministrazioni. Possibili ed esplicitate alcune priorità che possono essere affrontate unitariamente dalle OOSS. In sede di organismo paritetico si potrà esonerare da guardie e reperibilità il personale con più di 62 anni ed implementare dal 3 al 7% la percentuale di part-time.
Altri argomenti sono costituiti da:
– promozione del lavoro agile e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro,
– adeguamento delle politiche su salute,
– sicurezza e qualità del lavoro e del benessere organizzativo,
– prevenzione del rischio clinico e applicazione della legge 24 (Gelli) sul rischio clinico,
– programmazione dei servizi di emergenza e prevenzioni delle aggressioni.
Non sono diritti acquisiti ma opportunità che prima non erano possibili. Obbligatoria l’informazione semestrale degli andamenti occupazionali. Spetterà anche a noi riprenderci un ruolo sugli atti e le decisioni a valenza generale delle Aziende. Infine vengono garantite risorse per la formazione professionale.
NESSUN ARRETRAMENTO SULLA PARTE NORMATIVA
Aldilà di obblighi di legge non vi è stato alcun arretramento significativo della parte normativa. Netta la distinzione tra responsabilità disciplinare e dirigenziale. Marginali le modifiche della normativa sull’orario di lavoro e confinate a “ragioni eccezionali”. Evitate deroghe pericolose. Bloccata la frammentazione dei 15 giorni di ferie. Bloccata la deroga di 11 ore di riposo.
DIFESA LA LIBERA PROFESSIONE INTRAMOENIA
Respinti i tentativi di limitare la libera professione intramoenia o di collegarla impropriamente alle liste di attesa).
RECUPERATA LA MASSA SALARIALE DEI MEDICI E DEI SANITARI
Dal prossimo contratto gli aumenti saranno calcolati su tutta la massa salariale, compresa l’indennità di esclusività. Quella che era nei contratti precedenti una dichiarazione congiunta è diventata norma nell’ultima legge di bilancio. È stato salvaguardato il futuro. Firmato il Ccnl 2016-2018: le principali novità
RIPARTIRE

Occorre sollecitare la rapida conclusione dell’iter burocratico per pervenire alla firma definitiva del contratto. Un duro lavoro di applicazione, con particolare riguardo al recupero delle anzianità e al varo delle nuove posizioni fisse, attende le organizzazioni sindacali responsabili. Il contratto nel frattempo è già scaduto da 7 mesi occorre lavorare duramente per il contratto 2019- 2021, a partire dalla prossima legge di bilancio. Non c’è tempo da perdere in polemiche inverosimili o all’inseguimento di fake news di quanti nulla hanno fatto né prima, né durante il rinnovo contrattuale e che certamente non faranno nulla anche in futuro per difendere il lavoro e il salario della categoria. Le sigle rappresentative di oltre 3/4 dei medici hanno responsabilmente sottoscritto il contratto per ripartire da una base migliore.

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