Studio italiano: il mirtillo rosso previene l’influenza

(da DottNet)   L’estratto di mirtillo rosso Oximacro permette di prevenire l’influenza. E’ la scoperta del gruppo di ricerca di Virologia del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, in collaborazione con Biochimica e Fisiologia Vegetale. I risultati di questa scoperta sono stati pubblicati nella prestigiosa rivista internazionale ‘Frontiers in Microbiology’.  L’estratto di mirtillo rosso Oximacro, prodotto dall’azienda Biosfered Srl (già spin off accademico dell’Universita di Torino) “e caratterizzato dal contenuto di proantocianidine di tipo A più elevato sul mercato mondiale” afferma il professore Massimo Maffei, presidente e ceo di Biosfered.  “Questa caratteristica, risultato di ricerca e sviluppo tutta italiana, ha già permesso di dimostrare in passato l’elevato potere di Oximacro come antibiotico nei riguardi di Escherichia coli uropatogena e come antivirale per le infezioni da Herpes simplex di tipo 1 e 2” “Le proantocianidine, in particolare quelle dimeriche con legami di tipo A (PAC-A2),presenti nell’estratto di mirtillo rosso Oximacro hanno la capacita di inibire in vitro la replicazione dei virus dell’influenza A e B” conferma il Giorgio Gribaudo, ordinario di Microbiologia e virologo del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino. “In particolare, Oximacro interagisce con l’ectodominio dell’emoagglutinina (HA), una glicoproteina presente sulla superficie del virus dell’influenza e necessaria per l’adesione e l’ingresso nelle cellule ospiti, provocando la conseguente perdita di infettività virale”.

Prendi una vacanza: potrebbe prolungarti la tua vita!!

(da Cardiolink )   Questo è il risultato di uno studio di 40 anni presentato all’ESC e accettato per la pubblicazione su ‘The Journal of Nutrition, Health & Aging’.  “Non pensare che avere uno stile di vita salutare compensi il lavoro troppo duro e non fare le vacanze”, ha affermato Timo Strandberg, dell’Università di Helsinki, in Finlandia. “Le vacanze possono essere un buon modo per alleviare lo stress”.  Lo studio ha arruolato 1.222 dirigenti maschi di mezza età nati tra il 1919 e il 1934 e reclutati nell Helsinki Businessmen Study nel 1974 e 1975. I partecipanti avevano almeno un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (fumo, ipertensione, colesterolo alto, trigliceridi elevati, intolleranza glucidica, sovrappeso). I partecipanti sono stati randomizzati in un gruppo di controllo (610 uomini) o un gruppo di intervento (612 uomini) per cinque anni. Il gruppo di intervento ha ricevuto una consulenza orale e scritta ogni quattro mesi per svolgere attività fisica aerobica, seguire una dieta sana, raggiungere un peso sano e smettere di fumare. Quando la sola consulenza sanitaria non era efficace, gli uomini nel gruppo di intervento hanno ricevuto anche farmaci raccomandati in quel momento per abbassare la pressione sanguigna (beta-bloccanti e diuretici) e lipidi (clofibrato e probucolo). Gli uomini nel gruppo di controllo hanno ricevuto la normale assistenza sanitaria e non sono stati visti dagli investigatori. Il rischio di malattia cardiovascolare è stato ridotto del 46% nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo entro la fine dello studio tuttavia, al follow-up di 15 anni nel 1989, vi erano stati più decessi nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo. L’analisi presentata oggi ha esteso il follow-up della mortalità a 40 anni (2014) utilizzando i registri di morte nazionali e ha esaminato i dati di riferimento precedentemente non segnalati su quantità di lavoro, sonno e ferie. I ricercatori hanno scoperto che il tasso di mortalità era costantemente più alto nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo fino al 2004. I tassi di mortalità erano gli stessi in entrambi i gruppi tra il 2004 e il 2014. Le vacanze più brevi sono state associate a morti in eccesso nel gruppo di intervento. Nel gruppo di intervento, gli uomini che hanno preso tre settimane o meno le ferie annuali hanno avuto il 37% in più di possibilità di morire tra il 1974 e il 2004 rispetto a quelli che hanno impiegato più di tre settimane. Il tempo di vacanza non ha avuto alcun impatto sul rischio di morte nel gruppo di controllo. Strandberg ha dichiarato: “Il danno causato dal regime di vita intensiva era concentrato in un sottogruppo di uomini con un tempo di vacanza annuale più breve. Nel nostro studio, gli uomini con vacanze più brevi lavoravano di più e dormivano meno di quelli che prendevano le vacanze più lunghe. Questo stile di vita stressante può aver annullato qualsiasi beneficio dell’intervento. Pensiamo che l’intervento stesso possa anche avere avuto un effetto psicologico negativo su questi uomini aggiungendo stress alle loro vite”. Strandberg ha concluso: “I nostri risultati non indicano che l’educazione alla salute sia dannosa. Piuttosto, suggeriscono che la riduzione dello stress è una parte essenziale dei programmi volti a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. I consigli sullo stile di vita dovrebbero essere saggiamente combinati con un moderno trattamento farmacologico per prevenire eventi cardiovascolari in soggetti ad alto rischio”.

(Fonte: ESC Congress 2018, Monaco di Baviera) 

A ‘lezione’ di Medicina in 64 licei, 150 ore di orientamento

(da AdnKronos Salute) – Saranno in totale 64 i licei che a settembre partiranno con il progetto di ‘Biomedicina’. Ai 27 che sono già partiti lo scorso anno si affiancheranno altri 37 istituti, di cui sedici classici e ventuno scientifici. Il progetto di ‘Biomedicina’, promosso dal Miur in collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), organizza un percorso di orientamento, di centocinquanta ore nell’ultimo triennio delle superiori, verso la facoltà di Medicina.    A selezionare i nuovi istituti che entreranno a far parte del progetto, la Cabina di regia, costituita, per la Fnomceo, dal segretario Roberto Monaco, dal coordinatore dell’Area strategica formazione, Roberto Stella, dal presidente dell’Omceo di Reggio Calabria Pasquale Veneziano, per il Miur da Massimo Esposito e dalla professoressa Giuseppina Princi, dirigente della scuola capofila, il Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria. La Cabina di regia ha esaminato le domande e vagliato i requisiti dei 168 licei classici e scientifici appartenenti alle trentaquattro province di tutta Italia i cui gli Ordini dei medici avevano dato la loro disponibilità ad aderire, quest’anno, al progetto.   “Il percorso coinvolge ora ben 61 province, in rappresentanza di tutte le Regioni italiane – spiega il segretario nazionale della Fnomceo Roberto Monaco – Ringrazio tutti i presidenti degli Ordini dei medici che hanno dato la loro disponibilità a formare i ragazzi delle scuole”. Prossimo appuntamento il 19 settembre, per la presentazione presso il Miur dell’iniziativa e per l’avvio della fase operativa per i neopartecipanti al progetto.  “In un momento in cui è tanto contestato e farraginoso l’accesso alle facoltà medico sanitarie, riuscire a garantire ai ragazzi un percorso funzionale allo scopo e volto, altresì, a potenziare la preparazione di base non può che inorgoglirci e renderci fiduciosi di importanti ed ulteriori sviluppi”, aggiunge Giuseppina Princi.  “Siamo molto orgogliosi – concludono Pasquale Veneziano e Roberto Stella – del successo e dell’interesse che tale percorso ha suscitato tra medici, docenti e studenti, consolidando i rapporti tra due istituzioni che promuovono entrambe cultura e formazione”.

(N.B. Anche il nostro OMCeO Forlì-Cesena sta partecipando al progetto assieme ai Licei Scientifici di Cesena e Forlì)

 

Infettivologi, urge nuovo Piano nazionale contro zanzare e zecche

(da AdnKronos Salute)   “Quanto sta accadendo con i casi di West Nile dimostra la necessità improcrastinabile di un’intensificazione della lotta ai vettori (zanzare e zecche), visto che quanto è stato posto in atto finora non ha evidentemente sortito il risultato auspicato e che è altamente verosimile che condizioni climatiche come quelle di quest’anno possano ripresentarsi nel prossimo futuro. Serve quindi l’applicazione rigorosa dei piani di intervento e delle linee guida del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, e la loro ulteriore integrazione in un Piano nazionale di lotta ai vettori che tenga conto delle recenti esperienze”. Lo ribadisce Massimo Galli, presidente della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit).   “Va infatti ricordato – sottolinea l’esperto – che la lotta ai vettori non consente ‘flessibilità locali’ nella sua applicazione, perché la mancata o insufficiente attuazione in un’area può compromettere il risultato anche in aree contigue. In considerazione delle difficoltà e dei limiti delle azioni tardive sulle zanzare adulte, è auspicabile che su questo Piano si inizi a lavorare in tempi brevissimi, al fine di poter ottenere risultati significativi già nel prossimo anno”.  “Il vettore della West Nile – ricorda l’infettivologo – è la comune zanzara Culex pipiens che può trasmettere il virus alle sue uova e quindi alla futura progenie. Fattori climatici, precipitazioni, temperatura estiva si sono dimostrati in grado di influenzare la capacità delle uova deposte di superare l’inverno, di favorire la proliferazione delle popolazioni di zanzare e di consentire l’incremento dell’ibridazione tra il biotipo di Culex che punge quasi esclusivamente l’uomo e quello che punge quasi solo gli uccelli”.  “In condizioni favorevoli – prosegue Galli – la zanzara resta attiva fino a ottobre. Negli ultimi 5 anni il picco dei casi si è registrato in agosto, con un importante numero di segnalazioni anche in settembre, e nel 2016 qualche caso è stato osservato anche in ottobre e all’inizio di novembre. E’ quindi probabile – conclude il numero uno della Simit – che il fenomeno in atto non sia concluso e che altri casi si stiano verificando o si possano verificare nell’immediato futuro. Come è noto, per West Nile non esiste ancora un vaccino e non disponiamo di farmaci efficaci. Le misure che possono essere impiegate si limitano pertanto ai presidi di protezione degli ambienti domestici (zanzariere, insetticidi) ed individuali (repellenti per insetti)”.

Odontoiatria. Iandolo (Cao): “Le società devono essere iscritte all’Ordine, altrimenti il paziente non viene tutelato”

(da Quotidiano Sanità)   È nullo il contratto stipulato con una società di capitali per ottenere prestazioni di esclusiva competenza degli iscritti agli Ordini: a ribadirlo un’Ordinanza – la numero 21015/2018 – della Corte di Cassazione Civile. La Corte ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso di una società che richiedeva ad una struttura sanitaria il pagamento di servizi relativi ad attività professionali di esclusiva competenza degli iscritti agli Ordini di una professione protetta, in questo caso quella di commercialista. Nel caso di specie, il contratto di prestazione è stato dichiarato nullo, con tutte le relative conseguenze,  e quindi le pretese di pagamento della società vengono rigettate anche per quanto riguarda le prestazioni meramente accessorie all’attività principale.  “L’ordinanza, ampiamente motivata, costituisce un importante riconoscimento per quanto riguarda l’esclusiva competenza dei soggetti iscritti agli Ordini delle professioni intellettuali a svolgere l’attività riguardante le professioni stesse – spiega il presidente della Commissione Albo Odontoiatri della Fnomceo, Raffaele Iandolo -. L’esercizio dell’attività professionale protetta non è, secondo la Corte di Cassazione, demandabile a società di capitali, anche se formate da professionisti. È quindi evidente che le società che intendano svolgere, nel nostro settore, l’attività odontoiatrica debbano essere iscritte all’Ordine professionale nella qualità di Società tra Professionisti”.  “Sono molto preoccupato – conclude il Presidente Iandolo –  rispetto al possibile fatto che la nullità del contratto di cura, relativo a prestazioni sanitarie ed alle attività ad esse connesse, erogate da società di capitali non iscritte all’Albo, esponga il paziente alla perdita dei propri diritti in caso di richiesta di risarcimento danni. Considero questa ordinanza un passaggio importante verso un definitivo chiarimento, non più differibile, sul corretto svolgimento di tutte le professioni intellettuali protette, ivi compresa, ovviamente, quella odontoiatrica”.

Certificati di malattia online, ecco il vademecum Inps

(da Doctor33)  Fatto per il lavoratore ma utile per il medico, arriva il vademecum dell’Inps sui certificati di malattia online (e non). Otto pagine che segnalano in primo luogo quando trasmettere il certificato: subito o al piuÌ tardi il giorno dopo se la visita eÌ avvenuta a casa. Se lavora nei festivi e prefestivi, il lavoratore deve rivolgersi al medico di continuitaÌ assistenziale, anche per giustificare la continuazione di un evento certificato sino al venerdiÌ. Nei casi di ricovero o accesso al Pronto soccorso, il certificato va chiesto all’ospedale che, se impossibilitato all’invio online, darà un certificato cartaceo.   Carta e non – Il lavoratore, che in caso di certificato su carta spedisce lui il modello all’Inps e al datore di lavoro, verifica sempre: indirizzo ed eventuale indirizzo di reperibilitaÌ (dove offre ogni info utile per accedere a casa sua); dati anagrafici e codice fiscale; diagnosi in chiaro, data inizio malattia, data di rilascio del certificato, data di presunta fine malattia; se si tratta di inizio, continuazione o ricaduta; se la visita è ambulatoriale o domiciliare. Il certificato ha un numero di protocollo (Puc) che il paziente farà bene ad annotare. Si può anche chiedere al medico copia cartacea del modello online o di farselo inviare all’email personale (art. 7 legge n. 221/2012). Anche il medico libero professionista puoÌ certificare online dato che può accreditarsi al servizio. Il certificato cartaceo, accettato solo ove impossibile la trasmissione online (art. 8 dpcm 26 marzo 2008), va consegnato all’Inps e inviato all’azienda con R/R entro 2 giorni dai lavoratori privati e secondo contratto dai dipendenti pubblici. Il lavoratore può visualizzare certificato e attestato sul sito www.inps.it ma deve dotarsi di codice fiscale e Pin o Spid per il primo, CF e Puc per il secondo. Pur non dovendo spedire più l’attestato al datore di lavoro, il lavoratore deve informare l’azienda dell’assenza. L’Inps riconosce la prestazione solo dal giorno di rilascio del certificato e per legge il medico non puoÌ giustificare giorni di assenza precedenti alla visita se non uno solo lavorativo ove si tratti di certificato redatto a seguito di visita a casa.  Casi particolari – Se ci sono i presupposti, come da circolare Inps 113/2013, il medico deve aggiungere   – se si tratta dievento traumatico, così l’Inps valuterà se attivare un’azione surrogatoria verso terzi responsabili (e i giorni di indennitaÌ recuperati non rientrano nel tetto assistibile); – se si tratta di situazioni che esonerino dal rispetto delle fasce di reperibilità: patologie gravi che richiedano terapie salvavita; malattia per la quale sia riconosciuta la causa di servizio; stato patologico connesso a invaliditaÌ riconosciuta non inferiore al 67% (per i lavoratori del privato ulteriori info alla circolare Inps 95 del 7 giugno 2016). In caso di cicli di cura (dialisi, chemioterapia), i lavoratori privati possono produrre un’unica certificazione ad Inps e datore di lavoro prima d’inizio terapia, indicando i giorni previsti per l’esecuzione, attestando la necessità dei trattamenti e qualificando ciascun periodo come ricaduta del precedente. Dopo, vanno presentate periodiche dichiarazioni della struttura con il calendario delle cure eseguite. Si può certificare su carta ove non sia possibile l’invio online.   I controlli – Le visite di controllo possono essere disposte d’ufficio dall’Inps o su richiesta dei datori di lavoro e possono avvenire pure i festivi, sabato domenica, nel privato dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, nel pubblico dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Il lavoratore può muoversi dall’indirizzo di reperibilità solo per visite urgenti e accertamenti effettuabili in quegli orari, per provati gravi motivi personali o familiari per e cause di forza maggiore oltre che per terapie salvavita, cause di servizio riconosciute o stati patologici da invalidità non inferiore al 67%. Il datore pubblico può disporre più visita fiscali nello stesso periodo di prognosi. Per infortuni sul lavoro o malattia professionale è competente Inail. Se il medico Inps non lo trova a casa, il lavoratore è invitato a presentarsi in data specifica agli ambulatori della struttura Inps locale. Se riprende il lavoro il giorno fissato per la visita in Inps può non sottoporsi ad essa ma deve comunicarlo all’Istituto e giustificare l’assenza. Chi cambia indirizzo durante la malattia se privato deve avvertire l’Inps online (www.inps.it) avvisando pure il datore di lavoro, se assicurato non Inps o pubblico deve avvisare solo l’azienda Chi privato volesse rientrare al lavoro prima di fine malattia, deve recarsi dal medico che ha redatto il certificato per rettificare la prognosi, e il medico invierà online all’Inps. Se pubblico, come da DM 206/2017 in caso di assenza del certificatore può rivolgersi ad altro medico.

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