Un nostro iscritto premiato al concorso Nazionale “Serpe d’Oro” 2018

Il collega Ferdinando Borroni, medico di Medicina Generale di Forlì e membro del Gruppo Culturale del nostro OMCeO, ha conseguito un brillante terzo posto nel concorso “Serpe D’Oro” 2018 per la sezione Saggistica, indetto dalla Associazione Medici Scrittori Italiani, con il lavoro: “Morbi, microbi. Terreni.”  Congratulandoci con il collega, alleghiamo la comunicazione ufficiale dei risultati.

Comunicazione

Violenza a medici, Anelli (Fnomceo): perdita di prestigio del ruolo sociale

(da Doctor33)   «Una società che aggredisce i suoi medici, i suoi insegnanti aggredisce se stessa, rinnegando il passato e negandosi il presente e il futuro». Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) commenta così in una nota le recenti aggressioni contro medici e altri operatori sanitari registrate lo scorso fine settimana a Palermo, Napoli e Cerignola, e quelle contro i professori picchiati a Torino e a Palermo.  «Vedo un parallelo – osserva – tra quanto accade a noi medici e le aggressioni ai docenti e al personale delle scuole. Episodi – sostiene- che sono frutto di una cultura generalizzata secondo la quale la sanità, la scuola, sono visti alla stregua di supermarket: prendo quello che mi piace, secondo i miei desideri». Per Anelli «stiamo assistendo a un imbarbarimento culturale, legato anche alla perdita di prestigio e del ruolo sociale di alcune figure tradizionalmente considerate autorevoli». «I medici, i docenti sono, come e prima ancora dei cittadini – puntualizza Anelli – vittime dei tagli, delle disorganizzazioni, dei malfunzionamenti del sistema e sono dalla loro stessa parte, nel volere e nell’agire per cambiare le cose. Il presupposto di ogni diritto è il dovere etico, deontologico, giuridico, sociale di chi è chiamato, per ruolo, a garantirlo». «Ma perché medici e insegnanti possano esercitare appieno il loro dovere occorre un punto di partenza indispensabile in ogni relazione: occorre rispetto. Se i due pilastri della salute e dell’istruzione vengono banalizzati, se sono erosi alle fondamenta perché aggrediamo, per prossimità, chi li rappresenta, crolla tutto il tessuto sociale», conclude.

I rischi degli abusi di paracetamolo contro l’influenza

(da DottNet)   Molto spesso prescritto e ampiamente usato ma non privo di effetti collaterali, il paracetamolo è il ‘re dei farmaci da banco’. Considerato praticamente ‘innocuo’ e alleato per tanti piccoli problemi, dalla febbre al mal di testa, spesso ne viene assunto troppo e senza rendersene conto.    A mettere in luce il rischio di abuso, in particolare per ridurre i sintomi influenzali, è un doppio studio pubblicato sul ‘British Journal of Clinical Pharmacology’, che ricorda come questo farmaco comunque non possa curare dal virus ma solo attenuarne gli effetti.    Il primo studio ha coinvolto 14.481 adulti negli USA mettendo in luce che tra il 2011 e il 2016 il 6,3 per cento di chi ha fatto uso di paracetamolo ha esagerato con il dosaggio, un dato che, per esser compreso nel suo impatto, va proiettato sui milioni di persone che assumono il medicinale ogni giorno.   Inoltre durante la stagione influenzale c’è una probabilità del 24% maggiore di superare le dosi raccomandate, a volte anche per lunghi periodi di tempo, mettendo a rischio fegato e reni. “I farmacisti dovrebbero avvertire gli utenti di seguire le istruzioni di dosaggio indicate, in particolare durante la la stagione influenzale”, ovvero “quando le persone hanno più probabilità di trattare i sintomi con prodotti a base di paracetamolo”, “a volte senza conoscerne il contenuto”, concludono i ricercatori dell’Università di Pittsburg.    Tra i Paesi europei è la Francia a detenere il primato per il consumo di questo antipiretico e analgesico. In uno studio condotto tra il 2006 e il 2015 l’uso del paracetamolo è aumentato del 53 per cento e dal 2008 in poi versione con dosaggio di 1000 milligrammi. Mentre la versione da 500 milligrammi ha subito un calo nelle vendite del 20%. “Anche se prescritti e molto usati, nessun analgesico è privo di effetti collaterali e la dose deve essere sempre rispettata”, commenta l’autrice della ricerca, Karima Hider-Mlynarz

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