La donna in forma fisica non rischia l’Alzheimer

(da DottNet)   Marzo 2018   Una buona forma fisica, soprattutto negli anni della mezza età, per le donne è legata ad una decisa diminuzione dei rischi di sviluppare il morbo di Alzheimer: il calo delle probabilità – secondo le osservazioni di un nuovo studio svedese – oscillerebbe dal 25% al 90% in meno tra la popolazione femminile più atletica, rispetto a quella meno in forma.    L’analisi della Gothenburg University, pubblicata sulla rivista americana ‘Neurology’, viene già considerata particolarmente significativa, in quanto emerge da una indagine su vasta scala, che ha seguito 191 donne per tutta la loro vita.  Sottoposte a test di resistenza sulle cyclette dall’età di 50 anni in poi, le volontarie hanno evidenziato l’impatto dell’esercizio fisco sullo sviluppo delle demenze.    Le donne che a 50 anni sono a malapena riuscite a finire l’esercizio assegnato, hanno mostrato un 45% di rischi di venire colpite dal morbo. Per quelle con un buon livello di forma fisica, i rischi erano pari al 25%. Per le signore decisamente più atletiche, i pericoli di Alzheimer con l’età si sono dimostrati solo pari al 5%.    Gli stessi autori osservano che provare un legame di causa-effetto tra la forma fisica e la demenza è molto difficile, ma i legami tra i due fattori appaiono sempre più evidenti, e rafforzano l’ipotesi che l’esercizio preservi la salute anche delle cellule cerebrali.

C’è un medico a bordo? I consigli dei medici canadesi su come prestare soccorso in aereo

(da Quotidiano Sanità) Ogni anno sono circa 2,75 miliardi le persone che prendono l’aereo e il traffico aumenta di anno in anno. Questo inevitabilmente aumenta staticamente la possibilità che qualcuno a bordo possa sentirsi male, in particolare in presenza di condizioni patologiche preesistenti; possibilità amplificata nel caso dei viaggi di lungo raggio per l’esposizione prolungata a stress quali l’ipossia relativa o la bassa umidità dell’aria della cabina.  E questo è sostanzialmente tutto ciò che si può dire sull’epidemiologia delle emergenze mediche in volo, visto che non esiste nemmeno un consenso su cosa significhi ‘emergenza’ in volo e che le compagnie aeree non sono tenute a tenere una registro di questi eventi, per cui manca qualunque forma di database. Secondo dati americani si può stimare una media di 16 emergenze per milione di passeggeri; dati europei indicano invece un’emergenza ogni 7.700 passeggeri.
Dopo il lavoro pubblicato sul New England Journal of Medicine qualche tempo fa, adesso anche il Canadian Medical AssociationJournal (CMAJ) si cimenta nelle istruzioni per l’uso per i ‘medici a bordo’, cioè per come prestare soccorso medico in corso di un viaggio aereo, attingendo a risorse e informazioni delle due linee aeree nazionali, la Air Canada e la WestJet.
La normalità ad alta quota e a terra. Importantissimo è tener presente che alcuni parametri di normalità non sono gli stessi a terra e a 6-8.000 piedi d’altezza (1800-2400 metri), l’altezza corrispondente alla pressurizzazione della cabina; in particolare la saturazione d’ossigeno normale a quest’altezza è di circa il 90%.
La cassetta del pronto soccorso e gli attrezzi del mestiere a bordo. Il regolamento di Transport Canada richiede che, oltre alla cassetta di pronto soccorso standard, a bordo degli aerei commerciali con oltre 100 passeggeri vi sia anche un kit medico contenente una serie di farmaci, bombole di ossigeno e un saturimetro. Alcuni tradizionali strumenti del mestiere sono meno utili durante un volo; è il caso del fonendoscopio la cui utilità può essere inficiata dal rumore dei motori e della cabina in generale.
Il kit medico contiene per lo più farmaci a somministrazione intramuscolare, tra i quali siringhe pre-riempite con adrenalina in concentrazione 1:10.000 per il trattamento delle reazioni anafilattiche. La somministrazione di adrenalina per via endovenosa andrebbe riservata secondo gli autori solo ai casi di arresto cardiaco o di anafilassi refrattaria o come agente vasopressorio, ma solo da personale medico esperto o previo consulto con il supporto di telemedicina a terra.
Sebbene non obbligatorio, le compagnie aeree canadesi hanno equipaggiato la maggior parte dei loro aerei con un defibrillatore automatico esterno.
Assistenti di volo preziosi per i soccorsi. Fondamentale è l’aiuto del personale di bordo in quanto addestrato a prestare i primi soccorsi, alla rianimazione cardio-polmonare, all’uso del defibrillatore, oltre ad essere naturalmente familiari all’ambiente dell’aereo e alle procedure d’emergenza. Si calcola che almeno la metà delle emergenze mediche in aereo siano gestite unicamente dal personale di bordo.
La logistica. Luci tutte accese e soccorsi prestati al sedile del paziente o se necessario con il paziente sdraiato lungo il corridoio o nella cambusa.
I supporti da terra. Molto importante, in caso di emergenza in volo, è stabilire subito un contatto con i servizi di telemedicina a terra, oltre che tra la cabina dove avvengono le operazioni di soccorso e la cabina di pilotaggio, così che i piloti possano essere informati in tempo reale delle condizioni

del paziente per poter prendere decisioni tempestive in merito ad un atterraggio d’emergenza. Nel Nord America operano delle compagnie di telemedicina quali la Stat MD (a Pittsburgh) o la MedAire (a Phoenix) che supportano le principali linee aeree americane e canadesi. Il loro ruolo è di assistere, consigliare e guidare l’opera dei soccorritori a bordo dell’aereo. Ma anche di consigliare ai piloti dove effettuare un atterraggio d’emergenza sulla base delle condizioni e della patologie presentata dal paziente.
Quando fare un atterraggio d’emergenza. Una decisione difficile da prendere che si basa soprattutto sulle condizioni e sulla stabilità del paziente. Secondo uno studio americano, tra il 2008 e il 2010, il 7,8% delle emergenze mediche a bordo è esitato in un atterraggio d’emergenza. Tra le motivazioni più frequenti per richiedere un atterraggio d’emergenza: la sincope/presincope (25%), sintomi cardiaci (19%), convulsioni (9%), sintomi respiratori (9%), possibile ictus (4%).
Il costo di un ‘dirottamento’ per un atterraggio d’emergenza può andare da 3.000 a 900.000 dollari e la parola finale spetta al comandante dell’aereo.
Ma il medico che presta soccorso quali responsabilità si assume?Gli autori ricordano che, stando alla Canadian Medical Protective Association (CMPA), i medici che volontariamente prestano soccorso in caso di emergenza medica a bordo di un volo commerciale, sono in genere esentati da ogni responsabilità. La legge insomma protegge i ‘buoni samaritani’, che hanno comunque una responsabilità etica di prestare soccorso in caso di emergenza (Canadian Medical Association Code of Ethics).

 

Definite le date degli incontri del “Progetto Ematologia-Romagna 2018”

Definite le date degli incontri del “Progetto Ematologia-Romagna 2018”
la Segreteria Organizzativa “Studio E.R. Congressi” presenta il progetto educazionale dal titolo “Progetto Ematologia-Romagna”,  edizione 2018, ideato dal Prof. Sante Tura, composto da 4 incontri che si terranno in alcune località della Romagna come segue:

  • Ravenna – 5 maggio 2018
  • Rimini – 26 maggio 2018
  • Cesena – 15 settembre 2018
  • Faenza – 13 ottobre 2018

PAGAMENTO QUOTA DI ISCRIZIONE ALL’ORDINE E PROCEDURA DI CANCELLAZIONE PER MOROSITA’

Il 28 febbraio 2018 è scaduto il termine per il pagamento della quota d’iscrizione all’Ordine.

Si invitano tutti gli iscritti che ancora non avessero effettuato tale pagamento ad ottemperare entro e non oltre il 30 aprile p.v.

In base alla Delibera n. 41 del 17/10/2017 dal 1° maggio 2018 l’Ordine inizierà la procedura di cancellazione dall’Albo e l’iscritto dovrà corrispondere la somma di €15,00 a titolo di rimborso per le spese sostenute per il recupero degli importi dovuti.

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Malattia e degenza in ospedale: nuove regole certificati Inps

(da DottNet)  Come è noto in caso di ricovero ospedaliero l’INPS eroga ai lavoratori  subordinati  e parasubordinati  una indennità di ricovero che sostituisce la semplice indennità di malattia . Il lavoratore è tenuto a produrre icertificati piu ideoni  redatti dal medico curante o della struttura ospedaliera .  L’Inps precisa che in molte strutture ospedaliere sono state istituite le strutture semplici di Osservazione Breve Intensiva (OBI) e Degenza Breve (DB) e che le strutture di pronto soccorso sono tenute alla trasmissione telematica dei certificati di malattia e ricovero. In particolare l’Inps prevede 2 situazioni:

– in caso di ospitalità notturna del malato il lavoratore dovrà farsi rilasciare l’apposito certificato di ricovero,

– in caso di dimissione del malato senza permanenza notturna presso la struttura, invece, il certificato da produrre sarà quello di malattia.

L’Ente previdenziale specifica che nel caso in cui le strutture siano impossibilitate a procedere con la trasmissione telematica dei certificati di ricovero o di malattia,potranno rilasciarli in modalità cartacea, riportando tutti gli elementi obbligatori previsti dalla legge con particolare riguardo alla diagnosi e alla prognosi. Con il messaggio n. 1094 dello scorso 9 marzo l’INPS (http://www.dottnet.it/file/93922/inps/)    fornisce nuovi precisazioni per i casi in cui il paziente sia trattenuto in pronto soccorso  senza ricovero vero e proprio nella struttura ospedaliera.  Questo si può verificare spesso per due motivi :

– necessità di accertamenti prolungati per giungere ad una diagnosi e al ricovero nella struttura specializzata piu idonea

– mancanza di posti letto adeguati.

Anche in questi casi, raccomanda l’Istituto, il lavoratore deve assicurarsi che venga emesso un certificato che specifichi la premanenza notturna  per avere diritto alla indennità di ricovero ospedaliero.  L’Inps precisa quindi che :

– Nel caso  per problemi organizzativi della struttura venga emesso un certificato di pronto soccorso che non specifica l’ospitalità notturna ” il lavoratore è tenuto a fornire ulteriori elementi utili per l’istruttoria inviando alla Struttura territoriale Inps  e al proprio datore di lavoro – nei casi di  anticipazione della prestazione – ulteriore  documentazione  risulti la  permanenza prolungata presso la struttura di pronto soccorso.

– Nel caso l’azienda ospedaliera non sia in grado di emettere il certificato in forma telematica, questo puo anche essere prodotto in forma cartacea.

A questo proposito l’INPS precisa ulteriormente che ,”mentre in caso di certificato telematico non sussiste alcuna ambiguità, qualora venga rilasciato un certificato cartaceo – sia compilato a mano che stampato da procedura gestionale –  l’eventuale dicitura “prognosi clinica” deve essere integrata/sostituita con quella prevista dalla legge di “prognosi riferita all’incapacità lavorativa”.  Questi casi potranno essere valutati dal medico dell’Ufficio medico legale territorialmente competente, che potrà anche  eventualmente disporre un apposito accertamento domiciliare/ambulatoriale.

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